Capitolo 20
Harry James Potter represse a stento un brivido.
Stava lasciando la Guferia, scendendo le scale ghiacciate che minacciavano di farlo scivolare, muovendosi con calma e attenzione, ma nel frattempo maledicendo quel freddo polare che sembrava insinuarglisi fin nella profondità delle ossa.
Aveva appena mandato un messaggio a Lupin, aggiornandolo sulle ultime novità di quella settimana, compreso lo strano comportamento di Hermione.
Anche Remus aveva mostrato preoccupazione nell'apprendere che la Grifondoro si era allontanata da Harry e Ron, anche se il Ragazzo Sopravvissuto aveva taciuto la notizia della nuova natura della loro amica.
D'altronde, lei si era fidata a svelare loro quel segreto, e non sarebbe stato certo Harry a divulgarlo in giro, anche perché non era certo una cosa da poco.
Socchiuse un attimo le palpebre.
Vampira.
Hermione era una Vampira. Una Vampira cacciatrice di umani.
Scosse appena il capo per allontanare quell'irritante pensiero dalla testa, rievocando poi la risposta di Remus, che gli aveva consigliato di chiederle spiegazioni.
Già, aveva pensato Harry, come se fosse stato facile. Hermione era, da un po' di giorni a questa parte, la prima a entrare in aula e l'ultima a uscirne, senza dare a nessuno il tempo di poterla fermare.
In più, in sala Comune non si faceva più vedere, e non metteva piede in Sala Grande da ormai molti giorni. Anche la biblioteca continuava a rimanere priva della sua presenza. Era come sparita. Come se non ci fosse più.
Accigliato, continuò a scendere, mentre il vento freddo gli sferzava le guance.
Hermione gli mancava. E anche la loro amicizia... tutto il loro passato insieme sembrava così lontano, adesso. Come un qualcosa di dimenticato.
E adesso la scelta era solo sua e di Ron. Essere amici di una Vampira, o tenersene alla larga?
Harry era tutta la settimana che ci pensava. Una parte di lui gli diceva che non era importante che Hermione era cambiata, e l'altra gli consigliava che non era prudente stare in contatto con una come lei.
Di Vampiri non ne sapeva molto, ma se gli umani come lui se ne tenevano alla larga ci doveva pur essere un motivo, no?
Non sapeva che diavolo decidere... come fare a risolvere tutta la situazione.
« Ciao, tesoro ».
Harry sobbalzò, giunto alla fine della scalinata.
Davanti a lui, in contrasto al cupo paesaggio di quella giornata grigia, si stagliava la donna più bella che avesse mai visto.
Si mosse con grazia verso di lui, creando una sorta di scintille dietro di sé, che svanivano velocemente nell'aria. Il suo viso era perfetto e ammaliatore, con grandi occhi scuri e la bocca rossa come il sangue, incorniciato da lisci capelli biondo scuro che le raggiungevano metà schiena.
Il suo vestito era bordeaux con qualche motivo floreale sulla gonna, a maniche lunghe, ma che sembrava anche scomodo da portare.
Ghignò, guardandolo fisso, e Harry indietreggiò istintivamente, notando con sgomento due canini appuntiti tra la fessura delle sue labbra.
« Oh... non dirmi che hai paura di me? » gli mormorò la donna in tono vellutato, continuando ad avanzare.
« Cosa vuoi? » chiese Harry, senza poter fare a meno di tradire nella voce una nota d'inquietudine.
Non sapeva perché, ma... ragionare stava diventando difficile. Anzi, sentì di non riuscire più ad articolare pensieri coerenti. Ed era tutta colpa di quella donna, lo sapeva, di quegli occhi così meravigliosi che non volevano più staccarsi da lui.
Non riusciva più a non guardarla... la sua bellezza stupefacente lo stava ammaliando. La vide avvicinarsi ancora, e le sue gambe non riuscirono ad allontanarsi.
« Niente... solo che vieni con me ».
« Io... »
Avrebbe voluto dire di no, avrebbe voluto scappare, ma per qualche strano motivo non ce la faceva. No...
« Allora? » gli chiese lei osservandolo con intensità, il proprio volto a pochi centimetri da quello di Harry.
Harry annuì, senza sapere ciò che stava facendo. La sua mente era vuota... c'era solo quella donna, e lui sarebbe andato con lei, sì, ovunque lo volesse portare...
« Lascialo stare ».
Al suono di una voce diversa, Harry si voltò di scatto, e fu come se un dolce incantesimo si fosse appena infranto.
Draco Malfoy si stava avvicinando a grandi e veloci passi, lo sguardo truce puntato sulla Vampira.
Lei non appena lo vide contorse il bel volto in una smorfia acida, allontanandosi da Harry.
« Non sono affari tuoi, Aloysius ».
« Hai ragione, ma non vorrai che Harmon venga a sapere che avete preso di mira Potter? » domandò Draco fermandosi a due passi da lei, che dopo aver udito quelle parole scoppiò in una breve risata tutt'altro che divertita.
« Non fare il paladino della giustizia, dai, che proprio non ti si addice ».
« E allora gira alla larga da qui. Non hai motivo per stare a Hogwarts. Non dopo che ti hanno espulsa » replicò Draco minaccioso, facendola impallidire appena.
La Vampira riprese il suo contegno dopo un attimo di tentennamento, e ricompose l'espressione in un sorrisetto lezioso che di sicuro non era da lei.
« Già... ci godi a rinfacciarmelo così spesso, vero? »
« Da morire » le rispose Draco con un sopracciglio inarcato, poi fece uno strano movimento che Harry individuò solo per metà. Per un istante gli era parso che Draco avesse indicato gli alberi della foresta con un cenno del capo.
Tuttavia non ne era del tutto certo, e rimase inerte quando Malfoy lo prese per un braccio trascinandolo su per la collina.
Non appena furono abbastanza lontani, Draco lo lasciò e si schiarì la voce.
« Non dovresti girare da solo » borbottò incazzato, mentre Harry si riaggiustava gli occhiali, disorientato.
« Ma chi era? E tu cosa c'entri con lei? Io... » si bloccò, sostenendo a malapena lo sguardo del Serpeverde, che lo guardava stranito, e si sentì di nuovo confuso.
Ecco, di nuovo non riusciva a pensare.
Malfoy gli scoccò un'occhiata un po' sprezzante prima di avanzare più velocemente, lasciandolo indietro.
« Guardati le spalle, Potter » gli disse in tono noncurante, lasciandolo solo con un mal di testa incredibile.
Note :
Ecco il capitolo 20 ❤
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