JOHN

La vidi e restai immobile, stordito dalla sua bellezza. Era immobile, di fronte alla finestra aperta. Poi si voltò e per un attimo mi parve di tornare indietro nel tempo. Una ragazza che indossava un abito simile e si voltava verso di me nello stesso modo, con lo stesso sguardo. La stessa corporatura minuta, la stessa espressione caparbia.

-John- esclamò con un enorme sorriso. Restò immobile là.

-Buona serata, Claire- la raggiunsi, quindi le porsi la rosa rossa che avevo preso dal giardino. Lei la fissò sorpresa, quindi la prese.

-Bellissima- mormorò, inspirando il suo profumo. Potevo sentire il battito del suo cuore aumentare. Battiti che per me erano simili a una dolce musica. Il suo viso angelico fu all'improvviso deturpato da una smorfia. –Ahia, mi sono punta- allontanò la rosa e mi mostrò il dito sulla cui pelle bianca si era raccolto il sangue, vermiglio e invitante. –Ci sono le spine- sussurrò.

Le presi la mano e, quasi senza rendermene conto, baciai il dito ferito. Sentii il dolce sapore del suo sangue espandersi nella mia bocca. Sentii Claire sospirare. Mi staccai e le sorrisi. Non sembrava turbata dal mio gesto.

-Allora, mio prode cavaliere- esclamò Claire –dove mi porti stasera?-

-Oh, è una sorpresa-

-Occhi chiusi-

-Sì, ho gli occhi chiusi- disse Claire, ridacchiando.

La presi per la vita e la sollevai. -Questo viaggio durerà più a lungo dello scorso- l'avvertii.

-Vorrà dire che mi dovrò tenere stretta-

Di fronte a noi si estendevano gli Champ Elisee in tutto il loro splendore.

-Posso aprirli?- mi chiese, dolcemente.

-Va bene-

Claire aprì le palpebre e la vidi assumere un'espressione sorpresa. –No, non ci credo- mormorò.

-Credici-

-Tu puoi veramente andare così lontano?-

-Posso andare dove voglio- mi sfuggì un sorriso vedendo quella ragazzina mortale così sorpresa dalle mie capacità.

-Parigi, oh, io amo Parigi!- fece una giravolta e l'abito le volò intorno. Com'era infantile, com'era delicata, com'era dolce. Aveva certamente un cuore puro. Quel pensiero mi fece rabbrividire. Il cuore puro della maledizione. No, non poteva essere lei, perché avrebbe voluto dire che doveva sacrificarsi per me. Questo io non potevo permetterlo.

-Ti piace?- le chiesi.

-Certo che mi piace- mi aggrappò al mio braccio. –Che ne pensi di fare una passeggiata?-

-Molto volentieri-

C'incamminammo in mezzo alla gente. Due persone normali tra molte persone normali. Le luci dei lampioni c'illuminavano la strada. Le passai, quasi con indifferenza, il braccio intorno alle spalle. Sentii i battiti del suo cuore accelerare leggermente. Mi sfuggì un sorriso.

-Vieni spesso a Parigi?- mi chiese Claire.

-In realtà non molto spesso- ammisi. Erano anni che non visitavo più Parigi, sinceramente da solo non avevo molta voglia di visitare quella città. L'ultima volta che c'ero stato Maria Antonietta passeggiava per quella strada con le sue amiche. Erano passati davvero molti anni.

-Io ci sono stata solo una volta, con i miei... a proposito, mio padre ti ha ancora sottoposto alle sue sedute?- chiese ironica.

La domanda stranamente non m'infastidì. –No, sto attentissimo a non passare vicino al suo studio-

Claire rise. –Secondo me vuole scrivere un articolo su di te-

-Un articolo?- domandai sorpreso –Sono così interessante?-

-Un po'- piegò di lato la testa e i capelli le ricaddero davanti agli occhi –mio padre è abbastanza famoso nel suo settore, ma da qualche anno dice di aver perso la capacità di scrivere, spera di trovare il paziente che riuscirà a rendere il caso così interessante che lui non potrà evitare di riportarlo-

Mi sfuggì un sorriso. –Un paziente vampiro sicuramente è originale-

-Un articolo del genere finirebbe su tutti i libri di psichiatria- continuò Claire con tono scherzoso.

-Immagino- risi –che ne dici se ti porto in un posto?-

-Dove?- chiese curiosa. Era adorabile.

Senza attendere altro la presi per la vita e la sollevai per condurla nel mio rifugio segreto parigino.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto ❤