Capitolo 52
Video del capitolo: Draco & Hermione | Lovely
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L'aria gelida che soffiava tra le mura di Hogwarts aveva cominciato a portare via con sé la fine di Gennaio, e nonostante questo la neve bianca continuava a cadere interrottamente sui colli sormontati dalla brina mattutina.
Ovunque era possibile scorgere studenti che, camminando tra un'aula e l'altra, si stringevano rabbrividendo ai loro pesanti mantelli, o che si infilavano spessi guanti di lana al fine di proteggere le loro dita diventate indolenti; a quanto pare, nonostante il fuoco ben alimentato dei camini del castello, l'ambiente non accennava a riscaldarsi e la notte era pressoché impossibile riuscire ad addormentarsi tra lenzuola così gelide che parevano essere fatte di marmo. O, almeno, questo era ciò che sosteneva Harry.
« Che non ti venga l'idea di lasciare libero Grattastinchi stanotte - soffiò tra un imprecazione e l'altra, avvolgendosi la sciarpa rosso - oro attorno al collo - ieri non abbiamo chiuso occhio a causa di tutto il casino che faceva nel nostro dormitorio. Si divertiva ad acchiappare i fiocchi di neve che entravano dalla finestra ».
Mi strinsi nelle spalle soffocando a stento un sorriso, continuando a camminare assieme a Harry lungo il corridoio del quinto piano.
Quella giornata era stata davvero terribile. Le lezioni erano state sospese a causa dell'articolo di giornale venuto fuori grazie alla rivelazione di Rita Skeeter, che era stato in grado di creare scompiglio non solo all'interno della scuola, ma anche al Ministero; a quanto pare gli uffici erano stati invasi da miriadi di lettere di protesta da parte dei genitori che, indignati, non approvavano la presenza di me e Malfoy in un luogo comune come una scuola, frequentata per di più da centinaia di umani che avrebbero potuto venire designati come prossime vittime.
Gli studenti rimasti tra le mura del castello erano molto più della metà, ovviamente, ma ciò non voleva dire che non avessero preso precauzioni; ovunque era percettibile una nauseante puzza d'aglio, mischiata all'odore dolciastro di acqua santa che era stata situata in punti strategici lungo i corridoi al fine di cogliermi di sorpresa, semmai qualche impavido studente avesse avuto il fegato di tendermi un'imboscata.
Naturalmente, più o meno tutti i superstiti si erano prevedibilmente rinchiusi nelle loro sale comuni, uscendo solamente nel caso in cui fossero stati assolutamente certi del fatto che io fossi ad almeno a quattro piani di distanza, ovvero per andare in bagno ed intercettare qualche elfo domestico impegnato a pulire supplicandolo di portare loro un po' di cibo.
L'unica eccezione la faceva Luna Lovegood, che all'ora di pranzo mi aveva raggiunta passando tra un tavolo deserto e l'altro con il suo solito sorriso sognante ed una pacca consolatoria sulla spalla.
« Sono quasi completamente certa che in famiglia abbiamo avuto un antenato Vampiro, perciò non facciamo discriminazioni. Inoltre mio padre vi trova affascinanti, da giovane trascorse cinque anni in Islanda con l'intento di trovare quella che viene considerata la specie più rara esistente, quella dei Giganti con le zanne da Vampiro, che in passato hanno tentato di attraversare il mare morendo però nell'impresa. A quanto pare si sono estinti tutti in quella occasione ».
Come se non bastasse, Claudius e Cheania erano finalmente venuti a conoscenza del rapporto che vigeva tra me e Draco, e in realtà non sapevo se ciò costituisse un bene o meno; senza ombra di dubbio erano rimasti allibiti da ciò e le loro espressioni sconvolte balenavano nella mia mente ogni pochi secondi, accompagnate dal "Legame d'Anima", parola pressoché sconosciuta che ormai avevo imparato ad associare ad una disgrazia imminente.
In realtà, però, non ero rimasta esattamente con le mani in mano; avevo approfittato dell'ora di allenamento di Quiddich di Harry per sgattaiolare nel Reparto Proibito assieme al suo Mantello dell'Invisibilità, anche se le ricerche non avevano sortito i risultati sperati. Non conoscendo l'argomento inerente al Legame, avevo deciso di setacciare gli scaffali riguardante le Pozioni, le Maledizioni e le stregonerie, ma nessuna di queste aveva sembrato fare al caso mio, così decisi in quel momento che avrei consultato la biblioteca di Risen Manor il prima possibile.
Nell'attesa di ricevere l'ora in cui io e Draco avremmo dovuto presentarci alla Confraternita, sarei tornata nei sotterranei per completare il lavoro che mi era stato assegnato per punizione; dopo il putiferio esploso quella mattina, la McGranitt mi aveva raggiunta dicendo che non era necessario lavorare se non lo avessi voluto, però le avevo risposto che invece avrei fatto la seconda sera volentieri. I libri sarebbero stata un'adeguata fonte di distrazione di fronte agli avvenimenti di quella giornata.
« Penso che andrò subito a letto » sbadigliò Harry strofinandosi gli occhi al di là delle lenti, interrompendo il filo dei miei pensieri, ed io lo guardai severamente.
« Pochi istanti fa mi hai detto di dover finire Incantesimi ».
« Sì, però quella stregoneria non mi riesce. Sul serio, ieri ci ho provato finché non sono crollato sul divano della sala comune ».
« Allora devi continuare! - insistetti, piuttosto animata - Probabilmente non ti sei concentrato abbastanza, devi solo... »
« Sul serio. - Harry si arrestò, l'espressione ferma e leggermente sarcastica - Come credi che possa concentrarmi, e a non pensare a tutti i casini che stanno uscendo fuori in questi giorni? Come faccio a non pensare alla tua situazione, e anche a Silente, che dovrà come al solito risistemare tutto? E tu... come diavolo fai ad essere così tranquilla? »
Distolsi lo sguardo da lui, senza tradire alcuna emozione. Harry non poteva immaginare lo stato in cui si trovasse il mio animo in quel preciso momento.
« Io... non sono tranquilla ».
« Neanche io lo sono. - disse definitivo - E non posso impedirmi di pensare ad altre... cose... quando invece non dovrei farlo. Non ci riesco ».
Continuò a fissarmi per qualche istante, finché non emise un breve sospiro. Percepii che si stava pentendo di aver quasi perso la pazienza in un momento tanto critico, e per un po' non disse niente.
« Io... torno in sala comune » annunciò piattamente.
« Va bene » risposi. Non sapevo cosa dire, le parole in quel momento sembravano addirittura mancarmi... perché la verità era che stavo come lui.
Sapevo che nel sotterraneo avrei pensato a me e a Draco, mi sarei chiesta forse per l'ennesima volta cosa fosse il Legame d'Anima, avrei sofferto in silenzio per la tensione che si era creata tra me e il ragazzo che ancora non riuscivo a comprendere, e no, non avrei potuto evitarlo, esattamente come Harry; non avrei potuto fare finta che non fosse Draco l'unica entità che costituisse la nascita di tutti i problemi affiorati, o cercare di dimenticare tutto, perché non sarebbe stato possibile.
Feci di tutto per scacciare quel pensiero così controproducente, quando Harry parlò di nuovo con voce sottile.
« Proverò di nuovo quell'incantesimo prima di andare a dormire ».
Un debole sorriso si aprì sul mio volto, e in un certo senso mi sentii un poco più serena.
« Non aspettarmi alzato. Ne avrò fino a tardi ».
« D'accordo. Ci vediamo domattina allora ».
Mi salutò con un cenno della mano, e sparì nel corridoio mentre io mi rendevo conto, guardandolo andarsene, che non gli avevo parlato della mia visita alla Confraternita di quella notte.
Probabilmente però era stato meglio così; non volevo aggravare ulteriormente i suoi pensieri già così turbolenti.
Feci marcia indietro e presi a scendere silenziosamente le scale, incrociando il fantasma del Barone Sanguinario che mi dedicò solo un vago cenno di riconoscimento mentre si dissolveva attraverso la parete buia. In realtà, l'assenza di tutti quanti non mi dispiaceva affatto.
Era piuttosto piacevole essere libera di camminare per un semplice corridoio senza subire le occhiate raggelanti degli studenti che mi incrociavano, e per un istante, un meraviglioso istante, mi parve di essere tornata ad essere una persona normale.
Un istante che fu cancellato subitaneamente dalla voce che udii in quel momento.
« Mezzosangue! »
Mi arrestai, voltandomi un po' stupita, senza però esternare granché la mia sorpresa. Draco mi stava raggiungendo con passo veloce e leggero nello stesso tempo, con le spalle dritte di cui si scorgeva la delineata muscolatura attraverso il sottile tessuto della camicia bianca della divisa, che si avvinghiava poi al suo torace snello fino ad infilare i suoi lembi nei pantaloni anch'essi molto stretti, come se Draco non volesse lasciare niente all'immaginazione delle centinaia di persone che ogni giorno si incantavano ad ammirarlo.
Malgrado il suo sguardo fosse cupo, i suoi chiari occhi argentei brillavano come diamanti al di sotto dei fili biondi che gli ricadevano un po' scomposti sulla fronte, e mai come in quel momento, nel riconoscere la nostra lontananza e di come lui fosse ormai irraggiungibile, mi resi conto della sua bellezza così straordinaria.
E di come io lo volessi ancora.
« Mi hanno appena avvertito tramite lettera che la riunione si terrà domattina, e non più stasera. - Disse, fermandosi proprio di fronte a me - Quindi devo supporre che tu sia libera di trascorrere un'altra nottata in compagnia di quei libri polverosi, Granger ».
Ignorai la sua frecciatina ed il suo ghigno derisorio, concentrandomi più che altro sulla prima parte di ciò che aveva appena detto.
« E come mai hanno spostato l'incontro? - Chiesi, turbata - Non è successo nulla di grave, vero? »
« Questo non mi è dato saperlo - soffiò Draco scuotendo appena la testa - E neanche a te, cara Granger, quindi ti consiglio, almeno per qualche ora, di tenere a freno le tue innumerevoli paranoie mentali ».
Gli scoccai un'occhiata malevola, e nello stesso istante mi voltai per proseguire lungo il sotterraneo.
Era strano che Cheania e Claudius avessero deciso di rimandare l'incontro, no? Forse Harmon aveva bisogno di consultarsi con qualcun altro prima di prendere decisioni circa la situazione mia e di Draco, magari il caso era così grave e inspiegabile da necessitare anche di pareri esterni... oppure, noi non c'entravamo niente? Forse era appena accaduto qualcosa al Ministero, e qualcuno, alla nostra Confraternita, stava cercando di rimettere a posto le cose?
Mi voltai appena, e non rimasi sorpresa nello scorgere con la coda dell'occhio una sbiadita sagoma bianca che probabilmente mi seguiva già da un bel pezzo. Continuai a camminare ancora per un altro po', lievemente irritata, finché non mi rimase altra scelta che fermarmi bruscamente per poi ritrovarmi faccia a faccia con il mio pedinatore.
E rimasi sorpresa nell'accorgermi di come il suo viso fosse così vicino al mio.
Per un momento non dissi niente, i miei occhi fissi nei suoi, con il mondo attorno a me che sembrava misteriosamente sparito; amavo e odiavo il suo sguardo, che sapeva riscaldarmi come un'alba mattutina ma anche mettermi così in soggezione tanto da crearmi imbarazzo, e privarmi dell'uso della parola per alcuni istanti che potevano essere fatali.
Sufficienti per dirottare la situazione in tutt'altra via.
« Non vengo a letto con te ».
Il mio tono era stato freddo e definitivo, seppur non completamente convinto, e in risposta il sorriso di Draco si distese ancora di più sul suo bel viso. Era una mia sensazione, oppure... era incertezza, quello che leggevo nel suo sguardo di solito così sicuro?
« A quanto vedo pecchiamo di presunzione, Granger » sibilò, ed io fui in grado di sentire il suo alito freddo sulla mia guancia.
Mi resi subito conto che l'ambiente si stava riscaldando decisamente più del previsto, ed io non volevo che accadesse niente stavolta.
Le mie ferite dovevano ancora guarire.
Mi scostai, un po' bruscamente, e senza più osare guardarlo forzai la maniglia della porta malandata del sotterraneo per poi cominciare a scendere le scale buie.
Era come cercare di respirare, e ritrovare l'aria dopo una immersione troppo lunga; era sempre così, dopo un incontro troppo ravvicinato con Draco.
Solo lui mi donava sensazioni simili con un semplice sguardo, con una parola sussurrata, il suo tocco sempre morbido e assai desiderato, e nessun altro, di questo ne ero certa, sarebbe stato in grado di farlo; solo lui, in quel preciso istante, era in grado di riempirmi il cuore di tristezza e di eccitazione al tempo stesso solamente seguendomi, facendomi sentire l'oggetto a cui tutte le sue attenzioni sembravano rivolte, l'unica e la sola persona a cui tenesse davvero, almeno un po'.
« Mi pare di averti già fatto capire che la tua compagnia non è gradita » sbottai una volta giunta al culmine della scalinata, esercitando l'incantesimo sulla porta blindata essendo comunque certa che Draco fosse proprio dietro di me.
« In questo caso sarebbe davvero un peccato, Granger. Avevo voglia di passare un po' il tempo con la mia amante ».
Non fu difficile immaginare il sorriso maligno che in quel momento faceva da protagonista alla sua espressione, quindi onde ad evitare di irritarmi ancora di più entrai nel deposito senza degnarlo di uno sguardo, trovando l'ambiente decisamente migliore di come lo avevo visto la prima volta; la polvere era sparita, i libri degli scatoloni ordinati in lunghe ed alte pile sui tavoli, e il tutto non aveva più un'aria abbandonata, ma quasi familiare.
Mi avvicinai lentamente al tavolo più vicino, e nello stesso momento, dietro di me, udii la porta blindata chiudersi.
Socchiusi le palpebre d'istinto.
Non ero riuscita a liberarmi di lui.
« Cos'è che dovresti fare esattamente? »
« Nulla che sia alla portata della tua comprensione » risposi in tono piatto, cominciando ad esaminare la prima pila di libri di fronte a me, senza ancora guardarlo.
« Divertente. - rispose Malfoy con un sorrisetto - Stai forse cercando di farmi irritare per indurmi ad andarmene? »
« Oh, no - dissi, poggiando un libro sulla pila accanto - per farti scappare a gambe levate dovrei solo cominciare a farti delle domande ».
Draco non rispose ed io mi considerai soddisfatta di me stessa, almeno fino a quando, con mia enorme sorpresa, il suo corpo non aderì alla mia schiena cingendomi poi la vita con le braccia. Mi immobilizzai, divenendo rigida come un palo, e non potei fare a meno di bloccarmi nell'atto di esaminare ancora un altro libro.
Non dovevo dargli soddisfazione e fargli capire che avrebbe potuto farmi qualunque cosa volesse in quel momento, che il mio corpo aveva intenzione di disobbedire alla mia volontà, e che sentire le sue morbide e sottili labbra sulle mie era l'unico tocco che desideravo in quel momento.
Ero come creta nelle sue mani.
Con la coda dell'occhio vidi il suo viso accostarsi al mio orecchio, e il suo delicato profumo nevoso parve invadermi lentamente come un veleno intossicante e altamente letale da cui non è più possibile salvarsi.
La sua maledizione dentro di me.
« Come sei acida, Granger... nessun uomo come si deve saprebbe sopportarti ».
Però adesso lui era lì con me.
Idiota.
« Allora non c'è ragione perché ti ponga il problema. Tu non sei il mio uomo ».
Le sue abili dita presero a saggiare la mia pelle con delicatezza, sfiorandola appena con i polpastrelli, e la pressione che esercitava sul mio corpo si fece più intensa. Poi mi sospinse leggermente in avanti con il bacino, gesto di fronte al quale le mie guance si imporporarono visibilmente, e l'eccitazione prese a svilupparsi nel mio petto come un violento fuoco che divampa nell'oscurità.
« Hn. Questo è ancora da vedere ».
« Perché? »
La risposta mi era uscita tremante. Nell'aria attorno a noi era percettibile una forte vena di attesa e desiderio puro, e fu con un immenso sforzo di volontà che, serrando le palpebre, mi impedii di ricambiare la sua stretta e di precipitare nel più oscuro baratro del peccato.
La sua lingua sulla mia pelle.
Lunghi brividi mi scossero con dolcezza a quel tocco delicato, e tremai sentendo le sue labbra percorrere, lentamente come il corpo di un sinuoso serpente, ogni centimetro del mio collo già umido della sua saliva.
Lingua che avrei voluto accarezzare con la mia.
Il suo sapore di menta marchiò i brividi che affioravano inesorabili, mentre i movimenti del suo bacino si facevano più lenti e sensuali tanto che, senza neanche accorgermene, avevo portato la testa all'indietro schiudendo le labbra con cui invece avrei voluto ricambiarlo.
Non far cessare la tua magia.
I suoi baci divennero sempre più peccatori e profondi, e la sua guancia fredda, quasi poggiata sulla mia spalla, stava sfiorando la mia.
Voglia di sangue.
Le mie dita tremanti si staccarono dal tavolo e lentamente, quasi con riluttanza e con bramosia allo stesso tempo, il mio braccio si sollevò a sfiorare i suoi capelli così lisci. Nel riuscire a toccarli, sorrisi.
Sapevo che non eri semplicemente un sogno.
La tentazione di voltarmi si faceva sempre più insistente, eppure cercai di rimanere ben immobile, malgrado il mio collo e la mia spalla fossero torturati dalle sue attenzioni che desideravo e rifiutavo al tempo stesso.
E quando udii di nuovo la sua voce, flebile accanto al mio orecchio, fu come cadere giù dal Paradiso.
« Non ti sarà facile liberarti di me, Granger. Sarò il tuo incubo, quello che ti maledirà e ti porterà alla rovina, e non potrai fare nulla per evitarlo. Ti trascinerò nei gironi dell'Inferno insieme a me, tesoro, ma sarà un viaggio che non dimenticherai ».
La mia voce pareva essersi persa.
I fili chiari tra le mie dita non esistevano più.
Mi girai di scatto, e fu con sgomento che mi accorsi della porta blindata lasciata semiaperta in fondo alla stanza.
Draco se ne era già andato.
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