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Capitolo 54

Video del capitolo: Draco & Hermione | Save Your Self.

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L'alba stava timidamente dando mostra di sé fin da dietro la schiera di alti cipressi che attorniava la Foresta Proibita.

I suoi raggi così lievi scivolavano attorno ogni filo d'erba fresca intriso di perle di rugiada, e gli alti vetri del castello si rispecchiarono vivacemente contro la sua luce. I pochi residui di neve che ancora giacevano sul terreno ombroso erano bianchi come il cielo di quel mattino, che preannunciava una nuova pioggia di candidi fiocchi, che sarebbe stata attraversata con rapidità dai pochi passeri rimasti il cui sottile cinguettio si disperdeva in quel momento lungo la valle che lentamente si risvegliava, fino a giungere alle soglie delle mura ancora assopite.

Nelle profondità del grande castello, celate dal mattino che si infrangeva impotente sulla sua rivestitura di pietra, era ben percettibile però il marcato movimento di una studentessa che era rimasta in piedi l'intera notte.

Innumerevoli scatoloni ben sigillati erano disposti in ordine lungo le pareti scure del sotterraneo, poggiati sulla polvere grigia che i libri avevano liberato dalle loro pagine ingiallite; i tavoli erano stati liberati, e adesso sostavano lucidi e illuminati solo dal debole scoppiettio di un focolare ormai quasi spento che si rifletteva nel frattempo negli occhi colmi di soddisfazione della ragazza.

Finalmente aveva finito.

Hermione Granger diede un piccolo sospiro a mezze labbra, e puntò la bacchetta magica in direzione del camino facendo così sprofondare la bassa stanza nel buio quasi totale. Si voltò, con un'ultima occhiata dedicata agli sforzi di due intere nottate, e involontariamente il suo sguardo sfiorò il ripiano accanto a cui, la sera prima, Draco Malfoy le aveva sussurrato all'orecchio le sue ennesime parole ambigue.

O senza senso, tanto la scelta avrebbe potuto persino essere varia. La sua espressione assunse un cipiglio quasi addolorato e richiuse la pesante porta dietro di sé con più forza del necessario, salendo poi le scale con passo misurato.
Ne aveva abbastanza di pensare a lui. Era stanca dei suoi flebili sussurri che le accarezzavano l'udito tanto inaspettatamente da farle accelerare il battito cardiaco, del suo tocco freddo che premeva sulla sua pelle e nello stesso tempo la reclamava come sua, dei suoi occhi così distanti e insieme attenti che le perforavano l'anima che lui stesso le aveva rubato tempo prima.
Occhi su cui avrebbe voluto posare le labbra almeno una volta.
Si sorprese del suo stesso pensiero, tanto che per un infinitesimo istante la sua mano si bloccò nello scivolare sulla liscia ringhiera di legno.

Quella notte era stata dura da lasciar scorrere. Quante volte era accaduto, che il suo sguardo indugiasse sulle pile di libri di fronte a sé e desiderasse lasciarli perdere, per poter uscire dal sotterraneo e andare da lui! Quante volte aveva formulato, nella sua testa, le frasi da dirgli nel corso del loro prossimo incontro, gli argomenti in sospeso da analizzare e i segreti da rivelare! Quanto avrebbe voluto, in verità, che la maschera di ghiaccio di Draco si sciogliesse e che lui, finalmente, avesse risposto a tutte le sue domande!

Era stato come vivere in un sogno. Nella sua testa tutto era possibile, e la realtà non aveva il permesso di accedervi. Lì, in quel posto riservato soltanto per lei, Draco l'abbracciava e le chiedeva scusa per tutto ciò che aveva fatto. La teneva stretta, baciandole le guance, pregandola di dimenticare il passato, di cercare di riparare insieme a tutti gli errori commessi fino a quel momento.

Ma i sogni, per quanto meravigliosi, non restano che una pallida finzione della nostra concezione della realtà. Ed è per questo che la ragazza, con la fronte appena corrugata, si diede intimamente della stupida nell'accorgersi di quanto fosse diventata debole.
Forse sarebbe arrivato, il giorno in cui sarebbe stata felice. Ma se c'era una cosa di cui era assolutamente certa, e che la rendeva più triste ogni minuto che passava, era che quel momento era così lontano da risultare invisibile all'orizzonte.

Giunse al culmine della scalinata, ed
Hermione richiuse piano la porta cigolante del corridoio.
Adesso doveva cercarlo, per andare alla Confraternita. Cosa gli avrebbe detto? Come si sarebbero guardati? E soprattutto...

La ragazza velocizzò il passo.
Dove diavolo lo avrebbe trovato?
Non si erano dati appuntamento da nessuna parte, e la Grifondoro non aveva la più pallida idea di dove potesse essere. Si trattenne dallo sbuffare, accorgendosi inoltre di un disturbo vorticoso nel suo stomaco che la infastidiva già da qualche giorno. Aveva fame. Non andava a letto con Draco già da molti giorni, ma naturalmente non aveva intenzione di farlo al solo scopo di placare i suoi bisogni alimentari; l'alternativa, l'unica rimasta, era il nutrimento di uno studente.
Le labbra di Hermione si contorsero all'idea, mentre continuava a camminare speditamente. La cosa era fuori discussione. Non poteva abusare del sangue di un suo compagno; lo aveva già fatto in passato, era vero, ma non con gli articoli della Skeeter che le premevano sul collo. Nutrirsi nel modo "tradizionale" non era affatto saggio con i tempi che correvano, e dubitava fortemente che lo fosse stato anche in futuro; come ultima risorsa avrebbe potuto contare sulle scorte che avevano alla Confraternita, ma sarebbe stata capace di resistere fino alla fine di tutto il tragitto?
Bè, non aveva altra scelta, si disse fermamente, ma quando il lieve odore pungente del sangue le solleticò le narici, non poté far altro che arrestare la sua camminata.

Era vicina alla Sala Comune dei Serpeverde.
Le sue palpebre si abbassarono con lentezza, e d'istinto, cercando comunque di imporre il controllo su di sé, i suoi piedi si mossero in quella direzione.
Non aveva intenzione di nutrirsi davvero. Le sarebbe bastato annusare l'aria, riempirsi della piacevole sensazione di sazietà anche se il suo stomaco rimaneva vuoto, e forse dopo si sarebbe sentita un po' meglio.

Mano a mano che quella porta diveniva più vicina, infatti, le sue labbra si socchiudevano in risposta al profumo di sangue che si era fatto più intenso che mai. Vi arrivò davanti, fino a sfiorarla con le lunghe dita bianche, ma non cercò di entrare. Non doveva farlo.
Sapeva che le probabili vittime al di là della parete dovevano essere tre, appartenenti al secondo o al terzo anno, e a quel pensiero la Vampira si accigliò appena.

Che cose orribili da pensare! Quale tremenda creatura senza ritegno era diventata!
Malgrado ciò, però, non ebbe la forza di allontanarsi. La fragranza del sangue caldo e invitante sotto la loro pelle morbida era troppo intensa per potervi semplicemente rinunciare, e le loro voci, che udiva chiaramente sebbene fossero sommesse, erano infantili e pure.
Sarebbe bastato un gesto, si rese conto Hermione con entrambe le mani poggiate sulla dura pietra. Un movimento e sarebbe entrata, e nessuno lo avrebbe saputo. I ragazzini avrebbero naturalmente conservato il ricordo, ma con un semplice incantesimo avrebbe potuto evitare che ciò accadesse...
Si arrestò per l'ennesima volta, mordendosi ripetutamente il labbro inferiore.

Non poteva varcare quella soglia, eppure non vedeva altro modo per liberarsi da quella seccatura. Era stupido da fare, immensamente stupido a dir la verità, ma...
Aveva appena deciso di fare un coraggioso passo indietro, quando con un sussulto percepì improvvisamente un'altra presenza dall'altra parte. La porta nascosta si aprì velocemente prima che la ragazza ebbe avuto modo di allontanarsi, ma in qualche modo già sapeva a chi appartenesse quell'aura così familiare.

Con il cuore in gola, e l'espressione più ferma che Hermione riuscì a ricomporre, rimase immobile con il viso di Draco Malfoy che le era tanto vicino e la guardava severo.

« Cosa fai qui? »

Gli occhi della ragazza si fecero densi di sfida. Non sopportava il suo tono brusco, ma decise comunque di lasciar correre. Era meglio così, per il momento.

« Ti aspettavo per andare alla Confraternita » disse pacata.

« Non insultare la mia intelligenza, Granger ».

Draco sembrava arrabbiato. Le si avvicinò inaspettatamente, sovrastandola con la sua altezza e i fili dei suoi capelli chiari che le sfiorarono la guancia, però non la toccò. Hermione si sentì immensamente turbata da quella vicinanza; il desiderio di abbracciarlo, e di baciarlo, si stava facendo sempre più violento.

« Da quanto tempo non ti nutri? »

La Vampira lo guardò accigliata. Draco credeva forse che lei andasse a letto con chiunque pur di placare la sua fame? Non aveva idea che, dopo ciò che era accaduto con Ron, non avrebbe mai più toccato nessun ragazzo che non fosse stato lui?

Serrò la mascella, sentendosi oltraggiata. Davvero non sospettava niente di tutto ciò, oppure stava solo fingendo?

« Non sono affari che ti riguardano ».

« E invece sì, maledizione! - replicò a tono, ma tenendo basso il tono di voce, prendendola per un braccio - Sai benissimo che diverrai pericolosa se non ti nutrirai per troppo tempo! Hai forse intenzione di trasformare Hogwarts in una scuola di Vampiri, Mezzosangue? »

Hermione deglutì, nell'udire quelle parole che l'avevano insopportabilmente ferita. Come poteva biasimarla se, quando lei era nel pieno della sua coscienza, le restava ancora difficile nutrirsi di un umano? Aveva forse colpa se continuava a rimandare, posticipando così il momento in cui gli occhi terrorizzati della sua vittima le avrebbero inflitto la più atroce delle punizioni? E come poteva, Draco, non rendersi conto di ciò che lei stava vivendo?

« No che non voglio. - ripose, liberandosi dalla sua stretta e guardandolo con odio - Ma neppure tu una volta ti sei saputo controllare, o sbaglio? »

L'allusione a ciò che le aveva fatto gli fece perdere per un istante un po' della sua aria infuriata, e rimase a fissarla senza espressione. Dopo alcuni istanti di silenzio, le sue mani scivolarono nelle tasche e cominciò ad incamminarsi verso l'altra parte del corridoio.

« Andiamo. Dovremmo già essere là ».

Hermione si sentì toccata dal suo tono imperioso, eppure decise di non fare storie. Prese a seguirlo con i pugni serrati e il più grande nodo nello stomaco che avesse mai provato, mentre i corridoi scuri divenivano via via più chiari con la luce che raggiungeva le finestre sopra le scale.

« Berrai alla Confraternita. - disse l'Incubus all'improvviso, senza però voltarsi - Finché non saremmo arrivati, però, cerca di non pensarci ».

La ragazza sbuffò, senza preoccuparsi di non farsi udire da lui. Certo, Draco la faceva facile, che molto probabilmente non aveva mai vissuto la sua stessa situazione a causa del degno "tributo" che quelle oche di Serpeverde presumibilmente gli davano anche più volte al giorno.

Bastardo.

« Che c'è? - Draco si voltò appena, con sguardo sarcastico, cambiando repentinamente tono - Scommetto che oggi la mia presenza ti irrita più del solito, dolce tesoro ».

« Chiamami ancora in questo modo e giuro che ti dissanguo ».

« Perché mai, amore? - il ragazzo si arrestò, con un sopracciglio inarcato e l'aria più divertita che mai - Sai che mi piace provocarti. Soprattutto oggi, in cui la tua ostentata cintura di castità si trova particolarmente a rischio. Guardati, non osi nemmeno sfiorarmi con lo sguardo. Immagino che sia dura resistermi ».

Hermione prese a salire le scale, con i nervi a fior di pelle. Draco lo faceva apposta, a cercare di irritarla; quell'idiota doveva trovarlo molto appagante.

« Ed io immagino che sia dura per te continuare a ignorarmi » sospirò la ragazza.

« Dura? L'ho fatto per sei anni, Granger, e ti assicuro che vivevo lo stesso ».

« Allora puoi benissimo riprendere a farlo » disse Hermione, che si era sentita un po' ferita dalle sue parole.

« No. Il tuo universo ricoperto di cristallo è più divertente di quanto si possa immaginare » replicò con un ghigno, affiancandola, ma la Vampira ancora non lo degnò di uno sguardo, chiedendosi intimamente cosa diavolo significasse quella strana frase.

« Vado a salutare Harry. - disse, una volta che furono arrivati sulle soglie della Sala Grande - Tu aspettami qui. Non vorrei che anche la sua giornata si guastasse a causa tua ».

Draco, contro le sue previsioni, non le rispose con insolenza; si limitò solo a sorridere con soddisfazione, rimanendo sotto alle arcate al di là delle quali risplendeva la giornata luminosa. La ragazza ignorò quella strana accondiscendenza e varcò la soglia della sala, che si presentava più vuota e desolata di come l'avesse mai vista. I pochi studenti rimasti di ciascuna Casa si erano raggruppati con i fantasmi del castello, assieme ai quali conversavano tra un bicchiere di succo di zucca e l'altro, e il tavolo dei professori risultava occupato solo da Hagrid e la professoressa Sprite.

Hermione raggiunse velocemente la tavolata dei Grifondoro, individuando Harry nel gruppo dei suoi compagni; Dean la indicò mentre si avvicinava, e il Bambino Sopravvissuto sorrise appena all'arrivo della sua migliore amica.

« Hermione! Pensavo tornassi in Sala Comune ».

« No, sono venuta a salutarti. - il bel sorriso della ragazza esitò, nel guardarsi intorno - Fa strano, vero? L'assenza di tutti quanti ».

Harry annuì. Teneva tra le mani rigide un giornale dall'aria stropicciata.

« Bè, suppongo che non durerà ancora a lungo ».

La sua voce era risuonata così contenuta che la Grifondoro non poté fare a meno di guardarlo preoccupata.

« Perché? Cosa è successo? »

Harry non rispose, porgendole la Gazzetta del Profeta con labbra divenute sottilissime. Hermione lo prese intuendo subito il peggio, e difatti rabbrividì nello scorgere il titolone che occupava una buona parte della pagina principale.

Caccia ai Lupi Mannari e ai Licantropi
Vampiri considerati innocui per la società

Il Ministero porge pubblicamente le sue scuse più sentite circa gli articoli emessi negli ultimi giorni. Dopo profonde ricerche sulla pericolosità dei Vampiri, gli studiosi più illustri del Consiglio hanno convenuto nell'affermare che non sono i Vampiri le creature da temere, bensì i Licantropi e i Lupi Mannari, considerati altamente letali per chiunque incroci il loro cammino.
"I Vampiri sono spesso inoffensivi - ci assicura un esperto di Creature Magiche dipendente del Ministero - attaccano solo se subiscono delle provocazioni, e sono del tutto consapevoli delle proprie azioni. I Licantropi, d'altro canto, sono bestie prive di coscienza e di pietà, tanto che la loro sete di morte li induce spesso ad assassinare i loro stessi familiari".
I Vampiri sono da sempre considerati nemici di questi tipi di creature, quindi abbiamo deciso di appellarci al loro aiuto al fine di epurare il paese dalla loro presenza assolutamente pericolosa. In caso di avvistamento di un Licantropo o Lupo Mannaro, chiunque è pregato di riferirlo alla Squadra Speciale del Ministero, in cui sono compresi Auror e Vampiri che ci aiuteranno nella missione di garantire la pace nel nostro Paese.

Hermione smise di leggere con le dita che le tremavano leggermente. Alzò lo sguardo, trovandosi di fronte quello costernato e insieme furibondo di Harry, nei cui occhi verdi si potevano scorgere fiamme di puro odio.

« Lupin » mormorò la ragazza con una punta d'ansia.

« Esatto. Grazie a questo articolo non sarà più libero di far parte del Ministero, non potrà più condurre una vita normale. Dovrà nascondersi, rimanere braccato a Grimmauld Place finché le acque non si saranno calmate, ovvero per tutta la vita! Farà la stessa fine di Sirius! » Gridò, attirando l'attenzione di alcuni compagni che si volsero a guardarlo.

« Io... non riesco a capire come diavolo sia potuto succedere » mormorò Hermione, tentando di calmarlo, ma con la mente che lavorava febbrile.

Come mai il Ministero aveva deciso improvvisamente di lasciar stare i Vampiri, addirittura di allearsi con loro al fine di eliminare tutti i Licantropi dalla circolazione?

« Ieri ho parlato con Lupin. - disse Harry all'improvviso; la ragazza lo guardò con gli occhi sbarrati, e si allontanarono dagli altri istintivamente per evitare di farsi sentire. - Mi ha contattato tramite Polvere Volante, e mi ha raccontato cosa sta accadendo al Ministero. A quanto pare Caramell ha cambiato posizione, istigato dai Mangiamorte; Voldemort ha intenzione di impossessarsi del Ministero, se già non l'ha fatto. Remus pensa che i suoi adepti siano stati convertiti in Vampiri, ed è per questo, penso, che sia stata indetta la caccia ai Lupi Mannari. Voldemort intende liberarsi così dei suoi nemici ».

Gettò la Gazzetta su una panca vicina con rabbia e frustrazione, mentre Hermione lo guardava sconvolta.

« Ma non è possibile! - esclamò - I Vampiri non possono essersi uniti a lui! Allora è per questo che io e Draco siamo stati convocati alla Confraternita... forse vogliono parlarci di questo! »

« Non lo so, Hermione, ma ti consiglio comunque di stare attenta. Una volta mi hai detto che il vostro gruppo non è né dalla parte del bene né da quella del male. Sai benissimo cosa questo può significare ».

La Grifondoro esitò. Pensò a Draco, alla Confraternita delle Anime Perdute, e si chiese se tra i due ci fosse qualche specie di nesso che coinvolgesse anche Lord Voldemort. Possibile che Draco ne sapesse qualcosa, o che... glielo avesse tenuto nascosto?

« E tu sai benissimo quale sia sempre stata la mia parte. Non abbandonerei gli ideali per i quali abbiamo sempre combattuto per niente al mondo. - esitò, guardando il suo migliore amico rasserenarsi, poi sorrise - Adesso devo andare. Ci vediamo più tardi ».

« Va bene. Stai attenta » le disse, scoccandole uno sguardo di avvertimento che molto probabilmente era riferito alla presenza di Malfoy, ed Hermione lasciò la sala salutandolo con la mano.
Non appena fu uscita, trovò Draco proprio dove l'aveva lasciato. Fissava il paesaggio al di là dell'arcata con tre o quattro mozziconi di sigaretta che giacevano ai suoi piedi, e non appena si accorse di lei assunse un'aria scrutatoria.

« Cos'è quella faccia, Granger? »
Hermione si morse di nuovo il labbro, uscendo con lui dal castello. Oramai il sole dorato era sorto del tutto, e risplendeva nel cielo decorato da lievi sprazzi di nuvole plumbee.

« Immagino che tu sia al corrente degli ultimi articoli della Gazzetta del Profeta ».

« Ah, capisco. Potter ti ha appena detto tutto e adesso hai intenzione di rimuginarci su per tutto il tragitto ».

Hermione gli scoccò un'occhiata severa mentre scendevano il pendio della collina bagnata di fresco.

« Possibile che non te ne importi niente?

L'unica spiegazione al tuo falso disinteresse potrebbe essere il fatto che sia la Confraternita delle Anime Perdute ad essersi unita a Voldemort ».

Draco fece una smorfia nell'udire quel nome, ma conservò comunque la sua consueta altezzosità.

« Perspicace, la Mezzosangue » commentò.

« Lo sapevo. - Hermione si rabbuiò - La tua è una Confraternita di Mangiamorte ».

Draco si volse di scatto a guardarla. Si rimboccò la manica sinistra della camicia, sprezzante.

« Non darmi del Mangiamorte, Granger, perché per adesso non lo sono. - Hermione non seppe cosa dire, nel fissare il bianco avambraccio del ragazzo - E comunque, spera intensamente che non lo divenga mai. Immagino che sarebbe un bello smacco per te. Hermione Granger, la paladina della giustizia, innamorata del tremendo Mangiamorte alleato al Signore Oscuro ormai da generazioni ».

La ragazza si arrestò, oltraggiata.

« Io non sono innamorata di te! »

« Certo, Granger, certo. Adesso però continua a camminare. Siamo in un ritardo mostruoso ».

Il suo tono era stato freddo, e la ragazza lo raggiunse velocemente con un moto di rabbia dentro di sé. Lo vide intento ad accendersi una sigaretta, e per amor di vendetta, si sporse per prenderla e spezzarla tra le sue stesse dita.

« Non sono un'idiota qualunque a cui dare degli ordini ».

Draco aveva osservato il gesto come pietrificato. Solo dopo alcuni istanti ebbe la forza di sibilare:

« Nessuno può privarmi delle sigarette ».

« Nessuno a parte me » replicò Hermione con un sorriso soddisfatto, che si riflesse d'istinto sul viso del Vampiro. Le si avvicinò, godendo dell'atmosfera che si era creata, arrestandosi ad un filo di vento dalle sue labbra rosse.

« Sai, Granger, - sibilò, cambiando tono - sarebbe davvero di cattivo gusto arrivare in ritardo senza una scusa appropriata. Ne conosco una che risulterebbe il massimo dell'eleganza ».

Inclinò appena la testa, sfiorandole l'orecchio, ed Hermione sentì di star lentamente perdendo il controllo. Quell'odore...

« Già, peccato che le tue parole di elegante abbiano ben poco ».

« Questo è perché i giri di parole mi piacciono solo fino a un certo punto, tesoro. Le mie intenzioni sono sempre ben marcate, e stavolta l'unico desiderio che ho è di... sentirti sussurrare il mio nome tra un gemito e l'altro ».

Hermione lo guardò, affogando nei suoi occhi cristallini. Si sentì arrossire lievemente.

« Non... non ho mai detto il tuo nome in quelle occasioni ».

« Ed è l'ora di cominciare a farlo, non credi? - Draco inarcò un sopracciglio, godendo intimamente nel vederla così spiazzata - Sempre che tu la smetta di apparire così impostata e contraddittoria. Un giorno dici che mi odi, e l'altro... ti ritrovi a pochi centimetri dalla mia bocca ».

Draco fissò le sue labbra, delicate come petali di rosa, e le guance della Vampira che avevano assunto una deliziosa sfumatura rosea. Era da molto che bramava un bacio tra di loro, che sentiva il desiderio di poterle di nuovo assaporare e sentire le sue piccole mani premergli sul viso e insinuarsi delicatamente tra i suoi capelli, ma aveva come l'impressione che quel momento non sarebbe giunto presto.

« Sì, lo so che ti senti turbata. Granger, l'istinto di approfittare della tua sete per farti mia minaccia di prendere il sopravvento, ma per quanto io sia tentato dalla tua vulnerabilità, ti apprezzo molto di più quando sei nel pieno del tuo controllo. Per questo aspetterò che ti sia nutrita prima di andare fino in fondo. La tua acidità e strafottenza stanno cominciando a mancarmi ».

La superò con un veloce passo, ed Hermione rimase immobile con le sue parole che riecheggiavano dentro la sua mente.

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