Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 11 "Conca dei Marini"


Quando aprì gli occhi, era iniziato da poco il pomeriggio e il sole inflessibile, "in un atto di clemenza al torrido dei giorni passati" aveva lasciato spazio a delle nuvole.
Una leggera pioggia ora picchiettava sulle vetrate, portando con se sollievo e una rinnovata energia.
Si alzò e fece colazione, che era anche un pranzo visto l'orario avanzato, una tazza di caffè, un toast e due uova strapazzate. Ormai era consuetudine, che svegliandosi, la casa gli sarebbe apparsa vuota e anonima senza sua moglie e anche quella mattina non fece eccezione.
Il risveglio da quel sonno non aveva intorpidito i suoi pensieri elaborati durante la notte, le sue decisione le aveva prese, e rimasero lì dove le ritrovò insieme alla sua determinazione.
Ricordò la sua vecchia macchina fotografica con il teleobiettivo, che usavano spesso lui e Edit quando erano in viaggio, "chissà dov'è!" pensò; forse in qualche angolo della casa, nascosta aspettando di rivedere nuovamente la luce.
Doveva trovare quegli uomini, gli avevano sfilato dalla mano il simbolo di tutta la sua esistenza, con lo stesso sprezzo di un mozzicone gettato a terra.

La pioggia aveva rallentato il suo scrosciere, e dietro le nuvole, dall'aspetto indulgente, riappariva il sole.
Aveva sempre sostenuto che il mare fosse più bello dopo un acquazzone, "come un collirio a rimuovere le impurità in una pupilla".
Conca dei Marini è un luogo piacevole, se non gli avesse trovati, sarebbe andato ad Amalfi a fare una passeggiata in attesa di un altro giorno di ricerca.

La ritrovò nascosta nella parte interna di un cassetto in un vecchio comò, in compagnia di alcune foto di un viaggio in Israele che fecero alcuni anni prima. Si mise a sedere colto da un sospiro di costernazione, mentre le scorreva.  Quelle foto stavano rianimando i colori di ricordi che il tempo stava sbiadendo, le osservò con gli occhi lucidi e un senso di pace lo avvolse.
Prese un foto e la portò con se, scese le scale e andò verso la macchina che era nel cortile di fronte .
Aveva scelto una foto dove sua moglie con un sorriso luminoso, salutava con un cappello di paglia in mano.
Era successo spesso che la fotografasse in momenti di vita spontanei, considerava quelle foto le più belle fra di loro e si ricordava bene quell'istante che la colse a salutare una bambina, che dal finestrino di una corriera la ricambiava con il gesto della mano. Sullo sfondo del deserto del Sinai, quella donna con un cappello in mano, sembrava raccogliere in se tutto il suo passato.
La mise accanto all'altra sul cruscotto e accese la macchina.

Discendendo la provinciale 26 avrebbe poi preso la E45 direzione Salerno. Poi da li la statale 163 con la quale costeggiando il litorale Tirrenico avrebbe raggiunto Conca dei Marini. La costiera Amalfitana da sempre era stata oggetto di ardite conversazioni fra loro, in quanto lei sosteneva spesso, quanto fosse, in un certo senso, più ammaliante la costa d'inverno, come il mare assumesse colori speciali, riservati a suo dire, solo a chi aveva scelto di vivere lì, mentre lui amante del caldo, sosteneva il contrario, facendo finta di non cogliere mai fino in fondo, l'amore profondo che lei aveva per quella terra, implicito nel tono e nelle sue asserzioni.

Riuscì a trovare il locale attraverso le insegne che lo indicavano sulla statale. Il ristorante infatti era situato su una minuscola insenatura. Per raggiungere il mare, attraverso le pareti scoscese della costa, erano state create delle suggestive scalinate in pietra, a impreziosire ancora di più un paesaggio già unico.
L'altro modo per raggiungere la baia era il mare.
Quando, sceso il sentiero scosceso arrivò alla baia, il posto gli apparve come un angolo di paradiso. Ogni cosa sapeva di pesca, le reti a strascico lasciate sui piccoli ponteggi in legno, le barche a remi dai colori variopinti, l'odore del mare e poi il locale che aveva ornamenti marinari, appesi ovunque, come a rimarcare con orgoglio la sua identità marinara.
Se avesse trovato una stanza con una finestra dal quale poterlo osservare, un qualsiasi albergo situato a strapiombo sulla costa, avrebbe fatto a caso suo.
Nel versante opposto della baia, c'erano un paio di alberghi con la visuale sulla insenatura.

Sentiva che la giornata era iniziata con un buon auspicio ritrovando quelle foto e un piacevole ottimismo aleggiava nell'aria, la sensazione che nonostante l'alta stagione, avrebbe trovato un camera e cosi fu.

Quando entrò nell' Hotel Solaris, alla reception lo accolse una ragazza molto giovane con un viso roseo, carico di lentiggini, un sorriso cordiale che traspariva sincerità nonostante fosse formale nel suo ruolo. Pensò probabilmente, che fosse una delle tante allieve giunte nella stagione estiva per frequentare qualche stage.
<< Buon giorno signore! il mio nome è Martina in cosa posso esserle utile? >>

<< Sto cercando una stanza, ma sono senza prenotazione >>.

<< Si signore! Ne abbiamo due, entrambe matrimoniali, >> rispose.

<< Una di queste da sul promontorio a sud, con una finestra o con il balcone? >> Domandò subito Robert.

<< Si Signore! La 152 ha proprio il balcone che si affaccia sul mare e può vedere anche la Conca >>.

<< Perfetto! se è disponibile la prendo per una settimana >>.

<< Certamente, avrei bisogno di un suo documento. Le consegno le chiavi con annesse le istruzioni per alcuni gadget che abbiamo. La sua stanza è al secondo piano; desidera che la faccia accompagnare? >>

<< No.. la ringrazio Sig.na Martina >>.

Quando entrò, gli parve che la stanza fosse sospesa nell'aria; attraverso l'immensa vetrata scorrevole di fronte a lui, una sola linea sottile divideva il celeste del cielo dal blu cobalto del mare, l'orizzonte appariva come tracciato da una squadra. Uscito in balcone si voltò a sinistra e vide tutta l'insenatura, una borgata di case variopinte e uliveti e limoneti sul pendio e  infine una breve porzione del ristorante.
Mise la borsa sul letto e prese la macchina con il teleobiettivo e provò a osservare. Riusciva a intravedere giusto un fazzoletto di spiaggia dov'era situato il locale, da li avrebbe potuto osservare solo chi arrivava.
Non era il massimo, ma era il meglio che poteva sperare di trovare.
Se avesse deciso di entrare nel locale, avrebbe dovuto camuffare la sua immagine, perché di certo lo avrebbero riconosciuto.
Si mise alla scrivania e iniziò a fare una serie di ricerche.
Trovò un negozio online che vendeva per corrispondenza addobbi e costumi da palcoscenico; era proprio ciò che faceva al caso suo.
Prese il cordless:
<< Pronto! Sono il cliente della camera 152. Volevo chiedere una cortesia sig.na Martina; considerato che sto una settimana, se faccio un ordine online potrei farlo recapitare qui in Albergo? >>

<< Certamente Sign. Spada, l'indirizzo lo trova nel depliant che le ho lasciato insieme alla chiave >>.

<<La ringrazio sig.na >>.

<< A sua disposizione Sign. Spada >>.

Il pacco sarebbe stato voluminoso, ma non particolarmente pesante; "tre cappelli, tre tipi di barba più una serie di baffi autoadesivi, qualche dettaglio anatomico come un naso finto, delle sopracciglie e infine alcune lenti a contatto colorate.
All'occorrenza avrebbe potuto acquistare ulteriori oggetti nuovi.

Nel pomeriggio avrebbe osservato il locale e di sera grazie anche alla complicità del buio, si sarebbe travestito e poi entrato nel locale.
L'albergo era situato a picco sul mare, per raggiungere la base della scogliera sottostante, scese il sentiero di gradini di pietra, che portava prima ad una piscina e poi continuava lungo il pendio scosceso.
In attesa del pacco avrebbe indossato un berretto da baseball e occhiali scuri.
Viveva da una vita in quella terra, ma c'era stato solo un'altra volta in quel luogo; da bambino; era una domenica, se la ricordava bene, era insieme ai suoi genitori. Piccoli flash che tornavano alla mente.
Con il sopraggiungere del tramonto e l'imbrunire del cielo, decise di uscire. Scendendo la ripida scalinata, Robert non riusciva a capacitarsi come mai, avesse trascurato l'idea di venire in quei luoghi in tutti quegli anni.
Sembrava quasi surreale quel luogo. Una brezza fresca lo accompagnava mentre scendeva il sentiero, portando con se sollievo e l'odore salmastro del mare, che dinanzi, appariva maestoso e calmo.
Si fermò e fece un grande respiro e una pace inconsueta scese su di lui.
Quando arrivò ai piedi della parete rocciosa, trovò davanti a se solo un fazzoletto di cemento e fra gli scogli  una scaletta per risalire dalle acque trasparenti.

L'unico modo per raggiungere la baia di Conca, era risalire il pendio per accedere dalla strada oppure dal mare.
Nascose la sua roba nell'anfratto di uno scoglio e si tuffò.
Attraversò la falesia che ormai il cielo si stava imbrunendo. Arrivato nella baia dalla sabbia finissima di conchiglie, si appoggiò a uno scoglio e uscì dall'acqua ritrovandosi sulla battigia.
Notò subito il ristorante dei pescatori, il luogo era esattamente cosi come glielo aveva descritto Matteo.
Quella insenatura minuscola, con la spiaggia bianca sullo smeraldo dell'acqua in riva, appariva come un paradiso di un altro mondo, in mezzo a quelle pareti di roccia così ripide.
In alto, incastonate in cima a quei dirupi fra ulivi e limoni, c'erano appartamenti, camere di albergo, a formare un groviglio di colori e finestre.
Alcune persone erano intente a preparare una grande tavolata, un vecchio stereo, poggiato su una barca in rimessa, dava musiche anni 80 e il fumo di una griglia si mescolava alla brezza che arrivava dal mare. Sembrava il preludio di una piacevole festa in spiaggia. Si sedette sullo scoglio e iniziò a osservare con discrezione. Probabilmente era una comunità di pescatori molto uniti, pensò, notando l'atmosfera di profonda confidenza che echeggiava.

Cercò di rilassarsi da quella attraversata, mentre contraeva le scapole per allungare i muscoli della schiena.
Poco distante a pochi metri, c'era una donna distesa, con l'aria di quella che non aveva nessuna voglia di alzarsi nonostante il sole stesse scomparendo. Un corpo statuario dai lineamenti perfetti, la pelle olivacea e lunghi capelli neri distesi sul bagnasciuga.
Senza dombra di dubbio, quel fascino mediterraneo era di una donna del posto, comunque del profondo sud.
All'improvviso tre uomini vicino all'ingresso del locale, confabulando tra loro, iniziarono a guardarlo.
Simulando disinteresse, si voltò verso il mare, chiuse gli occhi e rivolse il viso verso il cielo.

<< Che posto fantastico! >> Esclamò con un sospiro e voce flebile, dando a capire che stava parlando con se stesso, ma con l'intento di ricevere una qualche risposta da quella donna.

<<È stato bravo!.. Sa? >> Disse lei dopo alcuni secondi.

<< Bravo per.... per cosa? >> Rispose lui cercando di nascondere un leggero imbarazzo.

<< Fare tutto questo tratto di costa a nuoto, >> ribadi, mettendosi l'aciugamano sul petto.

<< Amo nuotare. Direi che nella lista delle mie preferenze viene al terzo posto >>.

<< E le prime due quali sono? >> chiese lei incuriosità.

<< È top secret, se cadesse in mani sbagliate le nostre vite sarebbero in pericolo>>. Annuì scuotendo il capo e sorridendo.
<<  le posso rivelare però, che entrambe le cose, anche loro, in qualche modo hanno a che vedere con l'acqua >>. Accennando un leggero sorriso.

<< Quindi se ci presentiamo me le potrà dire? >> alzando gli occhi verso di lui, mentre riponeva gli occhiali nella borsetta.

<< Chi può dirlo?. Ci hanno provato anche i russi con il siero della verità una volta, ma non ci sono riusciti >>.

<< Addirittura! >> esclamò lei.

Robert si alzò e andando verso di lei e gli tese la mano.
<< Piacere mi chiamo Robert >>.

Lei si alzò con il busto e gli strinse la mano.
<<  Piacere Teresa.. Lei è di qui? >>

Robert esitò un istante, pensando se fosse il caso di essere sincero con quella donna, proprio in quel posto e poi decise:
<< No!..Sono qui per una settimana in ferie, poi ritorno a casa .. Sono del Trentino >>.

<< Che montagne! >> Esclamò lei facendolo un grande respiro.

<< Si! sono un'anima anomala, vivo in mezzo alle montagne più belle del mondo, ma non posso fare a meno del mare e di nuotare sopratutto >>.

Aveva parenti in Trentino, ma c'era stato solo due volte. Non era solito dire bugie, ma quella precisa situazione, sentiva che richiedeva un po' di prudenza.
Poi, improvvisamente arrivò un pallone, che andò contro la donna e dietro un bambino che lo seguiva correndo.

<< Ti ho detto mille volte che devi giocare a palla dove non disturbi Marco, fra un po' c'è buio, non è il caso che lo metti via? >>.

<< Va bene mamma! >> gli rispose con lo sguardo basso.

<< Marco ti presento questo signore. Questo signore si chiama Robert >>.

<< Piacere Marco >> fece Robert tendendoli la mano.

Il bambino iniziò ad arrossire.
<< Piacere Sig Robert, >> bisbigliando.
Poi prendendo il pallone, diede un bacio a sua madre e corse via.

<< Vuole unirsi a noi? hanno fatto da mangiare per un reggimento, >> gli chiese Teresa.

<< Grazie, ma non posso, devo rientrare finché riesco a vedere dove nuoto. Magari, se ci sarà occasione, un'altra volta. Perché no? >> rispose con un leggero sorriso.
<< Arrivederci Teresa e stato un piacere >>.

<< Arrivederci Robert >>. Fece lei sorridendo.

La salutò con la mano, si girò, fece una lunga ispirazione e si tuffo' scomparendo nelle acque.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro