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Capitolo 48

They say your life is going very well
They say you sparkle like a different girl
But something tells me that you hide
When all the world is warm and tired
You cry a little in the dark
Well so do I
I'm not quite sure
what you're supposed to say
But I can see it's not okay

David Bowie, Letter to Hermione

Bisbigli lievi e soffocati sembravano essere capaci di filtrare attraverso il duro legno della porta.

Su di essa, così liscia e temibile, la mia lunga e statica ombra vi era proiettata a opera della luce del sole che era sorto ormai da un bel pezzo, e malgrado ciò la mia stanza non era ancora stata abbandonata in un eroico tentativo di andare a lezione come sempre.
Perché quello non era affatto un giorno come gli altri.

La mia interminabile nottata era trascorsa all'insegna dei ricordi di ciò che era accaduto poche ore prima nella Sala Grande, indugiando particolarmente sulla cattiveria della Skeeter, e soprattutto, avvolta in un moto d'ansia, mi ero chiesta infinite volte cosa diavolo fosse accaduto il giorno dopo. Il segreto che custodivo da ormai molte settimane era diventato inaspettatamente di pubblico dominio, e come se non bastasse, se possibile, mi sentivo ancora più sola di prima.

Avevo litigato con Draco.

Spostai il peso da un piede all'altro istintivamente, gli occhi fissi di fronte a me un po' turbati.

Quello della sera prima non era stato un litigio come gli altri; stavolta l'avevo davvero combinata grossa. Gli avevo detto che lo odiavo. Avevo detto una cosa del genere al ragazzo senza il quale mi sentivo vuota, e disorientata, una persona che mi aveva sconvolto la vita e me l'aveva portata via, rubandomi nel contempo il cuore che non mi avrebbe mai più restituito.

Deglutii, e subito dopo scossi appena la testa come per scacciare un insetto molesto, le braccia strette al seno scosse da un lieve tremito.

Non era il momento di pensare a lui; forse avremmo sistemato le cose, un giorno, ma la situazione che mi attendeva al di là di quella superficie legnosa si prospettava ben più terrificante e dovevo trovare una soluzione al più presto per uscirne.

Però ancora esitavo. Era più forte di me, non riuscivo ad allungare la mano per ruotare quella maledetta maniglia dorata e finalmente affrontare a testa alta tutto ciò che mi aspettava; l'effetto che aveva creato quella dannata e inaspettata rivelazione.

Non lo avrei mai pensato, ma era difficile definirsi coraggiosi in un momento simile; chi mai avrebbe avuto il fegato di oltrepassare una Sala Comune stipata di compagni curiosi e insieme terrorizzati, camminare facendo finta di non udire i loro commenti malvagi? L'idea di sentire addosso i loro sguardi spaventati, o sprezzanti, era a dir poco terribile, e io non avevo voglia di essere lo spettacolo di nessuno quel giorno.

Serrai le palpebre. Li sentivo ancora, senza troppi sforzi; erano probabilmente raggruppati sui divani e sui tavoli, forse non riuscendo a impedire che i loro occhi saettassero sulla porta a brevi intervalli regolari, e parlavano a voce molto bassa come se sapessero che io fossi comunque in grado di sentirli. Si erano forse documentati? Avevano cercato informazioni su di me, prendendo esempio dalla Skeeter, e adesso anche nelle loro tasche giaceva un affilato paletto di frassino?

Rabbrividii impercettibilmente, ancora con i piedi saldamente incollati al pavimento.
Erano pensieri stupidi, ai quali non avrei assolutamente dovuto dare peso, eppure non riuscivo a dedicarmi ad altro in quel momento; continuavo ad attendere che finalmente se ne andassero, ma a quanto pare io ero di gran lunga più interessante di una lezione di Storia della Magia, ed ero certa che avrebbero atteso di fronte al camino finché non mi fossi decisa a mettere il naso fuori dalla mia porta.

Sospirai stancamente, sentendomi sempre più patetica a ogni minuto che passava, alternando momenti in cui l'audacia di uscire a testa alta si frapponeva al timore di ciò che avrei potuto vedere al di fuori del mio rifugio. Ero come un coniglio, che si nascondeva nella sua piccola caverna udendo i ringhi sommessi dei lupi che sostavano all'esterno in attesa del loro pranzo, e quel pensiero non mi fece certo sentire meglio, anche se in un certo senso mi fecero rievocare le parole che Silente mi aveva detto il giorno prima.

Non farti abbattere da ciò che le persone diranno di te, non lasciarti deprimere dai loro pensieri.

La sua voce sembrava così vicina, e rassicurante come quella di un padre.
Potrai, per ogni singolo giorno della tua esistenza, fare caso alle occhiate spaventate delle persone? Potrai impedirti di uscire dal tuo rifugio solamente per paura di non sentirti apprezzata? Potrai chiuderti in te stessa... credendo di essere sola? Perché non lo sei, Hermione, e tutto ciò è assurdo.

I miei occhi si inumidirono percettibilmente, e le mie mani si strinsero in due pugni mentre si scioglievano dal loro intreccio.

Aveva ragione. E io mi sentivo una codarda.

Dovevo solo non pensare, e lasciarmi scivolare addosso tutto ciò che al di fuori della porta mi avrebbe sfiorata. Si trattava solo di... seguire il consiglio di un uomo di cui mi fidavo. E sapevo che era sempre stata la cosa giusta da fare, e che quella era l'unica via per uscire da quel tunnel così burrascoso.

Fu così che, abbandonata ogni cautela, uscii rapidamente dalla camera senza dare alla mia paura il tempo di prevalere ancora una volta sulla mia volontà... e per un attimo, parve che il tempo si fosse fermato.

Ero stata così veloce e inaspettata che la piccola folla sussultò in sincrono di fronte alla mia comparsa; i sussurri e i bisbigli si acquietarono di botto, e alcuni di loro scattarono in piedi a molla come in attesa di un segnale che gli permettesse di fuggire a gambe levate. In fondo, accanto al ritratto della Signora Grassa, Harry era appena entrato e mi guardava sollevato.

« Ti ho cercata dappertutto... - disse nel silenzio denso, avvicinandosi con passo incerto - credevo che fossi già scesa ».

Non risposi. Sentivo decine e decine di paia di occhi puntati sulla mia figura, e ciò mi indusse invariabilmente ad abbassare lo sguardo e a notare un giornale familiare che Harry serrava nella mano.

Adesso che ci facevo caso, lo stesso quotidiano dava sfoggio di sé in altre parti della stanza, a opera degli studenti Grifondoro che li tenevano in bella vista di fronte a loro; tutti tranne il ragazzino più vicino al camino, che invece stringeva convulsamente un grosso fascio d'aglio tra le dita rigide.

« Ehm... la Gazzetta del Profeta ha esagerato come al solito - continuò Harry in tono piatto, in risposta al mio sguardo - non lasciarti suggestionare da ciò che dice, sono solo una marea di... »

« Non è vero! Dice la verità come ha sempre fatto! » gridò all'improvviso un ragazzo pallido, che divenne se possibile ancora più bianco nel sorreggere i miei occhi colmi di rabbia; cercando di ignorarlo, la mia attenzione si volse su un altro membro di quel gruppo di fronte al quale rimasi basita e disorientata.
Ginny.

La sua espressione era impaurita esattamente come quella dei suoi compagni, e con un forte senso di abbandono mi accorsi della Gazzetta del Profeta serrata tra le sue dita; il giornale era stropicciato, come se lo avesse sfogliato più volte del necessario, e le sue braccia conserte mi fecero chiaramente capire con quale tipo di persona mi trovassi a che fare.

Era diventata una di loro.

« Voglio leggerlo » dissi con voce spenta, e Harry ebbe un attimo di tentennamento prima di allungarmi il quotidiano con un accenno di ritrosia; doveva essere difficile, per lui, starmi accanto in un momento tanto drammatico.

E una volta che la prima pagina della Gazzetta si fu soffermata sotto ai miei occhi, leggermente scosso dalle mie dita agitate, compresi che il futuro che avrei dovuto affrontare di lì a poco non sarebbe stato facile come avevo tanto sperato.

VAMPIRI AD HOGWARTS

Creature malvagie infestano la scuola di Magia e Stregoneria, studenti in pericolo

Dopo lunghe ed estenuanti ricerche, i collaboratori della Gazzetta del Profeta sono riusciti a scovare un tremendo segreto che il Preside Albus Silente ha saputo abilmente nascondere a tutti coloro che usualmente hanno a che fare con la scuola di Hogwarts; parliamo di professori, di studenti, e dei genitori stessi, che siamo certi rimarranno scioccati dall'articolo che ha già creato parecchi disordini all'interno della scuola di Magia. Due studenti del settimo anno, Draco Lucius Malfoy e Hermione Jean Granger, sono giustamente sospettati e accusati di appartenere a una stirpe creduta ormai quasi estinta da molti secoli, quella dei Vampiri, una creatura che come forma di nutrimento predilige il sangue umano. Gli studenti della scuola sono rimasti oltremodo stupiti dalla scoperta, ma alcuni sospetti hanno incominciato a sorgere durante le domande dei giornalisti.
« Malfoy è sempre stato strano - commenta spaventato un ragazzino della scuola - una volta l'ho visto aggirarsi a notte fonda nella Foresta Proibita, e mi era sembrato che camminasse un po' troppo veloce per essere uno normale. Ho subito pensato che si trattasse di un'allucinazione, ma più ci ripenso e più mi convinco di non essermi sbagliato. Aveva davvero qualcosa di diverso ».
E come se non bastasse, molte studentesse della scuola di Magia sostengono di aver più volte sognato, nel corso delle loro notti, lo stesso ragazzo Malfoy cibarsi del loro sangue.
« Credevo di essere matta - ci spiega una ragazza del quarto anno, sconvolta - invece ho appena scoperto di non essere la sola ad aver fatto sogni del genere; tutte le mie amiche hanno sognato Malfoy che entrava nelle loro camere, e al risveglio si sono sentite come mi ero sentita io, debole e sfiaccata, con un fastidio atroce all'incavo del collo ».
Come ben sappiamo i Vampiri, se si lasciano trascinare dalla sete e dall'odore della preda, possono perdere il controllo e uccidere le loro vittime; la presenza di creature così pericolose in una scuola tanto grande è considerata altamente letale e rischiosa per qualunque studente la frequenti, quindi consigliamo ai loro genitori di prendere provvedimenti e protestare contro la presenza di mostruosità del genere affinché i loro figli possano frequentare la scuola senza il rischio di venire attaccati.
« E' giusto, inoltre, che i genitori sappiano che non è necessario riportare a casa i loro figli al momento - consiglia Cornelius Caramell, Ministro della Magia - la situazione verrà risolta il più presto possibile, tratterò con Silente i documenti per allontanare creature tanto nocive dal nostro mondo, e state pur tranquilli che nel giro di poche ore tornerà tutto come dovrebbe essere ».
Intanto, le lezioni nella scuola di Hogwarts sono ufficialmente sospese, e il Ministro nel frattempo raccomanda a tutti gli studenti rimasti di osservare sempre la massima cautela e non avvicinarsi per nessun motivo a queste creature demoniache.

Alzai lo sguardo su Harry, che ricambiava in attesa di una mia reazione, e in un infinitesimo istante il quotidiano cadde pesantemente sul pavimento.

Non farti abbattere da ciò che le persone diranno di te.

Credevano tutti che fossi un mostro. Le persone avevano paura a stare nella stessa stanza con una come me, le loro notti sarebbero state popolate da incubi di cui io sarei stata la protagonista.
Non farti abbattere da ciò che le persone diranno di te.

Non dovevo dare peso a quei pensieri, e tantomeno a quello stupido articolo, però il mondo attorno a me sembrava essere caduto rumorosamente in mille pezzi; non avevo più certezze, non avevo più ideali che mi sostenessero, non avevo più una vita normale.
La mia natura mi aveva portato via tutto il resto.

« Andiamocene ».

Harry mi fece cenno di uscire, e delicatamente mi sfiorò l'avambraccio sospingendomi via da loro; via da Ginny, di cui avevo fatto bene a non fidarmi, via dal mio rifugio, in cui avrei voluto serrarmi finché tutto attorno a me non fosse miracolosamente cambiato, via da tutti loro, che adesso mi vedevano come una nemica da combattere.

E tutti i presenti che popolavano la stanza, ai miei occhi, erano solo frammenti di passato che non sarebbero mai tornati al loro posto.

Avevo la gola serrata; non riuscivo a dire niente, neanche a ringraziare Harry per essermi ancora vicino, per il suo sguardo che non sarebbe mai stato come il loro, per la sua vicinanza che in quel momento era l'unica cosa che contasse davvero. Mi limitai semplicemente a farmi trasportare, e a varcare la soglia del ritratto proprio quando un piccolo ragazzino biondo sbucava dal nulla prendendo a scattarmi foto all'impazzata, a distanza di sicurezza.

« Colin, smettila! » urlò Harry tentando di allontanarlo senza risultati, e nel frattempo un gruppetto di ragazzini poco lontano, nascosti dietro a una grossa colonna di marmo, apparivano terrorizzati mentre brandivano alla cieca delle rozze croci di legno.

« Allontanati! - urlò con voce stridula uno di loro - Vattene, questo non è posto per te! »

« Ma perché sei con lei, Harry? Sei ancora suo amico? Non hai paura? Sei un Vampiro anche tu? » cominciò Colin emozionato, ma Harry lo ignorò scoccandogli un'occhiata irritata, conducendomi lontana da loro.

Io stavo solo imponendo alle mie lacrime di non mostrarsi deboli ancora una volta.

« Stai bene? »

Harry si fermò proprio di fronte alla grande arcata deserta del settimo piano, e mi guardò apprensivo. Forse intuì la risposta dal mio sguardo denso di malinconia, perché esitò qualche istante prima di dire, incoraggiante:

« Vedrai che risolveremo tutto. Silente non permetterà che ti allontaneranno da qui ».

« Silente non è invincibile » sibilai trovando intollerabile l'idea di affidare tutti i miei problemi a un'unica persona, e non essendo del tutto certa, stavolta, che il Preside avesse qualche asso nella manica contro lo stesso Ministro della Magia; la mia situazione era indifendibile, e neanche uno come Silente, forse, avrebbe saputo trovare una scappatoia al disastro che si era creato.

« Sì, ma se c'è qualcuno da cui dipende la tua permanenza nella scuola, questo è lui » rispose Harry cauto.

Avrei dato qualsiasi cosa per avere almeno un po' della sua speranza, pensai tristemente mentre mi voltavo a guardarlo.

« E cosa credi che possa fare? - dissi, sfinita - Silente ha tutto il Ministero contro, gli studenti e i loro genitori! Lui stesso, anni fa, è stato vittima degli articoli del Profeta; credi davvero che possa riuscire a far cambiare idea a metà Mondo Magico? I Vampiri sono sempre stati temuti, la gente ha paura, e sinceramente, dopo tutto ciò che ho passato, come potrei biasimarli? »
Tacqui, per poi voltarmi verso la finestra appannata dal freddo.

Non vedevo soluzione, ed ero certa che anche Harry provasse la stessa cosa; percepivo la sua presenza dietro di me, i suoi pensieri volti alla ricerca di un modo per rassicurarmi, per farmi capire che niente era ancora perduto, e mi sentii riscaldare totalmente da quella celata dimostrazione di affetto.

Quando venne a mio fianco, prendendo anche lui a fissare il vetro umido con sguardo assorto, fu come se stesse cercando di infondermi un po' della sua tenacia; un sottile incoraggiamento a non arrendermi mai, come aveva fatto lui durante il suo quinto anno di scuola.

« Tu non mi hai trattata come loro. Mi sei rimasto accanto, nonostante sapessi bene quali rischi avresti corso a stare in contatto con creature come me, abbandonando persone a cui tenevi in modo inimmaginabile. Perché lo hai fatto? »

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