1 - Notizie illegali
Florian Percorse il corridoio aperto che dava al cortile interno con il suo barbagianni Montblanc sulla spalla mentre leggeva una lettera di sua cugina Leta proveniente da Hogwarts. La scuola era ricominciata anche lì. La lettera portava i ringraziamenti suoi e di Newt per il regalo di Natale, oltre agli auguri per il diciottesimo compleanno di Florian, avvenuto il primo Gennaio.
Newt aveva preso un posto speciale nel cuore di Florian, era quel fratello che non aveva mai avuto, uno dei pochi che non gli diceva di pensare ad altro invece che alle Creature Magiche.
Leta gli aveva spedito una lettera chilometrica composta da almeno cinque fogli, Florian aveva iniziato a leggerla nel dormitorio e aveva percorso tutta la piantina della scuola di Beauxbatons leggendola, rischiando di inciampare nelle scale o di urtare qualcuno per sbaglio.
Caro Incantatore di Creature Magiche,
Ti scrivo per portarti gli auguri di compleanno da parte mia e da parte di Newt. Gli ho portato il tuo regalo di Natale e ne é rimasto felicissimo, non aveva idea che tu stessi tenendo da parte una creaturina per lui da così tanto tempo. Ha fatto i salti di gioia quando lo ha visto uscire dal pacchettino e lo ha osservato a lungo con il sorriso stampato in volto.
Adora quando gli parlo di te e di quello che fai con gli Animali Fantastici, per lui sei un mentore che intende seguire e spera di poterti rivedere un giorno.
Anche io ti ringrazio per il regalo che mi hai fatto, come facevi a sapere che cercavo quella collana di libri da tanto tempo? Ora grazie a te avrò qualcosa da fare quando nel mio dormitorio mi annoio e nessuno vuole stare con me. Ti sentirò anche vicino, sei sempre stato l'unico della famiglia che non mi ha mai né giudicato né escluso, cosa farei senza di te?
Spero che passerai quest'anno nel miglior modo possibile, Newt sta cercando un modo per ripagarti, anche se io gli ho ripetuto più volte che non é necessario, che lo hai fatto con piacere, dto che per te lui è come un fratellino, tu che non ne hai e lui che ne ha uno maggiore non molto propenso ad apprezzare le sue passioni.
Entro quest'estate esigo che tu venga da noi per le vacanze, vogliamo vederti il più possibile, volgiamo sapere cosa hai fatto e che cosa hai scoperto, sappiamo entrambi che appena puoi salti le lezioni per vedere qualche Creatura nuova.
Prego con il cuore che questa lettera ti abbia tenuto compagnia.
La tua cuginetta Leta Lestrange.
Mentre leggeva la lettera, al quarto foglio su cinque, Florian urtò pesantemente la spalla di un suo compagno, che non pareva particolarmente forte di corporatura sentendo tutti i libri cadere per terra, e distolse lo sguardo dai fogli per scusarsi scoprendo che il soggetto urtato non era uno studente, ma una studentessa.
"Oh Merlino! Ti chiedo scusa" farfugliò Florian nel completo imbarazzo, cercando di non mangiare le piume delle ali di Montblanc che aveva preso a battere per lo scossone. Si accovacciò per aiutarla a recuperare alcuni libri, erano anche molto besanti e credeva strano che da sola stesse riuscendo a portarli tutti.
La ragazza non gli aveva ancora rivolto né lo sguardo né la parola, e stava recuperando il volumi con una certa foga, come se non dovesse fare tardi. Ma l'orario delle lezioni non era ancora iniziato, era ancora mattino presto. Mentre Florian le passava i libri più vicini a lui, si perse nell'osservare laspetto fisico, che dovette ammettere avrebbe incantato anche una statua: capelli corati e morbidi che ondeggiavano ad ogni movimento del capo; pelle candida che non presentava difetti e due occhi cristallini, pareva una bellezza sovrumana invece di una comune ragazza. Guardandola gli capitò di sfiorarle il dorso della mano, sentendo per un secondo la morbidezza liscia della pelle, ma lei la ritrasse di scatto guardandolo con paura.
Florian poteva immaginare che l'urto l'avesse allarmata, ma guardarlo così... Era così brutto? Cercò di non dare a vedere l'imbarazzo più del necessario e le consegnò i libri: "Sono sinceramente dispiaciuto, non stavo guardando dove stesi andando" disse abbassando lo sguardo.
"Non preoccuparti, è colpa mia" disse timidamente la ragazza guardandolo con un altrettanto timido sorriso. Florian la riconobbe come Laura Richis, una delle ragazze del suo anno più timide e tranquille, dal portamento impeccabile. Le insegnanti l'avevano sempre presa come riferimento per quanto riguardava l'educazione e il modo di comportarsi.
Molti ragazzi le correvano dietro dal primo anno, e bisogna specificare che, anche se con più pacatezza, anche Florian Lestrange non ne era mai stato indifferente.
Il ragazzo le resituì un sorriso sbilenco per l'imbarazzo sentendo le gote iniziare a bruciare per il rossore. Era un disastro: ogni volta che lei gli si avvicinava pareva innescare una serie di incendi interni nell'organismo di Lestrange; tra farfalle nello stomaco, gote rosse come peperoni e perdita graduale della parola il processo era di routine al solo guardarla di sfuggita. Peggio se lei gli chiedeva informazioni sulle lezioni, in quel caso l'esplosione aveva il timer dimezzato.
"Richis! Allora!" una voce maschile si fece strada nel corridoio con tono piuttosto arrogante. Il suono fece girare entambi i ragazzi di scatto, e con loro anche i presenti che popolavano in quel momento il corridoio.
Un ragazzo piuttosto muscoloso si avvicinò con passo pesante alla ragazza, che vedendolo ebbe una serie di lievi tremori per tutto il corpo, che nonostante tutto non passarono inosservati all'occhio attento di Florian. La sua inquietudine si poteva percepire anche a un metro di distanza, e vedendo chi era il responsabile di ciò non fu difficile capire il perché. I giocatori di quidditch quell'anno erano parecchio arroganti e prepotenti, la squadra era totalmente composta da nuovi membri meno il capitano - che si stava avvicinando in quel momento - e da un po' di tempo, troppo, si comportavano come se avessero precedense e privilegi di tutti i tipi.
A quel punto a Florian non fu difficile capire cosa sarebbe successo di li a poco, e come mosso da una carica di adrenalina si mise davanti a Laura bloccando il passaggio al ragazzone.
"Lestrange! Levati dai piedi se non vuoi fare compagnia ai quadri! Non é giornata oggi" fece aspro il capitano di quidditch, quasi sputando in faccia a Florian.
"Devi proprio avere una vigliaccheria a livelli astronimici per prendertela con una ragazza, Paul Lebrac" commentò sicuro Florian. Dopo aver avuto l'esperienza pericolosa di sfuggire ad una Manticora imbestialita, affrontare il terribile Paul era una corsetta da niente.
Paul strinse i denti in modo minaccioso, cercando di fare paura al giovane Lestrange, ma nemmeno il più terrificante degli sguardi lo avrebbe schiodato dalla sua posizione, e anche se Laura gli mise una mano sulla spalla libera dicendogli di lasciar stare, lui rimase fermo dov'era.
Aveva sempre odiato quel comportamento da dittatore nei confronti di chi era più debole, che fosse stato maschio o femmina, anche se con quest'ultimo genere la vogliandicreagire era amplificata al massimo.
"Questi non sono affari che ti riguardano Lestrange, non metterti in mezzo" sibilò Paul avvicinando la faccia sudata al volto di Florian.
A quel punto, volendo essere onesti, a Florian prese un terrore che in casi normali sarebbe corso in bagno o in qualunque posto pur di nascondersi, il cuor di leone non era mai stata una delle sue virtù; ma davanti a Laura? Mai si sarebbe mostrato pauroso, e per qunto il suo cervello e le sue gambe stessero urlando di mettersi in salvo, lui era deciso a stare fermo dove si trovava in quel momento.
Rimasero così per una buona manciata di minuti, a scrutarsi con aria di sfida, ognuno deciso a mantenere la propria posizione e imponendo gli altri studenti a prendere le distanze per non finire in una possibile rissa che, nel caso di Paul Lebrac, non avrebbe richiesto molto tempo. Florian poteva sentire il respiro inquieto di Laura dietro di sé, poteva sentire la sua tensione e in un altro ambito l'avrebbe afferrata a epsarebbero corsi in due, ma non avrebbe fatto la figura del coniglio, non davanti a tutti e non quel giorno.
In suo soccorso si precipitò Léopolde, che non vedendo ancora arrivare il suo amico per la colazione, si era preoccupato e aveva preso a cercarlo: "Che cavolo vuoi Lebrac? Possibile che non ci sia una mattina in cui tu non abbia volgia di infastidire qualcuno?" chiese risoluto, e con la sua presenza Florian sentì la paura affievolirsi.
"Ma guarda, Mimì e Cocò sempre in simbiosi vedo" commentò in tono rozzo Paul.
Florian a quel punto approfittò della presenza dell'amico per capire il motivo della collera del capitano di quidditch. Si voltò verso Laura, ricordandosi il numero proporzionato di volumi, e notò che alcuni titoli erano ripetuti e le copertine mostravano diversi segni di usura. Sapeva che la ragazza tenesse molto bene il materiale scolastico, non a caso era sempre l'esempio delle altre, e vedere altri libri rovinati lo insospettì.
Ne prese uno e aprì la copertina anteriore per vedere a chi appartenesse, per poi sventolarlo in modo indignato: "Davvero?! Ti servi di una ragazza per farti portare il materiale?! Ma quanto puoi essere infido?!"
"Che ti importa, se ne avessi l'occasione lo faresti anche tu" commentò Paul con tono di sfida.
"Assolutamente NO" protestò feroce Florian sbattendo il libro sul petto del ragazzone, e ripeté la stessa azione per tutti gli altri: "Non. Voglio. Vederti. Fare. Lo. Stronzo. Con le ragazze. Chiaro?"
Laura osservò sorpresa la scena, di solito nessuno osava mettersi contro Paul Lebrac, sapendo la fine che poteva fare. Dopo tutto il procedimento, e capendo che il tempo perso era notevole, Paul si allontanò sconfitto imprecando e sbuffando.
Florian osservò il capitano di quidditch allontanarsi, poi si voltò verso la ragazza: "Ma fa sempre così con te?"
"No" rispose Laura con tono dolce "Era una scommessa. Ero con le mie amiche sul prato a chiacchierare e la squadra ha ben pensato che fossi un premio"
"Ecco perché odio gli sport" intervenne Léopolde mettendo le nocche sui fianchi "I membri delle varie squadre sono sempre dei verice propri bulli"
"In ogni caso vi ringrazio per il vostro intervento, non ce la facevo più" sorrise Laura mostrando gli occhi lucenti, poi si allontanò con il carico più leggero di libri, sotto lo sguardo perso di Florian.
I due ragazzi raggiunsero i tavoli per fare colazione, dove Léopolde afferrò subito il giornale al volo che il suo gufo reale gli aveva fatto cadere. Era il suo passatempo preferito leggere ogni tipo di paragrafo e articolo che i giornali francesi riservavano, dando una consistente attenzione alle notizie di ricerca e di magizoologia.
Florian ricompose la lettera di Leta e cercò la riga dove si era fermato per poter finire di leggere tutto il resoconto delle lezioni a Hogwarts. Sua cugina era incredibile, non importava quanto fosse noioso un giorno di lezioni o quanto fossero ripetitive le materie, le descriveva in ogni dettaglio e non perdeva mai occasione per tirare in ballo il povero Newt.
"Mmh! Senti qua" fece a un certo punto Léopolde quasi strozzandosi con il caffé "Ricordi quando ti ho parlato delle Veela? Di quanto fossero Creature divine?"
"Devi esserti proprio fissato, non hai fatto altro che parlarmene anche mentre ero sotto la doccia" sentenziò Florian mettendo in bocca una madeleina.
Léopolde gli restituì uno sguardo rude, e Florian alzò le spalle come se non capisse il motivo di tale gesto. Delacour scosse la testa: "Simpatico, almeno leggi qui: Il numero delle Veela sta drasticamente diminuendo a causa del bracconaggio e del mercato nero di filtri e cosmetici. Il ministro della Magia francese ha chiesto disponibilità anche agli altri paesi per controllare le Creature e prevenirne l'estinzione"
L'espressione di Florian cambiò da annoiato a interessato e sorpreso in un secondo. Qualcuno stava cacciando le Veela per farne dei filtri? Chiese pulendosi con un tovagliolo: "E come utilizzano quelle Creature?"
"Non hai mai sentito di questi traffici illgali?" chiese sorpreso Léopolde.
Florian scosse la testa, non aveva mai sentito nulla del genere. Era a conoscenza di molti maghi che sfruttavano le Creature Magiche per scopi illeciti, ma non avrebbe mai immaginato che potessero arrivare anche a creature del genere. Le Veela ricordavano sembianze umane, era praticamente equivalente ad un omicidio.
"Prendono il sangue, lo usano come come ingrediente principale per filtri di bellezza; anche la pelle per le creme e i cosmetici" disse Léopolde aggrottando la fronte.
Effettivamente era davvero una procedura grottesca, delle Veela che venivano uccise e ridotte in pezzi per vendere meglio. Léopolde lesse il resto dell'articolo: quei bracconaggi venivno investiti per il mercato nero e i traffici illegali di filtri, e ultimamente i bersagli si erano estesi anche ad esseri umani. Le Veela potevano accoppiarsi con esseri umani avendone i lineamenti simili, e questo aveva portato ad una serie di sparizioni misteriose di ragazze, trovate poi morte e in pessime condizioni.
Florian ebbe un brivido lungo la schiena, pensare a quelle scene faceva accapponare la pelle in una maniera orribile, figurarsi subire quelle torture. Léopolde lo vide impallidire e decise di cambiare discorso, effettivamente non era l'argomento adatto da discutere a colazione.
Sbirciò la lettera di Leta appoggiata al tavolo: "Che cosa hai regalato all'amico di tua cugina?"
"Un Asticello" fece Florian sorridendo e ripensando alla faccia contenta di Newt nel vederlo saltare fuori dal piccolo pacchetto "Ne voleva vedere uno da tanto tempo"
Florian sapeva che a Hogwarts non era permesso avere un animale che non fosse un gufo, un hatto o un topo, ma ci teneva a far felice Newt così insieme al pacchetto gli aveva scritto su un biglietto delle chicche per tenerlo nascosto. Newt avrebbe tenuto il suo piccolo amico con sé senza rischi.
Quell'Asticello lo aveva trovato una mattina durante una delle sue escursioni per i prati che circondavano la scuola di Beauxbatons, quell'anno aveva deciso di non tornare a casa per non sentire i soliti discorsi di suo padre su cosa fosse meglio per il suo futuro e su quanto fosse stupido inseguire Animali Fantastici. L'escursione si era rivelata produttiva, aveva trovato piccoli animaletti di tutti i generi e aveva anche avvistato il piccolo animaletto verde, e vedendolo socievole e interessato agli umani, aveva fatto in modo che si abituasse al suo contatto per poterlo dare a Newt.
"Ehi Lestrange!" uno studentendel sesto anno si avvicinò a loro con un largo sorriso, seguito da altri quattro studenti di anni differenti "É vero che hai affrontato una Manticora?"
"Delacour ci ha detto di come ti sei battuto valorosamente, sei stato grande! Non avevi paura?" fece uno del quinto anno.
"Vederti affrontare Lebrac con tanto coraggio... Ora sappiamo il perché!" disse uno del suo stesso anno.
Florian li osservò e li ascoltò con uno sguardo confuso, Léopolde aveva comunque avuto l'occasione di fare il cantastorie e, come suo solito, aveva ingigantito le dinamiche. Vide i ragazzi guardarlo con occhi sognanti e tutto quello che poté fare fu annuire sorridendo a sua volta confermando a grandi linee. I compagni pensarono che fosse solo modesto, in realtà lui aveva solo confermato quel tanto che bastava per dare la notizia per vera, tralasciando tutti i dettagli di troppo.
Quando questi si allontanarono, Florian rivole uno sguardo scocciato allamico: "Tu parli troppo"
"E pensa quanta fama avrai quando racconterò come ha difeso la bella Laura Richis dal perfido Paul Lebrac!" dichiarò eccitato Léopolde.
Florian per poco non si strozzò con una madeleina. No! Léopolde non doveva proprio toccarlo quell'argomento! Primo perché Florian se la stava letteralmente facendo sotto dal terrore, poi perché in quel modo pareva solo un ridicolo modo per fare colpo e invece di avvicinare Laura, l'avrebbe solo allontanata. Pregò l'amico in tutti i modi dolci perché non lo facesse seriamente, non era pronto per una figura del genere, non gli si addiceva nemmeno. Laura era già una ragazza irraggiungibile così, con una storiella del genere, si sarebbe creato un abisso infinito.
Léopolde sospirò irritato, il suo amico si divertiva proprio a vivere nell'ombra e nell'anonimismo assoluto, non voleva proprio distinguersi da tutti e farsi strada verso la popolarità?
Lo seguì fuori dalla Sala e percorse i corridoi fino all'aula di Incantesimi, dove in una finestra aperta Florian lasciò volare Montblanc che era rimasto per tutto il tempo sulla sua spalla.
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