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10 - Leggere le paure altrui

Un altro giorno era iniziato dando il via ad una nuova settimana. Tutto era tranquillo, molti Yarix dormivano ancora nonostante l'alba fosse già passata da un po'. Solitamente erano piuttosto mattinieri durante la stagione calda, peccato che con l'avvicinarsi di quella fredda diventavano più stanchi, a tratti pigri e spaventati. Molti si sarebbero ammalati probabilmente, altri addirittura morti o per meglio dire si sarebbero lasciati lavare via l'incantesimo che li rendeva quasi immortali.

Spero solo di non dover chiedere aiuto a Damon a raccattare tutte le anime che verranno, non lo voglio vedere. La prossima volta che prova a farmi il filo giusto per nutrirsi della mia energia sarà l'ultima! Da quando era apparsa nel mondo degli Yarix, Sheera non faceva altro che pensare e pensare, sentiva il bisogno di distrarsi da qualcosa. E ovviamente voleva starsene in silenzio lontana dai demoni che la circondavano e che ormai la innervosivano e basta. Specialmente Damon, uno dei pochi che non aveva paura di lei, della sua signora oscura e la cosa alla corvina non piaceva se significava averlo spesso intorno. Le stava appresso non per fedeltà, bensì per potersi beare di un'energia oscura dalla forza magica fuori scala rispetto a tutti gli altri. Era uno dei motivi per i quali odiava avere gente intorno, le dava la sensazione che qualcuno volesse sempre approfittarsene di lei.

Tutt'altra cosa invece le era parsa con Kyra, la Dea Bianca era incuriosita da lei, glielo aveva visto chiaramente negli occhi viola chiaro. Era la prima volta che qualcuno non la desiderava per ciò che era, che faceva. Si era sentita strana e aveva approfittato della vista di una grotta buia per potersene andare e allontanarsi, distrarsi da quella sensazione di stupore. Una volta ritornata all'esterno non aveva più avuto traccia della chiara. Dopo le sue parole, ma anche prima, aveva capito che avesse paura dell'oscurità. Non le era rimasto altro che tornarsene negli Abissi Infernali a vagare tra gli alti alberi ombrosi. Strano che non abbia paura di me, eppure sono l'oscurità fatta persona. La sento solo titubante ma nient'altro...

Quella ragazza dai capelli chiari aveva un qualcosa di misterioso che l'attraeva. Pochi riuscivano a fissarla, la corvina senza fare nulla li intimoriva e terrorizzava. Con lei era diverso, come se Kyra volesse conoscerla. Era una pazza se pensava di riuscirci.

– È inutile pensarci, se solo vedesse cosa faccio quando...– sussurrò al vento che l'accompagnava. Quando il suo vero potere si scatenava seriamente era assolutamente distruttivo, trasportato dall'ira o qualsiasi altra sua emozione negativa e non doveva essere una bella visione per nessuno. Anche se in quei sei anni era solo successo quattro volte. O perlomeno era quelle che più o meno ricordava, era altamente possibile che ce ne fossero state altre. Non devo avvicinarmi troppo a lei o rischio di far casini. Si bloccò nell'istante in cui se ne rese conto: da quando le importava di qualcuno? Sto andando fuori di testa evidentemente!

Si fermò per un attimo quando, improvvisamente, si ricordò di una piuma bianca e morbida tenuta tra le dita e che poteva essere solo di Kyra. L'aveva trovata una volta uscita dalla grotta, come fosse riuscita a notarla tra la neve in un istante non le era chiaro. Però aveva cominciato a pensare: le sue piume nere avevano un potere curativo per le Creature Oscure o le poteva usare per pozioni corrosive, che quelle della Dea Bianca fossero in grado di portare qualcosa di bello, positivo?

Sheera era così immersa nei suoi svariati pensieri che non si rese nemmeno conto di dove si trovasse n'è che avesse accelerato il passo andando a sbattere contro qualcuno. Ma che diamine!? Era incorporea, perciò come aveva fatto a colpire qualsiasi cosa a cui neppure i suoi sensi avevano intercettato? Poi, mentre si toccava la testa confusa seduta a terra, vide davanti a sé Kyra anch'essa a terra le cui ali candide era aperte. Possibile che fosse presa a volare a bassa quota e che non l'avesse notata nemmeno lei?

Ora si spiega... Era ovvio, due esseri incorporei potevano toccarsi tra loro come fossero stati in carne ed ossa ma continuò ad esserle strano che non avesse percepito la presenza positiva della chiara intenta a guardarla con un lieve sorriso. E la corvina senza farci caso la studiò, lasciò che i suoi occhi scuri si concentrassero per un momento sul suo corpo vestito da una stoffa chiara e anche un po' scollato per appartenere alla Dea Bianca. O forse non si sarebbe mai aspettata un qualcosa del genere dal suo opposto. Non era messa niente male in fatto di fisico, ogni linea era armoniosa e delicata, le davano un aspetto... puro.

– Non andavo dove guardavo.– le disse Sheera riscuotendosi con quel suo tono da cui non si capiva mai cosa provasse. Subito dopo vide Kyra alzarsi, osservarla per qualche secondo e ridacchiare, e solo in quel momento la corvina si rese conto delle parole mischiate che aveva appena detto.

– Cioè, senti, hai capito cosa volevo dire.– aggiunse subito dopo alzando gli occhi al cielo.

– Sì sì, eri proprio immersa in altri pensieri.– ridacchiò ancora la chiara. Sheera scosse la testa e si rialzò, ancora la piuma bianca nella mano che mosse davanti all'altra appena le si avvicinò di qualche passo come a catturarle l'attenzione.

– Le usi per farci qualcosa queste?– le chiese curiosa ma cercando di non darlo a vedere. Kyra non impiegò molto a capire che provenisse dalle sue ali che aveva appena richiuso dietro la schiena. Come faceva ad averla?

– Bhe sì, mi capita di dover fare qualche pozione per guarire malattie gravi da dare di nascosto alle persone. Ma solo in pochissime circostanze. Perché? E come mai ne hai una?–

– L'ho trovata vicino alla grotta quando sono uscita, dovresti stare più attenta. Non dovremmo lasciare nostre tracce nei Mondi che non siano i nostri.– si fece seria Sheera, non stava scherzando. La chiara inclinò la testa da un lato.

– Ci tieni alle regole ora?–

– No, non ci tengo tanto a farmi scoprire piuttosto. Possiamo solo immaginare come potrebbero reagire Salir e Yarix davanti a delle divinità, e non ci tengo ad avere gente tra i piedi.–

La Dea Bianca annuì, non aveva tutti i torti in effetti e si limitò solamente a prendere la propria piuma e rigirarsela tra le dita. Ciò che sicuramente il suo opposto non si aspettava fu il suo avvicinarsi e mettergliela tra i capelli neri in metto contrasto.

– Purtroppo l'hai toccata tu e non credo abbia ancora il suo potere curativo.– spiegò subito dopo allontanandosi con sempre il sorriso sul volto.

– Io non posso usarla, devo ricordarti che la sua energia è opposta alla mia?–

La Dea Nera la guardò scettica ma l'altra sembrava convinta di ciò che aveva fatto e ammirava contenta il suo lavoro pensando che quell'unico tocco di bianco fosse perfetto nella sua immagine.

– Usala se hai bisogno di me allora.– le propose ancora. Sheera la guardò ridacchiando improvvisamente maligna.

– Per fare cosa? Disintegrare ogni cosa che mi ritrovo attorno?–

Se l'era lasciato sfuggire, non aveva voluto dirlo in realtà ma stava iniziando a percepire qualcosa come... imbarazzo? Pressione? Insomma, sensazioni estranee e non piacevoli dunque, la rendevano nervosa e reagiva in quel modo da sempre. La chiara però non si scompose nemmeno dopo quella frase, anzi, continuò a sorridere. Sheera alla fine sospirò e decise di riprendere il suo percorso e camminare. E poi, si rese conto solo allora che non era negli Abissi Infernali da un pezzo, anche perché Kyra non sarebbe mai potuta entrare nel suo Mondo. Come ci era finita tra i Salir?

– Vedo che ormai esci quando vuoi.– cambiò argomento nel momento in cui notò che l'altra si fosse messa a seguirla per qualche motivo ignoto. O meglio, non ignoto per la Dea Nera. Aveva capito cosa ci fosse sotto. D'altro canto, kyra invece sentì un brivido lungo la schiena sentendo la sua voce a rompere il silenzio a cui non era abituata.
–- Sì, abbastanza. Anche se a volte me ne preoccupo ancora.– rispose giocherellando con i suoi capelli imbarazzata. Ma perché la sto seguendo? In realtà non è una cattiva idea, posso rimediare subito a qualsiasi casino combini e riposare di più nell'Eden, ma se reagisse male? E poi non dovremmo stare nello stesso posto, cosa potrebbe...

– Cos'è, mi pedini ora?–

Kyra si bloccò quando notò che la corvina si era voltata con le braccia al seno come in attesa e lei la fissò spaesata. Era così seria e fredda e per un attimo il cuore le andò in gola. La stava infastidendo al punto da mostrarsi in quel modo? Cosa le era passato per la testa? Subito dopo la corvina ridacchiò appena, molto lievemente nel vedere la sua espressione agitata ma che la fece sentire sollevata. Non era un risolino malizioso ma un una linea di divertimento sincero. Non pensava che quella Creatura Oscura fosse capace di ciò.

– Sta calma, non ti faccio nulla.– le disse ancora Sheera ridacchiando e mostrandole un leggero sorriso. E anche questo non era malizioso. Un po' la tranquillizzò riprendendo a camminare. O almeno fino a prova contraria non ti faccio niente pensò invece la corvina prima di pensare a cosa fare. Non sapeva nemmeno lei dove stesse andando, troppo occupata a percepire ogni singola cosa nell'aria per cercare di distrarsi per ciò che le stava accadendo, non era da lei farsi vedere in quel modo.

– Ti piacciono molto gli alberi.– riprese a parlare Kyra, ormai aveva capito che non riuscisse a stare in silenzio per troppo tempo e che non sarebbe riuscita a levarsela di torno molto facilmente, ma fin quando non le metteva i bastoni tra le ruote nei lavori di Dea oscura che doveva rispettare poteva andarle bene.

– Abbastanza, mi piace guardare i Mondi dall'alto stando comoda e lontana dalle correnti in cielo.–

L'albero sotto cui si ritrovarono era più grande e alto di quello che Kyra aveva visto il giorno che si erano incrociate per la prima volta scambiandosi delle semplici frasi, le sue fronde facevano ombra alle grandi e forti radici, i rami di altrettanta robustezza. Così si ritrovarono sedute tra quelli più alti un po' distanti tra loro, il sole che ancora mostrava i suoi raggi dorati alle praterie e le case lontane.

– Sei da sola nell'Eden.– spuntò all'improvviso dopo molto silenzio la Distruttrice. Kyra notò che non era stata una domanda ma... un'affermazione? Come lo sapeva? La cosa la rattristò un attimo a pensarci, guardando l'erba verde e il terreno umido oltre i propri piedi a penzoloni.

– Ci sono piccoli esseri che aiutano piante a crescere e animali a guarire per tutti i mondi, ma non sono loquaci. E poi sono sempre nascosti. Perciò sì, è come essere soli.–

Kyra spostò il suo sguardo sul suo opposto intento ad osservare l'orizzonte. E, dovette ammetterlo, pensò di non aver mai visto una bellezza del genere nè tra i Salir né gli Yarix. La bellezza divina non scherzava, nessun'altra poteva possedere lineamenti streganti come la Dea della tentazione, del proibito. Si sentì come impotente di fronte ad essa.

– Cerchi compagnia. Hai paura di rimanere ancora per troppo tempo da sola.– continuò la corvina, come faceva a saperlo? La risposta le arrivò in seguito.

– Sono la Dea Nera, leggo le paure altrui anche senza rendermene conto o riesco ad intuirle dal loro comportamento.–

– Oh, capisco. No, non mi piace stare sola. Sono la Dea della Vita, mi piace vedere le persone, sentire delle loro invenzioni e la loro musica. Mi piacerebbe parlarne con qualcuno ma... non c'è mai quel qualcuno al mio ritorno a casa.–

Sorrise amaramente portandosi le gambe al petto come una bambina. Le parole di Sheera a seguire la stupirono invece.

– Non so cosa darei per avere qualcosa del genere, io ne ho fin troppa di compagnia. Io che amo il silenzio assordante.–

– Davvero? Com'è possibile?–

– Le anime che raccolgo o che seguono la strada per gli Abissi Infernali vengono tenute sotto controllo da altre Creature Oscure con un livello di magia pari ai Salir e che non fanno mai il loro lavoro. Alcuni di loro li seppellirei vivi per non dire altro!–

Il suo sguardo diventò freddo per un attimo, la cosa sembrava darle parecchio fastidio. Poco dopo fu proprio lei ad andarsene spiegando le ali scure senza dire una parola, di nuovo. Forse era anche meglio non vedersi così spesso pensò la chiara rimasta al suo posto, e solo allora, senza motivo apparente, la consapevolezza e la preoccupazione iniziarono a farle venire i brividi lungo il corpo: non ci aveva pensato in quei giorni, ma avevano infranto il divieto più importante e continuavano a farlo.

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