7.Capitolo~
"Ti prego... Alfred.... rispondimi..."
Erano queste le parole che tormentavano la mente dell'inglese, se solo poteva sarebbe andato subito a casa sua, ma era in America... Se solo potesse.. avrebbe spalancato la porta di casa sua, correre subito contro di lui per stringerlo a sé, dirgli tutta la verità, imporgli di non andare in guerra e confessare che non era mai stato arrabbiato nei suoi confronti, rivelargli solamente che per renderlo felice gli bastavano le sue parole, il suo sguardo e il suo sorriso per farlo felice, Arthur non voleva che rischiasse così tanto.
Posò una mano sul proprio petto, stringendo un pezzo di stoffa della divisa che portava mentre l'altra teneva alzato il cellullare verso l'orecchio sentendo ancora il bip dell'attesa.
Poi, il cellulare smise il suo suono ripetitivo e una voce rispondere al suo posto.
Arthur non fece neanche in tempo a fargli dire "pronto" che subito partì con la propria voce.
-ALFRED!.-
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"Servizio di segreteria telefonica, il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile"
Anche questa volta non aveva risposto, sul telefono c'erano come minimo 20 chiamate perse, tutte con la stessa risposta della segreteria.
Calò il cellulare e lo guardo, lo schermo improvvisamente si bagnò di goccie d'acqua però Arthur poteva essere certo che quelle goccie non era sicuramente pioggia.
-Stupido... Perché non ci sei quando ho bisogno di te...?!.-
Si lamentò portandosi il braccio sugli occhi sperando di asciugare con la stoffa della divisa verde gli occhi colmi di lacrime che scendevano come cascate.
Non c'era più nulla da fare, Arthur a quel punto chiuse il telefono avviandosi verso casa.
Una volta giunto il suo appartamento aprì la porta, accese subito la luce del soggiorno, poco dopo si tolse la tuta, sbottonò la camicia a metà e si avviò verso l'interno del soggiorno.
Guardò con sguardo disperato il cellulare, poi gettarlo in un angolo della stanza con rabbia..
Si avviò verso la cucina, dove vi era un mobile di vetro enorme con tutti gli alcolici che amava al suo interno.
Aprì la parete di vetro per prendere la bottiglia più piena rispetto alle altre: Aveva intenzione di ubriacarsi fino a stancarsi e cadere sul letto esausto ma prima che potesse togliere il tappo di sughero da lì un pezzo di carta cadde a terra.
Incuriosito si calò con le ginocchia, prendendo confuso il figlio, anche se più che foglio era una fotografia molto vecchia.
-America...-
La foto illustrava lui che teneva in braccio la piccola colonia con addosso il suo primo vestito di carnevale, un supereroe, un bellissimo supereroe dal mantello rosso, divisa elastica di un rosso più scuro e una mascherina Blu sugli occhi che rispecchiava tantissimo con le sue iridi color mare. Che bei momenti, così noltagici che sulle labbra dell'inglese si aprì un sorriso compiaciuto per il ricordo.
Posò la bottiglia di Alcool, chiudendo il tutto ma tenersi per sé la fotografia e andare ad accomodarsi sul divano.
Si fece sera, poi l'ora dopo mezzanotte e solo alle 02:00 AM Arthur riuscì a prendere sonno, con la fotografia sul petto che stringeva fortemente come se fosse uno dei suoi peluche di quando era piccolo, le lacrime agli occhi che al chiaro della luna filtrante dalla finestra sembravano essere luce cristallina e un viso sofferente ma beato come se solo adesso sembrava aver trovato pace.
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Dal telefono fisso di Arthur poi stranamente c'era una lucina rossa che lampeggiava, forse stava per arrivare era una chiamata.
Quando il lampeggiare della luce smise di funzionare partì una registrazione.
-Ehi! Arthur ci sei? Scusami se non ti ho risposto... ho trovato 20 chiamate sul mio cellulare, ho provato a ricontattarti ma il tuo sembra essere morto.
Immagino... che tu abbia scoperto alla fine ciò che voglio fare..ehehe ma vedrai, starò bene!
Tu sei forte, sono sicuro che vincerai e porterai onore alla tua nazione. Come sempre!
Io farò lo stesso solo che vorrei farlo con le mie forze... voglio dimostrarti che sono ancora un eroe, l'eroe della mia nazione, l'eroe di tutta la gente.. il tuo eroe...
Tornerò... Iggy io prometto che tornerò!
Sii sempre te stesso su quel campo... anche se non ci sarò ma è come se ci fossi..
Ti voglio bene, so che non deluderai ne il tuo popolo e ne me.
Buona notte Inghiterra, scusami ancora per l'ora, chi vinca il migliore e buona fortuna.
Bye dal supereroe dell'America, Alfred.
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