Capitolo 16 "L'inseguimento"
Ormai si era fatta notte inoltrata, era possibile che fosse andato via subito? Era improbabile, erano trascorsi solo poco più di venti minuti da quando aveva lasciato la baia, correndo con tutte le sue forze per raggiungere la macchina.
Da quel momento non aveva distolto lo sguardo dall'ingresso un solo istante.
Aveva visto Teresa e il suo bambino ritornare a casa con degli amici e la gente che usciva iniziava a diradarsi con il passare del tempo.
Si erano fatte ormai le tre di notte e sembrava non salisse più nessuno dalla baia; la musica era cessata già all'una.
All'improvviso raccolse i frutti della sua attesa. Comparve insieme a una donna sulla cinquantina, che cercava di reggerlo, in quanto traballava nel camminare, ma lui la respingeva ogni volta con vemenza.
Era completamente ubriaco, poi sembrò che ci fu un battibecco fra loro e si separarono. Quel tratto di strada era illuminato da alcuni lampioni fiochi che permettevano di illuminare solo i due ingressi alla scalinata, distanti fra loro venti metri .
Robert aveva parcheggiato dall'altra parte della carreggiata, a ridosso della parete rocciosa che costeggiava la statale. Era difficile nel buio della notte che qualcuno potesse accorgersi della sua presenza all'interno del veicolo.
Quando vide che l'uomo stava attraversando la strada, si accasciò sul sedile, scomparendo alla sua vista, infatti a pochi metri di distanza dall'auto, aveva parcheggiato la sua moto.
Robert lo seguì scorgendolo con la coda dell'occhio attraverso lo specchietto laterale, mentre era ancora disteso. Lo vide salire, accendere il motore e sfrecciare via.
Robert si alzò di scatto, accese la macchina, fece una rischiosa inversione a U accelerando e partì.
Si chiedeva come poteva guidare una moto da corsa in quelle condizioni. Dopo tre kilometri lo vide, non stava correndo particolarmente forte, ma la sua guida era incerta, non sarebbe stato difficile capire che l'uomo su quella moto era in condizioni psichiche per niente stabili.
La strada era deserta e Robert si tenne a debita distanza per non suscitare sospetti di pedinamento, infondo, era di certo un pregiudicato che stava guidando in elevato stato di ebrezza, forse anche armato. Lo aveva visto In azione sull'autobus, era un uomo violento. In quelle condizioni, chi può sapere, che reazione può avere se si accorge di essere seguito?
Proseguendo la statale 163 che costeggia tutta la costiera, continuava a seguirlo a una distanza di cinquecento metri. Poi prese la statale 336 verso Pogerola. Arrivati dentro il paese, si fermò nei pressi di una casa a due piani, Robert svoltò alla prima laterale disponibile e spense la macchina.
Quando lo vide entrare, spostò la macchina in una zona più adatta al piantonamento.
Guardandosi allo specchietto retrovisore esclamò:
<< Robert mi sa che passeremo una notte scomoda! >>
Vide la luce della stanza al secondo piano spegnersi, mise la sveglia a distanza di due ore e si concesse un po' di riposo.
Se svegliandosi non avesse più visto la moto, aveva comunque un'indirizzo.
Nonostante la mente fosse affollata di pensieri e ansietà, si addormentò.
Gli occhi, si aprirono alle prime luci dell'alba. Era un mattina particolarmente fresca, mentre il sole salendo, illuminava il paese e i Monti Scorca e Molignano.
La moto era ancora là.
La parte difficile iniziava adesso, ovunque fosse andato, sarebbe stato più difficile pedinarlo, senza la complicità del buio.
Nelle condizioni in cui versava la sera prima, era improbabile che si sarebbe messo alla guida della moto da subito, ma era comunque un'incognita.
Aveva terribilmente fame, sentiva la necessità di bere un caffè e mettere qualcosa sotto i denti.
Avviò la macchina, dal parcheggio a ridosso di un muretto di cinta, si spostò e prosegui per la strada che portava al centro del paese. Con un po' di buona sorte, forse avrebbe trovato un panificio aperto.
Vedeva la guglia del campanile che non poteva essere a più di duecento metri in linea d'aria. Pensò che vedendo una chiesa, probabilmente, c'era anche una piazza li vicino, ma la certezza di trovare un caffè a quell'ora era dubbia.
Trovò la piazza, un giornalaio, e anche un panificio con la fragranza del pane appena sfornato che arrivava fino in strada.
Si precipitò al suo interno; il tempo di bere un caffè e farsi dare due focacce ed era di nuovo in macchina per tornare sotto casa del ladro.
Ora, nel tornare indietro, la casa si trovava alla sua destra, in lontananza potè vedere che c'era ancora la moto; poi in prossimità, si accorse che le luci della stanza superiore erano accese e le finestre aperte. Accostò la macchina, essendo più esposto, aprì il bagagliaio; così facendo all'occorrenza, avrebbe celato la sua immagine, rovistando al suo interno.
Se uscito, avesse percorso la strada fuori dal paese, avrebbe potuto seguirlo con un margine di un minuto, fino alla statale, viceversa se si fosse diretto verso il centro del paese, la manovra sarebbe risultata più complessa e meno discreta dovendo fare inversione di marcia.
Dalla parte posteriore dell'auto, intento a fingere di sistemare il portabagagli, osservava con cautela senza farsi notare.
Lo vide uscire nel terrazzo superiore, guardarsi in giro e poi rientrare. Quando le luci si spensero, capì che, da li a poco sarebbe uscito.
Il tempo di oltrepassare l'uscio di casa ed era già a cavallo della moto, l'accese e partì a razzo verso l'uscita del paese.
Robert chiuse il cofano con un colpo secco e corse dentro la macchina. In pochi secondi era di nuovo alle sue spalle.
Ripercorsero tutta la Via Papa Leone, che congiungeva il Borgo medioevale con la costa.
Arrivati alla statale 366, la moto prese direzione Amalfi per inserirsi sulla statale 163 che corre aderente alla costiera.
Robert non lo perdeva mai di vista, la macchina aveva il pieno di gasolio, lo avrebbe potuto seguire fino in Calabria.
Era il 7 Luglio, nei pressi di Amalfi il traffico iniziava a congestionarsi. La statale panoramica è sempre stata trafficata, ma quel giorno era giornata di cambio; partenze e nuovi arrivi.
Il traffico iniziava andare a rilento e non era un buon segno, se si fosse formato un intasamento, seguirlo sarebbe stato impossibile. Una moto come la sua avrebbe potuto facilmente svincolarsi fra le macchine.
Si formò una coda di qualche kilometro e il motociclista rimase in coda. Solo una volta si girò per guardare dietro di se.
Uscirono dal quel traffico caldo e la statale 163 riprese a essere scorrevole. Impegnando non poco Robert nel seguirlo, il ladro attraversò tutti i paesi della costa da Maiori a Vetri sul Mare.
Entrarono a Salerno e poi con la tangenziale fino a Battipaglia; uscirono imboccando la statale 18 e arrivati presso Copaccio Scalo' il motociclista si fermò a un autogrill.
Robert rimase tutto il tempo in macchina aspettando che finisse, avevano percorso tre ore insieme a lui per tutta la costa Campana, non era il caso di perderlo proprio adesso.
Era un tossico anche un po' schizofrenico, ma la moto la sapeva portare alquanto bene, non era un tipo da sottovalutare, e non stava di certo andando in ferie, non aveva né l'aria né tantameno il bagaglio di un vacanziere; stava tornando a casa.
Uscendo, riprese il pedinamento fino ad Agropoli e poi nell'entroterra fino a Omignano Scalo, per prendere la provinciale 430 fino a Vallo della Lucania. Poi infine a Massicelle svoltò nella provinciale 143 direzione Montano Antilia.
Aveva percorso quasi quattro ore e mezza di strada per seguire quell'individuo e adesso cosa avrebbe fatto?
Continuò a stargli dietro, facendo aumentare progressivamente la distanza che gli separava e vide che svolto' verso il monte per poi entrare in una strada sterrata; la segnaletica indicava: " Proprietà privata e strada senza uscita, " erano le 11:16 am.
Robert tornò indietro, cercò il primo parcheggio utile, spense la macchina, prese lo zaino e si avviò a piedi.
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