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C'era un ruscello fuori dall'ospedale dove Katsuki e Natsuo erano stati portati...

Un ruscello di piccole dimensioni, storto, quasi completamente svuotato dalla sua acqua ma che aveva sopra un piccolo ponticello di legno che era stato decorato, negli anni, dai pazienti di quello stesso ospedale

C'era chi aveva fatto dei disegni e li aveva poi rinchiusi in involucri di plastica

Chi aveva creato piccole statue fatte di argilla e le aveva portate, dopo averle cotte, sui bordi di quello stesso ponte

C'era chi portava fiori ogni giorno, fuori sempre nuovi come i volti di chi li posava tra le sue griglie, o chi appendeva lucchetti con le iniziali di chi aveva scelto per passare il resto della sua vita...

Già... Il resto della propria vita dedicato, con un pezzo di ferro, ad un'altra persona...

Hawks si chinò proprio davanti ad uno di quei lucchetti e , con gli occhi chiusi, ne sfiorò il bordo sentendo il suo intero corpo vibrare in risposta...persino le sue ali...

Due iniziali vi erano incise sopra e per qualche secondo l'eroe alato ebbe la tentazione di scatenare una delle sue piume e vandalizzare quel piccolo oggetto che ,un tempo, aveva trattato con cura...

Un tempo in cui la coscienza, e l'eroismo, non facevano ancora parte di lui

Flashback

Non era raro che finisse in ospedale..

Keigo aveva a malapena sette anni quando gli venne affidata la prima missione dal governo e ne aveva a malapena quindici quando venne ingaggiato per una missione che aveva solo due possibilità di riuscire

O la morte del villain, un uomo capace di sedurre anche il più santo degli uomini, o la morte del ragazzo che era stato inviato per fermarlo

Non avrebbe fatto molta differenza...

Keigo aveva imparato presto che non c'era nessun briciolo di famiglia nell'organizzazione e che per quanto fosse forte, scaltro, intelligente e assertivo, nessuno dei suoi superiori provava un briciolo di affetto sincero per lui o teneva alla sua vita

Era nato come uno strumento e come uno strumento avrebbe vissuto la sua intera esistenza senza avere mai la possibilità, o la forza, di ribellarsi a loro

La missione alla fine aveva portato alla terza soluzione, che gli costò l'utilizzo del suo appartamento e la reclusione per un mese, ma almeno il villain era comunque morto per quanto ,nello scontro, aveva ucciso quasi anche lui

Il giovane Keigo si accarezzò le poche piume che gli erano rimaste, alcune spezzate ed alcune sacrificate per ricavarsi una via di fuga, per poi sedersi con le gambe a penzoloni giù dal piccolo ponte e posare la fronte su una delle sue colonne

X:" Odio questo posto"

La voce di un'altro ragazzo gli fece riaprire gli occhi e Keigo alzò lo sguardo, incuriosito, solo per vedere un ragazzo dai capelli bianchi camminare verso di lui e sedersi al suo fianco senza dire nient'altro...

Il viso di quel ragazzo sembrava scolpito nel marmo sia per i colori che per la perfezione delle sue linee, neve candida che incontra il cemento più duro possibile, mentre il suo corpo era alto e dinoccolato, quello che la gente di paese avrebbe chiamato " un enorme palo vestito"

Gli occhi gialli di Keigo tornarono verso il piccolo ruscello, le ali che si ritiravano sulla sua schiena per diventare meno ingombranti, mentre un sospiro lasciò le sue labbra e la sua fronte si appoggiava di nuovo alla colonna.

H:" Tutti odiano gli ospedali. A nessuno piace stare qui dentro e farsi esaminare come un topo da laboratorio mangiando cibo scadente ed ingurgitando chissà che cosa! Non sei mica l'unico a pensarlo sai?"

L'altro ragazzo sorrise appena, un sorriso stanco e tirato che non coinvolse minimamente il ghiaccio che sembrava cristallizzato nei suoi occhi, per poi sporgere lui stesso le gambe in mezzo a quelle grate e negare ancora con un gesto della testa

X:" Non... n-non sono qui per me... Io non sono MAI qui per me. Uno dei miei fratelli si è fatto male ed io sono venuto qui direttamente dalla scuola ma... Ma lui non mi lascia entrare "

Gli occhi del biondo si assottigliarono, altri dettagli di quel volto ancora acerbo che venivano immagazzinati nella sua testa uno dopo l'altro, mentre un giovanissimo Natsuo Todoroki si girava verso di lui e lo guardava per la prima volta negli occhi

N:" E tu? Tu perché sei qui?"

Fine flashback

Le piume di Hawks vennero richiamate e le ali gli si piegarono sulla schiena consentendogli di sedersi a terra e poi, proprio come anni prima, l'eroe infilò le gambe in mezzo alle colonnine del ponte posando successivamente la fronte su quella superficie così fredda

I ricordi di quel giorno iniziarono ad apparire nella sua mente affiancati da tantissimi altri ricordi felici ... E tutti con un soggetto comune, tutti con lo stesso soggetto che ora, proprio in una delle stanze di quell'ospedale, stava stringendo a sé un'altro Omega

Una lacrima iniziò a premere dietro le ciglia chiare e Keigo si impose di trattenerla

Non si piange per qualcosa di così stupido...anzi ..non si piange affatto

Non si mostra il fianco, non si offrono le proprie debolezze, non si soffre, non si ride, non si scherza, non si... vive...

Lui era un eroe e come tale non poteva permettersi inutili sentimentalismi che avrebbero portato il suo raziocinio a perdere forza e stabilità...

Ma quando quella scena di tanti anni prima sembrò ripetersi, un corpo che si affianca al suo e che si siede per terra vicino a lui, Keigo dubitò seriamente di riuscire a mantenere ancora il controllo se solo si fosse girato ed avesse trovato il suo Natsuo di nuovo al suo fianco

Ma quando quelle palpebre si riaprirono con necessità, il cuore che in barba alla mente voleva solo una cosa , la delusione si palesò sul suo volto con talmente tanta forza che l'altro ragazzo, di fronte a lui, aggrottò immediatamente le sopracciglia

Su due iridi viola che sembravano scavargli dentro

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