RISVEGLIO
Furono le loro voci a svegliarmi dal mio sonno simile alla morte. Restai un attimo immobile, gli occhi chiusi, il confortante contatto con il velluto rosso della bara. Il mio letto ormai da decenni, anzi da secoli.
Sapevo che sarebbero arrivati. Era già una settimana che tutti si preparavano per accoglierli. La vecchia Mary, la governante, era terrorizzata all'idea che una famiglia straniera potesse abitare il castello.
-Lui li prenderà, ne sono certa- andava dicendo in giro.
Com'era bello sapere che tutti avevano paura di me!
La famiglia era composta da cinque persone, padre, madre, un figlio e due fanciulle. Mi concentrai e potei vederli, seduti in salone, intenti a parlare. Il capo famiglia era un uomo brizzolato, di bell'aspetto, con grandi occhiali. La moglie era seduta vicino a lui, bionda, snella, indossava un vestitino nero. Il figlio, un giovanotto magro, stava leggendo uno strano libro. Le due ragazze, due deliziose fanciulle in età da marito, erano accomodate sull'altro divano. Una aveva lunghi capelli biondi, un trucco pesante, grandi occhi scuri che parevano risplendere, le gambe raccolte contro il petto. L'altra... per un attimo la visione s'interruppe, mentre venivo percorso da un brivido. Raramente negli ultimi secoli una persona mi aveva trasmesso tanta tristezza e tanto dolore. Se ne stava appoggiata al bracciolo, i boccoli scuri che le cadevano davanti, coprendole in parte il viso, come un velo. Pallida come una morta, esile, occhi enormi e vivaci che contrastavano con il suo aspetto. La cosa però che mi inquietò di più fu il suo sorriso. Un sorriso di cera, un sorriso finto. Indossava un abito di tulle, con una gonna ampia e vaporosa che mi ricordò la mia gioventù e le dame che moltissimo tempo prima avevo visto a corte. Sembrava quasi uno spettro. Aprii gli occhi e osservai il soffitto pieno di ragnatele dell'antica cripta. Mi misi seduto e cercai di dare un senso alla mia visione. Quella era la nuova famiglia. Certo, quella ragazza era particolare, ma non avrebbe fermato i miei piani.
Uscii dalla bara. Ero certo che non appena mi avessero visto quella famigliola avrebbe capito con chi avevano a che fare. M'incamminai lungo il corridoio, tra le armature che mi fissavano. Le avevo sempre trovate rassicuranti, pallidi guardiani della famiglia Blackmoon. Passai accanto al mio ritratto, ma non mi fermai a guardarlo, avevo una missione da compiere. Sapevo che nessuno avrebbe sentito i miei passi, li avrei presi di sorpresa. Una volta in quel modo avevo fatto spaventare tanto una principessa da farle buttare dalla finestra. Oh, che bei ricordi!
E poi c'era quella duchessa francese che si era messa a piangere quando mi ero tramutato in un pipistrello davanti a lei. Gran bei tempi.
La famigliola stava parlando a gran voce. Una voce stridula e femminile mi dava particolarmente fastidio. Ci avrei messo davvero pochissimo a mandarli via, dopo secoli di esercitazioni ormai ero un vero e proprio campione. Avevo spaventato perfino uomini che si vantavano di aver combattuto guerre. Praticamente avevo la vittoria in pugno. Mi fermai un attimo prima di entrare, un attore che deve inspirare a fondo ed entrare nel personaggio, quindi feci un passo avanti e mi mostrai.
Il salone si presentò ai miei occhi leggermente diverso da come lo ricordavo. Le tende, compresi. Avevano cambiato le tende. Le mie tende! Io avevo voluto quelle tende di velluto rosso che mi erano parse così in tinta con la mia persona.
Un attimo dopo lo sguardo di tutti era su di me. Mi aspettavo delle urla e invece nulla.
-Buonasera- esclamò l'uomo -ti stavamo aspettando-
Fu così che cominciò l'incubo.
NOTE DELL'AUTORE:
Grazie a tutti per essere arrivati fin qua!
Cosa ne pensate di John?
Tra venerdì e domenica pubblico il seguito (forse anche più capitoli).
A presto ❤
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