anche il depresso ama i fiori
Verso una certa ora del giorno, o meglio dire del pomeriggio, la porta principale del negozio si aprì, procurando il suonare del campanello posto sopra lo stipite per segnalare l'arrivo di un nuovo cliente, e una figura smilza e mingherlina si fece strada tra le varie sedute in pelle. Daisho, che stava indaffarato a spazzare da una parte con la scopa, alzò di poco lo sguardo per vedere chi fosse.
"Oh, Kunimi-kun, buon pomeriggio"
Gli sorrise lievemente, facendogli un segno con il capo. Akira Kunimi, il ragazzino dai capelli lunghi tagliati a caschetto e lo sguardo perennemente impassibile, mosse una mano verso il suo senpai, per accortezza di non mancare di rispetto, e si diresse velocemente verso il suo armadietto personale. Erano ormai le quattro inoltrate e la fioca luce ocra chiaro del sole a quell'ora entrava dalla grande vetrata d'ingresso, tingendo le pareti dentro di una soffice tonalità, gradevole e rilassante alla vista. Daisho non fece troppo caso al ritardo di un quarto d'ora di Kunimi, in fondo era un bravo ragazzo e avrebbe avuto le sue buone ragioni per tardare. Quindi si limitò a fare conversazione, parlando con voce pressoché piatta. Sapeva che lo schiamazzo e i rumori forti non erano graditi da Akira.
"Terushima è nel retro, sta ricatalogando tutti i colori in ordine alfabetico al contrario - tsk, a volte mi chiedo proprio come faccia a sopravivvere con tutta quella stupidità in corpo - alla fine mi ritoccherà rimetterli a posto io. Matsukawa invece è uscito per andare a comprare qualcosa di fresco da bere..."
"Mmm"
Annuì Kunimi, con fare distratto e distaccato. Suguru non distolse lo sguardo da quello che stava facendo - spazzare - ma percepì una nota di nervosismo nel tono del minore. Strano. Tenendo saldo il manico dell'utensile utilizzato, Daisho muoveva le braccia in un movimento stabile e calmo, proprio come gli piaceva fare il resto delle cose, lentamente e diligentemente. Si distrasse però quando con la coda dell'occhio vide un colore particolare nella direzione del piccolo mobiletto degli stencil - la parte di laboratorio del minore. Fermandosi, incuriosito, voltò di poco la testa per capire meglio la strana tonalità che il suo occhio esperto aveva captato. Un delizioso violetto.
"Kunimi-kun... quelli sono astri marini?"
Un suono di sorpresa uscì dalle labbra del moro, proprio come quando un bambino veniva beccato a rubare delle caramelle.
Suguru, nel mentre, rimase meravigliato dalla bellezza dei piccoli fiori che, adunati in un mazzolino, Akira aveva posto in un vasetto di coccio sul suo piano da lavoro. Kunimi, leggermente in imbarazzo per essere stato visto a premurarsi di sistemare per bene anche le foglioline dei piccoli boccioli, annuì, le lunghe ciocche di capelli scuri che gli cadevano davanti agli occhi parevano una tendina che fungeva da muro tra la sua espressione imbarazzata e gli occhi sbalorditi di Suguru. Daisho lasciò perdere per una volta buona il manico di scopa, appoggiandolo al muro del salone, e si diresse strabiliato verso il vasetto di coccio decorato, mentre Kunimi andava velocemente a prendere un grembiule da lavoro per evitare oltremodo ipotetici contatti visivi.
"Wow... sono stupendi"
Farfugliò il maggiore, sfiorando con la punta dei polpastrelli i minuscoli e sottilissimi petali rigogliosi dei fiori. Il loro colore, una sfumatura tra il viola e il lilla, era specialmente affascinante e gli facevano ricordare i bei giorni in cui aveva passato le sue estati in campagna nel casolare di sua nonna. In effetti la stagione calda ormai era vicina, fuori l'aria non era più umida e le giornate si stavano allungando esponenzialmente. Suguru, ancora interessato al colore prezioso di quei piccoli astri marini - sì, sapeva molte cose sui fiori essendo un clichè nel suo lavoro da tatuatore - prese il vasetto con delicatezza e si girò verso Kunimi, che si era appena finito di legare dietro la schiena il laccio del grembiule immacolato.
"Non ti facevo un tipo da fiori, Kunimi-kun"
Suguru sorrise divertito, le sue fossette gli incorniciarono la bocca e gli occhi a mandorla si socchiusero di poco. Akira si portò una mano dietro la nuca di riflesso, arrossendo.
"Emm, è un'abitudine che abbiamo anche a casa mia, di solito compro qualche mazzo di calendule o lillà per mia madre. I fiori mettono allegria e serenità, ecco perché credevo fosse una buona idea portarli al lavoro..."
A questo punto il diciottenne stava giocherellando con le sue dita, fissandosi la punta delle scarpe come se fossero la cosa più interessante di questo mondo. Gli basta proprio poco per imbarazzarsi, eh?
Suguru rise piano.
"E bravo il mio kohai preferito"
Daisho si avvicinò e gli scompigliò i capelli di gusto - Akira un po' brontolò così mi rovini la pettinatura - e poi ritornò a poggiare il vaso di coccio al centro del tavolino da dove lo aveva preso prima che qualcuno potesse farlo cadere accidentalmente per terra.
"Yo!"
Terushima, d'improvviso, sbucò da una porta dall'altro lato della stanza con un ghigno in faccia della serie adesso mi gonfiano di botte ma intanto la storia per snapchat l'ho fatta.
Kunimi non lo degnò neanche di uno sguardo. Daisho idem.
"Io lo dico sempre che voi due siete razzist-"
"Oh, è tornato Matsukawa, vado ad aprirgli"
Suguru si sbrigò a dirigersi verso la vetrata principale, una figura alta e scura dall'altro lato del vetro bussava mentre teneva una busta trasparente in mano. Terushima sbuffò sconsolato e a gran passi attraversò l'ambiente ancora illuminato dai raggi caldi di metà pomeriggio, chiudendosi la porta dello sgabuzzino, da cui si era affacciato un secondo prima, alle spalle. Akira, dato che di clienti non ne vedeva l'ombra, si era già piantato sulla sua poltrona preferita, tirando su le gambe e sguainando il suo telefono - quando neko atsume chiama... che fai te ne privi?
"Quindi il signorino qui fa ritardo per poi procrastinare, mmn?"
Yuji si sedette accigliato sul bordo del bracciolo della poltroncina, guardando sarcastico Kunimi dall'alto in basso. Il moro alzò un po' la fronte e si scostò un capello scuro dietro l'orecchio per fargli capire che avrebbe preferito che non rompesse più di tanto.
"No, stavo venendo qui quando mi sono accorto che il fioraio dall'altra parte della strada era aperto, così ho deciso di andare a prendere dei fiori dopo tanto tempo... sai, dicono che facciano bene per la salute mentale..."
Implicò un tantino seccato - ormai lo avevano beccato con i fiorellini lilla in mano, era inutile mentire oltre modo - e riabbassò lo sguardo sul suo schermo per dare da mangiare a un nuovo gatto calico appena apparso. Terushima ridacchiò piano e spostò la sua attenzione dal più piccolo a Issei, che era appena ritornato dal combini in fondo alla strada.
Il moro riccio, ancora abbastanza lontano, prese una lattina di Thè dalla busta di plastica e gliela passò, tirandogliela più precisamente in direzione della faccia.
Il finto biondo la riprese con un forte schiocco di mani che si scontravano per pararsi il viso e per afferare al volo la bibita lanciata.
"Mi vuoi ammazzare per caso?"
"Quello era il piano"
Issei gli fece il segno di una pistola con la mano libera e gli sorrise sornione. Yuji ricambiò con un terzo dito. Intanto Daisho riapparve dietro il più alto di tutti loro, anche lui con una lattina di Arizona in mano. Non fu sorpreso nel vedere Akira incollato alla seduta e al suo cellulare. Un giorno di questi diventerà ceco, povero ragazzo dipendente.
"Oh..."
Ridendo e scherzando Matsukawa addocchiò i fiori sul tavolo poco più in là e guardò sorpreso da Terushima a Kunimi.
"Il mocciosetto li ha presi dal fioraio di fronte"
Terushima spiegò, cingendo con un braccio le spalle del moro più piccolo per tirarselo a sé, quasi pareva una mossa di wrestling. Akira era tentato di sputargli in faccia.
"Non ti hanno mai detto che spiare le conversazioni altrui è scortese?"
Intanto che Yuji rischiava di ritrovarsi un Iphone piantato nel cranio, Issei parve immensamente interessato nell'argomento - chissà perché - e da bravo mercenario qual'era passò il suo pacchetto di pocky alla fragola a Kunimi, con uno sguardo che diceva ti ho pagato profumatamente, ora parla.
Il minore girò gli occhi e, mettendo giù il telefono, prese dalla mano di Issei il pacco rettangolare offertogli. Lo aprì quasi contento.
"Boh, cosa dire, mi sono fermato per un paio di minuti a guardare i fiori fuori e poi un nuovo commesso è uscito ad aiutarmi a sceglierli, tutto qui"
Bingo
"E com'era il commesso?"
Kunimi lo guardò dubbioso con un mezzo bastoncino di biscotto in bocca. Mica male il sapore fragola...
"Mmm, alto, gentile, lentiggini e- oh si aveva i capelli tipo... rosa? Era rosa?"
Guardò un po' a vuoto nella direzione di Daisho, che ricambiò con un'alzata di spalle. Matsukawa si passò una mano tra le pesanti ciocche di capelli scuri.
Quindi il nuovo fioraio era proprio lo strano ragazzo - fratello di Tooru tra l'altro - che aveva visto dalla sua cucina quella mattina...
"Sembra solare... e simpatico..."
Continuò borbottando Akira - intanto Terushima era riuscito a sgraffignargli un paio di pocky e ci aveva guadagnato una bella gomitata nelle costole.
Matsukawa ripensò un attimo alla descrizione del ragazzo preso in questione che fin'ora gli era stata fornita da un certo bruno scassacazzi - era da quando si conoscevano che Tooru non perdeva occasione per parlarne; non molto aperto e spesso con le cuffiette sotto tiro, una persona che cercava di non affezionarsi troppo agli altri... suonava un po' come un individuo molto solo, a differenza del reportage dell'amico...
Issei si riprese da quell'attimo di pensieri e ricordi a breve termine grazie alla suoneria del suo telefono - che faceva here come dat boi, shit waddup - e sobbalzando appena, sfilò di corsa il cellulare dalla tasca anteriore dei jeans. Non ci pensò due volte a rispondere... no in realtà avrebbe tanto voluto chiudergli in faccia-
"Yo, caso umano"
"Oi Mattsun smettila di insultarmi"
La voce inconfondibilmente irritante di Oikawa provenì dal microfono messo quasi subito in vivavoce. Terushima fece una faccia a metà fra l'esasperato e l'esilarato. Daisho si mise a sedere a gambe accavallate su una delle sedie girevoli più vicine, scopettone per spazzare dimenticato nell'angolino oramai.
"Ok ok, dimmi cosa vuoi giovane diva"
Fece velocemente Issei, facendo una voce al quanto profonda sulle ultime sillabe. Akira continuò a godersi la faccenda sgranocchiando il suo snack e dando spallate a Terushima ogni qual volta che quest'ultimo provava a infilare la mano dentro il pacchetto argenteo. Ottimi compari, dicevano.
"Pensavo ti fossi dimenticato di me, così ti sto chiamando per dirti che tra poco sono lì"
"Ah, e chi ti scorda con la faccia da pirla che ti ritrovi"
"Ma a colazione mangi pane e insulti?"
"E meme, ottima dieta, dovresti provare"
Issei si scambiò un cinque mentale con Terushima, che aveva incominciato a sorridere divertito dalla voce irritata che veniva dall'altro capo del telefono.
"Ufff, va beh, comunque spero solo di fare il prina possibile, tanto bene oggi c'era traffico..."
"Mmm, non immagino la noia a rimanere più di.... aspetta sei rimasto tipo- nove ore imbottigliato nel traffico??!"
Issei guardò sbalordito il suo orologio da polso che segnava le cinque meno venti. Ma siamo sicuri che non sia morto???
Suguru si schiaffò una mano in faccia.
Terushima si limitava ad ascoltare ridacchiando. Kunimi aveva ripreso a giocare con il cellulare - e era riuscito a sbloccare un nuovo gatto. Matsukawa si prese un secondo mentre aspettava la risposta di Tooru.
"Pfff- no, ti pare; morirei di claustrofobia dentro un'auto per più di tre ore"
"E allora perché siete ancora lontani? Sei parito alle sette di stamattina, no?"
"Sì"
"....ma non ha senso, per arrivare qui ci vogliono massimo tre ore se contiamo il traffico sulla statale"
"Lo so lo so, mi sono fermato a casa di un amico lungo la strada, dovrei farvelo conoscere una volta di queste-"
"Ah ok allora non me ne frega nulla"
"A dire la verità io ero interessato"
Terushima quasi non si beccò una scarpa in testa da parte di Daisho per il suo intervento a cazzo - certo che oggi era proprio una calamita per cose volanti, eh?
"Oh, sei al lavoro?"
"No guarda, alla Svegas"
"Sì, ma non prendertela più di tanto, mamma mia"
Sbuffò per l'ennesima volta Tooru - povero l'autista che se l'era dovuto portare dietro per un'intera giornata, quest'oggi gente santa così non se ne trova in giro.
"Ok, a parte gli scherzi, quindi tra quanto sei qui?"
"Abbiamo appena passato il cartello della strada principale, quindi... massimo un quarto d'ora, dieci minuti"
"Bene, allora ci si vede"
"Yap, salutami gli altri"
"Ah ah, tanto li vedi tra poco, siamo tutti qui"
"Ho fatto uno striscione per il tuo rientro, Oiscemo"
Yuji cercò di farsi sentire da Tooru. Il bruno sull'altra linea rise.
"Va bene va bene, a dopo"
"A dopo"
E con quello Issei chiuse per primo la chiamata. Guardò con un sopracciglio alzato Terushima, curioso.
"Non sapevo conoscessi Oikawa"
"Ah, e chi non lo conosce da queste parti: durante le pause estive ci si vedeva spesso al parco a quattro isolati da qui e non per dire nulla ma era lui il più figo del gruppo - Issei qui dubitò della veridicità della cosa - avendo casa dei vecchi qui ci si beccava sempre"
"E com'è che non lo hai mai menzionato?"
"...credevo lo sapessi"
"Ma se te l'ho appena chiesto"
Calò il silenzio, l'unico rumore era l'ovattata musichetta di neko astume.
Issei e Yuji continuarono a guardarsi triggerati. Kunimi alzò lo sguardo, senza prestarci però troppa attenzione, per capire se finalmente avessero cessato di respirare - ah no... peccato. Daisho sbadigliò.
"Duo di cretini exe has stop working"
Suguru commentò sarcasticamente, alzandosi svogliatamente da dove si era sistemato prima - poggiando la sua mezza lattina di Thè sul tavolo a fianco - per riprendere finalmente il suo lavoro da spazzino.
Terushima lo insultò sotto voce.
Issei invece stava contemplando i dilemmi della vita e di come e perché aveva scelto di assumere una persona tanto stupida nella sua preziosa attività. La luce del sole continuava ad illuminare caldamente lo spazioso negozio.
an: my love for namjoon 🤝🏻 my love for jackson,,,sono bro e lo scopro solo ora, mi vergogno solo a dirlo,,,da quando ho riscoperto il kpop ascolto musica a palate,,,SAVE ME,,,cit,,,ah e buon pride month a tutti voi fellows lgbt,,,ma anche a chi ci supporta uwu vi voglio bene,,,rivedendo questo cap mi sono accorta che ho un debole per kunimi, è un bimbo che ha bisogno d'amore diciamocelo 😔🤲🏻💓 ... ok... addio
-glo
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