Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

23 - LA CABINA ARMADIO {Fritz}

È stata la trasferta più lunga della storia. Un cazzo di incubo. Quattro giorni lontano da Elizabeth, adesso che le cose stavano iniziando a girare per il verso giusto, non ci volevano proprio. Le ho inviato messaggi ogni secondo libero e mi ha degnato di risposta in media una volta ogni cinque; le uniche informazioni che ho ottenuto sono che la febbre le è passata e che non può restare a casa troppo a lungo, o la gente si convincerebbe che soffre per la rottura con Ward. Nient'altro. 

Ho la brutta sensazione di essere finito in una relazione a tre. 

In condizioni normali non avrei nulla contro i triangoli, ma se al vertice ci sono il coglione o i giornalisti, le cose cambiano. Appena arrivato a casa, l'ho chiamata e non ha risposto; l'ho supplicata di richiamarmi e non l'ha fatto. Alla fine mi sono rotto le palle e le ho scritto "ti passo a prendere alle sette". Ha visualizzato.

Così adesso mi trovo alla portineria dell'Heart HQ — con il terrore di incrociare Psycho Brother — a domandarmi se avrò di nuovo la fortuna di beccare una cameriera esaurita e corruttibile che mi aiuti a raggiungere il nono piano.

«Buonasera, signor Müller.» 

Per fortuna il mio tifoso di fiducia è alla sua postazione.

«Ehi, Eddie» gli rivolgo un sorriso sollevato. Trovare qualcuno di socievole in questo edificio è un miracolo. «C'è qualche speranza che possa salire da Elizabeth?»

Il portiere mi fa un cenno d'intesa. «La signorina ha lasciato detto di farla passare liberamente, senza restrizioni di giorno o fascia oraria.»

«Sul serio?» Come minimo è una candid camera.

Annuisce. «Mai successo, in vent'anni di servizio.»

Quindi non faceva passare nemmeno Ward? Sento gli angoli delle labbra schizzare in su. «Fammi strada.» Meglio che salga su quel maledetto ascensore, prima di iniziare a saltellare come un deficiente per tutto il piano terra.

* * *

Elizabeth apre la porta alla seconda scampanellata. Indossa solo una vestaglia corta — molto corta — simile a un kimono, e le ciabatte pelose. La stoffa rosa che le accarezza il corpo, liscia e lucida, ha dei decori dorati che ricordano le nuvole ed è fermata sui fianchi da una morbida cintura in raso che lascia la scollatura libera di flettersi, fornendomi un meraviglioso primo piano del reggiseno in pizzo scuro sottostante. 

Fritz Junior pulsa in risposta alla visione da urlo; prego che non si faccia notare troppo: vorrei evitare di sentirmi definire maniaco, almeno per stasera. Deglutisco e, con uno sforzo immane, sollevo lo sguardo prima che Liza mi becchi. 

Per fortuna, lei sembra avere altro per la testa.

«Non sono ancora pronta» taglia corto, facendomi segno di entrare.

Lo vedo. «Per me puoi uscire anche così» ghigno.

«Non dire stronzate» sbuffa. «I capelli sono a posto, ci metto un attimo.»

Inizia ad armeggiare sullo schermo fissato a lato della cabina armadio, solleticando la mia curiosità. Mi avvicino e fisso il display da sopra la sua spalla, concedendomi prima un'altra rapida sbirciata alla scollatura. 

«Che fai?» le chiedo. 

«Mi preparo.»

«Cliccando su un tablet?»

«Sì.» Rotea gli occhi come se avessi fatto la domanda più idiota del secolo. «Qui è installata la mia app di organizzazione del guardaroba. Ho troppi abiti per perdere tempo a decidere ogni volta cosa indossare.»

La sua app? Torno a osservare la dotazione tecnologica della camera, soffermandomi in particolare sulla postazione che nelle visite precedenti avevo scambiato per un'area gaming, e capisco di aver tralasciato qualche dettaglio, accecato com'ero da tutto quel rosa. Il block-notes ricoperto di scritte incomprensibili e affiancato da schemi di pianificazione delle attività, giusto per dirne una, o la mini cassa audio a forma di coniglio che ha tutta l'aria di saper brillare al buio, ma certo non emettere dei suoni decenti. Insomma, il genere di cose che nessun giocatore serio vorrebbe trovarsi davanti. 

«Tu sai programmare» ragiono ad alta voce, sentendomi un cretino colossale per non averlo capito subito.

Solleva le sopracciglia e inclina la testa con l'aria di chi si è appena sentito dire che la Terra è tonda. «Quindi?»

Quindi io sono davvero un idiota e tu sei ancora più assurdamente figa di quanto potessi immaginare. Voglio saperne di più. Voglio conoscere ogni angolo di quel cervellino micidiale. «Come funziona?»

Si stringe nelle spalle con fare dimesso. «Non è niente di speciale. L'app valuta le informazioni inserite nel database — i vestiti che ho catalogato, per capirci — sulla base di tag e caratteristiche specifiche, come marca, tipologia di tessuto, colore, eccetera; poi incrocia i dati con i trend delle ultime sfilate riconosciuti da Harper's Bazaar e Vogue, e con le previsioni del centro meteo locale. Ciascuna postazione è dotata di sensori wireless e collegata a un sistema di illuminazione led che si attiva in corrispondenza del capo da prelevare. Per esempio, ora ho in programma una serata in discoteca: inserisco i tag "night club" e "ballo", e questa è la proposta.» 

In diversi punti della cabina armadio, raggi di luce bianca si colorano di rosa, un po' come gli indicatori utilizzati nei parcheggi per individuare a colpo d'occhio gli stalli liberi e quelli occupati.

Elizabeth entra, afferra i singoli capi, borsa e scarpe comprese, e torna accanto a me.

«Vedi i tre pulsanti touch a schermo? Verde, giallo, rosso; pollice su, pollice orizzontale, pollice giù. Ho dotato il sistema di un algoritmo di apprendimento automatico basato sui feedback ricevuti. Verde è perfetto, mentre rosso è un no su tutta la linea. Se tocco il giallo mi chiede di dare un voto ai singoli capi proposti, così capisce quale parte va migliorata, ma in questo caso l'abbinamento mi piace perciò... ok.» Sfiora l'icona verde. «Perché fai quella faccia?»

Perché sto uscendo con Einstein, cazzo! E la cosa è spaventosamente eccitante. «L'hai progettata tutta da sola?» chiedo, trattenendomi dallo strisciarle ai piedi in completa adorazione. 

«Per il sistema di catalogazione mi sono basata sul gestionale che la Heart IT ha realizzato per dei clienti del comparto moda, che tengono un archivio museale dei capi storici. Era più facile partire da quello e rinominare le categorie in base a ciò che mi serviva» risponde come se non fosse una gran cosa. 

«Quelle robe non sono, tipo, segreti industriali?»

«Ti ha mandato David, per caso?» Fa una smorfia infastidita e percepisco chiaro e tondo l'implicito "fatti i cazzi tuoi". «Comunque, alla fine, ho riscritto quasi del tutto il codice, perciò si può dire che, sì, è una mia esclusiva.»

«Quindi tuo fratello non sa dell'app.»

«No.» Mi rivolge uno sguardo piatto. «E se lo racconti in giro sei morto.»

Non riuscendo più a ignorare l'attrazione per quel genio del male che è la mia donna, allungo le mani a cingerle i fianchi e mi chino per baciarla, ma l'unico contatto che ottengo è lo scontro con un mucchio di vestiti. Elizabeth mi appoggia la giacca in testa a mo' di copricapo egizio e si divincola.

«Sei un ottimo attaccapanni, faraone Fritz» ghigna malefica. «Mi vesto e usciamo.»

Sposto le maniche della giacca dagli occhi, mentre la porta del bagno si chiude con un tonfo. 


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro