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Capitolo 7 "l'indagine"

Toc toc!
Era la terza volta in quel giorno che il brigadiere Marini bussava a quella porta in noce scuro, con tutta probabilità sarebbe stata l'ultima. Qualsiasi fosse stato il timbro di voce al di là di quell'uscio, ne era certo, non avrebbe turbato il suo rientro a casa. Da lì a breve avrebbe finito il suo turno.
<< Avanti >> rispose una voce dal timbro grosso all'interno dell'ufficio.
Entrando fece il consueto saluto di attenti, che ormai ripeteva con la consuetudine del "pronto" al telefono.

<< Sig.Generale, il Maggiore Valeri Dario è arrivato >>.

<< Lo faccia aspettare tre minuti, poi gli dica di entrare, >> rispose una figura in penombra infondo alla stanza.

<< Signore, >> accennando un assenso con il capo e portando rapidamente la mano rigida alla fronte per il saluto.

Valeri seduto nella stanza d'aspetto, osservava il suo collega e stimò, che secondo la pancia che aveva, quel lavoro sedentario e ripetitivo lo stava svolgendo da sempre, probabilmente da quando aveva lasciato l'accademia.
Il brigadiere si alzò e gli indicò la porta:
<< Si può accomodare >>.

Quando entrò, l'ufficio del Generale gli apparve proprio come se lo ricordava.
La scrivania antica, possente, in massello di mogano, era la prima cosa che balzava all'occhio, strigliata con olio di lino luccicava al sole come uno specchio in mezzo a pile di documenti.
Dietro di lei un bandiera afflosciata su un'asta verticale, la parete, che era lastricata con le foto di quasi tutti i presidenti della Repubblica degli ultimi trent'anni, alternava riconoscimenti, stendardi e onorificenze varie.
Dalla finestra laterale si poteva scorgere una piccola porzione della città di Napoli in lontananza.

Sulla poltrona in pelle nera, sedeva il Generale De Stefani Luca, comandante di divisione Regione Campagna della Guardia di Finanza.
Un uomo la cui stazza da sola, esprimeva anche da lontano ciò che rappresentava.
Gli occhi scuri, i capelli folti e brizzolati con il pizzetto nero, erano i tratti distintivi del volto di un uomo massiccio, di un metro e ottanta in divisa grigia, dalla voce roca e inflessibile.
Valeri entrò e si mise sugli attenti.
<< Venga avanti Maggiore! >> Disse il Generale.

Dario e luca erano amici da lunga data, cinque anni prima lo stesso Generale aveva presenziato al suo matrimonio e quando gli impegni lo permettevano andavano a pesca insieme e le loro famiglie spesso si invitavano a cena.
Chiusa la porta, si avvicinò alla grande scrivania e lasciato il protocollo militare che imponeva un certo distacco formale, gli occhi dei due si scambiarono un sorriso e iniziarono a darsi del tu.

<< Ciao, Dario mi fa piacere vederti.
Non ti nego che sono stato un po' in apprensione per te! >> Esclamò il Generale stringendoli la mano.

<< Anche io sono contento di essere qui Luca. Ti confido subito, che probabilmente abbiamo qualcosa, >> gli rivelò con sguardo compiaciuto.

<< Mi giova sapere che due settimane non siano andate sprecate. Raccontami! Com'è Shangai? >>

<< La matassa ha un viluppo tale che ho bisogno di spiegarti la cosa con calma >>.

<< Abbiamo tutto il tempo che necessità e ti ascolto attentamente. >> Ribadì il comandante.

<< Quando sono arrivato a Shangai mi sono messo subito in contatto con l'agente Wu Xiong , che mi ha esposto quanto segue:
Attraverso una ragazza che aveva conosciuto casualmente in un locale, è venuto a conoscenza che una grande fabbrica di giocattoli di Xitang a 80 km da Shangai, dove lei lavora, sta producendo una commessa enorme di bambole per una azienda di cioccolato. Fin qui niente di strano. Solamente è, che lei gli ha riferito stranita, che era la prima volta che la ditta produceva bambole cosi >>.

<< In che senso? >>

<< Ti avevo detto che la storia è un po' complessa, >> continuò.
<< La faccenda ha in qualche modo, allertato Wu che ha iniziato a fare qualche ricerca. Ha scoperto che il committente è una azienda che produce cioccolato in Costa Rica di proprietà di Manuel Jiménez.
Fin qua sembrerebbe tutto ok, >> ribadì Dario.

<< La cosa interessante è, che il nipote di Jiménez è fidanzato con la figlia del fratello di un altro imprenditore..Carmelo Flores >>.

<< Quel Carmelo Flores? >> chiese sorpreso il Generale.

<< Si! >> Esclamò Dario.

Anni prima la DEA stava seguendo da vicino Carmelo Flores e la sua azienda di caffè in Messico.
Carmelo Flores detto "il dentista", Capo del cartello di Harmosillo a nord ovest del paese.
Improvvisamente persero i contatti con un loro infiltrato. Dopo un mese, lo trovarono appeso sotto un cavalcavia a Nogales, nudo e senza testa. Fu riconosciuto solo attraverso le impronte digitali, che lasciarono appositamente come monito.
Il governo messicano, oleato a dovere, pur non avendo prove che si trattasse di un agente americano, aveva denunciato il sospetto di un'ingerenza da parte degli americani, il che portò a una crisi diplomatica, già molto tesa fra i due paesi.
Il governo messicano, scongiurando una ritorsione da parte degli americani, assicurò che quel omicidio sarebbe stato perseguito con ogni mezzo e assoluta fermezza.

<< La cosa interessante inizia adesso,>> continuò il Maggiore.

<< È che, le bambole sono fatte in polietilene e dovrebbero essere piene. Siamo riusciti a farne uscire una dalla fabbrica e risulta completamente vuota, con un' apertura nel corpo.
La ragazza sostiene, che sono state ordinate cosi per inserire una sorpresa al suo interno.
Io e Wu abbiamo provato a riempire la bambola con del borotalco, ne contiene 800 grammi.
Temiamo che la sorpresa da contenere sia.....
La bambola è alta trentacinque cm.
Quello che la ragazza sa per il momento è, che la commessa è di 30000 bambole.
Aperto il container, le prime 2000 avrebbero di certo qualcosa come cioccolato o qualcos'altro, ma se avessero intenzione di trasportare altro?...
Stiamo parlando di 22 tonnellate Luca! >> Esclamò con un tono preoccupato.
<< Forse per il mercato europeo in primavera >> .

<< Accidenti! >> Esclamò il Generale.

<< Pensiamo che faranno scalo a Napoli >>.

<< Cosa te lo fa pensare? >> Chiese nuovamente il Generale con apprensione.

<< Abbiamo controllato, è un'azienda incensurata, ha già fornito in passato del cioccolato per una catena di supermercati della Campagna, il cui proprietario è anche un azionista della "MASELFARM" la quale fa parte del gruppo...>>

<< Non mi dire, indovino, >> interruppe il Generale
<< INTERNATIONAL AT AFFAIRS >>.

<< Esattamente! >>

<< Potrebbe essere tutto o niente, ma comunque bisogna seguire queste bambole, >> concluse il Generale.

<< È una pista, e anche Wu è dello stesso avviso, >> ribatte' Dario.
<< È un quantitativo ingente, lo spediranno in più lotti durante tutta l'estate.
Useranno più navi, destinazioni diverse e Napoli per certo sarà nella lista >>.

Dario alzò lo sguardo dagli appunti che aveva nel taccuino è guardò il Generale. Quel rapporto appena concluso, si trasformò in una confidenza tra due amici che non si nascondevano nulla.
<< Luca sai cosa vuol dire questo? >> Guardando il suo amico.

<< Che da qua al prossimo anno saremo molto impegnati, >> rispose il Generale, con un sorriso cinico.

<< Questa volta, dobbiamo muoverci
senza sbagliare una mossa. È l'occasione che cercavamo per tagliare l'albero alla base e goderci il tonfo quando cadrà, >> concluse Dario.

<< Credo sempre nelle buone intuizioni.
Facciamo cosi! appena Xiong ci farà sapere quando le bambole partiranno, tu andrai a farti una bella gita in Costa Rica a spese dei contribuenti, Dario!
Voglio te su questa indagine. Non conosco uomo migliore, con un spirito di osservazione come il tuo. Questa volta gli facciamo noi la sorpresina.
Io intanto vedo di contattare l'Interpol che coordini le indagini con il G.I.C.O. cosi vi aggiungerete a quelli che già stanno seguendo Perez.
Adesso vai devi riposarti Dario, hai fatto un buon lavoro.
Mi farò vivo io >>.

Si guardarono sorridendo e si strinsero le mani.

<< Arrivederci Generale >>.

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