Capitolo 21
Alene riapparve nella sua stanza.
Era una bella camera, i cui colori dominanti erano il rosso sangue e il nero pece, presenti sul copriletto di seta, sul tappeto antico e sulle tende sfarzose alle finestre. Il pavimento era scuro e lucente, le pareti rosso cremisi, con su appese tante fiaccole accese ad illuminare soffusamente l'ambiente.
Ma la stanza non era vuota.
Accanto alla finestra grande e buia stava in piedi Cassian Darius Gemini, che non appena lei apparve si voltò di scatto.
« Che ci fai qui? » chiese lei un po' adirata, prima che lui potesse dire alcunché.
Cassian la squadrò da capo a piedi, la mascella indurita e l'espressione ben poco civile.
« Che diavolo hai combinato? »
La domanda rimbombò per un attimo nella grande stanza, mentre Alene gli dava le spalle cominciando a trafficare indifferentemente con una bottiglia di sangue abbandonata su un tavolo.
« Niente ».
« Come niente?- scoppiò Cassian irato, raggiungendola con due balzi- Quella era la mia missione, maledizione! Tu non avevi il diritto di... »
« Calmati! - lo interruppe Alene placida, voltandosi verso di lui con un calice di sangue tra le dita - Se non ce l'ho fatta io non ci riuscirai neanche tu, quindi la tua rabbia è quanto mai sprecata ».
« Ti sbagli. Se volevi rovinarmi la reputazione, bé, ti è andata male » replicò Cassian velenoso, mentre Alene lo scrutava torva.
« Ah sì? E perché? » lo sfidò, sorseggiando appena la bevanda.
« Perché ho un piano molto più efficace del tuo, tesoro » le rispose con un piccolo ghigno, mentre gli occhi di Alene mandavano fiamme.
« Bene - e lasciò il calice sul tavolo vicino, senza smettere di fissarlo - fammi vedere cosa sai fare, allora ».
Cassian ghignò di rimando, scoprendo i canini scintillanti.
« Già. Guarda e impara » disse angelico, sparendo in uno scoppiettio di scintille dorate.
***
« Hermione ».
Quella voce incerta e terribilmente familiare mi fece sussultare e voltare la testa di scatto.
Era pomeriggio inoltrato, ed io mi trovavo in biblioteca. Sollevai lo sguardo dal mio sesto rotolo di pergamena sulla ricerca dei troll di montagna per puntarlo su uno dei miei migliori amici, colpito dai timidi raggi di sole che in quel momento attraversavano a stento le finestre.
« Harry » dissi incerta, guardandolo fisso, senza sapere bene cos'altro fare.
Sembrava sconvolto, e anche molto infreddolito. I suoi occhi smeraldini mi stavano guardando senza espressione, come esortandomi a chiedergli qualcosa.
« Harry...? » tentai di nuovo, ma con uno scatto si portò le mani ai lati della testa, gli occhi serrati al di là degli occhiali.
Mi alzai di botto, precipitandomi da lui.
« Cos... »
« No... - borbottò Harry con voce soffocata - Hermione... non riesco a pensare... io... »
Il tempo di udire quelle parole, che mi allontanai istintivamente di un passo. Doveva essere colpa mia.
Corsi dalla mia borsa, che giaceva aperta sul tavolo carico di libri, e cercai l'ampolla di Mansiòn mentre Harry rimaneva immobile strizzando gli occhi, rigido e tremante. Qualche istante dopo, gliene stavo versando un po' in gola.
« Va meglio? » mormorai con apprensione mentre Harry mandava giù senza fare storie, ma con una smorfia di puro disgusto.
« Sì... ma che diavolo... » biascicò, lasciandosi cadere su una sedia vicino alla mia. Adesso sembrava un po' più tranquillo, anche se era ancora un po' spossato.
« Scusa... credo che sia a causa della mia natura. È la mia presenza, temo » sospirai infine, prendendo posto vicino a lui.
Sentivo che aveva qualcosa da dirmi, ma potevo percepire anche la sua preoccupazione. Cosa poteva essere accaduto? Forse... aveva intenzione di dirmi che non se la sentiva di essere più mio amico?
« Cosa c'è, Harry? » gli chiesi prendendo coraggio, mentre lui si schiariva la voce.
« Ecco... Hermione, poco fa... credo di aver incontrato una Vampira ».
« Cosa? » chiesi subito, con gli occhi sbarrati.
Una Vampira? Pensai subito a Cheania, ma perché lei avrebbe dovuto venire a Hogwarts?
« Sì... bè, aveva i canini affilati... ed era bella... »
« Con i capelli bruni? »
« No, biondi » rispose Harry, stringendosi un po' di più nel mantello, anche se ci trovavamo dentro al castello.
Le sue guance erano piuttosto rosse, come se fosse appena uscito da una bufera di neve.
« E cosa ti ha fatto? » domandai agitata.
Non conoscevo una Vampira bionda, e meno che mai avrei potuto indovinare cosa diavolo avesse voluto da Harry.
« Bè... non ricordo bene. L'ho vista giù alla Guferia... credo che mi abbia detto di andare con lei. E poi è arrivato Malfoy, che mi ha portato via ».
Malfoy?
« Ma... Harry, sei sicuro che fosse lui? »
« Sì, sicurissimo. A un certo punto se ne è andato... e poi ho cominciato a ragionare di nuovo ».
I suoi occhi incontrarono i miei, nei suoi incisi una muta domanda... di fronte alla quale io mi sentii impotente.
« Harry... »
« Anche lui lo è? »
« No » risposi immediatamente, malgrado mi sentissi colpevole nel mentirgli.
Ma non sapevo se sarebbe stato saggio dirglielo. Silente mi aveva raccomandato di non svelare il mio segreto neanche a Harry e a Ron... e io avevo mancato alla sua parola.
Svelando a Harry che Draco era un Vampiro avrei solo peggiorato la situazione.
« Ma... lui ci ha parlato, con lei - riprese Harry dopo un attimo di silenzio - insomma, sembrava si conoscessero... e poi, perché mi ha salvato? »
« Non lo so. Davvero... non ne ho idea » mormorai, volgendo lo sguardo pensieroso al di là della finestra.
Perché una Vampira avrebbe chiesto a Harry di andare con lei? A quale scopo sarebbe servito il mio migliore amico? Cosa c'entrava Harry Potter con i Vampiri?
E poi... Draco aveva salvato Harry. Perché?
Mi tornarono in mente le parole di Cassian, di quando mi aveva detto tra le righe che
Draco era una spia. Non avevo osato credergli, ma... avevo ripensato molto a quelle parole, nei giorni a seguire.
Ma non sapevo cosa credere. Non sapevo proprio... cosa pensare.
« Quindi? » disse Harry, risvegliandomi dai miei pensieri.
Io lo guardai interrogativa, e lui sembrò spazientirsi.
« Bè, che diavolo voleva da me quella donna? C'è per caso dietro Voldemort? »
Voldemort... no, non poteva essere. Lui non aveva niente a che fare con i Vampiri.
« Non credo, Harry. Però è tutto molto preoccupante. Dovrò parlarne con Dr... con una persona » aggiunsi sbrigativa, sentendo il suo sguardo truce su di me, ma per fortuna
Harry non fece domande, anche perché tre persone si erano avvicinate.
Erano la Parkinson, la Bulstrode e la Greengrass, tutte e tre con smorfie acide sulla faccia e montagne di volantini tra le braccia, che stavano disperdendo sui tavoli con fare noncurante.
Non appena ci videro, la Bulstrode sghignazzò, e la Parkinson emise un ghignetto che mi ricordò tanto l'espressione che faceva Draco ogni volta che mi provocava.
« Ma guarda... tieni, Granger, chissà che tu abbia voglia di far vedere il tuo bel faccino ritoccato in Sala Grande... » mi sbeffeggiò, lanciandomi un foglio rosa pallido.
Lo presi, sospettosa, mentre quelle tre oche se ne andavano.
« Cos'è? » chiese Harry, sporgendosi per vedere.
« Oh, no. Ci mancava solo questa » mi lagnai socchiudendo le palpebre, facendo scorrere lo sguardo sul volantino.
Era la festa di Capodanno, che si sarebbe tenuta in Sala Grande il 31 Dicembre. L'invito diceva di vestirsi eleganti e di conservare un portamento dignitoso per l'occasione.
« Una sorta di Ballo del Ceppo, dunque » disse Harry un po' scontento, allontanando il foglio con un colpo di bacchetta. Lui odiava i balli.
E anche io. Al quarto anno mi ero divertita, ma dopo tutto ciò che era successo da allora, i miei gusti erano un po' cambiati. E la voglia di andarci era ridotta praticamente a zero.
« Sì... tra sei giorni. Ora che ci penso... domani è Natale ».
« Già. Torni a casa? » mi chiese Harry, e io diedi una risatina forzata.
« No. Quest'anno il Natale lo passo qui » risposi in tono un po' amaro, senza guardarlo.
Non potevo tornare dai miei genitori, non sotto quella forma. Non mi sentivo ancora pronta per affrontarli... anche perché non sapevo come avrebbero reagito nel vedermi nelle mie nuove condizioni.
« Ah - rispose Harry, e sentii che voleva evitare l'argomento - allora avrai compagnia. Ron resta a Hogwarts, per il Ballo di Capodanno ».
« Già... tutti resteranno, credo » dissi malinconica.
Non mi sarebbe dispiaciuto avere meno gente intorno, per una volta.
« Come sta? E' ancora... insomma... »
« Arrabbiato? Sai com'è fatto - rispose Harry giocherellando con la mia piuma - è capace di tenerti il muso fino alla fine dell'anno ».
« Sì. Ci scommetto che è così ».
Cadde il silenzio, e i raggi del tramonto ci stavano investendo già da un bel pezzo. Dovevo andare da Draco a parlare di ciò che era accaduto quel pomeriggio. Ma prima...
« Harry? Come... insomma, come rimaniamo? Tornerà tutto come prima? »
Ti prego... ti prego, Harry. Ho bisogno di te.
Il mio cuore quindi fece un buffo sobbalzo quando lo vidi annuire. Dio... se fossi stata ancora un'umana, sarei scoppiata in lacrime di felicità.
Balzai in piedi, gettandogli le braccia al collo. Lui ricambiò timidamente, impacciato come suo solito.
« Dai, Hermione... »
« Grazie, Harry » dissi sorridendo, lasciandolo. Ero soffocata dalla felicità.
Presi di volata tutti i miei libri, arrotolando il tema di Difesa contro le Arti Oscure, poi mi voltai di nuovo.
Harry si stava grattando la nuca. Sentivo che anche lui era felice, e anche sollevato.
« Ci vediamo » lo salutai con un altro gran sorriso, lasciando la biblioteca in fretta.
Risalii le scale, diretta alla Torre dei Grifondoro, dove avrei lasciato i libri prima di andare a cercare Draco.
Mi sentivo leggera, e pervasa da una strana emozione.
Harry era di nuovo con me. Non ero più sola. Non c'erano più ostacoli... forse sarei potuta tornare alla vita di prima.
A quel pensiero, sorrisi debolmente, mentre svoltavo nel corridoio del quinto piano, deserto.
Forse tutto poteva ancora cambiare. Forse, dopotutto, non ero destinata alla solitudine... chissà perché prima lo avevo pensato. Avevo dato per scontato di essere sola... quando invece ero stata io ad isolarmi per prima.
« Salve, dolcezza ».
Oh, no.
Sgomenta, neanche mi accorsi che venivo trascinata in una nicchia nascosta, dietro a un'armatura.
« Accidenti! » sibilai, voltandomi per trovarmi faccia a faccia con Cassian.
Mi stava così vicino da farmi venire i brividi, e mi fissava in un modo così eloquente da non poter essere frainteso.
I suoi occhi violetti con qualche sfumatura lilla erano più brillanti che mai, maligni di desiderio e attrazione. La sua bocca perfetta era piegata in un ghigno strafottente, sfoggiando i suoi canini affilati.
« Come stai, piccola? Ti sono mancato? » mi sussurrò a un dito dalle labbra, mentre io facevo inutilmente forza sulle sue braccia per sfuggirgli.
« Per niente » ringhiai, per poi bloccarmi nel vedere la mano di Cassian stringere qualcosa nella tasca, e un atroce sospetto mi assalì all'improvviso. Possibile che avesse di nuovo l'ampolla di Acqua Santa?
Il Phyrun ridacchiò leggermente, gli occhi socchiusi con fare provocatorio.
« Ah, peccato. Credevo di averti fatto un buon effetto la scorsa volta ».
« Niente di più sbagliato ».
« Uhm... forse dovrei riprovare. Che ne dici? » mi chiese morbidamente, ma io continuavo a fissarlo truce.
Sapevo che non aspettava altro di vedermi allontanare, in modo da potermi colpire una volta per tutte. Ed io non gli avrei certo retto il gioco.
« Smettila - dissi duramente - non mi unirò a voi, non importa che cos... »
Ma Cassian schioccò tre volte la lingua, scuotendo appena la testa.
« No, no tesoro... stavolta ho qualcosa di più interessante da proporti » replicò sorridendo un sorriso strano, diabolico, che per la prima volta mi diede una sensazione simile all'inquietudine.
Cassian si portò la mano nella tasca del suo mantello, con lentezza estrema, e quando la prelevò aveva qualcosa stretto in pugno.
« Sai cosa ho, dolcezza? No, non credo che indovineresti... »
Sollevò il pugno sopra le nostre teste, e attese un momento... poi lo aprì.
La catena d'oro, oscillando sul suo dito teso, scese con un balzo fermandosi alla sommità di un ciondolo fin troppo familiare; la mia Giratempo dondolò pigramente di fronte a me, riflettendosi nei miei occhi sgranati.
Note:
Ecco a voi il nuovo capitolo ❤
Scusate tanto se ci ho messo un casino per postarlo. Mi vergogno tanto, ma cerco di dedicarmi di più a quell'altra storia che sto scrivendo. Mi manca pochissimo per finirla e dopo averla finita finirò anche le due storie dramione che ho postato.
Scusate ancora il ritardo. ❤
Un megabacione
Noemi 💜
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