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Capitolo 45

Video del capitolo:
Draco + Hermione(Dramione) || Demons

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La luce trapassò pigramente le lucide finestre a vetri, luminosa e bianca, infrangendosi su un letto candido e ordinato sul quale era seduto un ragazzo dall'espressione turbata. Il suo volto era apatico, eppure la sensazione che era possibile scorgervi era solo una, che sembrava invaderlo fino a mozzargli addirittura il respiro.

Confusione.

Il silenzio rendeva le sue riflessioni e le sue infinte domande ancora più fastidiose ed insistenti, e come non mai Harry James Potter avrebbe voluto lasciare quella dannata stanza per poter finalmente parlare a qualcuno di tutto quanto, e trovare delle risposte che fino a quel momento non erano arrivate.
Risposte che forse non avrebbe mai toccato.
Poi, con uno scatto secco, la porta alle sue spalle venne aperta all'improvviso e l'infermiera Madama Chips, con espressione appena allarmata, lo raggiunse con parecchi panni bagnati tra le braccia.

« Come si sente adesso, signor Potter? »
Harry alzò lentamente la mano a sfiorare la fronte, ma l'altra gliela scansò bruscamente per poggiarvi la propria; il suo viso sembrò rasserenarsi, ed Harry in qualche modo rimase sollevato da quella vista.

Forse i suoi problemi erano finiti?

« E' fredda - decretò Madama Chips, poggiando i panni sul comodino - strano, fino a due ore fa era bollente. A quanto pare la febbre è sparita nel giro di così poco tempo... »

« Non era febbre - replicò Harry esasperato; lo aveva ripetuto tante di quelle volte che la voce, adesso, era appena più flebile - Ho iniziato a stare male nello stesso momento in cui la cicatrice bruciava, non è mai accaduto prima d'ora! E poi... mi sentivo strano. Sul serio, sono sicuro che non sia stata febbre, ho provato qualcosa che non le so spiegare a parole! »

Madama Chips assunse un'espressione scettica che fece chiaramente capire a Harry di stare combattendo una battaglia persa, e scosse appena la testa mentre si riaggiustava gli occhiali sul naso.

« Mi ha ripetuto questa solfa per tutta la notte, signor Potter, ma lei non vuole capire che era stato solo affetto da una febbre momentanea. Se è così convinto che la sua cicatrice c'entri qualcosa, però, può sempre parlarne con uno dei professori! »

Il Bambino Sopravvissuto tacque per un momento di fronte allo sguardo irascibile dell'infermiera. I suoi pensieri si soffermarono sul Preside, e poi sulla McGranitt, che sicuramente avrebbero provato curiosità di fronte alla sua versione dei fatti, che in qualche modo sarebbero stati gli unici... a capirlo davvero.

« Bene, vado da Silente » esordì, ma la Chips lo inchiodò al letto con uno sguardo di fuoco.

« Non provi ad alzarsi di qui! - abbaiò - E' ancora debole, ha bisogno come minimo di un'altra giornata di riposo! »

« Ma... sto bene adesso! » tentò Harry, sgomento alla sola idea di rimanere bloccato ancora un altro giorno su quel letto, ma l'infermiera non pareva voler sentir ragioni e si allontanò con aria superba e inconfutabile in direzione del suo piccolo ufficio.

« Non faccia storie, signor Potter, e prenda le vitamine che le ho lasciato sul tavolo! »

Lo sguardo malinconico di Harry indugiò sulle due pastiglie che giacevano sul piano limpido, assieme a un bicchiere pieno d'acqua, e si chiese come mai dovesse sopportare tutto ciò per una sola notte di febbre. Quello era un trattamento riserbato a tutti gli studenti in stato di guarigione, oppure... oppure anche la

Chips aveva notato qualcosa di strano, e stava fingendo di fare finta che tutto stesse andando per il meglio?
Harry si accigliò ed alzò di nuovo la mano, passando le dita sulla cicatrice che sentiva sottile sotto la sua pelle. Sapeva solo che non aveva mai bruciato in quel modo, e che quello che aveva provato a lezione di Erbologia era stato in assoluto il dolore più forte e acuto fino a quel momento.

Ma adesso sembrava passato e questo non poté che rinfrancarlo un po', mentre appoggiava la testa sul morbido cuscino, ignaro del fatto che una vecchia sagoma lo osservava con tristezza poco distante, di cui non aveva ancora carpito la presenza.




Era l'ora di pranzo, e gli studenti di Hogwarts sciamavano lentamente verso l'interno della Sala Grande con il mirabile intento di abbuffarsi il più possibile prima delle lezioni pomeridiane, che per quelli del settimo anno sarebbero state estenuanti. Tra il clangore delle posate, il tintinnio dei bicchieri e il soffuso chiacchiericcio, io mi sentivo niente meno che un'estranea e ciò contribuì in parte a far peggiorare il mio umore nero che, lo sapevo, non si sarebbe placato fino alla fine dell'anno per motivi fin troppo ovvi.
Ovvi almeno per me.

« Dai, Hermione.... non è la fine del mondo ».

« Come puoi dire così? - sbottai incredula, ignorando la ciotola di minestra che Ginny mi spingeva sotto al naso- Quest'anno ci sono gli esami del M.A.G.O., e non posso permettermi una cosa simile! Sono stata una stupida, avrei dovuto prendere lo studio più seriamente! Non so proprio cosa mi sia preso! E tu, cos'hai da guardare? » aggiunsi in un ringhio, con uno sguardo omicida al ragazzo seduto accanto a me che mi fissava con occhi strabiliati.

Ebbene, quella giornata per me rappresentava la soglia dello sfacelo.
Dopo sette anni passati ad infrangere le regole più importanti della scuola, a disobbedire agli insegnanti, ad uscire dai dormitori ad orari impensabili, a ficcare il naso dove non avrei dovuto e tante altre cose ancora, non avevo mai ricevuto un ammonimento da parte dei docenti; tutto si era sempre risolto per il meglio, perché ciò che avevo combinato con Harry e Ron era stato al fine di salvare la scuola e per nessun altro motivo. Ma stavolta...

« E' solo una punizione, Hermione - disse Ginny, cercando con scarso successo di consolarmi - e poi dura solo due sere, non muore nessuno... »

« Ma è seccante, d'accordo? Io... io non posso aver preso una punizione! » esclamai imbufalita, incrociando le braccia afflitta mentre Ginny sorrideva esasperata.

Bè, se ci riflettevo a dovere non era l'aver preso una punizione che mi irritava, ma il perché me la fossi meritata. Sarei stata ben felice di farmi punire in cambio di aver compiuto una buona azione nei confronti degli altri, come era già accaduto in passato... ma non per essere mancata ad una mattinata intera di lezione, e tutto per andare a letto con Draco Malfoy!

Nel rievocare quel momento arrossii leggermente, di rabbia e di imbarazzo. Per colpa di quell'idiota mi ero beccata la mia prima punizione, e in più ad un soffio dagli esami! E naturalmente quel dannato Serpeverde raccomandato non aveva subìto alcun ammonimento, grazie a Piton che ancora una volta avrebbe rinunciato alla sua stessa cattedra pur di difenderlo "da conclusioni troppo affrettate e per niente consone al comportamento che il signor Malfoy ha tenuto durante tutto l'anno scolastico; se abbiamo uno studente modello, quello è lui", come aveva spiegato il professore di

Pozioni con la sua inequivocabile aria beffarda.

« In effetti, ancora non capisco perché non tu sia venuta in classe, ieri. Cos'hai fatto, scusa? » mi chiese Ginny all'improvviso, sorseggiando dal suo bicchiere, ed io scrollai le spalle ben sapendo di non avere molte risposte alternative a mia disposizione.

« Io... ho perso la cognizione del tempo. Tutto qui » risposi, ma Ginny fece per ribattere proprio quando un'inconfondibile biondo faceva il suo ingresso nella sala.

Non sentii niente della sua risposta, impegnata com'ero nel fissarlo, presa da un indescrivibile felicità nel rivederlo ancora vivo. Infatti Draco non era ferito, né sembrava in qualche modo sofferente, o sconvolto; la sua espressione era fredda ed imperscrutabile al suo solito, mentre si dirigeva al tavolo dei Serpeverde come un feroce leone che faceva il suo ingresso trionfale nella savana.

Mi chiesi dove fosse stato, anche se sapevo che non avrei mai trovato risposta, e nello stesso tempo mi domandai quando avremmo avuto di nuovo occasione di parlare e stare insieme. Nel tardo pomeriggio ci sarebbe stata la partita di Quiddich, magari avrei trovato il modo di estorcergli qualcosa in tribuna...

Presa da quel pensiero, avvertii una morsa al cuore, piacevolmente dolorosa, quando i suoi occhi si posarono su di me. Il loro grigiore fu in grado di colpirmi con la stessa intensità di una scossa ed io distolsi subito lo sguardo, un po' disorientata.

Non volevo che si accorgesse di quanto io fossi presa da lui.
Quando mi ebbe sorpassata, d'altro canto, notai un inconfutabile ghigno affiorare sulle sue labbra, tanto vittorioso e derisorio da avere il mirabolante effetto di far salire di nuovo la mia irritazione a mille.

« Mi ascolti? Ehi, ma cosa guardi? » disse Ginny accigliata, voltandosi senza preavviso, ma con quella che io giudicai sfortuna sfacciata Draco si era seduto tra i suoi amici prima che lei avesse potuto vederlo in piedi.

Almeno per quel giorno, avrei evitato domande inopportune.

« Sì, ehm... mi ero distratta. Dicevi? »

« Nulla, ti stavo chiedendo come mai non mangi! - esclamò preoccupata - Non so, ti vedo strana in questi giorni... »

Mi strinsi ancora una volta nelle spalle in un gesto noncurante, ben conscia di dover evitare il pericolo anche quella volta, e cambiai discorso sperando di distrarla.

« Non ho molta fame. Comunque, hai visto Harry? Ieri sera Madama Chips mi ha vietato di fargli visita, lo ha tenuto d'occhio tutta la notte ».

« In realtà no, però prima di scendere in Sala Grande sono passata dall'infermeria e la Chips mi ha detto che sta meglio. A quanto pare si trattava solo di febbre » rispose Ginny, ed io mi feci mio malgrado meditabonda.

Quella situazione non mi convinceva; era davvero plausibile una febbre così improvvisa, accompagnata inoltre dal dolore della cicatrice?

E se era vero che quella saetta rappresentava un legame con Voldemort... voleva forse dire che era successo qualcosa? Magari Harry aveva avuto delle visioni, come in passato... ma ciò non sarebbe dovuto accadere, no?

Il suo legame con la mente di Voldemort non doveva essersi bloccato grazie all'Occlumanzia? Era tutto molto strano, e sperai che saremmo riusciti a capire in tempo cosa ci fosse che non andava, magari con l'aiuto di Silente. Lui doveva certamente saperne qualcosa.

Seppur persa nei miei ragionamenti, percepii comunque un lieve baccano provenire dall'esterno della sala, e mi voltai imitata poco dopo da tutti gli altri quando il trambusto cominciò a farsi più forte. Sentivo delle persone urlare.

« Che succede? » disse Ginny preoccupata, con lo sguardo confuso in direzione degli archi della Sala Grande che furono improvvisamente varcati da un piccolo gruppo di persone in testa al quale, come un improbabile miraggio, c'era una persona che avevo imparato ad odiare con tutto il cuore.

Rita Skeeter si stava facendo avanti a piccoli passi con il suo taccuino Prendi Appunti stretto tra le dita, sul volto un sorriso talmente grande che i suoi denti d'oro risaltavano come fari anche nell'ambiente illuminato della sala; camminava svelta, intralciata a brevi intervalli dal piccolo professor Vitius, che urlava disperato:

« Lei non può entrare qui! Mi è stato detto che lei... »

« Suvvia, Filius, che sarà mai - replicò lei con voce zuccherosa - E' solo un articolo, non creerà problemi a nessuno! »

Di questo non ne ero affatto sicura, pensai voltandomi verso il tavolo dei professori, scoprendo con costernazione che né Silente né la McGranitt erano presenti e che gli altri, come ad esempio Piton e la Cooman, osservavano la scena completamente indifferenti.

Quella maledetta aveva scelto un giorno in cui nessuno avrebbe potuto ostacolarla!

« Ma lei non può, deve andarsene, lei... » tentò di nuovo il professor Vitius, ma era così piccolo che fu spinto da parte con poco riguardo dalla folla di fotografi che seguivano la Skeeter accalcandosi l'uno sopra l'altro, e quasi inciamparono su loro stessi quando lei si fermò davanti ad una studentessa di Tassorosso del secondo anno.

« Allora, cara - le disse la Skeeter, con un sorriso da diabete - Stiamo scrivendo un articolo sugli studenti migliori di tutta la scuola di Hogwarts, potresti per favore indicarci alcuni nomi? »

Sentii crescere l'agitazione, e anche un palpabile senso d'angoscia. Stava per succedere qualcosa che ancora non riuscivo a decifrare bene.

« Bè... - cominciò a rispondere la ragazzina, arrossendo nel sentire tutta l'attenzione della sala concentrata su di sé - di Tassorosso c'è Michael Corner, settimo anno credo... »

« Perfetto! - esclamò la Skeeter, mollandola immediatamente per andare da Michael, che aveva alzato debolmente una mano - Fotografi, tutti qui! »

E prima che avesse potuto fare qualunque cosa, il ragazzo fu tempestato da numerosi scatti fotografici che gli fecero strizzare gli occhi, allucinato.

« Bene... guardate tutti! »

La Skeeter prese una macchina fotografica a caso, estrasse la bacchetta e vi impose sopra un incantesimo dall'aria complicata, tra il silenzio attonito generale. Un attimo dopo, una lucida fotografia era apparsa nella sua mano.

« Lo vedete? » gridò, sollevandola e mostrando la fotografia a tutti, dove un impotente Michael Corner sorrideva debolmente con gli occhi strizzati dalle luci dei flash.

Nessuno studente rispose, anche se molti annuirono, sebbene non capissero ancora quali fossero le intenzioni di Rita. Io d'altro canto avevo un dubbio sottile che si era insinuato insistente dentro di me, che si rafforzò ulteriormente quando la Skeeter riprese a parlare con voce ancora più velenosa.

« Bene... E adesso, chi saprebbe indicarmi i migliori studenti tra i Grifondoro? »

Un brivido mi corse lungo la schiena.
Quasi tutti i studenti si voltarono istintivamente verso di me, mentre io avrei voluto semplicemente sotterrarmi, o meglio sparire per fare in modo che quella strega non riuscisse nel suo dannato piano. Un piano che avrebbe sconvolto ulteriormente la mia esistenza.

« Hermione Granger! - esordì, seguendo il loro sguardo - Ho già scritto qualcosa su di te, vero? » aggiunse con cattiveria, affrettando il passo per raggiungermi, mentre io mi alzavo non del tutto tranquilla.

Avrei potuto correre via dalla Sala Grande e così sperare di non subire conseguenze, ma non appena mi volsi trovai la via sbarrata dal gruppo di fotografi, che erano già pronti a scattare, e mi sentii davvero male.

Era una questione di attimi.
Non potevo scansarli, Hermione Granger non ne avrebbe avuto la capacità fisica.
Non dovevo essere così forte.
Non potevo insinuarmi tra di loro e cominciare a correre, perché ancora una volta, Hermione Granger non avrebbe potuto essere così agile e veloce.

Cosa diavolo avrei dovuto fare?

La mia mano si strinse attorno alla bacchetta, nella tasca della divisa, ma sapevo di non poterli attaccare senza rischiare di finire nei guai... e improvvisamente, nel notare i ghigni dei fotografi accentuarsi, capii che non avevo più tempo a disposizione.

Non c'erano più soluzioni per me.
Nello stesso momento in cui mi voltai, fui investita da un mare di flash fotografici. Erano abbaglianti, e crudeli, ed io mi allontanavo da loro sapendo perfettamente, dentro di me, che la Skeeter era riuscita nel suo intento.
Erano riusciti a riprendermi.

« Che succede qui? »

Sentii la voce della McGranitt raggiungermi come un'ancora di salvezza, dall'estremità della sala, ma ormai era troppo tardi; la Skeeter parve infastidita dal suo arrivo e si affrettò ad allungare le mani sulla macchina fotografica più vicina.

« Accio! »

Essa sfrecciò sulle teste di tutti gli studenti, rimbalzando bizzarramente su quella di Neville, e si adagiò sulle mani di un ragazzo dagli occhiali rotondi che stava in piedi accanto alle arcate.
Era Harry, che guardava la Skeeter con odio palpabile nei suoi occhi verdissimi, ma lei non si fece impressionare e si voltò di nuovo verso i suoi accompagnatori.

« Ah, dannato ragazzo! - ringhiò la

Skeeter con un'occhiata malevola all'indirizzo del mio migliore amico - Proteggetemi con una barriera! »

I fotografi estrassero le bacchette, e costituirono una potente bolla luminescente che le permise di eseguire l'incantesimo indisturbata su un'altra macchina fotografica.

« Che succede? Cosa sta facendo? » sbottò la McGranitt ad occhi sbarrati, fermandosi sulla soglia di quel putiferio, mentre parecchi studenti si alzavano senza capire cosa diavolo stesse accadendo.

Poi la barriera si ruppe all'improvviso e tutti furono in grado di rivedere il sorriso scaltro di Rita Skeeter, che appariva soddisfatto come non mai mentre io, gelata, assistevo alla scena senza credere che tutto ciò stesse davvero accadendo.

Non era possibile.

« Guardate! »

Sollevò la fotografia con aria trionfante, mostrandola a tutti i presenti; raffigurava le tavolate di Grifondoro e Corvonero che si perdevano all'orizzonte segnato dal tavolo dei professori, perfettamente visibile. Nel mezzo di essi, contrariamente a come sarebbe dovuto essere, non c'era...

« Niente! - gridò la Skeeter, abbastanza forte da farsi udire da tutti quanti - Vedete? Non c'è niente! Hermione Granger non appare nelle fotografie, e vale lo stesso per Draco Malfoy! »

Seguì un silenzio disorientato; parecchie persone si voltarono verso di me, accigliate, e altrettante guardarono Draco, su cui non avevo il coraggio di volgere lo sguardo. Dentro mi sentivo tremare, e la presa sulla bacchetta si faceva più salda ad ogni minuto che passava.

Il rancore nutrito verso di lei stava per esplodere.

« Sapete quali sono i tipi di creature che non appaiono nelle fotografie, e negli specchi? Quelle che non hanno un anima, provviste di nient'altro che un unico corpo vuoto, animato da chissà quali spiriti maligni? »

« Basta così! »

La McGranitt avanzò verso di lei con ferocia, ma alcuni fotografi le sbarrarono la strada impedendole di raggiungere la Skeeter, che continuò a sorridere.

« I Vampiri! »

« Stupeficium! »

Un fascio di luce rossa, un colpo sordo, grida e sguardi stupiti e spaventati.
Silenzio.

Sguardi che guardavano me.

Abbassai gli occhi, e nel sentire il legno della bacchetta a contatto con le mie dita, seppi che gli spiriti maligni di cui aveva appena parlato la Skeeter avevano agito per me.

Ero stata io.

note:

Siccome che non ho nulla da fare. Posto 😂

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