31 - FIDUCIA {Elizabeth}
Fisso lo schermo – ormai spento – del telefono come se potesse svelarmi i segreti più profondi dell'universo. Una parte di me si stacca da questo corpo inutile, affossato nel divano con l'aria smarrita, e mi guarda sprezzante; inizia a urlare ogni genere di profanità, agitando le braccia e pestando i piedi.
Reagisci, cazzo! Reagisci!
La ignoro.
Non ti basta essere una principessa detronizzata? Vuoi diventare anche un'ameba sentimentale?
Non voglio niente. Non sento niente. L'ultima cosa che ho provato è stata una stretta alla bocca dello stomaco, seguita da un sobbalzo al centro del petto, poi più nulla.
"Ti amo, Elizabeth Heart."
L'ha detto sul serio?
Che t'importa? Quello che la gente dice non ha valore.
Forse l'ha fatto per una scommessa... Sì, dev'essere andata così: Phil riesce a tirare fuori il peggio da chiunque.
Però è stato bello sentirglielo dire.
L'Altra Me scuote la testa e si riavvicina. Quando torniamo a condividere il corpo, i suoi pensieri sono anche i miei.
Sei una cogliona illusa.
Sospiro.
Non posso darmi torto.
Sblocco lo smartphone, beandomi della foto di sfondo - un coniglietto color crema con una macchia bianca sul musino - e sollevo il culo dal divano. È il momento di rendere produttiva la serata. Qualsiasi cosa, pur di non pensare a quella frase maledetta e a come la voce di Fritz sia riuscita a darle un senso.
Liberarmi di Philip è la priorità. Gli ho permesso di dettare le regole del gioco troppo a lungo; devo prendere in mano la situazione. Se ha il tempo di spiattellare i cazzi miei, non sta badando a sufficienza ai propri. Scrivo a Lauren.
E.: "Lau, mi serve materiale su Kate."
KittyLau: "Nessun problema"
KittyLau: "Ci penso io."
KittyLau: "Potrei già avere una pista"
KittyLau: "Ti aggiorno!"
E.: "Grazie."
KittyLau: "Figurati"
KittyLau: "A che servono le amiche, se no?"
A fotterti il ragazzo.
Se non altro, con Lauren non dovrei avere problemi: ha puntato Manoel Santos da subito e sono bastati un paio di appostamenti strategici per farlo capitolare. Al primo appuntamento l'ha baciata nel giro di cinque minuti.
Sospetto fosse l'unico modo per chiuderle la bocca.
Dopo neanche un quarto d'ora, ricevo una nuova email; troppo presto per Lauren. E, infatti, quella che mi trovo davanti agli occhi è una newsletter. Una merda di newsletter impaginata da una scimmia astigmatica. Cazzo, ma non ha visto che i blocchi sono tutti fuori asse? E questo meme di inizio secolo? Per tutte le svendite di liquidazione, perfino un undicenne l'avrebbe fatta meglio!
Mossa da una curiosità perversa, la leggo, invece di cestinarla all'istante come d'abitudine.
È un promemoria del prossimo incontro sull'empowerment femminile, incentrato sulla fiducia. Fiducia in se stesse, fiducia verso il prossimo, fiducia verso il partner. Dalla mia gola esce un suono strozzato che somiglia in modo fastidioso al beta test di una risata isterica. Miss Verruca si è messa in testa di diventare la mia fata madrina? Se lo sogna. Non andrò a un altro di quegli incontri. Neanche morta.
La fiducia è una stronzata. Come fai a fidarti di qualcuno, se quelli che dovrebbero amarti sono i primi a pugnalarti alle spalle? Parlano tutti dell'amore incondizionato delle madri: la mia mi ha mollato di punto in bianco per inseguire una relazione extraconiugale. Bell'esempio, eh? Phil era il mio ragazzo, avrebbe dovuto volermi bene - almeno un po' - e invece mi ha tradito senza pensarci due volte. Perfino la mia famiglia ha bisogno di mettermi alla prova: devo tirare fuori dal cilindro una cazzo di dimostrazione di quanto valgo, per poter dire di farne davvero parte!
Be', gente, ecco uno spoiler: valgo come una cacca spiaccicata per strada. Le si dà attenzione solo il tempo necessario per levarsela dai piedi e poi ci si lamenta se quella stronza si vendica e ti insegue con il suo fetore fino a farti rimpiangere di averla incontrata. Puoi odiarla quanto vuoi, ma, alla fine, è lei l'unica a stare davvero di merda.
Cancello l'invito e vado a dormire.
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