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Capitolo 28

Video del capitolo:

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Mi incamminai lentamente tra gli alberi, prendendo poi posto su una panchina di pietra... e posai lo sguardo sulla luna, che sembrava stesse piangendo. Piangendo per me.

Sentii freddo. Un'ombra gelida alle mie spalle, arrivata all'improvviso.
Affranta com'ero, non ci feci molto caso... ma poi vidi Cheania prendere posto vicino a me, e capii che il tempo delle parole... alla fine era arrivato.

« Si sta meglio, qui fuori » la sentii mormorare.

Quanto era vero. Non avevo la forza di annuire. Il solo pensiero di Draco a letto con quella ragazza... mi uccideva.

« Certe volte... dobbiamo capire che esiste sempre un perché a quello che ci accade. E' il corso degli eventi ».

Silenzio.

Cheania sapeva cosa stava succedendo? Aveva visto anche lei Draco con quella ragazza?

Mi venne da sorridere appena. Non credo che sapesse di cosa stava parlando.

« Questa volta non è così - risposi con voce tremante - io... mi ero solo illusa. Non... io non... » mi bloccai, senza sapere come continuare.

Sapevo che non c'era bisogno di dirle tutto. In qualche modo... Cheania già sapeva.

« Sei la Succubus più strana che abbia mai visto ».

A quelle parole, la guardai interrogativa.

« Perché? »

Cheania mi fissò assorta, come meditabonda. Era strano... quando era con me diventava una ragazza sensibile, seria e profonda. Quando c'erano gli altri si mostrava aggressiva, sarcastica e irruente. Era forse... l'ennesima maschera?

« Ne ho viste molte, credimi. E nessuna, in quanto a comportamenti, ti somiglia. Sei... è come se un po' della tua parte umana fosse rimasta dentro di te. Come se non ti avesse del tutto abbandonata. Le Succubus che conosco... oh - sorrise un po' amareggiata - sono donne terribili. Sono fredde, acide e sprezzanti. Il loro unico pensiero è il nutrimento, quindi trattano bene solo gli umani... per convenienza. Tu non sei così. La prima volta che ti ho vista, ho sentito caldo ».

Tacque, volgendo lo sguardo verso il cielo. Io non sapevo cosa dire.
Quelle parole davano davvero da pensare... il fatto di essere diversa, in qualche modo, mi preoccupava.

« Perché sei venuta qui? »

Ah, giusto. Lui.

« C'era troppo rumore » risposi, buttando lì la prima cosa che mi era venuta in mente.

Un istante di silenzio, e Cheania sorrise lievemente.

« Aloysius è un bravo ragazzo » disse.

Nell'udirla, quasi mi venne da ridere. Cercai però di trattenermi, scrollando appena le spalle.

Draco un bravo ragazzo? Quante cose ci sono, che non sapete?

Ma io non avrei detto niente. No, anche se morivo dalla voglia di mettere una fine al suo doppio gioco una volta per tutte.

« Cosa c'è tra di voi? »

Oddio... adesso mi sentivo davvero male. Di amori tra Vampiri non ne sapevo quasi niente.

Deglutii, pensando a come rispondere.

« Io... non lo so ». Forse non lo saprò mai.

« Draycia... ti prego, devi essere sincera ».
La guardai, senza espressione. Non volevo risponderle.

Avevo paura di ciò che avrebbe detto.

Draco, nel bagno, qualche settimana prima, mi aveva detto di non parlare a nessuno dei baci sul lago... e della nostra notte insieme, cosa avrebbe detto Cheania? Era grave? Non avremmo dovuto?
Maledizione, non sapevo rispondermi.

« Noi... Cheania, non so cosa diavolo ci sia tra me e lui. Non lo so. Io... io vorrei tanto saperlo. Chiedilo a lui, ti saprà dire tutto ».

Detto questo mi alzai, e mi incamminai di nuovo verso la festa.

Sapevo di essere stata un po' maleducata nei confronti di Cheania, ma io non avrei detto niente... proprio perché non sapevo niente.

Rientrai nel castello, la gonna del vestito che danzava su di me. I miei occhi più lucidi che mai.

Deglutii più volte, mentre entravo di nuovo nel vivo della festa.
Niente era cambiato. Il parquet era più affollato che mai, e la neve cadeva ancora fitta. Mi feci largo di nuovo tra la folla, raggiungendo a stento il punto in cui avrei trovato gli altri... ma era deserto.

Tre bottiglie di sangue giacevano ancora sul tavolo, piene e sigillate, tutte le altre erano vuote e ridotte a un ammasso di vetri che inondava il pavimento circostante.

Ma Harry... dov'era?

Mi guardai intorno, individuando a colpo d'occhio Sanguini poco più in là, che parlava tranquillamente con il fantasma della Dama Grigia.
Lo raggiunsi, sfilandogli accanto.

« Mi scusi... dov'è Harry? »

Sanguini mi guardò con un sopracciglio inarcato, irritato dal fatto che lo avessi interrotto.

« Non lo so, l'ultima volta che ho visto quell'obbrobrio di umano, era nel tavolo con Dominic ».

Guardai di nuovo il tavolo, mentre Sanguini riprendeva la sua conversazione con il fantasma.

Oh, no. Perché avevo un brutto presentimento?

« Buonasera a tutti! »

Silente stava parlando da un piccolo palco nel centro della pista, la sua voce amplificata almeno una decina di volte. Alle sue parole, la musica si era fermata e gli studenti avevano smesso di ballare e di parlare, voltandosi per guardarlo.

« Un nuovo anno sta per cominciare, e spero che vi porti fortuna e prosperità in tutto quello che abbiate la voglia di fare.
Tra cinque minuti esatti sarà mezzanotte... attenti ai calici! » disse allegramente, e con un incantesimo fece apparire dal nulla centinaia di bicchieri densi di champagne, che volarono dritti nelle mani di ciascuna persona.

Io afferrai il mio, continuando a guardarmi intorno, sentendomi preoccupata. Oh, dove diavolo...

Poi, scorsi Dominic.

« Dominic! » lo chiamai piano, raggiungendolo, mentre Silente riprendeva a parlare.

Il Vampiro mi guardò con un'aria un po' colpevole che mi fece subito temere il peggio.

« Dov'è? » scandii infuriata, mentre gli studenti attorno a noi ci guardavano come folgorati.
Lui fece spallucce.

« Beh... è dura resistere, e il sangue che ci ha dato Silente era imbevibile... »

« Ti ho chiesto dov'è! » rimarcai furibonda, sperando solo che non fosse accaduto il peggio.

Dominic mi guardò un po' sconsolato, poi, con la mano, indicò l'esterno della sala.

« Di là... dietro il vaso a fiori del secondo piano » borbottò, e dopo avergli rifilato un'occhiataccia sparii dalla sua vista.

Ben presto la voce di Silente divenne solo
un mormorio indistinto, ed io mi ritrovai a camminare in un corridoio a lambiccarmi su quale possibile scusa rifilare ad Harry, una volta che avesse capito cosa era successo.

Con un po' di fortuna lo trovai subito, svenuto. Mi chinai su di lui.

« Harry... Harry, svegliati... »

In poco tempo tornò in sé, sbattendo le palpebre con fare pigro.

« Her-Hermione... »

« Ti prego, alzati, su... » lo esortai, e lo aiutai a rimettersi in piedi, mentre lui si sistemava le pieghe del vestito e gli occhiali storti sul naso.

Sembrava che fosse passato dentro a un tornado.

« Lui... quel Vampiro... » biascicò, muovendo qualche passo incerto verso la festa.

« Lo so... bè, scusa Harry... pensavo che... Claudius! - strepitai, vedendolo sbucare di fronte a noi - perché non avete tenuto d'occhio Dominic? Si è nutrito di Harry! »
E con mia grande irritazione, dopo avermi fissata stranita, Claudius scoppiò a ridere.

« Non c'è nulla di divertente! - sbottò Harry torvo, ancora un po' spostato - Non so che mi ha fatto... mi ha portato fin qui, e poi... » la sua voce si perse, mentre scuoteva il capo abbattuto.

Claudius, intanto, si era ripreso e aveva ricomposto la sua espressione in una un po' meno ilare.

« Bè... a volte succede » disse senza riuscire a trattenersi, ed io lo guardai infuriata.

« Avrebbe potuto fargli del male! - dissi infervorata - Quel Vampiro non è normale, lui... »

« E' una brava persona » mi interruppe Claudius con un sopracciglio inarcato, ed io emisi una risatina che assomigliava più a un ghigno.

Certo. Che mirabile concetto di "brave persone" avete voi Vampiri!
Decisi comunque di lasciar perdere la questione, e di inviarmi di nuovo in Sala Grande con Harry a fianco, ancora non del tutto ripreso.

« Noi rientriamo. Claudius... potresti farmi avere delle scorte di Mansiòn? Le ho finite, e non voglio chiederle sempre a Dr... Aloysius » dissi esitante, anche se ero ancora arrabbiata, e lui si fece meditabondo per un attimo.

« Non so se posso, dovrò chiederle ad Harmon. Comunque, domattina ti avvertirò con un gufo » disse, mentre gli sorridevo grata.

« Grazie » risposi, ed io e Harry continuammo a camminare, mentre Claudius si inoltrava in un altro corridoio. Stava forse perlustrando?

« Non è giusto. Perché devo sempre essere io la vittima? » si lamentò Harry strusciandosi la fronte, non molto stabile sulle gambe.

« Non lo so Harry... ma vedrai che non accadrà più » dissi convinta, prendendo nota mentalmente di non lasciare mai più Harry solo con un Vampiro affamato.

Quando rientrammo in Sala Grande, Silente era ancora sul palcoscenico, e tutti in coro stavano declamando:

« Venti... diciannove... diciotto... diciassette... »

« Harry, prendi un bicchiere » gli dissi, infilandogliene uno in mano, preso dal tavolo più vicino. Magari lo champagne lo avrebbe tirato un po' su.

La neve, adesso, si stava posando tranquillamente su di noi, assieme ad alcuni fiocchi brillanti che non avevo mai visto prima.

La musica aveva ripreso, in modo un po' più lieve, conferendo all'intera Sala un aspetto decisamente magico. Notai che le coppie si stavano avvicinando... per potersi baciare a mezzanotte in punto.

« Dodici... undici... dieci... »

Io invece avrei iniziato il nuovo anno sottoforma di Vampira. E con l'aspettativa di una vita più complicata del previsto.

« Otto... sette... sei... »

E senza nessuno da baciare. Lui in quel momento era con un'altra.

« Cinque... quattro... tre... »

La neve si era fatta più fitta, i filamenti brillanti più spessi. La folla si distingueva a malapena, tanto eravamo sommersi da quelle meraviglie.
Harry non lo vedevo più. Solo ombre inconsistenti...

« Due... uno... »

Benvenuto, nuovo anno. Spero che non sarai un completo schifo.

« Buon anno nuovo! »

Un esclamazione unanime, un boato di urla e fischi; nello stesso momento, un'ombra diversa dalle altre mi si avvicinò...

Non appena sentii il contatto delle sue labbra, capii a chi appartenessero. La sua lingua che si avvinghiava alla mia, il suo sapore dentro di me, le sue mani gelide che mi premevano sulle guance.

Draco.

Era vero, ero una maledetta. Adesso lo ero.
Perché in quel momento, baciandolo tornando a piangere per lui... capii che non mi sarei più salvata.
Alcune maledizioni restano per sempre. Alcune maledizioni sono immortali.

Lui era la mia.

La mia maledizione, ciò per cui avrei combattuto.
Non importava, in quel momento, ciò che mi aveva fatto. Non importava più niente.
Lui era lì. Era lì con me.

E stringermi a lui, mentre la neve ci sommergeva, baciandolo con passione, non fu mai tanto agognato.
Toccare i suoi capelli chiarissimi, avere la sensazione di significare qualcosa, per lui... erano cose che mi erano mancate.

Perché senza Draco la mia vita sembrava vuota. Anche se lo odiavo, era diventato una parte integrante di me.
Lui era me, ed io ero lui. Ci completavamo a vicenda.

Avrei voluto tanto che lui lo capisse.
Fu un bacio lungo, dannato, appassionato; fu come ritrovarsi, come aver conquistato qualcosa di perduto.

Quando ci allontanammo, mi accorsi ancora di stare piangendo. Ma non era quello il problema.

Draco mi guardava con una strana espressione. Nei suoi occhi colore della neve, in quel momento, potei leggerci solo il terrore.
E le parole mi salirono alle labbra senza che me ne accorgessi.

« Dove vai? » mormorai.

Sentivo il cuore scoppiare, mozzarmi il fiato.

« Addio, Mezzosangue ».

Quelle due parole riecheggiarono nella mia mente senza riuscire a trovare un senso compiuto.

Rimasi a fissarlo, finché Draco non si voltò e sparì tra la folla... tra la neve che se lo sarebbe portato con sé.

Note:
Un regalo per voi 💕
Spero vi piaccia al prossimo capitolo 🥰❤️
Noemi

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