Prologo
Seduto in una sala stracolma di gente, Robert si guardava intorno.
Famiglie piene di bagagli, uomini d'affari che camminavano veloci, bambini che piangevano e qualche barbone disteso sulle sedie, era ciò che lo circondava.
Ovatizzate dai suoi pensieri, quelle immagini apparivano come sequenze di un cinema muto.
Lo avrebbero continuato a cercare, ne era consapevole, certe questioni finiscono solo in un modo, ma intanto stava per concludersi il primo atto e con esso, la fine di una storia che si apprestava a lasciarsi dietro le spalle e forse l'inizio di un'altra.
Sceso il sipario e finito quel volo, dopo alcune ore e qualche drink, il portellone di quell'aereo si sarebbe aperto a una nuova vita.
Aveva viaggiato tutta la notte in macchina per arrivare in Croazia.
Di sicuro ci sarebbero stati un paio di uomini a ogni aeroporto, ma neanche loro potevano controllarli tutti, tanto meno in un altro paese a 1200 km di distanza.
Si era prefissato un piano e lo aveva seguito alla lettera. La sua prudenza si era dimostrata vincente e così, come in altre occasioni, decise anche di cambiare aspetto. Tolta la giacca e cravatta, ora, indossava una vecchia felpa grigia hippy in cotone, un paio di jeans nuovi, dei baffi finti e degli occhiali neri avvolgenti.
Uno uomo semplice, fra centinaia di persone comuni.
Neanche James Bond nel suo giorno migliore, sarebbe riuscito a riconoscerlo in mezzo a tutta quella folla, tanto meno quei quattro tirapiedi, che secondo i calcoli, in quel preciso istante stavano andando incontro al loro inevitabile epilogo.
Però doveva riconoscerlo! Erano uomini senza scrupoli. Non avevano paura di niente, né di uccidere né di morire, ma la loro alterigia che spacciavano per potere, si era dimostrata la loro peggiore debolezza.
Ogni tanto consegnava al suo smartphone, il compito di distrarre i suoi pensieri, che poi riordinava guardando fuori dalla grande vetrata che dava sulla pista di atterraggio.
Quando l'altoparlante annunciò l'imbarco per il check in, Robert mise il cellulare nella tasca interna dello zaino, si mise il cappello texano e si alzò.
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Cosa era diventata Salerno? Quella costa che solo la storia e la fantasia degli uomini l'avevano resa un paradiso, adesso era diventata il crocevia di ogni male.
C'era una guerra in atto, un conflitto fatto di paura, morti e sangue per le strade.
La globalizzazione aveva cumulato ogni cosa, anche le guerre, tanto da non distinguere più il bene dal male. Ecco il nuovo nemico, il più scaltro,
perché invisibile, e così esci una sera per prendere un gelato e forse non tornerai più a casa.
Non c'è spazio alla compassione, quella nuoce agli affari, perché una guerra nasce e muore da sempre in nome della stessa menzogna.
Non c'è odio né rancore, sono solo conseguenze, ferite aperte al dolore, la guerra nasce per il potere e il denaro, e non sempre segue questo ordine, essa nasce per prendere mai per dare.
Salerno, era il territorio da contendere, per la droga per la supremazia, ( il che rendeva questo conflitto nell'immaginario collettivo ancora più sudicio). Non importa con quali mezzi, il profitto valeva i morti che lasciava sul campo. Cadaveri di colpevoli e innocenti, che le armi prima e la droga poi, stava e avrebbe mietuto.
I troppi morti aveva indotto il sindaco a emanare lo Stato di emergenza, e Roma aveva risposto inviando un reggimento di fanteria. Tremila soldati, a incrementare ancora di più l'angoscia che echeggiava nell'aria salmastra del Tirreno.
Due clan si stavano scannando da inizio inverno, e in questo scenario comparve una banda autonoma di nove individui molto giovani, che i media avevano attribuito il nome
"Drivers" per le loro fughe in macchina. Attraverso tre rapine in Banca, spostarono l'attenzione per un breve momento, da quella guerra su di loro. Tutte le forze dell'ordine erano su di loro e anche il Polacco iniziò a interessarsi di loro.
Erano riusciti a far perdere le loro tracce. Nell'ultima rapina un uomo rimase ucciso, e questo diede il via a una caccia serrata in concomitanza con l'inizio della Primavera. Il Polacco gli trovò in una sola settimana e inviò un emissario per un incontro.
Chi fosse il Polacco, nessuno lo sapeva, perché mai nessuno l'aveva visto.
Una foto con una sagoma nera e un punto di domanda rosso sopra, questa era la foto appesa sulla bacheca di ogni commissariato del paese
. E per riuscire in questo devi essere bravo.
Una multinazionale del male, che avvocati senza scrupoli, erano riusciti a chiudere così ermeticamente, da rendere vana ogni via legale.
Chi era il Polacco? Non si sapeva , ma di certo, se il diavolo aveva deciso di soggiornare da qualche parte, con tutta probabilità era ospite a casa sua.
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