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19 - Nella tana del diavolo

Entrò nell'aula, scoprì la botola e si calò nella botola segreta e tirò il mantello, lo sentì sotto le dita. La porta era proprio lì, davanti a lui, non se l'era immaginata. Accostò l'orecchio, non sentiva nulla, solo il freddo del metallo. Un freddo così inquietante da fargli percorrere un lungo brivido in tutta la schiena.

Lèopolde passò metà della lezione a guardare la porta, aspettando e sperando che il suo migliore amico si facesse vivo. Non aveva idea di quello che Florian stesse facendo, sapeva solo che era pericoloso e tendente al suicidio. Col senno di poi, non gli avrebbe mai permesso di lanciarsi in un'impresa del genere.

spostò gli occhi dall'insegnante alla porta, diverse volte e con sempre più tensione. Florian non si fece vedere per tutta la durata della spiegazione. Non era certo un buon segno sapendo che fuori nei corridoi passeggiava qualcuno di molto pericoloso che non appena avrebbe notato il loro girovagare avrebbe di sicuro sguinzagliato tutti i suoi colleghi e seguaci impedendogli di vedere la luce del giorno dopo, sempre se a questo punto ce ne fosse stata una.

A un certo punto decise che la tensione non lo avrebbe tenuto seduto un altro secondo e chiese gentilemente di andare ai bagni. Uscì con lo sguardo della professoressa di Incantesimi piuttosto contrariato addosso, ma non gli importava in quel momento, aveva delle questioni più importanti di una bacchetta che doveva essere agitata con la giusta pronuncia. Si diresse verso i corridoi inferiori, rasente al muro in quelli più stretti per non farsi vedere da occhi indiscreti. Fu un sollievo sentire i quadri stranamente silenziosi, ma preferì lo stesso camminare sotto le cornici per non farsi vedere.

Raggiunto il corridoio principale, ampio e illuminato da una falsa tranquillità, Léopolde si guardò intorno per cercare sia Florian che Demì, non sapendo sinceramente come muoversi in una situazione del genere. Non gli era stato detto né dove fossero andati né cosa dovessero fare, lasciandolo nella perfetta ignoranza. Appena si fosse fatto vivo uno dei due, si sarebbe fatto sentire.

Dei rumori di passi lo allarmarono, qualcuno si stava avvicinando dalla Sala Grande di Beauxbatons, e lui non aveva nessun nascondiglio disponibile per poter scampare all'imminente pericolo nel modo meno invasivo possibile. Non sapeva cosa fare, la testa iniziò ad arrovellarsi in mille pensieri mossi dall'improvviso panico e dalla paura di non riuscire a reagire in tempo.

Ma poco dopo, vide che i passi, fattisi più nitidi e distinti, non erano di una persona, e lungo il corridoio si fece viva una sagoma argentata con un mazzetto di chiavi ondeggiante. A poco a poco che si avvicinava, Léopolde scoprì, per sua grande gioia, essere il Demiguise: "Demì!" esclamò con sollievo, "Almeno tu! dove sei stato?"

La creatura gli porse il mazzo di chiavi, che il ragazzo inizialmente guardò con curiosità, ma una delle chiavi ondeggianti gli accese una lampadina nella testa: "Florian è nella botola vero? Vorrà cercare Laura". Posò lo sguardo verso la porta dell'aula di Pozioni, certo che l'amico fosse stato proprio lì, ma prima di raggiungerlo gli venne in mente un'idea: una volta che la tana del diavolo fosse stata aperta, avrebbero avuto bisogno di un loro esercito personale e i loro compagni di scuola non avrebbero prestato il loro contributo.

Corse verso il cortile, quel cortile che si era sempre presentato come un loro posto felice e sicuro, diventando presto il campo preferito dei demoni di McMillan. Sperò che i Centauri gli dessero una mano, almeno per Florian, in caso di attacchi troppo grandi per loro. Quando Florian si era mostrato con il suo talento, lo avevano riconosciuto quasi come una divinità, quindi perché avrebbero dovuto negare il loro aiuto?

Arrivò davanti alla foresta dove avevano trovato sia un cadavere che un intero braco di Centauri, e in lontananza gli parve di vedere il piccolo puledro candido che aveva fermato l'ira del padre: "EHI! Ho bisogno del tuo aiuto!" gridò sperando che lo sentisse.

Ma subito dopo Demì parve spaventarsi da un movimento lontano sparendo dalla vista del ragazzo, e Léopolde istintivamente si nascose dietro uno dei cespugli di rovi che gli aveva quasi graffiato la gamba. Per un attimo si maledisse di aver urlato, e se lo avessero sentito le persone sbagliate?

Delle ombre si fecero vedere tagliando i raggi del sole che penetravano dalle chiome degli alberi, due Auror con lo sguardo per nulla amichevole osservarono lo spazio circostante e le bacchette strette in mano spostarono qualche ramo troppo basso.

"Sei sicuro di aver sentito qualcosa qui? Io non vedo nessuno".

"Ti assicuro di sì Alexis. Credo si sia nascosto".

"E chi pensi fosse? Lestrange o Delacour?"

"Non importa adesso. Appena ne prendiamo uno, gli facciamo dire dove si nasconde il complice e ci facciamo portare nel nascondiglio dove tengono la figlia di Arnauld".

Davvero? Erano convinti che Léopolde e Florian tenessero Laura prigioniera? Quella nozione era proprio il culmine, chi diavolo poteva avergli detto un'assurdità del genere? Come se non avessero addosso abbastanza problemi, adesso dovevano fare i conti anche con un possibile e ingiusto arresto. Rimase più fermo che poteva, cercando di capire cosa avessero intenzione di fare i due Auror che non accennarono a schiodarsi dalla loro posizione per diversi minuti. Una serie di idee dalla riuscita dubbiosa si impossessò della mente del ragazzo, doveva trovare un modo per sbarazzarsi della loro presenza, cercare i Centauri e raggiungere Florian il prima possibile.

Demì parve leggergli nella mente, e si mosse verso un punto poco distante da lui: "Demì!" sussurrò Léopolde girandosi di scatto, temendo potessero sentirlo, "Demì, torna subito qui o ti vedranno!" ma Demì non lo ascoltò. Resosi invisibile, percorse un piccolissimo sentiero naturale lungo due alberi giovani e prese ad arrampicarsi su uno di essi, forse aveva intenzione di attirare i due maghi in un punto che potesse permettere a Léopolde di scappare.

Ma più lo guardò muoversi, e più si rese conto che il Demiguise non stava cercando un modo per distrarre i maghi, ma sembrò aver notato qualcosa: di fatti si avvicinò ad una sagoma con una divisa turchese, che Léopolde riconobbe all'istante: "Florian!"

"Cosa fai qui Léo?"

"E me lo chiedi anche? Non tornavi più, mi sono preoccupato! Quegli Auror pensano che siamo stati noi a rapire Laura".

Florian lanciò uno sguardo verso i due uomini: "Cazzo. Non si mette bene allora..."

"Senti: Demì ha con sé un mazzo di chiavi, a cosa servono?"

Alla parola chiavi, il viso di Florian tornò sull'amico illuminandosi d'immenso. Era proprio il motivo per cui aveva liberato momentaneamente il Demiguise mentre il professore McMillan era occupato con i primi i in una lezione all'aperto: la porta blindata sotto la botola aveva una serratura interessante e respingeva l'Alohomora del ragazzo, perciò senza la chiave giusta non sarebbero mai entrati. Appena lo riferì a Léopolde, anche lui assunse uno sguardo estasiato: adesso potevano salvare Laura, ammesso che fosse nascosta sotto alla scuola.

"DEVE essere lì" mormorò Lestrange, "É l'unico posto dove poterla cercare. Non può essersi spostato tanto".

"Non ci resta che confermarlo con questa. Ma ricordati Florian: dovremo stare molto attenti" Léopolde mise una mano sulla spalla dell'amico, e appena ebbe l'occasione - gli Auror si erano spostati di poco - gli espose l'idea di tirare su un loro esercito aiutandosi con le Creature Magiche: i Centauri erano ottimi guerrieri e dopo il loro incontro avrebbero prestato il loro aiuto all'Incantatore di Creature Magiche, e con loro anche le Acromantule viste mesi prima.

"Pensi davvero che ci aiuteranno?"

"Hanno scelta? Io non credo. Quando ci hanno visti erano pronti ad ammazzarci avendo vicino il cadavere di una Veela, non mi sorprenderebbe se si scagliassero contro i contrabbandieri".

"Guarda chi si vede!" la voce di uno degli Auror li fece trasalire, e alzando di scatto lo sguardo videro gli occhi verdi di François fissarlo con una strana e inquietante soddisfazione. Lì prese entrambi di peso, nonostante avessero cercato di scappare il più velocemente possibile; tenne salda la presa nelle collottole delle divise turchesi eli trascinò dal collega annunciando che la ricerca si era rivelata più facile del previsto.

Quell'inconveniente non poteva arrivare in un momento peggiore: Laura era in procinto di essere torturata e loro credevano davvero di aver preso i rapitori, non avevano nemmo idea della catastrofe che avrebbero potuto provocare con quella perdita di tempo.

"Lasciateci! State prendendo le persone sbagliate!" gridò Florian divincolandosi, "Noi non vogliamo fare del male a Laura!"

"Non ne sarei tanto sicuro" ridacchiò Alexis, "Ma togliamoci il dubbio. Dov'è la ragazza?"

"Saremmo qui se lo sapessimo?!" sbraitò Léopolde agitando le braccia, "Che cos'è questo, il primo rapimento che trattate?!"

François diede una ginocchiata al ragazzo che cadde per terra dolorante, irritato per l'intervento che reputò piuttosto impertinente. Gli si avvicinò all'orecchio, intimandolo di ringraziare il fatto che suo padre fosse un giornalista molto richiesto al Ministero e che non aveva intenzione di essere la causa della sua caduta dalla carriera utilizzando il figlio.

Florian era con una marea di confusione in testa, se lo avessero arrestato non avrebbe potuto fare più niente né per Laura né per tutte le altre Veela che sarebbero state prese e uccise. E oltre a questo, come lo avrebbe spiegato a suo padre? Lo avrebbe ritirato da scuola, allontanato da tutto e questo non poteva permetterlo.

"La persona che cercate è McMillan!" sbottò a un certo punto,mentre li stavano portando con la forza dentro la scuola.

I due Auror arrestarono il passo e si guardarono con uno strano volto. Il nome non doveva essergli nuovo, anzi parevano quasi sorpresi che fosse stato nominato. I due ragazzi sperarono che quella frase bastasse a scagionarli, e Florian approfittò del loro dubbio per raccontare cosa fosse successo in infermeria: di Jean che lo aveva aggredito e del professore che aveva cercato di ucciderlo drogando Laura e portandola via. Loro non erano responsabili del rapimento ma erano vittime come il povero Morel che aveva visto un suo complice trasformarsi nel suo assassino.

Non era sicuro che gli avrebbero creduto fino in fondo, vi erano comunque troppi elementi che potevano decretarlo il principale sospettato, ma allo stesso tempo una vittima proprio come Jean: il professore aveva approfittato apposta dell'infermeria vuota per colpire i ragazzi, e questo gli aveva dato molti punti a favore.

"Non crederai davvero di abbindolarci" borbottò a un certo punto François, assumendo uno sguardo del tutto diffidente, "Conosciamo bene McMillan e da anni lo tengono d'occhio, ma qualcosa mi dice che state solo cercando di depistarci. Quale criminale perfetto se non dei ragazzi che hanno modo di avere a che fare con Laura Richis ogni giorno? Volete un riscatto immagino, o magari la consegnerete a quei farabutti chee hanno strappato via la madre!"

"No, questo è troppo!" Léopolde si liberò dalla presa guardandoli dritti negli occhi, "Ma vi rendete conto delle insinuazioni assurde che state tirando fuori?! Davvero ci credete capaci do tanto?!"

"Stammi a sentire Bocca Larga: voi siete le uniche persone, al di fuori delle sue amiche, che ha frequentato do più degli ultimi mesi! E guarda caso il tuo amico era l'unico presente quando é stata rapita!"

"Certo, perché ero stato aggredito! Dovete crederci noi abbiamo visto tutto!" quei due sembravano non volerli proprio ascoltare, erano sempre stato degli ottimi Auror che svolgevano il loro ruolo in modo impeccabile, ma quel giorno il loro talento parve più un abuso di potere. Florian e Léopolde non sapevano più come farsi capire, ad ogni spiegazione sembrò nascere solo un movente in più per sbatterli in prigione; il peggio era che tutti loro cercavano una persona che ora aveva la possibilità di farla franca.

Ma a un certo punto, una luce in fondo al tunnel: una freccia tagliò la strada agli Auror che si bloccarono sorpresi, e voltandosi verso la fonte di quell'attacco, videro un branco intero di Centauri mirare verso di loro con gli archi ben tesi. A Léopolde si illuminò il volto, il piccolo Centauro dal manto bianco li stava guardando con un sorriso trionfante, voleva dire che lo aveva sentito poco prima. E come se il loro intervento non fosse stato sufficiente, François sentì un morso alla gamba che lo costrinse a lasciare i vestiti dei due ragazzi. Demì si rese visibile e corricchiò velocemente dove le braccia dell'uomo non potevano afferrarlo. I due Auror in poco tempo si ritrovarono circondati da Creature Magiche per niente felici del loro intervento, mettendoli alle strette in una frazione di secondo.

I due ragazzi lanciarono uno sguardo riconoscente al capo dei Centauri, che con un cenno gli fece intendere che avrebbero potuto contare sul loro aiuto, e congratulandosi con Demì riuscirono a sottrarsi dalla presa dei due maghi.

"Adesso saremo i ricercati numero uno del loro dipartimento. Per Morgana Florian, cosa possiamo fare?"

"L'unica cosa da fare adesso è salvare Laura prima che McMillan ne lasci solo i vestiti. E dopo... dobbiamo andarcene da questo posto".

"Aspetta... andarcene?! Ma Florian! Scappare dalla scuola?!"

"Non abbiamo alternative Léo! Ormai siamo dei criminali quanto lui agli occhi del Ministero! E anche se dovessero trovare Laura sana e salva noi non avremmo nessun merito! Lo so che é brutto ma accettalo: non c'è posto per noi qui".

Faceva male, ma era vero: la cosa si era fatta più grande di loro e il destino non aveva giocato a loro favore. Ma ora non avevano tempo per commiserarsi, il modo migliore per ottenere di nuovo la fiducia di tutti era dimostrare la propria innocenza: avrebbero salvato Laura e messo fine a tutto quel traffico illegale di commerci.

Si diressero alla porta blindata, respirando profondamente. Inserirono la chiave che permise di aprirla e la grossa lastra di metallo si mosse con un rumore assordante e inquietante. Non videro fino in fondo,a era un lungo tunnel da cui si potevano sentire suoni lontani.

"Florian?" fece Léopolde prima di muovere il primo passo, "Prima di andare... ti volevo dire una cosa, riguardo agli anni passati..."

"Ne abbiamo già parlato Léo, ricordi? Non posso ricambiare i tuoi sentimenti" Florian si girò verso l'amico con sguardo comprensivo.

"No no, lo so. Non intendevo sfociare in quel punto: solo che ora so davvero cosa significhi per me: non é quel sentimento, che tu provi per Laura. Lo credevo anche io, ma non era forte abbastanza. Forse avrei voluto provare, anche solo un periodo breve. Però io voglio che tu sappia che per te, per la nostra amicizia, farò sempre di tutto. E ti seguirò ovunque".

Negli anni, Florian e Léopolde avevano passato tanti di quei momenti da conoscersi bene come se fossero il riflesso in uno specchio: conoscevano i gusti e le debolezze di enrambi. Florian aveva visto Léopolde mettere gli occhi su tante ragazze, descriverle come un poeta e aiutarlo anche con Laura, e ricordava la morsa allo stomaco e al cuore quando entrambi avevano visto che la loro amicizia stava sfociando in qualcosa che sarebbe sfuggita di mano a entrambi. Però erano riusciti a chiarirsi, a capire bene i sentimenti di tutti e due e a non allontanarsi.

"Sei e sarai una delle persone più importanti della mia vita Léo, non lo devi dimenticare" gli mise una mano sulla spalla, con un sorriso che venne ricambiato subito. E poi guardarono ancora il tunnel prima di varcare la soglia della tana del Diavolo.

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