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MILANO, PALAZZO DI GIUSTIZIA (1960)
In quell'anno, Tina Merlin andò al processo nel Palazzo di Giustizia di Milano.
La sua denuncia era stata fatta da Vittorio Cini, l'ultimo presidente della SADE, per aver scritto un'articolo dove denunciava i lavori fatti sulla diga e quindi, diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico.
Il 30 novembre 1960, fu processata e assolta dal giudice Angelo Salvini, perchè il fatto non costituiva reato.
Nota autrice
Capitolo moooolto corto, ma con il prossimo mi perdonerete (spero😂).
Vi metto la storia della gionalista.
Clementina Merlin, detta Tina, era nata nel 1926 a Trichiana (Belluno) da una famiglia povera. Ultima di sei fratelli (più altri due del primo matrimonio della madre), aveva frequentato le scuole solo fino alla terza elementare, poi era dovuta andare a lavorare come "servetta" a Milano.
Tutti i fratelli maschi erano morti, chi di pellagra, chi in incidenti nell’emigrazione, chi in guerra: Remo disperso in Russia, Toni, comandante di un battaglione partigiano, caduto negli ultimi giorni di combattimenti (medaglia d’argento al valor militare). Anche lei, a 17 anni, era stata staffetta nella stessa brigata del fratello. Dopo la Resistenza, nel 1946 si era iscritta al Pci e nel 1951 era diventata corrispondente dell’Unità, grazie ad un concorso del giornale vinto con un racconto. Si sposa con Aldo Sirena. Si battè per molto tempo contro varie ingiustizie, tra cui il Vajont, dove fu l'unica a denunciare il tutto, ancora prima della tragedia. Morì il 22 dicembre 1991.
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