15. Quando si parte?
Stavo guardando la maratona di Shameless quando sentii la porta d'ingresso sbattere contro il muro con una forza spaventosa.
Feci cadere i pop corn a terra e corsi all'entrata.
Strizzai gli occhi per riconoscere la figura riversa a terra sull'uscio della porta, ed ebbi un tuffo al cuore quando riconobbi mio padre.
-Papà! -
Mi avvicinai a lui e chiusi la porta.
Aveva un'espressione di puro dolore, i capelli arruffati sulla fronte.
La camicia a quadri era zuppa di sangue e non riuscii a reprimere un singhiozzo quando vidi con orrore la ferita profonda che attraversava il suo petto.
Riconobbi quello che doveva essere un buco da paletto di legno.
Era pericolosamente vicino al cuore e quando me ne accorsi non riuscii a fermare le lacrime.
-Nonno! Nonno vieni qui subito!-
Sperai che mi sentisse, e trascinai con difficoltà il corpo di papà in mezzo alla stanza.
-Papá?-
Lui tossí, e subito arrivò uno dei maggiordomi.
-Oh cielo! Signor Fisher !-
-Ed, chiama il nonno! Subito!-
Lui annuii e corse al piano superiore .
-Chi ti ha ridotto così? -
-Ver...-
-È stato un cacciatore? -
Papà non rispose, troppo provato dal dolore .
Il nonne arrivò velocemente e, senza dire nulla, con l'aiuto di Ed, aiutò papà ad alzarsi e lo condussero al piano superiore.
Prima di salire il nonno mi lanciò un'occhiata, che stava per "non provare a salire, ce ne occupiamo noi."
Aspettai di sentire la porta della camera di mio padre chiedersi, e poi salí al primo piano.
Appoggiai l'orecchio alla porta della sua stanza, ma non sentii molto, a parte le urla di dolore di papà.
-Fa dannatamente male, cazzo!-
-Starai bene dopo. Come hai potuto cacciarti in una simile situazione? -
-Dio nonno! Vuoi farmi la predica anche in queste circostanze? -
Il nonno disse qualcosa che non riuscii a sentire.
-Non sapevo che sarebbe successo. Stavo bevendo una cosa con Rick e Ian, come tutti i venerdì sera. Uno di loro stava per colpire Rick. Dovevo fare qualcosa. Era un ragazzino. Come fa un'umano ad avere così tanta forza? Te lo dico io come fa, era un Greenwood. -
-Ne sei sicuro? - Chiese il nonno.
-Certo. Ho visto il tatuaggio. Stavo per farmi ammazzare da un ragazzino! Ahh! Fa piano! -
-L'importante è che non sia successo. -
Sentii dei passi avvicinarsi, e corsi immediatamente in camera mia.
Mi buttai sul letto sfatto e osservai le stelline fluorescenti attaccate al soffitto, illuminate nel buio.
Era stato un Greenwood.
Travis era un Greenwood.
Stavo per perdere mio padre, la persona più importante della mia vita, per colpa della sua famiglia.
Non volevo nemmeno pensare che quel "ragazzino " potesse essere Travis.
Quella sera c'era la partita di Basket contro la Paul Smith High school.
Brooke e Avery avevano insistito per andarci, così, nonostante non fossi di buon umore, accettai.
Giocavano per le finali, e tutti i giocatori della nostra scuola erano molto emozionati.
Brooke e Roscoe mi avevano tenuto il posto sugli spalti in alto.
-Oggi sto passando più tempo a scuola che a casa. Vi odio per questo.- Dissi stringendomi nel mio giacchetto di jeans.
-Oh, andiamo. Non dirmi che è un grande sacrificio!-
I giocatori entrarono in campo uno dopo l'altro è potei confermare che no, non era un sacrificio .
Travis entrò per ultimo, spostandosi così tante volte i capelli dalla fronte che avrei voluto essere li e legarglieli io stessa.
Scosso la testa, cercando di scacciare inutilmente certi pensieri ambigui.
Katniss si gettò letteralmente fra le braccia del ragazzo, mostrando così cosa c'era al di sotto della gonna striminzita.
E non c'era molto.
Quando si staccò, mi sembrò quasi che gli occhi di Travis si fermarono su di me. Durò un attimo, e fu sicuramente un'illusione.
La partita cominció, e come mio solito non la seguii molto.
Gli amici al mio fianco invece, sembravano completamente immersi nell'atmosfera, tanto che Roscoe mi colpí con la mano quando si alzó di scatto per esultare all'ennesimo canestro.
Tirai un sospiro di sollievo quando finalmente la partita finii con la nostra vittoria.
Volevo uscire da lì e tornare da mio padre.
Era passato
Solamente un giorno , ma si stava riprendendo in fretta.
Uscimmo dalla palestra e ci avviammo verso le nostre auto, parcheggiate in posti diversi.
-Ti serve un passaggio, Roscoe? -
Lui guardò Brooke e scosse la testa .
-LO porto io. Ci devo passare, per la sua via.-
Corrugai la fronte.
Non era vero. Sapevo che Roscoe abitava molto più lontano da casa di Brooke.
-Ok. Allora ci vediamo domani.-
-Si, a domani.-
I due si allontanarono senza aggiungere altro.
Mi stavano nascondendo qualcosa.
Lasciai perdere, e mi diressi verso la mia auto.
Presi una sigaretta e feci per accenderla, ma notai che non avevo l'accendino.
-Merda!-
Una mano si allungò da dietro le mie spalle, e afferrai sconcertata l'accendino che mi porgeva.
-Oh.Grazie.-
Travis fece spallucce. Mi chiesi come avesse fatto a cambiarsi così velocemente.
Aprii l'auto della sua auto, parcheggiata casualmente vicino alla mia.
Giuro che non me ne ero accorta.
Mise il borsone sul sedile del passeggere e si sedette sul sedile.
-Piaciuta la partita? -
-Niente di che...-
Lui rise e afferrò il pacchetto di sigarette sulla tasca posteriore dei miei jeans.
Diventai rossa immediatamente, e mi chiesi da quando in qua arrossissi per il nulla.
Perché non c'era nessun motivo per arrossire.
Travis mi guardò in un modo strano, diverso.
Non sapere definire come, ma ben diverso da come mi guardava i primi giorni di scuola. Il suo sguardo intenso mi metteva in imbarazzo, e non capivo il perché.
-Mmh...Io vado.-
Se fossi rimasta, avrei fatto sicuramente qualcosa di stupido.
-Aspetta Avery...-
Cercai di pensare a qualcosa che non fossero i suoi occhi. Perché diavolo stavo reagendo in quel modo?
-Sei ancora sicura di volerlo fare?-
-Cosa?-
Inarcó un sopracciglio e capii che stavo iniziando a diventare stupida.
-Ah, quella cosa...Si. Certo che lo sono. Tu non lei sei più. -
-Ti ho detto che ti avrei aiutato, e lo farò. -
Annuii, e in quel momento non pensai minimamente al fatto che lui potesse essere quello che che poco aveva ucciso mio padre.
Odiavo i cacciatori.
Ma non riuscivo ad odiare lui.
-Allora, quando partiamo?-
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