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3 - Ritrovamenti osceni

Sarò diretto signore: la voglio. Con lei nelle mie mani, sa quanti filtri e cosmetici riuscirò a produrre? Sarà una fabbrica vivente

Nessuno uccide subito la Veela: finché ha da offrire, la si tiene. Quando ha esaurito le materie prime, ci si sbarazza raccogliendo il più possibile

La sera era fredda e buia, la nebbia copriva anche le stelle talmente era fitta. Per dei loschi individui sarebbe stato il momento perfetto per agire, ma non per i due Auror che si stavano avviando verso la scuola di Beauxbatons avvolgendosi nei loro mantelli. Era incredibile quanto le temperature potessero mai scendere in una zona come quel posto, non era così vicino al mare da subirne i vapori.

Un altro corpo, un'altra giovane ragazza era scomparsa e ritrovata morta e in condizioni oscene: smembrata come carne da macello, gli arti e il volto privati della pelle e il corpo totalmente prosciugato del suo sangue e del resto dei liquidi; i capelli tagliati fino alla radice, anche se in alcuni punti della testa peravano essere stati strappati con forza, era stata privata dei suoi averi con avidità. Il rapitore doveva averla tenuta prigioniera per una manciata di giorni abusando delle sue bellezze, in modo tanto brutale da non dare modo ai capelli e alla pelle di ricrescere e di rimarginarsi. Doveva aver sofferto molto.

Quando l'avevano trovata, uno dei due Auror in servizio, insieme alla squadra, per poco non ebbe da rigettare per lo spettacolo tanto raccapricciante. Le avevano anche asportato gli occhi, prendendone le pupille. Erano stati in seguito sostituiti con degli occhi di vetro che davano un aspetto orribile, quasi come se fosse ceca.

"Per la voce di Circe" mormorò uno dei due Auror sringendo di più il mantello e avviandosi a passi più lunghi verso il portone di Beauxbatons "Ma quando ha iniziato a fare così freddo?"

"Sei sicuro che sia per il freddo il tuo tremore? Siamo a Gennaio, non è la prima volta che le temperature scendono così tanto" sentenziò il secondo Auror preparandosi a bussare al portone.

"Non me lo ricordare François, quella povera ragazza... Chissà quanto ha sofferto" disse il primo abbassando lo sguardo e chiudendo gli occhi, quello spettacolo pietoso era tornato davanti ai suoi occhi e la nausea iniziava a farsi sentire.

Dopo tre colpi al portone, una sorvegliante venne ad aprire e portò la lanterna che aveva in mano davanti ai volti degli Auror. Questi salutarono cordialmente e dopo una veloce presentazione chiesero di poter entrare e di vedere la Preside. La sorvegliante, Adéle, annuì e si recò immediatamente dall'ufficio della preside dove risiedeva anche la stanza privata.

I due Auror approfittarono d'essere rimasti soli per guardarsi intorno e recuperare un po' di calore. La scuola non era cambiata e i muri di una pietra chiara quasi bianca dava ancora quella visione ordinata e precisa su cui si basavano gli insegnamenti degli studenti. I quadri dei presidi e dei maghi famosi erano ancora appesi lungo le pareti, qualcuno cercava di schiacciarsi contro la cornicie per l'aria che penetrava dal corridoio aperto. La luce della luna che entrava illuminava tutto lo spazio grazie al colore chiaro delle pareti.

François sorrise caldamente, si ricordava ancora quando era lui uno studente e quanti complimenti riceveva per la sua impeccabile educazione: "Ricordi ancora dove sono i dormitori maschili Alexis?" chiese al collega.

"Certo: nell'ala est, insieme ai bagni sono l'unica cosa separata tra maschi e femmine. Quanto mi stava stretta la divisa... Menomale sono dimagrito" fece il secondo toccandosi la pancia piatta.

François rise a bassa voce, ma poi il suo buonumore venne spezzato dal motivo per cui erano lì, che si era fatto vedere in quel momento pauroso che potesse essere dimenticato. Ma come si poteva dimenticare una cosa tanto brutale? Quella ragazza non aveva nemmeno vent'anni e loro avevano paura di sapere chi fosse e sperarono in cuor loro che non fosse così, Dio fa che sia così.

La prima vittima di tutto quel circolo vizioso di Veela smembrate era stata proprio la madre della ragazza, una Veela spettacolare che aveva trovato in un loro collega un'anima gemella. L'Auror si era dimesso nello stesso anno in cui trovarono il corpo mutilato e torturato della moglie, qualche anno fa, e insieme aveva cercato di portare in salvo la figlia, tenendola sotto controllo segretamente. Se fosse stata lei la vittima di quella sera, non se lo sarebbero mai perdonato.

Così come era ridotta la vittima, era difficile dire chi fosse, i capelli erano stati tagliati e strappati, gli occhi asportati e la pelle... Era più quella portata via che quella rimasta.

Adéle tornò con la preside in vestaglia, una certa Lola Bordeaux, donna di mezza età che da un po' di anni aspettava di essere sostituita. I due Auror la salutarono con un inchino, e lei ricambiò con la preoccupazione nel volto aspettandosi già cosa volessero chiedere: "Un'altra..." li precedette.

Alexis abbassò la testa sospirando, senza avere la forza di fare quella domanda. Per certi versi preferiva non saperlo, sarebbe stato un fallimento troppo grande da gestire, sarebbe affogato nell'alcool a quel punto, avrebbe fatto della sua carriera un mucchio e l'avrebbe bruciato tutto in un colpo. François invece, per quanto devastato, sapeva di dover continuare il lavoro, ma prima chiese di poter recarsi in un luogo più appartato per poter parlare.

Al dormitorio maschile, al piano degli studenti del settimo anno, Léopolde quasi abbracciò il cuscino per quanto aveva bramato quella morbidezza. Non vedeva l'ora di dormire e di rilassarsi e, soprattutto, di arrivare a domani per la loro lezione preferita. Cura delle Creature Magiche era la loro vocazione, sognavano di diventare ricercatori ambientali o magizoologi per poter interagire con quante più Creature possibili, e il professore si congratulava sempre con loro per la loro bravura.

Certo, Léopolde comunque sapeva bene di essere a sua volta un allievo dell'Incantatore di Creature Magiche, era stato proprio Florian a trasmettergli quella passione.

E Florian, appunto, era sdraiato nel letto accanto al suo con in mano un discreto numero di piccoli fogli per posta. Era una sua abitudine con sua cugina: lui scriveva la sera e lei al mattino rispondendo. Florian conosceva bene le abitudini di Leta, e quanto fosse notturna in certi giorni, specie da quando avevano iniziato a vedersi molto meno. Montblanc prese la lettera e si diresse verso la destinazione, ormai quel gufo era abituato ai voli serali e spesso dormiva nel pomeriggio svegliandosi molto affamato.

"Non hai paura che possa prenderlo qualche animale grosso?" chiese Léopolde osservando il candido puntino somoarire pian piano.

"Montblanc sa come comportarsi in caso di pericolo, sono abbastanza tranquillo quando ci sono sere tranquille. Altrimenti non lo faccio andare" disse Florian accomodandosi di più sul materasso.

Léopolde emise un verso interessato, imitando poi il suo amico e accoccolandosi di più dentro al letto, ma una fonte di luce attirò la sua attenzione poco dopo. Si alzò e andò verso la finestra che dava al portone e vide due Auror entrare dentro la scuola. La cosa lo preoccupò leggermente, non era comune che degli Auror o degli enti del Ministero della Magia francese si facessero vedere a Beauxbatons, specie a quell'orario. Un lampo percorse la sua mante e chiamò di conseguenza Florian per fargli vedere quello che ancora poteva vedersi.

Florian lo guardò incuriosito e lo raggiunse, riuscendo a scorgere le due figure entrare ancora per poco.

"Credi possa c'entrare la notizia che abbiamo letto questa mattina sul giornale?" chiese Léopolde, anche se già immaginava di sapere la risposta.

Florian non rispose. A differenza di Léopole non ne era molto sicuro, almeno sperava fosse per un altro motivo, ma qualcosa gli diceva che l'amico aveva ragione. Comunque la visita di due Auror a quell'ora non portava niente di buono in tutti i casi. Era successo qualcosa di grave.

Bastò uno sguardo d'intesa per prendere le vestaglie e dirigersi verso il piano terra della scuola. Sapevano che non dovevano aggirarsi di notte, ma quella sembrava una cosa seria. Uscirono chiudendo piano la porta e si mossero quasi a carponi per non essere visti dai quadri dal sonno leggero. La luna illuminava i corridoi chiusi attraverso il vetro dlle finestre permettendo un percorso senza il bisogno di evocare il Lumos, mentre nelle scale bisognava stare attenti perché erano privi di illuminazione tranne che da sopra.

Arrivarono quasi davanti al portone e si nascosero dietro all'angolo mantenendo l'assoluto silenzio.

Alexis passò un dito nel legno pregiato del tavolo nella Sala Gande di Beauxbatons, quasi cercando di distrarsi o di trovare le parole per poter comunicare il ritrovamento. Sperva che François captasse il suo disagio e che prendesse le redini, sapendo domunque che era difficile anche per lui. Non avevano avvisato ancora il loro amico, temevano la reazione.

François fece un profondo respiro: "Ci scusiamo ancora di essere venuti in un'ora del genere ma... Proprio poche ore fa abbiamo ricevuto la notizia di un altro corpo come voi avete anticipato" fece una pausa sentendo la bocca secca.

"Un'altra povera ragazza uccisa in un modo tanto ignobile. Si sono incattiviti ancora di più" disse la preside senza nascondere il tono di disprezzo. Da quando tutta quella storia orribile era iniziata, era stata la prima a rendersi disponibile per aiutare le indagini il più possibile, soprattutto quando era venuta a sapere di quel brutale omicidio. Le Vela da sempre erano state Creature che lei amava, ma avevano colpito una moglie, una madre, e questo andava oltre la brutalità già commessa.

"Abbiamo..." fece Alexis titubante "Delle foto del corpo e... Comprendiamo possano essere molto forti come immagini ma... Dobbiamo sapere se sia lei"

La preside prese le foto in mano molto lentamente, le tremavano leggermente per l'inquietudine di vedere certe immagini. Erano girate al rovescio e ci mise alcuni secondi a girarle nel ferso giusto. Poi le sfogliò molto lentamente quasi volendo vedere ogni singolo dettaglio di quelle foto, di quel corpo, di quella povera vittima privata per sempre della sua vita.

I due Auror rimasero in silenzio, ma desideravano con tutti loro che la donna dicesse qualcosa, un sì o un no, solo quello. Florian e Léopolde trattennero il fiato insieme agli altri due maghi, temendo la risposta. Dal discorso che avevano sentito, stavano parlando delle aggressioni sulle Veela.

La preside sospirò restituendo le foto, e disse emettendo un leggero sorriso: "Non é lei, non preoccupatevi. La ragazza oggi é stata vista da tutti i professori, Adéle stessa si é assicurata che della sua presenza fino all'ora di dormire" la risposta risollevò il morale ai due Auror, anche se comunque era una notizia terribile sapere che un'altra ragazza era stata uccisa.

"Questa cosa ci rassicura, almeno in parte. Ma questo non toglie che ancora non si sa chi sia il responsabile di queste brutalità" disse poi Lola tornando seria.

"Dalle ultime ricostruzioni sembrerebbe che siano molti di più i criminali" disse François con tono professionale. Avevano trovato degli elementi che lasciavano intendere che non ci fosse un solo rapitore: un carro abbandonato vicino alla foresta, un luogo ben lontano dal ritrovamento del cadavere e dal ritrovamento di altre ampolle vuote e strumenti per poter completare i filtri. Ocni elemento laaciava intendere che dietro ci fosse un'attività illecita globale contro queste Creature, che erano ormai costrette a nascondersi fallendo nel tentativo. Potevano esserci sentinelle che osservavano i movimenti delle Veela e delle loro discendenti, catturandole al momento opportuno per poi... Derubarle avidamente di tutto ciò che possedevano.

Florian si allontanò leggermente dall'angolo per poter metabolizzare quello che aveva sentito: la foresta non era molto lontana dalla scuola, era normale che si fossero preoccupati. Ma se avevano pensato di arrivare qui il prima possibile, voleva dire che una studentessa di Beauxbatons era una discendente delle Veela? Non ci aveva mai fatto caso, eppure il libro che possedeva gelosamente sulle Creature Magiche ne possedeva un consistente capitolo.

"Ma voi credete che qualcuno stia mirando a quella poverina?" chiese preoccupata e spaventata Adéle, rivolgendosi agli Auror uno per uno.

"La verità, signora, è che quella ragazza é il bersaglio principale di tutti da quando sua madre è stata uccisa. Avrà sentito di quel ritrovamento che ha fatto scalpore qualche anno fa" rispose Alexis serio.

Quel caso, ancora gli tornava in mente: il corpo ridotto in poltiglia della moglie del loro amico e ex collega Arnauld. La pelle era stata praticamente strappata via con la forza; i capelli rasati e in alcune zone mancava proprio la pelle del cranio, strappata via per prendere il follicolo e la radice dei crini dorati; gli occhi vitrei presentavano ancora il terrore e la sofferenza. Era scomparsa da una settimana, erano stati veloci e violenti, torturata peggio di una cavia da laboratorio e prosciugata di tutto il suo sangue. Sua figlia all'epoca aveva quasi dieci anni, ricordò che le ci volle molto tempo per riprendersi da quella visione.

Dopo quella volta, Arnauld aveva chiesto di seguire il caso ma anche che venisse dimesso dal suo impiego. Rimase giorno e notte accanto alla piccola mentre lei veniva seguita al meglio perché si riprendesse.

"Non si fermeranno finché non l'avranno presa vero?" disse seria la preside.

François sospirò: "Onestamente... la figlia di Arnauld è sempre stato il bersaglio principale dopo sua madre, crediamo; e siamo abbastanza certi che con gli indizi che abbiamo loro ora stiano mirando proprio a lei e sappiano dove si trova. Abbiamo trovato un carro con dentro materiale sospetto non molto lontano da qui, nella foresta. O hanno degli informatori o qualcuno è una spia"

Florian strattonò leggermente Léopolde e tornarono in silenzio nel dormitorio. Una loro compagna di scuola era figlia di una Veela, una che era stata precedentemente uccisa ed ora quei criminali cercavano la ragazza, di sicuro perché portatrice del tanto bramato sangue delle più belle Creature Magiche esistenti. Florian si portò le mani nei capelli, non immaginava che la cosa potesse essere tanto grave; era già preoccupato solo sapendo quante Veela erano morte brutalmente, ma ora sapere che anche persone vicine a lui potevano essere colpite lo devastava, lui che aveva sempre odiato vedere gli altri in difficoltà.

Léopolde si portò una mano sul mento, voleva vederci chiaro e decise di rivestirsi sotto lo sguardo incuriosito dell'amico. Voleva andare a vedere nella foresta se vi fossero delle Creature in grado di aiutarli. Ma prima che potesse infilarsi la maglietta, Florian lo bloccò dicendo che non avrebbero risolto nulla in quel modo. Di sicuro i criminali non erano così stupidi da farsi vedere.

L'indomani, durante la colazione, Montblanc portò la posta e il giornale. Florian mandò giù il cappuccino in un sorso afferrando al volo la lettera di Leta dove era compresa anche quella di Newt, mentre Léopolde afferrò il giornale e prese a sfogliarlo come se fosse un uomo dell'alta borghesia: gambe incrociate e sedia a tre quarti. Qualcuno diceva che solo per la postura avrebbe fatto strada negli impieghi più prestigiosi.

La Sala Grande si stava riempendo pian piano, le ragazze iniziavano a popolare i tavoli e gli occhi di Florian, quasi come se fosse fatto apposta, incrociarono il viso radioso di Laura che lo salutò con il suo timido sorriso. Lei con il suo viso angelico stava guardando proprio lui, lui e nessun altro, a Florian quasi cadde la terra sotto i piedi per la visione angelica che aveva visto.

La ragazza si era seduta con le sue amiche e aveva iniziato a fare colazione leggendo la lettera che le aveva mandato la sua candida civetta. Il modo in cui afferrava la tazza e se la portava alla bocca, con quei movimenti lenti e delicati, era qualcosa che di sicuro non lasciava indifferente i ragazzi. I boccoli dorati che ondeggiavano e picchiettavano la schiena e le spalle quasi accarezzandole era qualcosa di surreale. Alcuni fili dorati cadevano davanti agli occhi componendo piccole ciocche che spostava lentamente dietro alle orecchie con le sue dita candide.

Florian era rimasto incantato da quella visione ancestrale, nemmeno si rese conto che il biscotto dhe aveva in mano si era rotto tuffandosi dentro alla tazza. Léopolde alzò lo sguardo quasi per dire qualcosa e sorprendendosi di trovare l'amico incantato, girò la testa istintivamente verso la fonte di quell'intontimento.

"Ehi Romeo, il caffé si raffredda lo sai?" disse ridacchiando e picchiettando l'avambraccio di Lestrange.

"Ehm... Cosa?" fece Florian riprendendo solo in quel momento coscenza di sé.

Léopolde soffocò la sua risata divertita mentre Florian aggrottò la fronte mostrandosi offeso per la battuta, anche se non lo era davvero. L'unica cosa che gli dava fastidio era essere stato interrotto mentre contemplava la bella Laura Richis intenta ad eseguire i normali gesti quotidiani della giornata in modo assolutamente angelico.

"Dai non arrabbiarti" fece poi Léopolde girando il giornale.

Florian inizialmente emise un verso offeso, non aveva voglia di leggere le notizie politiche di primo mattino, almeno per la prima lezione poteva anche farne a meno e restare tranquillo e spensierato, senza preoccuparsi del resto, poteva essere il minimo, visto che suo padre aveva appena inviato una lettera dove lo aveva informato di tante nozioni e proposte lavorative prestigiose assolutamente noiose.

Ma Léopolde lo costrinse a guardare la prima pagina: in mezzo vi era l'articolo del ritrovamento della ragazza di cui parlavano ieri i due Auror nel cuore della notte. Alcune immagini mostravano anchegli stumenti utilizzati per la mutilazione e la tortura abbandonati dietro a dei cespugli o in mezzo ad una foresta. I due ragazzi si guardarono sorpresi: quella foresta loro la frequentavano molto, era il luogo principale delle loro ricerche sulle Creature Magiche, come avevano fatto a non accorgersi di quei movimenti? E questo voleva anche dire che nella foresta si aggiravano delle Veela? Forse si nascondevano dai cacciatori e dai rapitori vagando in kuoghi non troppo esposti.

L'articolo spiegò nel dettaglio come poteva essere avvenuto il delitto secondo le ricostruzioni: la ragazza doveva essere stata attirata in qualche modo oppure colta di sorpresa e condotta in un luogo che non presentasse porte o finestre per impedirne la fuga. I rapitori, vedendo i diversi segni, si erano presentati a ritmi regolari per prelevare campioni e ingredienti per i loro filtri e i cosmetici, senza nemmeno preoccuparsi di anestetizzare la parte del corpo in cui dovevano dovevano operare.

"Volevano che soffrisse, bastardi" fece Léopolde, la stessa rabbia la provava anche Florian immaginandosi quella poverina soffrire e urlare implorando di fermarsi.

Nelle ultime righe avevano anche messo l'immagine della prima vittima di tutta quella serie di delitti: era proprio una Veela, forse la più bella che i ragazzi avessero mai visto; pelle lunare che già dalle immagini si poteva percepire la morbidezza e quanto fosse liscia; i capelli morbidi e dorati ricadevano sulle spalle con dei boccoli finali; gli occhi azzurri come il mare e il cielo ti guardavano con dolcezza. Sotto alla foto vi era anche il nome della Veela, il cognome da sposata e una dedica, come fosse una commemorazione.

I ragazzi si persero a guardare l'immagine e a leggere le ultime notizie, erano ormai otto anni che quelle indagini e quei delitti andavano avanti, e per quanto il ministro cercasse di prendere più provvedimenti possibili, il caso sembrava solo peggiorare.

Ad un tratto si accorsero di un particolare: il viso della Veela... Lo avevano già visto, era troppo familiare.

"Ma..." disse Léopolde con un filo di voce "Non ti pare che... Somigli molto... A Laura?"

Proprio nello stesso momento in cui Delacour pronunciò il nome della ragazza, un fondo proveniente dal tavolo dove il gruppo delle ragazze era sistemato li fece allarmare. Laura era per terra in preda ai tremori, gli occhi spalancati e colmi di lacrime, ma non di tristezza e la bocca semiaperta che reclamava aria come se non riuscisse a respirare regolarmente. Due sue amiche le erano vicino, abbracciandola e chiedendole come stesse, ma lei non rispondeva, ansimava e basta come se non sentisse nemmeno le voci intorno a lei. Le dita erano rigide e serrate al suolo come se volesse afferrare qualcosa di invisibile.

Era chiaramente in preda ad una crisi di panico.

Florian, senza nemmeno realizzare lui stesso il momento, si alzò di scatto e le gambe gli si mossero da sole senza che lui potesse comandarle; corse verso Laura accasciandosi davanti a lei per vederla negli occhi terorizzati. Sembrava spaventata da qualcosa e solo dopo aver seguito il suo sguardo scorse il foglio di giornale che prima aveva letto anche lui. Che conoscesse la vittima della sera prima? Poteva essere, forse aveva conoscenze in zona.

La sorvegliante e una professoressa, di Storia della Magia, accorsero accompagnate da una studentessa, che prima era accanto a Laura. Florian si spostò per fare spazio e loro due cercarono di far rinsavire la ragazza ma senza successo. Laura pareva in trance e appena la si toccava emetteva un sussulto senza urlare.

"Cosa è successo?!" chiese preoccupata la professoressa spostando lo sguardo verso tutti i presenti.

"Stavamo leggendo il giornale, e all'improvviso si è..." balbettò Michelle, una delle migliori amiche di Laura. Non saoeva nemmenoclei come spiegare cosa fosse successo, era accaduto tutto troppo in fretta per poter dare una spiegazione.

La sorvegliante chiese a qualcuno di avvisare la preside, dato che il fatto pareva grave - e lo era - e prese a chiedere se qualcuno potesse accompagnare la ragazza in infermeria. Florian balzò in piedi come se qualcuno lo avesse punto e si propose senza esitre. Voleva avere lui l'incarico, non lo avrebbe ceduto facilmente! Ora che aveva l'occasione di restare solo con Laura senza che qualcuno potesse interrompere.

La sorvegliante lo guardò un po' perplessa, ma dopo aver visto le condizioni di Laura, accettò raccomandandogli di non farsi venire in mente strane idee. Come se Florian potesse essere il soggetto ideale.

Florian accompagnò Laura verso l'infermeria, dove l'infermiera, vedendola, si allarmò a tal punto da preparare un lettino in fretta e furia e si fece consegnare la ragazza lasciando il ragazzo fuori. Lestrange aspettò divrri minuti che parevero interminabili, mentre una folla di domande si fece strada nella sua mente. Temeva che potesse essere più grave del previsto, vedere un'amica uccisa in quel modo non faceva un bell'effetto sempre e comunque, e sapere il motivo era anche peggio. Diede uno sguardo verso la finestra: il sole splendeva pallido, il cielo non era troppo nuvoloso, eppure quella giornata era iniziata tutt'altro che bene.

Si diede degli schiaffi al volto per riprendersi: doveva cercare di essere positivo, non doveva pensare subito al peggio. Forse Laura aveva solo avuto un calo di pressione, a volte capita, e aveva solo bisogno di riposarsi un po'. Eppure quella silenziosa attesa lo stava dilaniando dentro. Ripensò alla foresta, all'idea che Léopolde aveva avuto la sera dopo aver sentito il discorso degli Auror, pensando che in quel momento non sarebbe stata una cattiva idea. Era strano, lui era nessuno in confronto, eppure iniziò a sentire che quel caso lo stava colpendo da vicino.

La porta dell'infermeria finalmente si aprì, e Florian sussultò per la sorpresa.

"Adesso sta meglio. Le ho dato una pozione che po te se calmarla. Ha chiesto di te signor Lestrange" disse l'infermiera in tono dolce.

Florian ebbe un tuffo al cuore, lo stomaco si contrasse e si ribaltò, le farfalle dentro iniziarono a volteggiare. Laura aveva chiesto di lui, lui e nessun altro. Forse Léopolde aveva ragione, si cercavano e lei voleva dimostrargli il suo amore cercando di stare insieme più tempo possibile. O forse Florian si stava illudendo per niente: forse aveva capito che lo aveva accompagnato e voleva solo avere la conferma che fosse lui.

Entrò titubante, con una timidezza che normalmente non aveva. Laura era adagiata in un letto vicino alla porta, tra i primi, e stava fissando il vuoto. Dando un rapido sguardo, Florian notò che erano passati addirittura tre quarti d'ora da quando l'aveva lasciata aspettando fuori.

Si sedette su uno sgabello che era posizionato accanto al letto, e per attirare l'attenzione, emise un verso per chiamare la ragazza. Laura si girò di scatto, per un attimo recuperò l'espressione terrorizzata di prima, per poi vedere i muscoli rilassarsi e il viso addolcirsi incrociando gli occhi azzurri di Florian. Gli sorrise, in quel modo dolce che non riservava a nessun altro.

"Come ti senti?" chiese cordiale Florian, cercando di tenere la conversazione nel clima più tranquillo possibile.

Laura distolse lo sguardo tornando a guardare il vuoto e alzando le spalle: "Adesso un po' meglio, anche se sono ancora scossa" poi tornò a guardare il ragazzo, la sua mano cercò le dita calde e affusolate di lui "Chiedo scusa per lo spettacolo che ho tirato su poco fa"

"Non devi scusarti!" fece Florian drizzandosi di più sullo sgabello "Capita a tutti di avere alcuni momenti così. Anche a me. Non é una cosa di cui vergognarsi"

"Questo è vero. Però... Tu non hai visto tua madre uccisa in un modo tanto brutale" le ultime parole vennero pronunciate con un tono terrorizzato e con un filo di voce "Sono passati otto anni ormai... Mio pade ancora non lo ha superato"

Florian restò di sasso. La Veela che era stata uccisa era la madre di Laura?! Quindi la ragazza che i criminali stavano cercando da tanto, e che gli Auror avevano creduto che fosse la vittima della sera prima, era Laura?!

Laura scrutò il viso sorpeso di Lestrange: "Va tutto bene Florian?"

"Sì!" rispose Florian senza avere piena coscenza della risposta.

Laura rise dolcemente, quel ragazzo era impossibile da odiare, con quel modo che aveva di metterti a tuo agio: "Mi sembri sorpreso di questa notizia. Non te n'eri mai accorto?"

"Non ci avevo mai pensato fino in fondo..." ammise Florian mantenendo la stessa espressione. Immaginava che potesse aver avuto una madre bellissima, ma non si spiegò a quel punto per quale motivo non ci avesse mai fatto caso, eppure ora, a guardarla bene, le somiglianze con una Veela erano inconfondibili.

Laura rise ancora, e quella risata parve voler mostrare quanto fosse tranquilla in quel momento dopo lo spavento subito. Florian si rese conto solo in quel momento di avere le dita intrecciate a quelle della ragazza. Sentì le guance andare a fuoco.

"L'incantatore di Creature Magiche che non si accorge di avere una Veela davanti, curioso" disse in tono scherzoso. Ma era un tono dolce, senza voler offendere, e Florian lo sentiva per bene. Rimasero così per un po', godendosi quel momento, poi dovettero dividersi dato che le amiche di Laura erano accorse per sapere come stesse, e lui si sentì di troppo.


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