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Capitolo 40

Video del Capitolo: Draco & Hermione - Don't Walk Away 

https://youtu.be/TvfEhxf89T4

Corsi più che potei, imboccando una scala dietro l'altra con fare quasi disperato.

Mi sentivo confusa, smarrita, senza via di scampo.
Come si sarebbero risolte le cose, con lui? Come avrei potuto parlargli di nuovo? E Draco... cosa provava per me? Di sicuro era troppo orgoglioso per decidere di fare la prima mossa... ma allora saremmo rimasti come due estranei?

Urtai qualcuno, e quel contatto fece perdere per un momento il filo dei miei pensieri.
Con sollievo, mi accorsi che era Harry. Lo abbracciai di slancio, affondando il capo sulla sua spalla e sentii un calore fraterno emanare dalla sua persona, mentre mi abbracciava.
Lui forse era l'unico che mi capiva. E la sola persona che avrebbe potuto risollevarmi il morale.

« Che succede? » mi chiese preoccupato, ma io non osai alzare gli occhi su di lui. 

Continuai a tenerli chiusi, serrati, la meravigliosa sensazione di non esistere più e rimanere abbandonata da tutti i miei complessi che mi stavano impedendo di vivere con serenità.

Sentivo le mani di Harry, timide e impacciate, accarezzarmi la schiena quasi con timore, e mi accorsi che quello era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Qualcuno che mi volesse bene.

« Non... non è niente. Passerà anche questo » risposi con voce soffocata, cercando di convincermi delle mie stesse parole.
Ma non ero sicura di essere in grado di lasciarmi tutto quello alle spalle. Rimasi quindi ferma, senza osare scostarmi, per attimi che mi sembrarono infiniti.

« Lo ami? »
Quella domanda tanto diretta e inaspettata mi fece alzare la testa, per guardare Harry dritto negli occhi. I suoi occhi verdissimi mi fissavano con una certa intensità.

Credo di sì.

« Credo di no » mormorai invece, decidendo di non farmi vedere così vulnerabile. Non volevo suscitare la pena di nessuno.

Nell'udirmi, vidi l'espressione di Harry rasserenarsi; mi sembrò quasi sollevato, il che mi fece rimanere interdetta per un attimo.
Lo guardai studiandolo, e prima che ne ebbi sentore, sentii il suo respiro come premermi sulle labbra. Voleva...

« Harry, hai preso la pozione? » chiesi preoccupata, allontanando le mie braccia da lui.
Un esitazione, e il suo viso più serio che mai.
Annuì, ma nello stesso tempo mi venne più vicino. Sarebbe bastato un semplice movimento, perché potesse baciarmi.

« Credo di amarti ».

Ci vollero più o meno una manciata di secondi, perché quelle parole facessero effetto su di me, e ne cogliessi appieno il significato. Basita, mi allontanai di un passo.

« Che cosa stai dicendo? Harry, non... »

« Non ne sono sicuro... - disse Harry all'improvviso, con fare meditabondo - io... io... »
Si strusciò la fronte, con fare quasi doloroso. Io mi preoccupai all'istante, e gli andai subito vicina.

« Harry? Harry, cos'hai? »

Ma lui non mi rispose, con le palpebre serrate e l'aria quasi sofferente, mentre si massaggiava la testa con gesti un po' disperati; nello stesso istante, mi diedi della stupida.
C'era qualcosa che non andava. Lo sentivo, percepivo i suoi pensieri lievemente deformati.
Era come se fossero bloccati, come se non potessero muoversi. Harry...

« C'è qualcosa... mi sento strano... » borbottò un po' a fatica, ed io decisi che l'unico modo per sapere cosa diavolo stesse succedendo era andare da Silente; non conoscevo alcun incantesimo che in quel momento potesse aiutarlo, soprattutto perché non avevo la minima idea di quel che gli era capitato.

Afferrai Harry per un gomito, e cominciai a trascinarlo per il corridoio.

« Su, Harry, cerca di camminare... »

Ma mi bloccai. Il mio sguardo indugiò su un punto nero sul pavimento, ben in risalto in contrasto al marroncino chiaro della pietra. Bastò avvicinarmi di qualche passo, per rendermi conto, con un moto di stizza, che era... uno scarabeo.

Quell'insetto mi ricordava solo una persona, che stavolta, lo giurai non appena la vidi, l'avrebbe pagata cara. Estrassi la bacchetta con una velocità disumana e la puntai dritta su di lei, pronunciando ad alta voce l'incantesimo da usare contro i Travestimenti da Animagus; Harry sussultò sconcertato mentre Rita Skeeter riprendeva le sue naturali sembianze di fronte a noi.

I suoi odiosi riccioli platinati erano gli stessi, come i numerosi denti d'oro e le unghie affilate decorate con colori assurdi; impresso sul volto, aveva stampato un ghigno furbetto.

« Non credere di passarla liscia, signorina » disse con voce cantilenante, osservandomi di sottecchi come faceva ogni qual volta le si presentava davanti l'ennesima vittima dei suoi articoli massacranti.

Ressi il suo sguardo con occhi carichi d'odio, ma decisi di non rispondere nulla, osservandola prelevare qualcosa dalla sua borsetta. Aveva estratto qualcosa, che tese di fronte a me concedendosi un po' di scena.

« Io so tutto - disse con voce velata - a me non sfugge mai nulla, ricordatelo ».

Erano delle foto, e tutte raffiguravano tratti di prato, invasi da foglie secche. Nessun soggetto.
Capii all'istante cosa volesse dirmi, ma feci naturalmente finta di non capire.

« Ebbene? Non credo ci sia nulla da guardare ».

Udendomi, la Skeeter ridacchiò.

« Esatto, cara. Niente. Pensavo che costringendo il nostro Potter ad avvicinarsi avresti ceduto alla tentazione di morderlo... ma purtroppo ciò non è accaduto ».

Sentii salire un groppo in gola, e una sensazione simile all'ira attanagliarmi le viscere. E così quella maledetta aveva stregato Harry in modo che svelassi la mia vera natura!
Rimasi tuttavia in silenzio per un istante, chiedendomi poi perché Rita non rimanesse ammaliata dal mio fascino. Era strano... che avesse preso delle precauzioni? Del resto, anche se mi costava ammetterlo, era sempre stata furba.

« Già... che peccato » ringhiai.

La Skeeter mi fissò ancora per qualche secondo, sempre con quel sorriso sgradevole che mi ripugnava più di ogni altra cosa.

« Troverò il modo per incastrarti ».

« Suppongo che questa sia solo un'ignobile vendetta verso ciò che le ho fatto anni fa ».

Il colorito di Rita assunse un delicato tono verdastro; non poteva aver dimenticato facilmente la piccola vittoria che mi ero presa a suo discapito e all'insaputa di tutti quanti.

« Già, devo dire che stare un anno intero rinchiusa in un barattolo di vetro mi ha spronata ad essere ancora più crudele verso voialtri sciocchi studenti ».

« Allora ho fallito nel mio tentativo - concessi, con un falso sorriso accomodante - peccato, adesso mi sento addirittura costretta a fare una seconda prova ».

Il sorriso della Skeeter divenne, se possibile, ancora più grande e vomitevole.

« Niente affatto, cara. Il Ministero è già al corrente del mio stato di Animagus » esordì a sorpresa, ed io ci misi pochi istanti a riprendermi dalla cattiva notizia.

« Oh, ma questo non cambia assolutamente niente. Gli scarafaggi si possono catturare lo stesso».

« Scarabei ».

« Con lei non fa nessuna differenza - replicai gelida - E le consiglierei di stare molto attenta a ciò che fa » aggiunsi facendola ridacchiare ancora.

« E perché? - mi canzonò - Il mio articolo è già pronto, cara, mi servono solo le prove per dimostrare al mondo intero quali genere di creature frequentino Hogwarts facendo rischiare la vita a tutti quanti! E stai pur certa che ne troverò. Adesso scusami, ma ho di meglio da fare piuttosto che stare a chiacchierare con una stupida studentessa succhiasangue. Buona giornata, tesoro » concluse con un sorrisetto, e sparì dalla mia vista portando con sé il ticchettio dei suoi tacchi a spillo.

Io rimasi ferma, sconvolta; non potevo crederci. Perché, perché quella donna non mi lasciava in pace?

« Hermione... »

Il gemito di Harry mi riportò alla realtà, e io decisi che era meglio scortarlo in infermeria, conscia mio malgrado dell'ennesimo dolore che gli causavo.

« Hermione! »

Mi voltai sorpresa, vedendo Ginny correre per venire da noi.

« Vi ho cercati dappertutto! Sono quasi le otto, stanno per iniziare le lezioni... »

Era vero, rammentai con un sussulto. Tra pochi minuti avrei avuto Storia della Magia.

« Ma che ha? » disse poi accigliata nel vedere la faccia di Harry, piuttosto pallida e sudaticcia.

« Gli... gli hanno fatto ingerire per sbaglio un filtro d'amore, credo - risposi, arrivando alla soluzione solo in quel momento - Penso che debba andare dal professor Piton ».

Ginny si illuminò e prese Harry a braccetto, ancora scombussolato.

« Ce lo porto io, allora! Adesso ho lezione con lui! »

« Oh - feci interdetta - sì... d'accordo allora! »

Ma non ebbi il tempo di dire l'ultima parola, che Ginny era già sparita con lui. Rimasi per un attimo a fissare il vuoto, chiedendomi distrattamente se ci fossero stati dei compiti di Storia della Magia da fare... quando sentii il rimbombo di passi leggeri dietro di me.
Nel momento stesso in cui mi voltai di scatto, il mio cuore sprofondò così tanto da farmi male.
Era lui. Veniva verso di me, con la sua solita camminata sicura e slanciata, i suoi occhi rimasti chiusi tanto a lungo ora puntati su di me.

Sentendomi trafiggere da essi, rimasi gelata nella mia posizione, quasi commossa. Avrei tanto voluto scappare, come già avevo fatto... ma stavolta non sarei riuscita ad evitarlo.
I suoi passi erano lunghi, frettolosi; lo vidi avvicinarsi paurosamente, e senza accennare a fermarsi mi afferrò per un braccio con forza, eppure con delicatezza, cominciando a portarmi su per le scale.

Non ebbi la forza di dirgli di lasciarmi, di abbandonarmi, per il semplice motivo che mi stava bene che stesse reagendo in quel modo. Avrebbe potuto farmi tutto ciò che avrebbe voluto, ogni cosa, che mi dimostrasse che io in realtà non lo avevo mai perduto.

Mi aggrappai a quella speranza, i miei occhi lucidi di agitazione e la mascella serrata per cercare di controllarmi. Dovevo stare calma, avere il controllo di me, anche se sembrava la cosa più stupida da fare in quel momento. Mi lasciai trasportare da lui, senza opporre resistenza, la supplica dentro di me che gli chiedeva di non lasciarmi mai più.

Quando arrivammo di fronte a quella parete, la porta della Stanza delle Necessità era già apparsa da tempo. Draco la varcò senza indugi, poi la richiuse con un tonfo.

Mi lasciò.

Ci trovavamo in una stanza vuota, completamente spoglia, segno che Draco non aveva pensato a niente quando l'aveva evocata. Era però illuminata da qualche torcia, il cui riverbero del fuoco rifletteva delicatamente su di noi, rendendoci quasi spettrali.
Per un momento tenni lo sguardo basso, senza osare muovermi. Sentivo il cuore scoppiarmi dal petto.

Solo dopo qualche altro istante passato nel più completo silenzio, mi decisi a guardarlo... e i miei occhi incontrarono i suoi, più profondi e intensi di come ricordassi.

Era arrivato il momento della verità.


Note: 

Qui mi fermo XDvi lascio sulle spine 😁

Per oggi è tutto a domani.

Un megabacione

Noemi

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