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Capitolo 1


Udii alcuni movimenti intorno a me, che mi fecero lentamente destare. Eppure capii che erano gesti delicati e fragili, ma soprattutto, silenziosi. Dapprima non trovai neanche un perché del mio risveglio.

Aprii gli occhi, spalancandoli nell'oscurità. Era buio, era notte. E io ero nel mio letto, come al solito.

Mi girai su un fianco, rannicchiandomi su me stessa, serrando di nuovo le palpebre. Poi... uno spiffero di aria fredda mi scivolò sopra le gambe nude. E fu quello, a dir la verità, a impensierirmi lentamente.
Fui assalita da una strana sensazione. La sensazione di... non essere sola.
E, adesso che ci facevo mente locale, la stanza del mio dormitorio non era tanto buia, e neanche così fredda. E forse... neanche silenziosa come in quel momento.
Mi voltai, per vedere la luna oltre la mia finestra: percepire la sua presenza mi avrebbe fatta rasserenare, capire che non era cambiato nulla dall'ultima volta che ero andata a dormire. Ma non c'era. Non vi erano finestre, in quella stanza.
E mi misi a sedere di scatto, con il cuore che cominciava ad agitarsi, chiedendomi dove diavolo fossi.
Ma era troppo buio per distinguere qualsiasi cosa.
Luce, pensai, dovevo solo accenderla. Mi sporsi verso il comodino, ricordandomi in ritardo che quella non era la mia camera, e che quindi... la mia bacchetta non c'era.

Ero disarmata. Ero impotente. Chiunque ci fosse dietro a tutto questo, era in netto vantaggio su di me.
Mi alzai velocemente, e i miei piedi nudi entrarono in contatto con il pavimento gelato che mi fecero subito rabbrividire. Mai sentito un pavimento così. Dove diavolo ero?
Non sapevo chi diavolo fosse stato a portarmi via dalla mia camera, ma sapevo, dentro di me, che non era uno scherzo. No... ero assalita da una strana sensazione, che si stava poco a poco trasformando in panico.
Cominciai a camminare a tentoni, tastando il muro e gli oggetti vicini, cercando una porta, una maniglia, qualunque cosa per andarmene da lì... ma di certo non mi sarei aspettata un tocco gelido come il ghiaccio che mi afferrava per i polsi.
Urlai all'istante, dandomi della stupida per non averlo fatto prima, ritraendomi da quella presa che sembrava debole ma nello stesso tempo anche possente, senza riuscire a liberarmi. Seppi, in un istante, che non mi avrebbe lasciata andare.
Quelle mani gelide mi stavano gelando il sangue nelle vene; come faceva, una persona, ad essere tanto fredda? E chi diavolo era?

« Ssssh... »

Fu il sibilo appena accennato a farmi bloccare, e, non seppi come, ma riuscì in parte a calmarmi. Rimasi immobile, aspettando qualunque cosa, sobbalzando quando quattro polpastrelli marmorei mi sfiorarono la guancia.

« Chi sei? » gridai rabbiosa, facendo più rumore possibile. Era solo questione di tempo, pensai, che qualcuno si accorgesse delle mie urla e venisse a soccorrermi. Se mai ci fosse stato qualcuno...

« Ma tu mi conosci già, Granger. Sai... hai un odore davvero divino in questo momento ».

Feci un passo indietro, sconvolta, e stavolta sentii le sue mani abbandonarmi. Urtai la parete dietro di me, caldissima in confronto alla pelle del mio nemico.
Malfoy... avevo riconosciuto quella voce. E adesso, che diavolo voleva? Perché la sua voce, in quel momento così melodica e sardonica, mi terrorizzava? E poi... cosa voleva dire con quella frase, riguardo al mio odore?

« Non so cosa tu voglia ma ti consiglio di lasciarmi andare » dissi con voce forte ma tremante, guardando davanti a me, anche se il buio che sommergeva la stanza mi rendeva impossibile vederlo.

Non mi accorsi, quindi, di un volto pericolosamente vicino al mio. Dio, non l'avevo neanche sentito avvicinarsi.
Lo vidi avvicinare il viso al mio, e leccare le mie labbra, un brivido di eccitazione mi percorse lungo il corpo, la sua lingua era così ... fredda, ma calda alla stesso tempo.
Il viso di Draco sfiorò il mio, senza toccarlo, e rabbrividii nel sentire il suo respiro freddo sul collo. Però rimasi gelata, nella mia posizione, con il cuore che mi scoppiava dal petto. Non avevo la forza di scappare, di fuggire. Mi sentivo terribilmente impotente, all'improvviso.
Ma come...?
Poi riaprii gli occhi, che avevo chiuso per la debolezza, e capii.

« Che mi stai facendo? » ringhiai rabbiosa, senza muovermi di un millimetro.

« Mi nutro, Mezzosangue » rispose in un sussurro, poi lo sentii ghignare.

Cosa?

Riuscii a staccare i piedi dal suolo, con una forza immane, e ad allontanarmi andando a sbattere nella parete opposta. Non sentii neanche il dolore. La paura aveva prevalso dentro di me.
Ero terrorizzata. Era la sensazione di non essere alle prese con qualcosa di... normale.
Lo sentii ridere, e questo mi spaventò ancora di più, benché la sua risata fosse di una bellezza quasi ultraterrena, mentre fui colpita da una strana domanda: mi aveva vista sbattere contro il muro con tutto quel buio? Come aveva fatto?

« Bè Mezzosangue, potrei anche semplificarti le cose. Ma sì, devi goderti lo spettacolo ».

Assunsi un'espressione accigliata, mentre una debole luce verde sul comodino illuminava soffusamente tutta la stanza. E finalmente, lo vidi.
Era Draco Malfoy, come già sapevo, ma... non era lo stesso. O almeno, così mi parve.
Era... bellissimo. Non c'erano davvero altre parole, non ne trovai altre in grado di rendere giustizia alla sua bellezza, che si era fatta più accentuata che mai.
La sua pelle era più bianca che mai, pareva scintillare, in magnifico contrasto con il buio che regnava in quella stanza. Sapevo che era sempre stato pallido... ma non pensavo che potesse esistere una pelle del colore delle neve.
E i capelli erano più lisci, più splendenti e forse più morbidi, in poche parole meravigliosi. I suoi occhi di ghiaccio erano gli stessi, ammalianti e seduttori, che mi studiavano divertiti. Ma i suoi tratti erano cambiati, si erano modellati in modo sublime, facendolo apparire più attraente che mai, molto più del solito.
Feci ancora un passo indietro, allibita. Eppure io quel giorno lo avevo visto, a lezione, ed ero sicura che non fosse stato affatto così. Aveva preso una pozione, si era fatto un incantesimo?
Oppure... era sempre stato così, ma io non me ne ero mai accorta? Stavo delirando?

Era sempre stato bello... ma da quanto tempo non lo vedevo da vicino?
Lo guardai avvicinarsi, muovendo appena il busto che aderiva perfettamente alla sua camicia bianca, della divisa di Serpeverde. La sua camminata era aggraziata come mai ne avevo viste, e soprattutto, completamente silenziosa.
Mi arrivò di nuovo vicino, sorridendo in un modo che mi ammaliò all'istante, e con un gesto veloce mi scostò i riccioli dalla spalla. Si chinò e... respirò il mio odore.
« Dio, ma sei deliziosa. Non vedo l'ora di banchettare ».
Mi scostai, fissandolo, ma nel guardarlo sentii la mia avversione venire meno. Perché non riuscivo a parlare? Mi sentivo così... docile.
Era lui che mi faceva quell'effetto. Guardare la sua bellezza fuori dal mondo non mi rendeva coerente.
Distolsi lo sguardo da lui, e fortunatamente, sentii la rabbia farsi forza di nuovo dentro di me.

« Banchettare? Ma che diavolo stai dicendo Malfoy? »

« Vuoi davvero saperlo? »

La sua domanda mi stupì, tanto che alzai di nuovo lo sguardo su di lui, che per rispondere non aveva usato più un tono divertito, ma più profondo e serio. Come se potessi scegliere di non sapere. Come se ne fosse andato della mia stessa vita.
Non trovai la forza di volontà per annuire; volevo solo andarmene, solo stare al sicuro nel mio dormitorio, con i miei amici, non con Malfoy che... non era più Malfoy.

« Fammi andare » sussurrai con voce roca, anche se sapevo che non lo avrebbe fatto. Infatti mi sentii prendere in braccio, come se fossi stata di piuma, e mi adagiò sul letto. Non sapevo che fosse tanto forte.

Lo vidi sorridere in modo perverso, per poi salire sopra di me.

« Vuoi violentarmi? » dissi, tremante e rabbiosa.

« Oh, non minimizzare » sibilò, restando sopra a fissarmi.

I suoi occhi di ghiaccio stavano percorrendo tutto il mio viso, studiandomi nel profondo. Mi sentii immediatamente nuda sotto quello sguardo rovente ma gelido come una bufera di neve. Ed ebbi realmente paura, per la prima volta, in modo atroce.

« No... vattene » dissi, cercando di allontanarlo con le gambe, senza successo. Lui rimaneva immobile eppure mi sovrastava lo stesso. Non faceva la minima fatica a trattenermi. Ero così debole? O forse... era lui più forte del normale?

« Da quando mi stai così vicino, eh? - ringhiai, provando ancora a scollarmelo di dosso- Non ti fa schifo essere nel letto con una sporca Mezzosangue? »

E in un secondo si abbassò su di me, penetrandomi nell'anima con quegli occhi color nebbia.

« Stanotte la purezza di sangue non c'entra, Granger. C'entra solo il sangue ».

E, prima che potessi chiedergli cosa volesse dire... sorrise.
Ed io sobbalzai, troppo sconvolta per dire o fare qualcos'altro. I suoi canini erano appuntiti.
Sentii i brividi invadermi tutto il corpo, facendomi tremare. Cosa... cosa era diventato?
Ma lui richiuse subito la bocca, sospirando pesantemente con gli occhi socchiusi. Sembrava quasi... inebriato da un buon odore.
E i suoi tratti meravigliosi si fecero più marcati, ad un tratto, più aggressivi. Chinò il capo, senza guardarmi, come uno che deve riacquistare il controllo di sé stesso. Rimase immobile per parecchi momenti, sembrava quasi che non respirasse.
Io non fiatai, non muovendo neanche un muscolo, fissandolo con la pelle accapponata dal terrore. Non seppi perché, ma avevo la sensazione che facendo qualsiasi movimento... avrei rischiato la vita.
E lo vidi guardarmi di nuovo, con gli occhi che scintillavano più maligni che mai. Sorrise di nuovo.

« Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto Granger, ma... per oggi non resisto. Goditi i tuoi ultimi istanti ».

Spalancai gli occhi, non osando credere alle mie orecchie.

« Ultimi istanti? - ripetei con voce stridula- Tu sei pazzo. Tu sei... un vampiro ».

Dissi l'ultima parola tremando, vedendolo scoppiare in una risatina amara.

« Ma sì, pazzo o vampiro è la stessa cosa. E tu hai un odore troppo buono quando sei spaventata. Non so quando potrò fermarmi. Chissà... magari il tuo terrore, da solo, mi sazierà a sufficienza. Aggrappati a questa possibilità mentre... »

Non completò la frase, continuando a fissarmi.
Ed io, presa dal suo sguardo e dalle sue terribili parole, non mi accorsi che mi aveva privata del mio pigiama con pochi gesti fluidi. Quando me ne resi conto era troppo tardi, e cercai di coprirmi il seno mentre lui non staccava gli occhi dal mio viso. E ancora, prima che ne ebbi sentore, lo vidi nudo a sua volta, all'improvviso. Come aveva fatto a essere così veloce?
Ma la domanda ebbe appena il tempo di formarsi nella mia mente, che subito morì. Il corpo di Draco... scintillava sopra il mio di una luce incandescente, bianca, e calda come un vulcano in eruzione.

Stavo provando qualcosa mai provato. I suoi muscoli erano perfettamente modellati, la sua pelle in apparenza liscia e vellutata, che avevo paura anche solo a sfiorare. Era... perfetto.
Come poteva una creatura tanto perfetta fare parte di questo mondo? Non era possibile, non era normale...
E l'eccitazione cominciò a svilupparsi dentro di me, forte quasi quanto la paura. Da una parte ero terrorizzata a morte da Malfoy, dall'altra dannatamente affascinata da lui. Fatto sta che stavo immobile, come una stupida, ad aspettare che facesse qualcosa. Non riuscivo a muovermi, ad essere padrona di me stessa.

Mi aveva ingannata.

Lo vidi avvicinare il viso al mio, e leccare le mie labbra. La sua lingua era così ... fredda, ma calda alla stesso tempo. Poi si avvicinò di nuovo, sentii le sue labbra premere sulle mie con più vigore e la sua lingua cercare la mia con fame perversa. Io lo assecondai, le mie labbra divennero immancabilmente sue, la sua bocca era l'unica cosa di cui mi importava.
Era marmorea, fredda come tutto il resto di lui, ma anche maledettamente passionale. Nessuno avrebbe mai saputo baciare così bene, nessuno sulla faccia della terra. Mi aveva ingannata, pensai ancora, ingannata e stregata.
Sentii i suoi denti affilati pizzicarmi la lingua, e io mi ritrassi a quel contatto, accigliata, sentendo le sue mani toccarmi, finalmente.

Mi percorsero i fianchi, con gesti gelidi ma focosi, e prima che me ne rendessi conto era già entrato in me con velocità, provocandomi un'esplosione di piacere che nessun altro avrebbe mai potuto donarmi.
Avevo paura a toccarlo, ad aggrapparmi a lui. Era così distante, così perfetto, così dannato. Non volevo fare niente di avventato, niente che lo facesse allontanare da me.
Tirai il capo all'indietro, sospirando in modo pesante, sentendo ancora il suo volto a un soffio dal mio.
Eppure Draco sembrava godere ancora più di me. Sembrava uscito di senno, ammaliato dalla situazione. Le spinte che stava dando lo facevano sentire vivo, io me ne accorsi, vivo come non mai. Sembrava appagato, in qualche modo, sazio.

Poi riaprì gli occhi, immobilizzandosi all'improvviso. Mi fissò.
Io rimasi a guardarlo, mentre il piacere si spegneva poco a poco. La sua bocca si contorse di nuovo in un ghigno, scoprendo i canini appuntiti.

« Perdonami, Granger » sibilò morbidamente, ed io ebbi solo il tempo di guardarlo scioccata che poi Draco raggiunse l'incavo del mio collo... e affondò i denti nella mia pelle.

Il contatto mi fece formicolare fino alla punta dei piedi, ma mi rese anche immobile come non mai. Lo sentii succhiare, e succhiare, e succhiare. Il mio sangue mi stava abbandonando lentamente, rendendomi senza forze.
Stavo morendo. Mi stava portando via la vita, e io ero stata completamente idiota a non reagire fin da subito, scappando dalla sua maledetta camera del dormitorio.
Sì... mi stava facendo pagare il prezzo di non essere come lui. Chissà quante altre ragazze aveva morso, prima di me. Le aveva uccise? E a me, mi stava uccidendo?
Qualche secondo dopo, sentii di non riuscire ad articolare un pensiero sano. Ero stremata, distrutta, e Draco non accennava a volersi staccare. Non sapevo da quanto tempo fosse attaccato alla mia spalla, forse due minuti. Mi avrebbe prosciugata.
Continuai a sentire il suo corpo ghiacciato su di me, che si beava del mio sangue come facevano le zanzare. Solo che lui era qualcosa di più, qualcosa di più bello.
Persi lentamente coscienza, respirando a rantoli, accorgendomi a malapena che il corpo di Draco scivolava via dal mio. Ebbi appena la forza di voltare la testa dall'altra parte, e socchiudere le labbra per mandarlo al diavolo, che mi uscì solo un gemito appena udibile.

« Ti aspettano giorni d'inferno, Granger ».

La voce divertita di Draco mi arrivò come da una grande distanza. Quindi non sarei morta? Non riuscii a chiederlo, che le palpebre si fecero pesanti e io scivolai nel sonno ancora una volta, libera da ogni sensazione o emozione.

Note:
Allora come vi sembra?
Continuo a postare o mi fermo?
Ditemelo con un commento :)
Un megabacione ❤
Noemi

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