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Capitolo 30

Video del capitolo:

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Addio, Mezzosangue.

Mi aveva detto addio. Mi aveva davvero detto quella parola.
Perché?

Dopo ancora altri pochi minuti di festeggiamenti per il nuovo anno, io e Harry ci inviammo in silenzio verso la nostra Sala Comune.
A dir la verità, non sembrava proprio che fossimo appena tornati da una festa piena fino al midollo di gente ubriaca e ridacchiante; sobri come mai prima d'ora camminavamo con espressioni un po' vuote, distratte, entrambi persi nei propri pensieri attinenti alla serata appena trascorsa.

E che serata. Forse la peggiore della mia vita, o probabilmente la più strana, la più angosciosa.
Una serata che forse non sarebbe mai finita...

La Signora Grassa si spalancò di fronte a noi, ma Harry non ci fece molto caso; era ancora spossato e indebolito a causa di Dominic che aveva gentilmente "banchettato" col suo sangue, e neanche una bottiglia intera di champagne era servita a rimetterlo in forze.

« Bel nuovo anno che mi aspetta! - sbottò inacidito dopo un lungo silenzio, mettendosi a tentoni a sedere sul divanetto di fronte al camino - Azzannato da un Vampiro proprio il primo Gennaio...»

« Dai, Harry... vedrai che passerà » borbottai stancamente, con lo sguardo rivolto verso il fuoco e la mente completamente con Draco.

Perché, perché mi aveva detto quella stupida frase?

Mi misi a sedere anche io, avvolta nel mio bel vestito da sera.
Sentivo ancora il sapore di Draco sulle labbra.

« E sai cosa è peggio? » disse poi Harry con forza, risvegliandomi dai miei pensieri.

« No... cosa? »

« Hai presente quando in Sala Grande ha cominciato a scendere la neve, prima che tutti dicessimo "Buon anno nuovo"? Ecco... una ragazza mi ha baciato! »

Stupita, sorrisi appena.

« Davvero? E chi era? » gli chiesi curiosa, ma Harry si limitò a stringersi nelle spalle.

« E' proprio questo il problema... non sono riuscito a vedere! C'era troppa neve, e non so chi diavolo ho baciato! » esclamò, strusciandosi la fronte sulla quale era impressa la sottile cicatrice della sua maledizione.

« Ah... bè, vedrai che lo scoprirai » dissi distrattamente con voce un po' atona, tornando a scrutare il fuoco.

Non ero molto di compagnia, era vero... ma quelle dannate parole mi risuonavano in testa come il ticchettio di una bomba a orologeria.

Dov'era andato Draco? E perché mi aveva baciata, prima di sparire in quel modo?

Cadde ancora il silenzio, infranto solo dallo scoppiettio del fuoco di fronte a Harry, che fissava il muro senza in realtà vederlo. Forse si chiedeva ancora chi fosse la ragazza misteriosa, magari lo considerava un vero dilemma... non avrebbe mai potuto immaginare che io avessi vissuto qualcosa di gran lunga peggiore, e che in quel momento, seduta vicina a lui, fossi lì a chiedermi dove fosse finito Draco Malfoy.

Il Serpeverde che ci aveva sempre disprezzati.

Il buco del ritratto si aprì improvvisamente; voltandomi di scatto potei vedere Ginny, che non appena si accorse di noi sorrise sollevata.

« Finalmente... non sapevo più dove eravate! Hermione... - esitò, fissandomi - cosa... cosa diavolo è successo prima? »
Nel notare la sua espressione confusa e apprensiva, intuii subito il peggio.

« Che vuoi dire? » chiesi accigliata, preferendo non spiare nella sua mente per scoprire di cosa si trattasse.
Ginny esitò ancora, torcendosi le mani. Sembrava imbarazzata.

« Hermione... ti hanno vista baciare Malfoy! »

Oh.
Cazzo!

« Cosa?- sbottò Harry riprendendosi di colpo, rizzandosi su a sedere - Che... chi hai baciato? Hermione, sta mentendo, vero? »

« No, l'hanno vista tutti! - insistette Ginny con forza - c'era anche la Skeeter, Hermione... credo che domani scriverà qualcosa! »

« Ma Hermione, che storia è questa? - fece Harry a occhi sgranati - Malfoy? MALFOY? » ripeté boccheggiando, ed io mi alzai all'improvviso.

Merda.

Mi avevano vista baciare Draco. Adesso tutti sapevano!
Oh no... che diavolo sarebbe successo?

« Accidenti... » mormorai, mentre Ginny mi veniva davanti.

« Hermione... perché vi baciavate? »

Perché? Perché?! Non lo sapevo neanche io, dannazione!

« Avrete visto male... noi, ehm, stavamo... »

« No. Vi hanno fatto delle foto ».

Sgranai gli occhi, mentre il cuore si faceva pesante come un mattone.

Oddio.

Delle foto? Cavoli... ci mancava solo questa!
Non feci in tempo a dire niente; gli altri Grifondoro rientrarono in Sala Comune, tutti i loro occhi come al solito puntati su di me, accompagnati da sorrisi maliziosi.

« Granger e Malfoy! Questa non me la sarei proprio aspettata... » disse Seamus, mentre Fred e George mi raggiungevano con aria solenne e preoccupata.

« Hermione - cominciò Fred - questo non ce lo saremmo mai aspettato... »

« Esatto, eri un modello per tutti noi... » continuò George.

« E adesso abbiamo scoperto che anche tu... »

« Ti fumi le canne! Quante te ne sei fatte per andare in botta in questo modo? » chiese George serissimo, ed io li mandai al diavolo per poi tornare a rivolgermi a Harry.

« Io vado in camera mia. Tu cerca di riposare, Harry ».

« Riposare un corno! - fece lui stravolto - Malfoy, Hermione... Malfoy! »

« Conosco già il suo nome, grazie » dissi gelida, e con grazia scavalcai tutta la folla dei Grifondoro per chiudermi in camera mia.

Una volta all'interno, presi un lungo sospiro.
Che serata. E che giornata mi attendeva tra poche ore.

Tutti ci avevano visti insieme. Chissà che shock... una Mezzosangue con il Principe dei Purosangue.

Hermione Granger e Draco Malfoy.
Hermione e Draco.

Serrai le palpebre, ignorando la lieve emozione che mi aveva assalita nel solo immaginare i nostri nomi accostati l'uno accanto all'altro.
Nomi che non possono stare vicini.

Cercai di ignorare quell'ultimo pensiero, strusciandomi gli occhi per poi puntarli sulla luna al di là della finestra.

Era così bella, così bianca e perfetta, che la sua magia mi fece dimenticare per un attimo il nome di colui che mi aveva cambiato la vita un po' di tempo prima.
Ma purtroppo durò solo un istante.




Dopo aver tentato invano di passare la notte sul libro di Aritmanzia, purtroppo non abbastanza interessante da distrarmi, decisi di scendere in Sala Grande.

Il sole era già sorto da qualche ora, e ne avevo abbastanza di starmene in camera a studiare roba che già sapevo a memoria. Mi infilai la divisa di ricambio, e dopo aver ravvivato leggermente i capelli misi il naso fuori dalla mia camera, trovando Ron seduto sul divanetto che aveva occupato Harry la sera prima.

Io mi bloccai istintivamente... e lui, non appena mi vide, distolse lo sguardo.

« Ron, dobbiamo parlare » dissi risoluta, felice del fatto che finalmente fossimo soli.

Ma la mia frase venne accolta da una strana risatina acida.

« No, invece. Te l'ho già detto, non importa più » rispose seccato.

Stava lucidando la sua Tornado, ma pareva non avere più molta voglia di stare lì... adesso che ero arrivata io.

« Hai intenzione di non rivolgermi mai più la parola? » dissi sfinita, guardandolo senza osare avvicinarmi, e Ron annuì.

« Esatto » rispose senza guardarmi.

Basta. Adesso ne avevo davvero abbastanza.

« Ron, non possiamo continuare così! Ti ho già detto che mi dispiace... »

« E io che non mi importa! - sbottò Ron guardandomi con astio - quindi, per favore... lasciami in pace ».

No, non mi sarei data per vinta. Mi avvicinai di altri due passi, ancora abbastanza lontana perché Ron non rimanesse ammaliato dalla mia presenza, e lo fissai con serietà.

« Non era mia intenzione comportarmi in quel modo. Mi spiace se ti ho ferito... »

« Ferito? - Ron mi guardò sogghignando; i suoi occhi erano cattivi - Non sono ferito, non mi importa niente di ciò che hai fatto. Hai solo dimostrato ciò che sei ».

Ciò che sono.

« O meglio, cosa sei diventata ».

Cosa sono diventata.

« Una che va a letto con gli amici solo per divertirsi ».

Per divertirmi...

« Una poco di buono che non ha nulla a che vedere con la Hermione che conoscevo ».

Nulla a che vedere con me stessa.

« Basta! »

C'era solo quella parola, venuta fuori con ira repressa. Solo i nostri occhi che si sfioravano senza davvero capirsi. Il mio petto che si alzava e si abbassava con affanno, gli occhi lucidi che si sforzavano di non ricordare cosa era appena stato detto.

Due estranei nella stessa stanza.

Che non hanno più niente in comune, neanche l'amicizia.
Ci volle poco perché mi ritrovassi al di fuori di quella sala diventata improvvisamente dilaniante; e un attimo dopo ero lì, appoggiata al ritratto della porta, senza più forze.
Nulla a che vedere con la Hermione che conoscevo.

Parole così velenose, così dure.
Stronzo.
Così vere.
Non me lo meritavo.
Eppure me lo aspettavo.
Era il prezzo da pagare per essere ciò che sono.

Mi staccai dalla parete con più forza del necessario, e trovai la volontà di camminare.
Ron era il passato che non sarebbe più tornato.
Sembrava strano, ma mai, come in quel momento, compresi di averlo infine perduto. E non sapevo come sentirmi, come affrontare la cosa.

Questo non era uno dei nostri stupidi litigi. Non era il solito battibecco infantile che si sarebbe risolto nel giro di poche ore.

Stavolta la rottura era definitiva.
Uno dei due pilastri si era infranto... sotto ai miei stessi occhi.



note:

ecco il capitolo adesso ne postero altri :)

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