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Capitolo 79

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A molti chilometri di distanza, ma con sprazzi di paesaggio invernale del tutto simili a quelli di Hogwarts, si udiva il delicato fruscìo di un lungo abito che accarezza dolcemente il suolo nevoso. Le pieghe dellorlo, prolungato di almeno una manciata di centimetri, sebbene conservassero in loro una quantità non indifferente di fiocchi di neve sparsa che cadeva a fiocchi dal cielo, serbavano quellinconfondibile aspetto regale che si addiceva solitamente ad una donna di alto rango sociale.

Era una figura ambigua, quella di Narcissa Malfoy; esile allapparenza, fragile con i suoi occhi di vetro azzurro e i suoi capelli della consistenza di spighe di grano, possedeva una personalità di ferro che le aveva procurato non pochi nemici in passato. Si diceva infatti che quella maschera di cera che ostentava in tutte le circostanze, senza mai scomporsi, impermeabile alla più effimera delle emozioni, fosse il frutto di molte sofferenze trascorse di cui nessuno, però, sapeva con esattezza la consistenza.

E quella stessa maschera, quella che tutti criticavano ma che nessuno si dava la pena di cercare di comprendere, Narcissa la stava indossando con fierezza mentre passeggiava nel giardino della fortezza. Amava passeggiare, e lo faceva spesso; o almeno, quando non trovava altro con cui svagarsi. Spesso le sue camminate duravano ore senza che ella quasi se ne accorgesse, e quando rientrava, alla sera, si sorprendeva suo malgrado di quanto il tempo scorresse velocemente.

Ed era così che le sue giornate si susseguivano da molti mesi a quella parte, un inverno che era andato avanti tra una camminata e laltra, tra un pensiero piuttosto che un altro, tra volti familiari che le mancavano e che lei rivedeva impressi nelle colline che, talvolta, si fermava a scrutare in lontananza.

E adesso che linverno stava per annunciare la sua ritirata, Narcissa si sentiva malinconica. Non riusciva a comprenderne esattamente il motivo, o molto probabilmente non aveva voglia di soffermarsi su dettagli simili, ma era un po come se una parte di lei stesse per lasciarla per sempre. Era una cosa che avvertiva, che sentiva già da qualche tempo, e aveva la paura, quasi il timore, di andare più a fondo nella questione.

« Cissy! »

Un grido lontano distolse Narcissa Malfoy dai suoi pensieri. Si arrestò lentamente, il viso cereo rivolto nella direzione della foresta spoglia, dalla quale ben presto una figura scura cominciò a delinearsi.

« Bella » mormorò Narcissa. Non sapeva se essere lieta o meno della sua venuta, dal momento che non le era mai piaciuto stare in compagnia di qualcuno che non fosse suo marito; da un lato però, e di questo Narcissa si sorprese, la sua solitudine forzata stava cominciando a protestare con una certa vivacità.

« Cissy, cosa ci fai qui da sola? » esalò Bellatrix una volta che lebbe raggiunta, il nero carbone del suo abito in netto contrasto con il paesaggio circostante. Alcuni fiocchi che cadevano dal cielo le erano rimasti impigliati tra i capelli crespi.

« Stavo passeggiando. - Rispose. - E tu? »

« Sono in ritorno al castello, devo vedere il Signore Oscuro. Mi accompagni? »

Narcissa annuì appena, sentendosi lievemente infastidita alla menzione del loro Signore. Era così già da un pezzo; preferiva, per quanto possibile, trovarsi il meno possibile in sua compagnia, e la stessa cosa valeva per tutti i suoi seguaci.

Non pensava che si trattasse di vera e propria infedeltà, e certamente non aveva alcuna voglia di interrogarsi in proposito. Aveva soltanto la precisa intenzione di pensare al Signore Oscuro il meno possibile.

« Il nostro Signore oggi è di buon umore. - Disse Bellatrix in quel momento, come se fosse stata capace di udire i pensieri di Narcissa e avesse inaugurato quellargomento per il semplice piacere di infastidirla. - Il serpente è quasi del tutto guarito ».

Narcissa, come al solito, non lasciò trapelare emozioni.

« Sì, ho sentito dire che era in gravi condizioni » commentò, senza trasporto.

« Nessuno sa cosa gli fosse accaduto esattamente. - Disse Bellatrix, e in qualche modo, la sua voce si abbassò ulteriormente. - Nemmeno il Signore Oscuro, o non sarebbe stato in pena per così tanti giorni. Fatto sta che adesso, finalmente, è guarito. Non sarò più costretta ad accudire quella bestia lintera notte ».

Nonostante il suo quasi totale disinteresse per largomento, Narcissa non poté fare a meno di notare il sollievo che trapelava con gran forza dalla voce di sua sorella, e nemmeno fu in grado di ignorare lappellativo con cui Nagini era stata chiamata.

« Bestia? - Ripeté, le sopracciglia contratte per un momento. - Credevo che adorassi Nagini ».

Bellatrix fece una strana smorfia di disgusto, premurandosi prima di guardarsi bene intorno per assicurarsi che nessuno, tranne Narcissa, lavrebbe udita. « Fingevo, per far sì che il Signore Oscuro mi approvasse. In realtà odio quel rettile. Mi spaventa ».

Bellatrix si guardò ancora una volta attorno, arrestandosi piantando i piedi nella neve. Tornò ad osservare Narcissa, che laveva imitata e che la stava squadrando con sospetto.

« Cissy, devi giurarmi che manterrai il segreto di ciò che sto per dirti ».

« Bellatrix, cosa diavolo »

« Non dovrei parlarne. Ho cercato di non pensarci, ma è stato del tutto inutile. Cè qualcosa che non quadra ».

Bellatrix distolse lo sguardo dalla sorella, gli occhi gonfi adesso lievemente spalancati dalla paura. Fissava la neve, ma cera qualcosa che evidentemente premeva dal dire, qualcosa che stava preoccupando Narcissa.

« Bella »

« Narcissa, sono mesi che ho questi dubbi. - Disse improvvisamente la sorella, voltandosi di nuovo con aria provata e lievemente isterica. - Non ho mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno, ma ripensandoci, forse è meglio che qualcuno sappia »

Esitò ancora, le labbra contratte, e si guardò di nuovo attorno. Narcissa, che non laveva persa di vista un momento, pur nella sua compostezza, appariva confusa.

« Bella, cosa ti è successo? »

« E è quel serpente! - Bellatrix si era voltata di scatto; il suo volto era deformato dalle emozioni contrastanti che provava in quel momento. - E già molto tempo che ho dubbi del genere, e nei giorni in cui era malato ne ho avuta la conferma non mi ha mai convinta, eppure eppure ho scoperto di avere ragione. - La sua voce si era fatta più acuta e penetrante. - Nagini ha qualcosa di strano, Cissy. Il suo comportamento non è normale, è sempre stato molto insolito, diverso da quello di tutti gli altri serpenti. E forse plausibile che si nutra soltanto di persone? Quando ero in stanza sola con lei, non la smetteva di fissarmi. E sapevo che non mangiava da giorni. In quei momenti ho seriamente avuto paura per la mia vita ».

Fece una pausa, guardandosi ancora attorno, e Narcissa ne approfittò per riprendersi.

« Bella, sei evidentemente sconvolta dalle dure mansioni che ti affida il Signore Oscuro. - disse, ed il suo tono sembrava più gelido della bufera di neve che probabilmente, di lì a poco, le avrebbe investite. - Penso che sarebbe meglio se »

« Narcissa, non mi stai ascoltando? - Esplose Bellatrix con urgenza, guardando la sorella ed essendo ormai consapevole di non essere creduta. - Nagini ha qualcosa di strano, lo so, lo sento. E malvagia. Ha capito che sospetto di lei e farà di tutto per mettermi a tacere ».

La situazione sarebbe stata anche divertente, pensò Narcissa, se quelle parole non le avesse pronunciate sua sorella. Infatti il suo volto era completamente marmoreo, ma nonostante ciò, fece uno sforzo per cercare di far rinsavire Bellatrix.

« Nagini non ci tocca su ordine del Signore Oscuro » disse.

« Ordine? - Ripeté laltra, e la sua voce si fece ancora più bassa. - Come fa uno stupido serpente a comprendere degli ordini? Come può udirli, se i pitoni sono sordi? - Bellatrix si avvicinò, gli occhi ancora più grandi. - Come può capire il serpentese, e perfino rispondergli? Come fa a sbattere le palpebre? I serpenti non le hanno, Cissy! »

Narcissa si accigliò. Era così contrariata da quelle parole che si voltò e riprese a camminare, la veste che ondeggiava al ritmo del vento, seguita a ruota dalla sorella.

« Non è un serpente come gli altri, Cissy. - Riprese Bellatrix, la voce ridotta ad un sussurro. - Come puoi non capirlo? »

« Tutto ciò che capisco è che questa storia sta facendo seriamente male ai tuoi nervi, Bellatrix ».

Narcissa si sentì afferrare bruscamente per un polso. Quando si fu voltata, si ritrovò di fronte allespressione ostinata di Bellatrix.

« Io non mi sbaglio mai. E sai anche tu che ho ragione ».

Narcissa si liberò dalla presa, le labbra contratte dallindignazione. I suoi occhi si erano assottigliati pericolosamente.

« Un serpente, Bellatrix hai intenzione di muovere guerra contro uno stupido serpente! »

« Non è soltanto un serpente, Narcissa. - ripeté Bellatrix, decisa come non mai a far valere le sue ragioni. - E qualcosa di diverso che ancora non riesco a capire ».

« Bene, allora continua ad indagare, magari scoprirai che ha una bacchetta nascosta tra le squame. - Narcissa la stava valutando freddamente. - O che in questo preciso momento sta sviluppando un elaborato piano per tenderti un agguato! »

Cadde il silenzio. Lunico rumore udibile, per un momento, fu il frusciare del vento tra le montagne lontane.

« Sei talmente egoista, Cissy, da non riuscire a comprendere qualsiasi argomento che non ti coinvolga direttamente ».

Narcissa decise di ignorare il commento, esalando uno sbuffo di impazienza. Si strinse nello scialle che teneva avvolto attorno alle spalle, dopodiché guardò nuovamente la sorella.

« Le tue insinuazioni sono ridicole. Ed io non ti appoggerò, Bella; non quando cè di mezzo un serpente che fino ad oggi, per noi, si è rivelato assolutamente innocuo. Forse è un po strano, forse il Signore Oscuro ha operato qualche incantesimo su Nagini, - Concesse Narcissa, nel vedere il volto incredulo di Bellatrix. - ma tu stai letteralmente esagerando. E non ho intenzione di udire nientaltro di più sulla questione ».

Bellatrix, per un attimo, rimase immobile ad osservare la sorella; sembrava realmente devastata dal fatto che Narcissa non le credesse minimamente. Nonostante il suo sdegno, però, parve capire che non ci fosse nientaltro da fare, per il momento.

« Ti ricrederai, Narcissa. - Sibilò, le lunghe unghie conficcate nei palmi delle mani. - Ti ricrederai ».

E senza aggiungere altro, la superò per procedere a grandi passi verso la fortezza che si intravedeva attraverso la neve che scendeva a grandi fiocchi. Narcissa la guardò andarsene, il volto ancora piegato in disapprovazione, scoprendo, quasi con stizza, che una parte di lei avrebbe voluto richiamare la sorella. Prima che però avesse potuto farlo, o meglio, prima che avesse avuto modo di riflettere seriamente sulle strane parole di Bellatrix, unombra familiare si stagliò sullorizzonte innevato.

Era anchessa molto scura, ma Narcissa capì immediatamente che non si trattava di Bellatrix; sentendosi felice, con un debole sorriso che affiorava sul suo volto prima malinconico, avanzò di molti passi, con la veste che strascicava sul manto bianco.

« Lucius! Sei tu? » gridò, i lunghi capelli frustati dal vento che le coprivano a tratti la vista; non appena ebbe pronunciato quelle parole, però, la sagoma prese ad avvicinarsi. Bastarono pochi secondi perché Narcissa distinguesse suo marito affiorare dalla moltitudine di tronchi sottili.

« Narcissa, mia cara ».

Lamorevole voce di Lucius la raggiunse ancora prima che ella avesse modo di trovarsi a debita distanza da lui; e quando finalmente si sentì prendere le mani dal marito, quasi improvvisamente, Narcissa le strinse con una serena gioia che da molti giorni non aveva avuto occasione di provare.

La neve scendeva fittamente, e gli occhi di Lucius, grigi esattamente come quelli di suo figlio, erano appena visibili.

« Come mai ti trovi qui? - Domandò Narcissa, lo sguardo speranzoso. - Avrei pensato di rivederti molto più tardi ».

« I miei doveri verso il Signore Oscuro sono terminati, almeno per oggi. - Le rispose Lucius, accarezzando dolcemente il viso liscio della moglie. - Anche se domani, ovviamente, sarò molto impegnato ».

La mano di Narcissa tremò appena in quella del marito, eppure decise di non dire niente, per quanto fosse lacerante.

« Ho parlato con Draco » disse.

Nelludirlo, gli occhi chiari di Narcissa si spalancarono dalla sorpresa.

« Davvero, Lucius? E cosa »

« E tutto sotto controllo. - La tranquillizzò lui, trasmettendole una significativa occhiata dintesa. - Mi ha assicurato che il suo rapporto con quella Mezzosangue non è nulla di serio. Si sta soltanto divertendo, come ha sempre fatto, e io sono stato uno sciocco a non capirlo ».

Le sorrise, e Narcissa, ancora stupita, avvertì una piacevole ondata di serenità che sembrò riscaldarla dentro, a dispetto del vento forte e gelido che imperversava su di loro.

« Sono contenta che vi siate chiariti » ammise.

« Ed io sono lieto di sapere che non cè niente da temere per il sangue dei nostri discendenti. - Lucius la prese per mano, dedicando unocchiata alla bufera di neve che andava peggiorando attorno a loro. - Passeggiamo, Narcissa? Il tempo sembra perfetto ».

Lei annuì, la mano sottile che stringeva forte quella del marito, e con un rinnovato sorriso sulle labbra, si lasciò condurre nel cuore della tormenta assieme a lui.

Felice che, dopo tanto tempo, avrebbe passeggiato con la compagnia desiderata.

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