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Capitolo 6

Video del capitolo: Draco/Hermione - Hurricane ❤💛+💚

All'alba scesi in Sala Grande. Ero rimasta tutta la notte sul letto, ad occhi aperti, a pensare a ciò che avrei fatto quel giorno.

Avrei ucciso Draco.

Ne ero più che convinta. Se lo meritava. Doveva pagare il prezzo per avermi portato via Harry e Ron.
Era domenica, quindi avevo il permesso di andare a Hogsmeade. Avevo una cosa da comprare. Sarei andata da sola, naturalmente, visto che non avevo più amici, anche se Ginny mi aveva chiesto di accompagnarmi ma io avevo rifiutato: ci mancava solo di trovarmi da sola con lei lontana dalla scuola, dove avrei potuto attaccarla senza difficoltà.
No, avrei dovuto tenere tutti a distanza, d'ora in poi... per il loro stesso bene.
Feci vedere il mio permesso a Gazza e uscii in giardino, dove il sole era già alto e splendeva nel cielo, ed ebbi appena il tempo di fare due passi che provai un fastidio terribile alla sua luce.

E' vero... che si diceva dei Vampiri? Che al sole si polverizzavano?

Fui presa dal panico per un attimo, ma poi la mia logica ebbe la meglio. In tutti questi anni, Malfoy era già uscito in giardino altre volte, l'avevo visto io. Anche a lezione di Cura delle Creature Magiche... come aveva potuto andarci, nella sua condizione?
Più tranquilla, continuai a scendere, però con un forte mal di testa. Mi dava fastidio, ma almeno non era letale.

Giunsi presto a Hogsmeade, girovagando per i negozi cercando quello che faceva al caso mio. Certo, se fossi stata a Diagon Alley sarei stata sicura di trovarlo, ma a me serviva per quella notte, e dovevo fare in fretta.

Purtroppo però, Hogsmeade era un villaggio pieno perlopiù di locali e negozi di caramelle, quindi per trovare una bottega decente dovetti camminare per circa due ore, finché, all'angolo che dava sulla valle, lo vidi.
Non l'avevo mai visto prima d'ora, e un brivido mi attraversò la schiena mentre mi avvicinavo e guardavo l'insegna, con su scritto in modo spettrale "Sortilegi e Armi di Difesa". Sembrava un negozio piccolo dall'esterno, e infatti appena entrai scoprii che non mi ero sbagliata.

L'ambiente era pieno zeppo di scaffali e mensole, stipate di qualsiasi cosa utile per difendersi: spade, di qualunque misura e materiale, coltelli e affilatoi contro gli orchi, mirabolanti e pericolosissime pozioni contro i giganti, Incantesimi in fiaschetta che provocavano grandi esplosioni contro le porte blindate, e ancora oggetti magici, travestimenti per chi deve viaggiare in incognito, e mille altre cose ancora... ma ciò che mi interessava era in una nicchia sul fondo del negozio: armi per neutralizzare i Vampiri.

Mi avvicinai, trepidante, pensando che faceva effetto guardare le cose letali per me.
C'era davvero di tutto: enormi fasci d'aglio, fiaschi di acqua santa, pistole babbane con pallottole di argento e ferro, ampolle con dentro una luce accecante, che supposi fosse quella del sole, una miriade di croci di legno, qualche vaso con bulbi di aconito e per ultimo... ciò che cercavo.
I paletti di frassino e biancospino, ognuno di una grandezza diversa, adagiati in piccole scatole di legno. 

Erano tutti terribilmente appuntiti e... mortali.

Esitai, guardandoli uno a uno. Avrei dovuto colpirlo al cuore... e farlo morire. Ma ero davvero pronta?
Indecisa, vidi che la commessa, un'anziana donna tonda, mi guardava dal bancone con occhi scrutatori.
Mi voltai di nuovo, prendendo in mano il paletto di frassino più vicino, lungo quasi quanto il mio avambraccio. Percorsi con il dito tutta la sua superficie, sentendolo liscio al tatto, e mi sentii inquietata da quell'oggetto.

Ron. Harry. Me li aveva portati via.

Fu quello a farmi decidere, e con determinazione lo portai al bancone.
Dopo averlo pagato e infilato al sicuro nella borsa, mi inviai verso la scuola. Il mio mal di testa era ancora più doloroso. Sentivo di non poter sopportare il sole ancora a lungo.
Oltrepassai i Tre Manici di Scopa, trovandomi finalmente fuori dal villaggio. Tra qualche ora avrei agito...

« Hai l'aria di una ladra, Granger ».

Era sbucato fuori da un gruppo di alberi vicino, facendomi sussultare. Che stupida, non me ne ero neanche accorta.

« E tu che ci facevi lì dentro? » dissi con un sopracciglio inarcato, continuando a camminare. Dannazione, non avrei voluto incontrarlo. E se avesse sospettato qualcosa?

« Vuoi davvero saperlo? » mi disse Draco in tono eloquente, e allora io sbuffai, continuando a dargli le spalle mentre lui mi seguiva.

« No, risparmiami ».

Un attimo di silenzio, mentre il sole mi trapassava sempre di più.

« Che hai, Granger? »

Feci una smorfia nel sentire quella frase, ma tirai dritto.

« Nulla » replicai, ma mi sentii afferrare per il polso con forza.

Mi fece voltare, in modo da guardarlo negli occhi argentati. Era vicinissimo, e mi stava studiando da morire.

« Non è vero » disse senza espressione, e io mi sentii smascherata. Cazzo.

« La luce mi da fastidio, voglio solo tornare al castello » ammisi esasperata.

Draco ghignò, scoprendo appena i canini più affilati del normale.

« C'è dell'altro. O stai macchinando qualcosa... -e io a quella frase cercai di restare impassibile con tutte le mie forze- o ti senti in imbarazzo per quel misero morsetto di ieri sera. Spero che sia la prima, Granger... perché altrimenti non saresti una Succubus come si deve ».

Liberai il polso, senza però indietreggiare. Lo faceva apposta, per farmi sputare il rospo. Ma io non ci sarei cascata.

Sorrisi nel modo più falso che potei, guardandolo angelica.

« Ho solo mal di testa, Malfoy. Non tutti sono calcolatori come lo sei tu ».

E lo vidi ridere, ma in modo sardonico, senza accennare ad allontanarsi. Era così vicino che sentivo la punta del suo naso freddo sfiorarmi.

« Ah no? Quindi sei venuta a Hogsmeade a quest'ora perché avevi voglia di una Burrobirra, Granger? O di una boccata d'aria fresca? »

Mi sentii arrossire, sostenendo quello sguardo e quelle parole canzonatorie.

« Forse. Ci vediamo, Malfoy ».

Sentendo quel saluto lo vidi stupefatto, ma non fece nulla quando io mi voltai e me ne andai. Forse lo sapeva già... ma non importava.


  Quando tornai al castello, vidi Harry, Ron e Ginny che varcavano la soglia per andare a Hogsmeade.

Non appena Ginny si accorse di me cercò di venirmi incontro, ma io, a pezzi, continuai a correre senza degnarli di uno sguardo e mettendomi in salvo da loro.

Lo faccio per il vostro bene.

Salii a Grifondoro, un po' più serena. L'emicrania si era affievolita dal momento stesso in cui ero entrata. Adesso ero in grado di pensare in modo un po' più lucido.

Entrai nel dormitorio di Harry, prendendo la Mappa del Malandrino. Avrei dovuto sorvegliarlo, per coglierlo di sorpresa.

Poi una domanda mi sorse spontanea: come diavolo avrei fatto?

Sarebbe stato difficile... forse, dopotutto, quel giorno non ce l'avrei fatta. Prima avrei dovuto capire un po' le sue abitudini...
Allora, imperterrita e determinata, rimasi tutto il giorno con la Mappa sotto al naso, spiando ogni sua singola mossa.

Lo vidi aggirarsi per il giardino durante tutto il resto della mattinata, da solo. Chissà cosa diavolo faceva. Per pranzo si trovò in Sala Grande con gli altri, e nel pomeriggio lo scorsi in biblioteca e nella sua sala comune, accompagnato da Tiger e Goyle.

Accidenti, sembrava non esserci un momento propizio. Poi però la fortuna mi sorrise, e io allargai gli occhi incredula: Draco era sul letto, in camera sua. Da solo.
Adesso che ci pensavo, come mai lui aveva una camera tutta per sé? Riflettei un momento, poi però decisi che non c'era tempo da perdere e mi affrettai a procedere.
Nascosi il paletto sotto la divisa, poi cominciai a scendere, un po' agitata.

L'avrei ucciso. Sì, perché lui aveva ucciso me.

Però avevo anche paura. Troppa. Uccidere era facile? Sarei stata presa dal rimorso, mi sarei pentita?

Bè, quelli non erano certo i migliori pensieri a cui fare affidamento, perciò decisi di calmarmi. Mi ritrovai davanti alla sala comune di Serpeverde un po' troppo presto. La porta magica si aprì senza parola d'ordine, e con mia sorpresa trovai la stanza deserta.

Attesi un momento... era tutto silenzioso. Troppo, forse.
Ma non importava. Io dovevo andare avanti...

Oltrepassai la sala, poi scesi le scale. La prima porta a destra, chiusa.

Mi concentrai, e sentii il gelo tipico di lui sfiorarmi la pelle anche se non era accanto a me. Era dentro.
Ma era un Vampiro, mi avrebbe sentita. Però ero della sua stessa specie. Se mi fossi sforzata...
Aprii la porta, lentamente, e dallo spiraglio riuscii a vederlo disteso sul letto. Mi sorpresi. Aveva gli occhi chiusi! Ma come... lui non dormiva!

Scacciai quei pensieri ed entrai. Ero silenziosissima, non riuscivo a sentirmi nemmeno io. Per la prima volta, mi sentii soddisfatta e orgogliosa delle mie doti.

Lo raggiunsi di fianco al letto. Era sdraiato a pancia in su, con le braccia lungo i fianchi come se... fosse stato fatto apposta. Ma no, non era possibile. Non avrebbe mai potuto sospettarmi.
Con estrema calma estrassi il paletto, senza smettere di tenerlo d'occhio.

Dio, era troppo bello. Troppo perfetto. Il suo volto angelico e dannato sembrava riposato come non lo avevo mai visto, sfiorato da quei capelli troppo biondi per essere veri. Quasi bianchi.

Ma non era il momento di contemplarlo. Avrei voluto sospirare per farmi forza, ma così lo avrei svegliato.

Tesi il paletto di frassino di fronte a me, puntandolo verso il suo cuore.

E attesi un istante. Guardai di fronte a me, per evitare di essere partecipe a quello spettacolo.

Addio, Malfoy.

Non ero molto determinata, c'era come qualcosa che mi bloccava. Ma non potevo permetterlo.
Alzai le braccia... e, in un momento, colpii.  

Note:

Eccoci qui con il Capitolo 6 :)

Vedremo come andrà a finire.

Hermione avrà ucciso veramente Draco o no? :)

Al prossimo capitolo

un megabacione

Noemi 

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