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Prologo

Al centro della sala c'era un'enorme sfera splendente di luce azzurrina. Era incorporea e avvolta da una fitta coltre di polvere.

L'uomo si trascinò lungo il corridoio lasciando alle sue spalle una scia di sangue.
La barba, sporca di rosso, risaltava sulla pelle cinerea del viso, rugosa, segnata, cadente dal tempo.
Le folte sopracciglia bianche si alzavano e abbassavano seguendo il ritmo degli occhi, che si aprivano e chiudevano a intermittenza, accecati dall'immenso bagliore al di là di esso, ove il misterioso artefatto aspettava colui abbastanza ardito da toccarlo.

Un fischiettio allegro proveniente dall'oscurità lo accompagnava in questo suo strisciare.
Risuonava sui muri, si perdeva nel vuoto e nel silenzio, scandito di tanto in tanto da un persistente ticchettio, come di una verga che batteva a terra.

-T... ti prego... – mormorò alzando a fatica il braccio per raggiungere la luce, allungando le dita macchiate di cremisi verso di essa, – esaudisci il mio desiderio...

Prima di poter dire altro venne trafitto all'addome: un bastone da passeggio lo trapassò da parte a parte, interrompendo quella patetica scena che a detta del suo inseguitore si era protratta fin troppo a lungo.

-Eh no, amico caro, – disse la figura immersa nell'oscurità – non ci siamo proprio... – Con un gesto secco strappò l'arma dal corpo e con uno altrettanto veloce fece schizzare via tutto il liquido opaco che vi era rimasto sopra.

-I... i patti... erano altri, Jack... – gorgogliò l'altro cadendo a terra.
Si portò una mano al petto, ad affermare la ferita per tenerla premuta, e con l'ultimo filo di voce rimasto si lasciò sfuggire dalle labbra bagnate di sangue un sommesso "perché".

-Perché? – ripeté il diretto interessato sistemandosi i gemelli ai polsini della camicia mentre usciva dall'ombra. – Beh, mi sembra ovvio il perché...
Fece qualche passo verso la sfera di energia, arrivando così vicino da farsi travolgere da tutto quello splendore, quasi a essere inglobato da esso, a svanire nella sua coltre. 
Allargò le braccia, come a voler cingere quel grumo di polvere, estasiato dalla sua visione.
-Aaaah finalmente... – aggiunse poco dopo evitando di rispondere al suo ex partner, oramai esanime dietro di lui.

Come prima cosa accostò alla sfera il capo del suo bastone raffigurante la testa di un drago.
A quel contatto gli occhi del mostro si dipinsero di un profondo vermiglio.
La reliquia cominciò a cambiare colore, passando dall'arancione al blu al verde, fino a stabilizzarsi su una tonalità violetta.

-Il sistema è stato attivato. REG-1 attivato. Register and Extra Grand data 1 online - una voce femminile ma dal timbro meccanico fuoriuscì dagli altoparlanti ai lati della camera.

-Avvia il codice nero – fece l'uomo.

-REG-1: Codice Nero attivato... – il sistema poi continuò aggiungendo parole in una lingua sconosciuta.

Le pareti della stanza iniziarono a contorcersi, a collassare su sé stesse, muovendosi in onde e mischiando tutto ciò che era materiale. Il suono cessò, i colori smisero di esistere, e di quella scena non rimase altro che un vuoto nello spazio.

E dove un vuoto si venne a creare, da un'altra parte dello spazio un buco nero fece la sua comparsa.

Un buco si venne a creare dinanzi ai suoi occhi.

Non un corpo celeste qualsiasi, ma proprio un buco nero!

No, un attimo... un buco nero?!

Era apparso all'improvviso, non sapeva neanche come!
Era stato un batter di ciglia: un momento prima non c'era niente e quello dopo un buco nero li stava inglobando.

Mille allarmi si erano accesi in contemporanea: bibettii e clamore metallico, come di una enorme scatoletta che si allungava e strappava, avevano destato l'uomo seduto sulla sua comoda poltrona, crudelmente rapito dal dolce torpore del sonno.

-Gran Ammiraglio! – esclamò un ragazzino avvicinarsi alla persona più importante della nave. – Gran Ammiraglio, aspettiamo ordini!

-Mmh – mugugnò l'altro poggiando la testa sulla mano.
Socchiuse gli occhi come a voler riposare: sembrava quasi che quel momento fosse una cosa di poco conto per lui.

L'effetto sorpresa era già terminato.

Se all'inizio il buco nero era stato un'ottima sveglia, un buon modo per ammazzare la noia di quelle lunghe giornate, ben presto si era trasformato nell'ennesima seccatura.

"Sì" si ritrovò a pensare il Gran Ammiraglio "la vita da pirata spaziale è davvero seccante".
Perché i momenti di pace dovevano sempre ridursi a meri sprazzi di felicità adagiati su una vita scioccamente passata a inseguire la ricchezza e il potere? 

Ignorando ancora per qualche istante gli incessanti allarmi che imperversavano per tutta l'astronave, al fine spalancò gli occhi, osservando la sala comando con le sue fredde pupille azzurre. Era talmente infastidito che se avesse potuto le avrebbe sfruttate per ghiacciare tutti i suoi uomini che come piccole formichine terrorizzate correvano da una parte all'altra della sala per cercare di evitare l'inevitabile.

"Come se si può evitare di finire intrappolati in un buco nero..."  pensò, lasciandosi sfuggire un ghigno.

-Aaaah, oddio che seccatura! – esclamò infine. Era seriamente tentato di rimettersi a dormire!
Si passò una mano a scompigliare la chioma argentea, come se quel gesto fosse stato altrettanto potente da riuscire a risvegliarlo.
Poi si rivolse al tipo davanti a lui che continuava a guardarlo terrorizzato: – Avvisate mia moglie, ditele che non tornerò per cena. – E liquidò l'intera vicenda con un gesto della mano. 

-Ma Gran Ammiraglio, sua moglie è...

L'uomo non riuscì a finire il discorso che un tipo si palesò su tutti gli schermi della nave.
-Ehilà, caro Gran Ammiraglio! – esordì il misterioso arrivato impregnando gli altoparlanti col profondo timbro della sua voce. – Chi non muore si rivede, e chi si rivede è più vecchio e malandato. Come va la sciatica? 

Teneva calato sul viso un cappello nero Bogart a tesa larga affinché non fosse riconoscibile, ma il fare scanzonatorio e lo stile retrò rendevano lo stratagemma particolarmente inutile.

-Jack?! – questi si lasciò sfuggire dalle labbra il suo nome, accompagnandolo da un'intonazione a metà fra il sorpreso e il divertito, – Ci sei forse te dietro a questo scherzo...?

-Ebbene sì, ho appena creato questo mostriciattolo sfruttando il "REG-1", non so se ne hai mai sentito parlare...

A quelle parole l'Ammiraglio perse quel suo modo annoiato e si rizzò sulla sedia, seriamente interessato a ciò che l'altro aveva da dire.
Gli occhi improvvisamente erano lucidi e vispi, quasi a testimoniare la vita che riprendeva possesso di un corpo lasciato per troppo tempo a sé stesso.

Si sistemò meglio sulla poltrona che svettava al centro della sala comando lisciando con una mano le maniche della giacca scura da militare. 
Un residuo, come amava chiamarla, dei suoi gloriosi giorni da capo dell'organizzazzione criminale che aveva comandato per più di mezzo secolo.

-Allora, questa è...

-Esatto! Tecnologia degli Antichi Abitanti. Ti pare forse che qualcuno in questo tempo abbia il potere di creare buchi neri?

L'altro si mise a ridere divertito battendosi una coscia, quasi non riuscendo a sostenere l'emozione di quel momento: il fatto che finalmente, per la prima volta in tutta la sua vita, aveva perso. 
–Oh, Jack, oggi me l'hai proprio fatta!

Della fine del discorso nessuno seppe più niente perché la nave finì inglobata nel corpo celeste.


Qualche ora dopo la scomparsa del Gran Ammiraglio.

Una Stazione Spaziale sconosciuta.

Nove cariatidi dalle sembianze femminili di altrettante razze galattiche adornavano l'ambiente scelto da dei loschi figuri per il loro incontro.
Queste sorreggevano degli archi di marmo addossati al perimetro della stanza, racchiudendo al loro interno un pentagono inciso per terra sui cui solchi viaggiano fasci di luce intermittenti.

I congiurati si posizionarono  seguendo la struttura circolare della sala, alternandosi fra una statua e l'altra. Non si riusciva a distinguere bene chi fossero, ben nascosti nei loro lunghi abiti grigi, dagli spessi cappucci e coi visi coperti da maschere raffiguranti animali della Terra.

Uno di loro, diverso dagli altri per le strisce gialle che ornavano i bordi del vestito e per la bautta nera sul volto, alzò sotto la fievole illuminazione della stanza il medaglione che teneva al collo: raffigurava la Via Lattea stilizzata a forma di occhio inserita in un triangolo che le faceva da cornice.

Gli altri lo imitarono mostrando le rispettive collane.

-Che la riunione degli Illuminati propagandistici secondi cominci! - annunciò il primo con fare solenne.

-Ave Ps2! – esclamarono in coro gli altri.

-No fratelli, non Ps2! Ps2 è il nome di una console... Ip2! Ripetete con me "ave Ip2"!

-Ave Ip2!

-Eh, e ci voleva tanto... vabbé, andiamo all'ordine del giorno: il Gran Ammiraglio è stato sconfitto! Il primo passo per la conquista della Galassia è iniziato. Ave!

-Ave! – risposero in coro i confratelli.

-Che la fase due cominci!

-Ave Ps2!

-Fanculo a voi! – urlò all'improvviso – Io mi faccio il mazzo così per creare un'organizzazione criminale segreta e voi non vi imparate nemmeno il nome... oh, sapete che vi dico? Arrangiatevi. – E, alzate le mani al soffitto con fare teatrale, se ne andò.

-No dai, Jack, e mo' come facciamo con USG? – mormorò con fare supplichevole uno dei membri rivolgendosi al capo, – In qualche modo la storia deve andare avanti...

-Io ho chiuso – disse questi gettando a terra la maschera di porcellana.
-Vedetevela voi, torno dai miei parenti a NeoNapoli, chissà se San Gennaro Galattico non mi aiuti...


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E questo è il prologo di USG! 
Se vi aspettate una storia seria e drammatica, dove piangere lacrime amare e struggervi con tristi storie d'amore... beh, allora questa folle avventura galattica non fa per voi! 

Ma se volete ridere e piangere dal ridere con i suoi protagonisti, allora date un'occhiata più avanti perché le sorprese galattiche non mancheranno!!

Dai che dal prossimo si parte con la trama principale, spero di fare un buon lavoro! :3

Sommergetemi di commenti, stelline e del vostro amore!! <3

Alla prossima ^^

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