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1. Capitolo~

Era disteso sul letto guardando la parete bianca del soffitto in camera propria, la luce accesa si rifletteva fastidiosamente nei suoi occhi color azzuro mare, costringendo a chiuderli lentamente ed immergersi nel buio più totale.
Alfred per la prima volta sentiva un mal di testa terribile, di tanto in tanto ricadeva nell'oblio dei suoi ricordi felici ai tempi prima della rivoluzione.
Arthur gli aveva dato un sacco di cose, gli aveva insegnato come essere adulto come lui, ma il prezzo alla fine era la "liberta", inoltre, sapeva che anche se se ne sarebbe pentito non poteva tornare indietro
-Ahhh!! Basta!-
Si urlò a se stesso, girandosi da un altro lato nel letto su cui era.
Il suo sguardo era perso nel vuoto pensando ancora di quando Arthur lo abbraccia ma in lontananza vedeva una specie di oggetto a terra, interrompendo i suoi flash mentali. Rosso.. Nero, erano questi i colori con cui era decorato.
Aiutandosi con il braccio fece per alzare il capo, con l'altra mano libera invece prese o suoi occhiali dal comodino, una volta indossati provò a focalizzare l'oggetto: Era il suo soldatino di legno, quelli che gli aveva costruito Arthur da piccolo.
Si alzò lentamente dal letto, facendosi strada invece con i piedi tra tutta quella roba sparsa per terra.
C'era davvero tanto disordine, quasi non ricordava più il colore delle mattonelle di camera sua ma in un modo o nell'altro era riuscito ad imitare "Mosè" aprendo la strada tra il disordine per raggiungere il suo giocattolino di legno.
Lo raccolse, guardandolo nei minimi dettagli, sembrava nuovo di zecca tranne per qualche scalfitura nel retro, ricordava le mani del suo "ex" fratello fasciate da delle bende mentre tra un dolcetto e una bugia gli nascondeva la verità riguardo a quel che faceva durante la notte nel suo studio
-E' una sorpresa.-
Gli ripeteva sempre nonostante si preoccupava per la sua salute.
Era stanco e per una distrazione aveva scalfito il giocattolo con il coltellino.
Sul viso di Alfred c'era un sorriso malinconico, che bei ricordi..
Con sé oltre a quel giocattolo ricordava che aveva uno scatolone enorme dove conteneva tutti i suoi ricordi prima di quel tragico giorno di pioggia.
-Devo... averlo messo lì...
Credo..-
Si disse, mettendosi il soldatino nella tasca e spalancare le porte di un armadio dove conteneva un sacco dei suoi fumetti, videogiochi e scatoloni di vario tipo: Quella dei ricordi era la più grande di tutte, non sarebbe stato difficile trovarla.
-Bingo!!.-
La prese tranquillamente, poco gli importava se era piena di polvere, non gli dava neanche corda e forse non la vedeva neanche.
Aprì lo scatolone, dentro vi erano tutti i ricordi della sua infanzia, disegni, giocattoli, cose di Arthur, si perché ricordava bene che rubava piccole cose del suo fratellone per attirare la sua attenzione ma alla fine erano rimasti a lui.
-Forse... dovrei ridarglielo...-
Non sapeva cosa fare, aveva paura che lo odisse ancora di più..
Utilmente si erano visti e Arthur nei suoi confronti era davvero distaccato e freddo ed Alfred non voleva questo, non da Inghilterra.
Si decise, avrebbe portato quel pacco e casa sua personalmente ma prima, gli sarebbe piaciuto scrivergli una lettera dove avrebbe contenuto tutto quel che pensava.
Da un cassetto prese carta e penna, sedendosi sulla rispettiva scrivania e scrivere, ci stava davvero mettendo tutto il suo impegno, almeno sperava di farlo un po' cambiare, avrebbe fatto di tutto per far sì che accada.
Passarono le ore ma Alfred non si perse d'animo, era arrivato in Inghiterra, la terra del suo tutore... o meglio una volta lo era..
Sapeva dove abitava, dunque si diresse verso la sua abitazione con quel enorme pacco stretto tra le braccia.
Poco più tardi tra fermate del treno e autobus presi era arrivato di fronte all'abitazione di Arthur, sentiva il panico crescere dentro di sé, le gambe poteva non sentirle più ma si fece coraggio, doveva entrare!
-Che razza di eroe sarei se non riesco neanche a varcare la soglia di questa casa...!
Come prima cosa bussò alla porta, attese un paio di minuti ma nessuna risposta.
-Arthur...? Sei in casa..?-
Provò a bussare per l'ennesima volta ma di Arthur neanche un segno.
La porta non era chiusa a chiave, magari stava aspettando la posta, ultimamente aveva molto da fare, lo sapeva benissimo ma gli avrebbe lasciato solo quel pacco, poi se ne sarebbe andato.
Aprì la porta, seppur con timore di disturbare ma una volta varcato la soglia non poteva ritornare indietro, si diresse a passo tranquillo verso il suo studio, anch'esso aperto, ma di Inghilterra neanche l'ombra. Posò il pacco insieme agli altri riposti vicino alla cattedra, con su scritto
"For Arthur" in grande.
Chissà come avrebbe reagito, magari sarebbe stato felice anche di quella lettera.

Inghilterra in quel momento era in cucina, doveva staccarsi di tanto in tanto da quei documenti, sentiva un rimbomabre continuo nella sua testa, un tea sarebbe stato l'ideale ma voleva riposare nel suo studio, avrebbe consumato il suo tea pomeridiano a sfogliare le pagine del suo album dei ricordi, amava rivivere quei momenti mentalmente, lo faceva rilassare così si avviò nel suo studio con passo tranquillo.
La porta era aperta, magari era venuto anche il postino a consegnare i pacchi, odiava alzarsi sempre per andar ad aprire alla porta, ora il postino sapeva che poteva entrare quindi non c'era nemmeno il bisogno di preoccuparsi.
Posò una mano sulla maniglia della porta, aprendola lentamente...

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Qui è la vostra KeyMiry che vi parla(?)
Come promesso, ecco il primo capitolo, spero vi piaccia e non uccidetemi se vi ho lasciato in questo punto ma sto elaborando altre idee per rendervi il racconto più interessante ed inoltre altre idee scartate per altri libri che inizierò più in là.
Prometto che al più presto pubblicherò il secondo capitolo.
Ciau~

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