Capitolo 50
Video del capitolo: "Love Me 'Til the End" DracoXHermione
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« Questi sono pensieri Medievali, Cornelius. E' tempo di ragionare in un modo diverso ».
Nell'udire quella frase, in apparenza così semplice, il Primo Ministro della Magia sbiancò; non che fosse la prima volta, da quando era entrato in quel maledetto ufficio.
L'articolo eclatante che era comparso sulla Gazzetta del Profeta quella mattina aveva sollevato più polveroni di quanto Caramell avesse immaginato, comprese centinaia di lettere di protesta circa la sua scelta di aver lasciato che un vecchio pazzo come Albus Silente governasse la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Era vero, aveva sempre temuto Silente; la sua saggezza e la sua astuzia erano state in grado di far vacillare il Ministero molte volte, ma Caramell adesso si sentiva stanco.
Aveva lasciato a Silente carta bianca da sempre; non aveva messo bocca sulla scelta degli insegnanti da assumere, non si era lamentato del fatto che lasciasse un Mezzogigante girovagare indisturbato nella scuola, non aveva criticato i suoi modi troppo bonari e accondiscendenti con gli studenti, e tante altre cose ancora su cui aveva imparato a non indugiare così spesso.
Ma questa storia, quella dei Vampiri nella scuola di Magia più famosa di Inghilterra, era scioccante pari quasi alla mirabolante notizia di pochi anni prima, riguardante il ritorno di Lord Voldemort.
« Ra-ragionare in modo diverso? - sbraitò Caramell, che per l'indignazione aveva addirittura lasciato perdere la sua bombetta verde acido, mollandola sulla scrivania vicina - Vampiri! Ecco cosa sono, succhiano sangue, per l'amor del cielo! Uccidono, ammaliano, stregano... »
« Però Cornelius, come ti ho già spiegato nell'ultima mezz'ora, non sono tutti così » intervenne Silente, bloccandolo con un cenno leggero della mano.
Ma Non appariva neanche lontanamente agitato come il Ministro; per tutto il tempo del loro appuntamento era rimasto seduto alla sua scrivania con aria annoiata, sostenendosi il capo con la mano puntellata sul gomito, ascoltando impassibile Caramell che sputacchiava saliva da tutte le parti sbraitando ai quattro venti le sue ipotesi circa creature immonde che avrebbero dovuto essere bandite da ogni più recondito angolo della Terra.
« Ce ne sono diverse specie - continuò Silente con pazienza - definiti Vampiri Benefici, assieme ai Dhampyri, e tanti altri ancora, che si sono adattati perfettamente a una vita quasi del tutto simile a quella degli esseri umani. Non mi sorprenderei se ci fossero almeno una decina di Vampiri tra i lavoratori del Ministero ».
Questo era troppo. Caramell avanzò verso la scrivania, e si trattene dal battervi un sonoro pugno sopra.
« Ma le due bestie della tua scuola, Silente, quelle non sono Beneficie o Benefiche o altro, vero? Sono demoni! »
« Non è così - replicò Silente in tono serafico - forse non faranno parte della categoria dei Vampiri di cui parlavo, ma sono assolutamente certo del fatto che non ucciderebbero mai nessuno ».
Questa volta Caramell rise, e fu una risata incredula, derisoria.
« Certo, e credi che a tutti i genitori le tue certezze bastino? Quei mostri non hanno coscienza, se sentono l'odore del sangue perdono la testa! »
« E cosa vorresti che facessi? - stavolta il tono di Silente era serio, e i suoi occhi gravi - Che li buttassi fuori dalla scuola, che li isolassi dal mondo esterno? Vorresti condannarli per il solo fatto di non essere come noi? Questo è troppo perfino per te, Cornelius ».
Stavolta il Ministro della Magia rimase a bocca socchiusa per qualche istante, con aria stupita, ma dopo qualche istante di sbigottimento esplose di nuovo:
« Basterebbe che si marchiassero, che venissero segnalati al Ministero! Verrebbero trasportati in un luogo in cui non darebbero fastidio a nessuno, potremmo addirittura costruire delle scuole solo per loro, sarebbero liberi, ma non tra la gente normale! Non possiamo averli qui e... rischiare la pelle ogni giorno! »
Silente tacque per vari istanti, guardando un punto imprecisato sulla sua scrivania, e dopo quelli che parvero secoli alzò di nuovo i suoi occhi miti su Caramell.
« Il signor Malfoy e la signorina Granger rimarranno qui. Questo è indiscutibile ».
Nell'udire quella risposta, il petto di Caramell si gonfiò paurosamente.
« E sia! Hai scelto la guerra, Silente! » urlò con gli occhi fuori dalle orbite, e un istante dopo si stava trasportando tramite la Metropolvere dal camino dello studio di Silente verso il suo ufficio.
Apparve in brevi attimi al Ministero, spolverò con rabbia dalla divisa dagli ultimi residui di Polvere Volante e si diresse con espressione più accigliata che mai lungo l'atrio del Ministero, facendosi facilmente largo tra la folla di lavoratori che facevano largo al suo passaggio.
Incredibile. Pazzesco. Quel vecchio pazzo credeva di averla vinta, ma non sapeva in realtà quanto si sbagliasse! Lui, il Ministro della Magia, non avrebbe permesso che due simili mostruosità avessero continuato a frequentare Hogwarts, perdendo così l'approvazione di una fetta consistente dei suoi elettori!
Li avrebbe cacciati, avrebbe fatto qualcosa, qualunque cosa purché il suo nome non cadesse nel baratro più profondo!
Si asciugò il sudore freddo dalla fronte con un fazzoletto di velluto, prima di salire sull'ascensore stipato di dipendenti. Ognuno di loro gli augurò il buongiorno, ma Caramell non se ne accorse neppure, la bocca contorta in una smorfia di disapprovazione al ricordo della degradante conversazione che aveva appena avuto.
Ci andava di mezzo il suo nome, il suo posto, il rispetto che la comunità magica riponeva in lui! Non poteva deludere il suo popolo, no, se la gente voleva che i Vampiri se ne andassero, così sarebbe stato. Avrebbe fatto tutto, davvero di tutto, pur di compiacerli. Uscì dall'ascensore non appena le grate si furono aperte, e camminò sul pavimento di moquette viola con piccoli passi frettolosi.
Per cominciare, avrebbe rimosso Silente dal suo incarico; non sarebbe stato difficile, con più della metà della popolazione che adesso gli dava contro.
Doveva solo proporre il documento ai consiglieri, e in pochi giorni, se non ore, tutto si sarebbe risolto. Con un ghigno soddisfatto Caramell arrivò di fronte all'ultima porta, sulla quale scintillava una lucida targhetta dorata che recitava in corsivo "Ministro della Magia".
Entrò velocemente, chiudendosi in fretta la porta dietro le spalle, e subito tutte le torce appese alle mura del suo ufficio si accesero, illuminando la grande stanza di un forte bagliore dorato.
Caramell si diresse precipitoso verso la sua scrivania, con le mani che tremavano di eccitazione al pensiero di poter finalmente scrivere quei documenti, quando...
« Buongiorno, Caramell ».
Il Primo Ministro sussultò, e si guardò intorno con occhi sgranati.
Ai piedi del muro, in una nicchia dell'ufficio, Lucius Malfoy era seduto su una comoda poltrona di velluto rosso. Gli stava sorridendo educatamente.
« Oh... Lucius, sei tu - disse Caramell esasperato, sollevato nel riconoscerlo - non ti avevo sentito, che spavento mi hai fatto prendere! »
« Mi dispiace, ma era scomodo attenderla all' esterno, così mi sono preso la libertà di entrare » replicò il signor Malfoy con voce innaturalmente calma, e senza provocare il minimo rumore si alzò con disinvoltura, dirigendosi con passo tranquillo verso il Ministro.
« Ah, bè, dovrai aspettare un attimo - disse Caramell, riprendendo a trafficare con i fogli impilati sulla sua scrivania - devo fare una cosa, poi potrò ascoltarti ».
Lucius Malfoy annuì appena, osservando con attenzione ogni suo gesto, fermandosi poco distante da lui.
« Che terribile incombenza, questa notizia dei Vampiri... » sibilò con voce melliflua, con le labbra lievemente arricciate.
« Sì, esatto, sì - commentò Caramell ancora indaffarato con i fogli di carta, ma poi si arrestò all'improvviso - e tuo figlio... mi rincresce che sia entrato a far parte di una specie così pericolosa e ripugnante. Posso immaginare il dolore che in questo momento pervade la vostra famiglia ».
« No, Ministro, non può - replicò Lucius, indifferentemente - o almeno, non finché anche a lei non capiti una cosa del genere... »
Caramell esitò di fronte allo sguardo strano di Malfoy senior, ma nello stesso momento, nel sostenere quegli occhi gelidi, la sua mente parve venir sovrastata da un leggero strato di nebbia.
« Sì, una terribile incombenza, esatto » borbottò improvvisamente, con il forte desiderio di trovare al più presto quei documenti, e difatti poco dopo li estrasse da un fascicolo che aveva esaminato fino a un attimo prima.
« Ecco! E adesso... » disse soddisfatto, facendo per prendere la piuma poco distante, ma Lucius la prese prima che il Ministro potesse afferrarla.
Caramell esitò, un po' stupito, ma poi sorrise.
« Suvvia, Lucius, devo scrivere questi documenti. Dammi la piuma ».
Il silenzio che si era creato aveva un che di terribile, e il Ministro non si stupì nel sentire un lungo brivido scorrergli sulla schiena, esattamente come un avvertimento. Il suo sorriso divenne sempre meno convincente a ogni istante che passava, mentre sosteneva il fisso sguardo di Lucius Malfoy, che si rigirava la piuma tra le mani con aria divertita.
« Ha mai incontrato un Vampiro, Primo Ministro? »
Caramell sussultò appena, restando chino sui fogli che aveva appena trovato, guardando Malfoy di sottecchi.
« No, per fortuna. Ma cosa c'entra questo adesso? Mi serve la piu... »
« E' un peccato, Caramell. Si dice che trovarsi in loro presenza sia un' esperienza come nessuna nella vita. Ma pochi possono ricordare di averlo fatto ».
Lucius si interruppe, e Caramell continuò a guardarlo senza capire. Perché diceva quelle cose?
« Io non... »
« Si dice che siano imponenti, e di bell'aspetto. Agili, maestosi, eppure inafferrabili come il vento sulle onde del mare. Un'ombra scura in una foresta sulla quale troneggia una notte priva di luna. Il brivido che assale in punto di morte. Il magnetismo dei loro occhi potrebbero indurla a fare qualsiasi cosa ».
Caramell non rispose, ma non distolse lo sguardo. Si sentiva strano, e non del tutto lucido.
« Sa come fanno i Vampiri quando attaccano, Primo Ministro? »
Caramell tornò con la schiena eretta; il suo sguardo era confuso, e l'agitazione nel suo cuore cominciava a farsi sempre più opprimente.
« Studiano la preda... »
Malfoy si mosse, allontanandosi senza smettere di fissarlo, e Caramell si voltò in modo da non perderlo di vista neppure per un istante.
« La confonde, girandole intorno... »
Prese a camminare con una lentezza innaturale, avido di ogni sua sensazione ed emozione e il Primo Ministro, aprendo la bocca per parlare, scoprì di non riuscire a emettere alcun suono.
« Attende che sia stregata, completamente indifesa... »
La sua voce si era persa in un sussurro a malapena udibile, e si avvicinò mentre Caramell urtava la schiena contro la scrivania. Avrebbe voluto parlare, o forse urlare, ma sapeva che probabilmente nessuno avrebbe potuto aiutarlo in un momento del genere.
E sentiva che il tempo continuava a scadere.
« Le si avvicina all'orecchio, e poi alla gola... »
Caramell sentì la voce suadente di Lucius penetrargli nelle ossa, e ogni muscolo del suo corpo si arrestò, come congelato. Il suo cervello faceva fatica a formulare frasi coerenti, e sapeva di non poter fare altro se non serrare le palpebre, e sperare intensamente che tutto ciò fosse solo un tremendo incubo.
« E poi, sa cosa succede, Primo Ministro? Se il Vampiro non ha fame, si accontenterà di farlo svenire o di... giocare un po' con lei, come si suol dire. Se non si nutre da molto tempo, allora le cose si mettono male ».
Tacque per un momento, e Caramell sentì una goccia di sudore freddo calargli lungo la fronte, fino alla guancia e poi sul collo. Riuscì a schiudere le labbra, ma ancora non ottenne risultati; stava tremando violentemente, così tanto da non avere sentore del viso di Malfoy che si era fatto paurosamente vicino.
« Poi si china sul collo della vittima, e ne percepisce l'odore. Il suo è buono, Primo Ministro, ma non eccezionale. Questo complica le cose ».
Caramell, ancora con le palpebre serrate, strinse i pugni sui bordi della scrivania e si ritrovò a pregare mentalmente che tutto finisse il prima possibile; quell'atroce tortura era la cosa peggiore che avesse mai provato, e desiderava che cessasse, che quel dannato Vampiro ottenesse finalmente ciò che voleva, ma la voce di Malfoy lo raggiunse di nuovo come se non si fosse ancora stancato di farlo soffrire e il Ministro capì che avrebbe dovuto attendere ancora altri pochi, atroci istanti.
« In questo caso però, per sua immensa fortuna, il Vampiro decide di offrire una possibilità alla sua disarmata vittima. Vuole sentire cosa ho da dire, Caramell? »
L'uomo non osò ancora muoversi, scosso dai tremiti, ma trovò appena la forza di annuire. Dunque non sarebbe morto, c'era ancora una possibilità? Sembrava incredibile da credere, eppure rimase in completo silenzio attendendo le successive parole di Malfoy.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di continuare a vivere.
« Lei deve decidere da che parte stare, Caramell, e solo incontrando la mia benevolenza avrà la facoltà di proseguire per la sua breve e inutile vita. Talvolta basta solo... indirizzarsi verso il lato giusto ».
Caramell annuì di nuovo, bruscamente, e nello stesso tempo riaprì gli occhi di scatto.
Malfoy senior non c'era più.
Si guardò intorno con agitazione, sentendosi come svuotato, temendo di vederlo ricomparire di fronte a sé da un momento all'altro, anche se l'ufficio era tranquillo; forse il Vampiro se ne era davvero andato.
Il Primo Ministro però sapeva cosa doveva fare. Si staccò dal bordo del ripiano legnoso con occhi vacui, assorti, e prese posto alla sua scrivania cominciando a scrivere su un pezzo di pergamena giallastra i temi che avrebbe dovuto affrontare la Gazzetta del giorno dopo.
Non fece caso ai gesti meccanici che il suo corpo compieva senza aver ricevuto un vero e proprio ordine, non si curò del clima della stanza che parve diventato appena piùfreddo, e nemmeno ebbero importanza i brividi irregolari e ingiustificati per cui talvolta era costretto a smettere di scrivere; adesso il governo del Ministero della Magia aveva cambiato rotta.
E più nessuno sarebbe stato in grado di arrestarlo.
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