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Capitolo 41

Se in quel momento fossi stata ancora un'umana, probabilmente non sarei più stata in grado di respirare.
Sembravano passati secoli dall'ultima volta in cui io e Draco eravamo rimasti da soli, lunghi anni infiniti dall'ultima volta in cui lo vidi guardarmi in quel modo. Troppo tempo in cui il mio cuore si era rifiutato di battere per un motivo che non fosse lui.

E avevo paura, ero terrorizzata dal fatto che tutto all'improvviso potesse finire, che la sua figura tanto bruciante si dissolvesse proprio davanti a me in una misera nuvola di fumo, lasciandomi di nuovo sola.

Fu come se il silenzio stesse parlando per noi, come se dentro di esso fossero racchiusi tutti conti in sospeso che avevamo l'uno con l'altra, incatenati dal nostro maledetto orgoglio che ci impediva di risolvere la situazione.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, che mi fissavano freddi.

Facevano male.

E l'attesa era ancora peggiore. Era lui che mi aveva portata lì, lui che avrebbe dovuto spiegarmi cosa diavolo avesse in testa, che avrebbe dovuto raccontarmi tutto quanto... ma Draco non sembrava voler parlare. Semplicemente, aveva preso a fissare un punto imprecisato di fronte a sé come se io non ci fossi più. Come se io, per lui, non fossi nulla.

E più il silenzio ci avvolgeva, più lo sentivo distante. Ad un passo da me, ma infinitamente lontano. E io... non volevo perderlo. Avevo bisogno di capire.
Fu così che presi coraggio, a mio rischio e pericolo.

« Perché mi hai portata qui? »

La mia voce aveva tremato, ed io subito mi vergognai di apparire ai suoi occhi tanto debole e indifesa. La bocca sottile di Draco si piegò appena in un lieve sogghigno, ed io immediatamente sentii montare dentro di me l'antico odio provato per lui dal momento stesso in cui ebbi messo piede a Hogwarts.
Continuava a prendersi gioco di me.

« Non rendere le cose ancora più difficili ».

Il suo sguardo incontrò di nuovo il mio, quasi si aspettasse di vedermi digrignare i denti ed esplodere di rabbia come ogni volta in cui con lui perdevo la pazienza, ma stavolta cercai di non avere reazioni.
Non era più come un tempo.

« Sei tu che le rendi difficili. Per una volta, ti basterebbe rispondere ad una mia domanda ».

« Granger, sai benissimo che non lo farò ».

Nell'udirlo, l'indignazione ebbe la meglio su di me e marciai di fronte a lui con gli occhi che mandavano lampi.

« Basta giocare. Sono stanca » ringhiai sostenendo il suo sguardo freddo, mentre Draco rimaneva impassibile come se fosse in attesa di sentirmi parlare di nuovo.

Ma io non riuscivo a continuare; avrei voluto urlargli in faccia tutto ciò che pensavo realmente di lui, ma anche se era l'unica cosa che desideravo, qualcosa mi bloccava.

Forse sarebbe stato meglio andare via da quella maledetta stanza, il cui scopo era ormai andato perduto, e sentendo gli occhi inumidirsi mi voltai per sfuggire alla sua vista. Perché neanche stare da soli serviva a qualcosa. Io e Draco... forse non eravamo fatti per stare insieme.

« Mezzosangue... cosa devo fare con te? » Rimasi perfettamente immobile, continuando a dargli le spalle. Dove diavolo voleva arrivare? Che aveva intenzione di fare?

Lo sentii muoversi appena, e percepii la sua presenza appena dietro di me. I miei occhi bruciavano di lacrime gelate.

« Guardami ».

No. No, non potevo dargli questa soddisfazione. Io non ero la bambola di nessuno, maledizione.

E, lo giurai su me stessa, Draco non avrebbe mai più visto le mie lacrime di sofferenza. Ebbi appena il tempo di formulare mentalmente quel pensiero tanto malinconico, che improvvisamente due mani gelide sfiorarono i miei fianchi.
Non seppi come... ma un attimo dopo mi stavo stringendo forte al suo petto.
Ero patetica, forse, o semplicemente disperata. Ma lui era tutto ciò che volevo.

Abbracciarlo, sentire che era ancora vivo, era la cosa più bella che potesse capitarmi dopo tutti quei giorni passati in pena per lui, dopo l'inferno che avevo passato a preoccuparmi per la sua incolumità.

Mi accarezzò la schiena, ma il suo tocco non era come quello di Harry; era freddo, glaciale, ritroso.
Era neve, esattamente come lui.

« Perché? Perché sei così? » gridai con voce soffocata, e subito lo sentii irrigidirsi.

Non rispose subito. Non osai neanche immaginarmi la sua espressione.

« Non lo so, Granger. Non lo so ».
Esitai, sconvolta dal suo tono di voce. Era stato... serio, per la prima volta, assorto.

Era la verità.

Mi staccai da lui con uno scatto, e tornai a guardarlo con aria imperscrutabile.
Draco mi fissava a sua volta. Bellissimo, perfetto, irraggiungibile. Lui, con la sua eleganza innata, il suo modo di fare tanto ammaliante e seducente.
Così distante da me.

« Volevi uccidere Harry ».

Cercai di rimanere impassibile, anche se un certo rancore era scaturito assieme a quelle parole. L'espressione di Draco non mutò. Sembrava aspettarselo.

« Esatto » rispose con voce neutrale.

Avevo creduto che negasse.

« Perché? »

« Non sono qui per in interrogatorio, Granger » rispose Draco all'istante in tono definitivo, ed i miei occhi si allargarono appena.

Inutile. Parlare con lui non portava mai a nulla.

« Bene. Me ne vado ».

Sentivo il cuore scoppiare di dolore, e le lacrime lottare per cercare una via d'uscita... e stavolta non mi sarei sforzata di cercare di capirlo. Draco aveva l'innata capacità di saper allontanare chiunque gli stesse lasciando qualcosa dentro.

Ed ero stanca, distrutta.
Ma nel momento stesso in cui allungai il braccio per aprire la porta, capii che io ero la sua vittima, per l'ennesima volta.

E così sarebbe sempre stato.
Mi ritrovai al muro, le labbra di Draco che premevano sul collo, i suoi baci ardenti che lasciavano presagire cosa sarebbe accaduto da lì a pochi istanti.

Era tutto ciò che volevo, sentire che mi amava.
Ma non così.
Cercai di liberarmi, facendo forza su di lui, ma Draco resisteva continuando a lambirmi il collo, e poi le guance, le orecchie.

« E' questo tutto ciò che vuoi da me? Vuoi solo questo? » gli gridai infuriata, sentendo la presa che faceva su di me più forte di come fosse mai stata.

Mi sentivo usata, oltraggiata. Ero solo sesso, per lui?

« No. Voglio la tua anima, e il tuo cuore ».

Fu come cadere, e fare un brusco atterraggio che non avevi previsto. Perché nulla di ciò che Draco diceva aveva senso alcuno.

Le mie guance erano arrossate dai suoi baci, il collo umido della sua saliva, e la mia resistenza cominciava a venir meno; sentivo le sue mani slacciarmi la camicetta, quelle mani che avevano eseguito il loro incantesimo ancora una volta.

« Hai già preso la mia anima ».

« Allora dammi il tuo cuore, Granger ».

Mi baciò, sentii la sua lingua cercare la mia con morbosità, ingordigia. E il mio corpo stava agendo senza il mio consenso.

Non avevo voglia di pensare, di dare una fine a tutto... non in quel preciso istante, quando i pezzi stavano per ricongiungersi al loro posto. Lo strinsi a me, assaporai le sue labbra, lo abbracciai temendo che potesse sfuggirmi.

Lui, Draco, era tutto ciò di cui mi importava in quel momento.
Al diavolo il rancore, al diavolo il passato. In quel momento, lui era lì con me.

Fu un bacio mozzafiato, un assaggio dei nostri ricordi passati, che mi fece sentire bene e felice come non mai... Però non volevo più solo quello.

Lasciai che Draco mi trasportasse con lui, che mi adagiasse su un letto che fino a qualche istante prima non c'era. Non volevo staccarmi dalle sue labbra, e avere di nuovo la sensazione di averlo perduto per sempre.

Le sue mani mi spogliarono con velocità, ed io senza esitare feci lo stesso; un attimo dopo il suo torace ben scolpito brillava sopra di me, e le sue labbra si ricongiunsero alle mie tracciando una sottile scia ardente sulla mia pelle nivea.

Assecondai il bacio per qualche istante, e sentendo l'eccitazione avvilupparmi gli diedi la possibilità di entrare in me ancora una volta.

Avevo voglia di lui.

Draco non esitò neppure per un istante, e dopo la prima spinta fui costretta ad abbandonare la sua bocca perfetta per poter gemere. Sentirlo dentro di me era magnifico, ed io affondai le dita tra i suoi capelli biondissimi per concretizzare ancora di più quel momento inimitabile.

I suoi occhi color tempesta mi fissavano, forse cercavano di leggermi dentro, mentre si muoveva sopra di me e mi prendeva le mani tra le sue, intrecciandole. Gli baciai il mento, e poi ritornai alle sue labbra, che avrei torturato anche a costo di farlo soffrire.
Era come essere in Paradiso. Era come morire, e rinascere una seconda volta.
Ma non era più per vendetta.

Questa volta non volevo fargli del male.
In quel momento volevo solo dimostrargli di amarlo, e che lui per me era qualcosa. Un qualcosa indelebile nel mio cuore, che non sarebbe mai stato cancellato.

« Draco... »

Non dicevo spesso il suo nome, e pronunciarlo mi provocò uno strano brivido, mescolato ad una strana sensazione... quasi familiare. Lui continuò a fissarmi attento, e le parole mi uscirono dalle labbra senza che potessi controllarle.

« Tu hai già il mio cuore ».

Si bloccò per un istante, e fu come se il tempo stesso si fosse fermato.
Io lo fissavo a mia volta, sconcertata.

Oh, no. Cosa diavolo avevo detto?

Mi diedi dell'idiota, mentre sostenevo il suo sguardo più stupito che mai. E poi, quando pensavo che se ne fosse andato...

Mi fece un accenno di sorriso. C'era qualcosa, nei suoi occhi, che non avevo mai visto prima; una sorta di calore, che lo rendeva strano, irresistibile.

Uno sguardo che mi lasciava senza parole e mi terrorizzava al tempo stesso, un raggio di sole che mi trafiggeva all'improvviso.

Però fu un momento. Mi ribaciò, stavolta con più passione, e serrò la stretta delle nostre dita. Riprese a muoversi sopra di me, con spinte precise e forti che mi fecero perdere la testa in un istante, e mi resi conto che stavolta parlare troppo non era stato uno sbaglio.

Non sapevo cosa mi avesse fatto, ma in quel momento, mentre lo stringevo a me, capii che Draco era diventato il mio mondo dal momento stesso in cui mi aveva Vampirizzata.

Ma questo non glielo avrei mai detto. Non avrei mai rischiato una cosa simile, o almeno non adesso.

Gemetti di piacere mentre lui rimaneva silenzioso, anche se era evidente che stesse provando qualcosa. Avrei mai saputo la verità, un giorno?

Non so per quanto tempo andammo avanti, quanti istanti passarono; avevo perso la cognizione del tempo, ma la mia sete di sangue era sparita del tutto, placata dalle emozioni che Draco era stato capace di farmi vivere... che solo lui avrebbe potuto farmi provare.

E quando Draco si lasciò cadere a mio fianco fu come precipitare ancora una volta in una realtà troppo grande da sopportare. Amarsi era stato il nostro unico scudo di fronte alle tensioni accumulate, e adesso che il silenzio era tornato... il rancore e le incomprensioni sembravano enormi in confronto alla nostra voglia di stare insieme.

E stavolta il tempo non avrebbe guarito alcuna ferita.
Mi voltai verso di lui e lo vidi disteso accanto a me.

« Saresti dovuto rimanere in infermeria » gli sussurrai, con il mio viso che si rispecchiava nei suoi occhi, tanto vicini.

Ma Draco non rispose nulla. Rimase a fissarmi con la testa adagiata sulla coperta di velluto, dopodiché tese il braccio a sfiorare la catena della mia Giratempo che giaceva sulla coperta. Strinse il filo dorato e d'impulso, rendendomi conto che la voleva di nuovo, la presi nella mia mano impedendogli di sfilarmela dal collo.

Osservò il gesto senza espressione, ma sapevo di aver fatto la cosa giusta, e lo capii nell'osservare di nuovo il suo ghigno derisorio; voleva farmi ancora del male.

« Non mi fido più » mormorai.

Draco rimase in silenzio, e il sorriso gli scivolò lentamente via dal viso. Sembrava assorto, pensieroso, meditabondo, e mi studiava scrutando ogni centimetro del mio viso. Io rimasi immobile ricambiando il suo sguardo, anche quando Draco allungò un braccio circondandomi alle spalle, attirandomi a sé.

I nostri nasi si sfioravano e il suo braccio, benché freddo, mi dava un'insolita sensazione di calore. Su di esso, riuscii a notare un graffio leggerissimo... che mi fece immediatamente piangere il cuore.

« Dove eri andato? »

Anche se aveva detto di non volere interrogatori non potei impedirmi di fargli quella domanda che da più di una settimana mi perseguitava, giorno e notte, rendendomi avida di una qualsiasi, effimera risposta.

« Non chiedermelo, Mezzosangue ».

Il suo tono non era adirato, ma solo tremendamente definitivo. Ritirò il suo braccio da me, cosa che me lo fece apparire ancora più distante.

« Mi hai detto addio. Voglio sapere perché lo hai fatto. Me lo devi » aggiunsi con più forza, cercando di donare impassibilità al mio sguardo.

Draco sollevò un sopracciglio.

« Te lo devo? »

« Esatto - replicai all'istante - Tu... mi hai detto quelle parole, e sei sparito per una settimana. Pensavo che fossi morto. - gli occhi di Draco dardeggiarono per un istante - Perché non mi hai detto dove andavi? »

Forse sembravo assillante, ma se non avessi avuto delle risposte, probabilmente sarei impazzita. Continuai a guardarlo, mentre Draco socchiudeva le palpebre con aria stanca.

« Se non te l'ho detto, Granger, è perché non sapevo se ne sarei uscito vivo o no. Tutto qui ».

« Credevi che ti avrei ostacolato? »

« Sai anche tu che lo avresti fatto ».

« E' stato un Licantropo. Lo so ».

Stavolta, Draco parve davvero stupito. I suoi occhi argentati si sgranarono, interrogativi.

« Come... »

« Non è questo il punto. Sei... sei stato assalito? »

Non appena ebbe udito la mia domanda Draco si rimise in piedi con una velocità impressionante. Quando mi rizzai a sedere, scoprii che si stava già rivestendo.

« Che stai facendo? »

« Odio essere controllato, Granger » sbottò, freddo come una bufera di neve, ma capii dal suo sguardo che era adirato.

Fu come se tra di noi non ci fosse stato nulla. Fu come se, parecchi istanti prima, Draco non mi avesse baciata e fatto capire che per lui, io, ero qualcosa.
Mi avvolsi nella coperta, alzandomi di scatto.

« Non lo farei mai! Voglio solo sapere cosa diavolo ti è successo, dannazione! »

« Non ti riguarda ».

Sentii il cuore spaccarsi, andare in mille pezzi. Perché, perché fuggiva da me?

« Bene. Hai ragione, Malfoy, non mi riguarda. Sono affari tuoi, no? Scusa se mi sono intromessa. Da oggi in poi starò bene attenta a preoccuparmi solo di persone che davvero se lo meritano ».

Gli sputai addosso quelle parole con rabbia, con freddezza, e presi a vestirmi velocemente ben sapendo che Draco era ancora lì fermo, a fissarmi. Perché non se ne era ancora andato? Aveva già avuto il mio corpo, no? Cosa voleva ancora?

Mi abbottonai la camicetta di volata, tenendo gli occhi bassi. Volevo solo raggiungere la mia camera, solo andare da Harry, e piangere fino a consumare tutte le mie lacrime rimaste.
Le ultime, che avrei versato per lui.

« E con questo cosa vorresti dire? - sbottò Draco in tono svogliato, prendendo ad avvicinarsi - Granger, non farla così tragica ».

« Zitto. Non dire proprio niente » gli sibilai con odio, dopodichè mi avventai sulla porta della stanza e la aprii con violenza.

Nello stesso momento in cui fui fuori, pensando di essermi liberata da lui, mi sentii afferrare per le spalle.

« VATTENE! »

Avevo urlato. Ero troppo sconvolta.
Draco mi guardò stupito... non se lo aspettava.

« Non giocare con me. Io non merito ciò che mi stai facendo passare ».

Non attesi risposta, riprendendo a camminare velocemente lungo il corridoio. Quando fui fuori dalla sua vista, presi a correre.

Nota:

Scusate se ci ho messo tanto. Ma è da un po' che non entro su wattpad e ho trascurato anche le mie storie. Mi sono accorta che questa non la aggiorno da un anno. 🥺 scusate davvero tanto. Comunque le parti sono già preparate. ❤️

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