Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Londra - Parte 1

https://youtu.be/VEAIwgFmG7M

Addio.

Come foglie
danzanti
al vento,
bagneranno
il suolo
di lacrime
di sgomento.

Addio.

Leggero,
profondo
e sentito,
un battito
d'emozione
fluttua,
danzando
lungo
uno spartito.

Mai un addio
mi è parso
più strano,
agrodolce
e amaro,
come il volo
di un gabbiano,
in un cielo
notturno
e lontano.

Lasci,
come il sole
all'orizzonte,
che i ricordi
di te
dipingano
un tramonto,
oltre il velo,
ponte di
questo
triste evento.

Un addio
invisibile,
coi colori
del tuo essere,
che graffia
ed emoziona
il cuore,
senza fare
alcun rumore.

Addio.

Riposa in pace.

Io starò bene,
avvolta
e protetta
nel suo
abbraccio
ascoltando
il battito soave
che sussurra
fiero nel
suo torace.

(Nerea Leighton)

Quando ho appreso della morte della regina Elisabetta, ero devastata. Ho sempre nutrito una profonda stima per la monarca inglese, al punto che la sua scomparsa ha suscitato in me un senso di perdita simile a quella di un membro della mia stessa famiglia. Ricordo di essermi ritrovata immersa nel dolore, fissando la vetrata della biblioteca e contemplando la radiante giornata di sole che illuminava la spiaggia, mentre il mio cuore sembrava affondare nella tristezza più assoluta.

Poi è accaduto qualcosa di sorprendentemente bello.
Un momento che sento ancora sulla pelle, come se fosse penetrato indelebilmente fino alle ossa, infondendomi il coraggio che nessun altro è mai riuscito a darmi.
Il suo abbraccio è stato un gesto spontaneo, capace di lenire il mio cuore e dare un po' di pace alla mia anima martoriata.

Il suo abbraccio: un luogo perfetto in cui rifugiarsi, perdersi e desiderare di non tornare più indietro, ma soprattutto, da evocare ogni volta che mi sento giù.  

In quel suo abbraccio, mi sono sentita protetta e al contempo connessa a lui in un modo che mai prima d'ora mi aveva concesso: come se fossi al centro del suo cuore e del suo mondo intero. Le nostre anime si sono sfiorate profondamente e i nostri dolori, durante quel contatto, si sono quasi dissolti, facendo emergere qualcosa di nuovo e inspiegabile a parole.
Quando qualcuno ti stringe con affetto e dolcezza, ma soprattutto in modo così profondo, non c'è bisogno di parole senza ali che volano lontane, perché quel contatto così intimo raggiunge le profondità dell'anima in modo più intenso, scavando un cratere emotivo nel mio cuore.

Il nostro contatto, simile a quello tra due pianeti sconosciuti che gravitano nella stessa orbita prima di collidere, riscaldava sicuramente il mio cuore, ma sollevava anche diverse questioni che avevo paura di affrontare.

La mia mente traboccava di domande senza risposta.

Perché la persona più antipatica e detestabile delle Hawaii stava condividendo il suo cuore proprio con me?

Perché i suoi pollici asciugavano le mie lacrime con la delicatezza di un batuffolo di cotone e la dolcezza di una goccia di miele?

Perché i suoi occhi brillano di quella oscurità divina inafferrabile, come in un cielo notturno puntellato di stelle e comete sfuggenti, facendomi innamorare della sua notte?

Risposte che ancora non ho. Rimaste in sospeso probabilmente per sempre.

Quello che so con certezza sono le sensazioni che scatena in me ogni maledetta volta che si intrecciano, confondendo graffi e carezze sulla mia anima. Mr. Allegria è l'unico in grado di farmi arrabbiare al punto da farmi esplodere, ma allo stesso tempo è anche l'unico che mi fa provare qualcosa di magico.

Il calore bruciante che sento anche adesso, ripensando a quel contatto col suo corpo, temo sia così radioso e splendente da illuminare l'intera galassia e da essere scorto da chiunque stia camminando in questa scuola. Ho il terrore che il resto del mondo possa sentirne il frastuono e che il suo eco si propaghi fino alla Luna e oltre, rimbalzando indietro come un'onda d'urto incontenibile.
Eppure, so con certezza assoluta, che ho desiderato di non essere in nessun altro luogo al mondo se non tra le sue forti braccia.

Perché il mio cuore, al suo semplice ricordo, esplode nel petto come una supernova?

Adesso che ho trovato il giusto incastro per il mio corpo nel suo, non vorrei essere abbracciata da nessun altro al mondo.

"Non mi lasciare. Ti prego."

Ingenuamente e sopraffatta dalle emozioni, lo avrei voluto per sempre così: dolce e premuroso per me piuttosto che arrogante e antipatico all'esasperazione.

"Non vado da nessuna parte, ula'ula. Sono qui."

Non so se era davvero sincero oppure se ha utilizzato una di quelle frasi fatte che si pronunciano nei momenti in cui hai bisogno di essere spronato e incoraggiato.
So soltanto, che i suoi occhi, sono un abisso di incertezza e dolore in cui mi rifletto e sprofondo senza appigli e senza la capacità di scorgervi la verità.

Le sue iridi sono riflessi di petrolio, gocce di giada, spilli di brina, polvere di stelle e oceano in tempesta.

Kai è il tipo di persona che infonde coraggio agli altri, a discapito del suo, e che non lascia mai trapelare nulla di sé. Non so se si tratti di riservatezza, di discrezione o di paura di essere un peso per gli altri; so solo che affronta ogni sfida a testa alta, contando solo su se stesso.

Quel giorno, nonostante fosse bellissimo con quei pantaloni neri eleganti che gli fasciavano le gambe toniche, la camicia bianca con i gemelli, la cravatta allentata, i capelli finemente acconciati e il viso morbido e rasato su cui affondare i polpastrelli fino a consumarli, non gli ho nemmeno chiesto perché fosse vestito come se dovesse andare a nozze o perché fosse arrivato in ritardo. 

Il mio dolore ha monopolizzato anche il compito che dovevamo svolgere, ma lui mi ha lasciato sfogare. Senza opporsi e senza chiedere niente in cambio.
Ma non si è semplicemente limitato ad asciugarmi le lacrime, si è insinuato in me, goccia dopo goccia, come se potesse inglobarmi allo specchio della sua anima cupa, disgregare il mio cuore e trasformare il mio dolore in un mucchio di detriti.

Lokelani è nocivo in modo fatale. È un mare in tempesta, con le sue acque scure: più ti avvicini, più rischi di affogare, eppure, stranamente, più ne vuoi ancora.

E io voglio ogni scheggia, ogni brandello, ogni particella del suo essere.

Col senno di poi, ricordo che era sconvolto.

《Troveremo il modo per permetterti di renderle omaggio. Te lo prometto.》

Una promessa, la sua, pronunciata con il cuore, con gli occhi fermi e sinceri, di chi è sicuro di sé. Persa a scrutare attraverso quella finestra di corpi celesti in collisione col mio mare in burrasca, ho sperato con tutto il cuore che non si rivelasse una bieca menzogna, detta solo per consolarmi.

Ma Lokelani, ancora una volta, mi ha piacevolmente stupita.

Oggi, mi ha raggiunto fuori dalla palestra e ha sganciato la bomba.
Nonostante ogni volta le nostre parole al vetriolo ci allontanino, i nostri sguardi in qualche modo ci incatenano e ci avvicinano sempre di più, perché alla fine dei conti, sono le azioni a fare la differenza, mai le parole.

《Leighton, ho avuto un'idea e vorrei parlarne con te. Hai dieci minuti da dedicarmi?》

Lo guardo perplessa e diffidente, ignorando totalmente il motivo della sua "udienza."

《Immagino che questo colloquio sia per il compito del professor Johnson, vero? In ogni caso, ho appena finito gli allenamenti, quindi sono libera. Parlare davanti a un gelato è fuori discussione, vero, Mr. Salutista?》

《Ho gli allenamenti di surf tra un'ora e non posso mangiare, ma se è un gelato quello che vuoi, ti posso accontentare. Io prenderò qualcosa da bere. Comunque sei fuori strada, non voglio parlare del compito, anche se dovremmo deciderci a farlo, ma della promessa che ti ho fatto.》

La promessa.
Quella promessa?

Arrossisco e mi perdo nella costellazione di stelle inafferrabili, silenziose e stupende, che sono i suoi occhi e che disegnano la notte più bella. Il suo sguardo è fisso nel mio, come se potessero risucchiarsi a vicenda. E così, nell'incanto dei suoi occhi, mi immergo senza riserve, consentendo alle melodie del mio cuore di trovare armonia con la danza dei nostri sguardi.

In quel cammino stellato, il riflesso del mio essere si perde e si ritrova in una danza di emozioni sospese tra il chiarore e l'ombra, come note leggere che fluttuano nel vento con la melodia delicata della pioggia di meteoriti.

Solo adesso mi rendo conto di quanto sia affascinante con la barba curata e i capelli ordinati ma leggermente ribelli che gli ricadono a ciocche sulla fronte alta. Non gli serve un abbigliamento ricercato, perché perfino un sacco dell'immondizia metterebbe in risalto il suo corpo modellato da uno scultore e ben definito. Le braccia longilinee e muscolose, sono fasciate da una camicia bianca a maniche lunghe e le gambe da un jeans scuro che sembra cucito sulla sua pelle, tanto gli sta aderente e perfetto. Avvampo, osservando quel secondo di troppo, il cavallo dei suoi pantaloni. Il suo profumo mi annebbia la mente.

Crudele creatura della notte, che hai rubato la bellezza alle stelle, perché mi fai vibrare l'anima in questo modo?

Il Dio Apollo, simbolo della bellezza e perfezione giovanile, non esiterebbe a impugnare il suo arco d'argento per colpire con le sue frecce il giovane che ha osato sfidare la sua bellezza, il quale, per me, è indubbiamente l'essere maschile più attraente.

Tuttavia, mi sembra doveroso chiedermi: e se fossi stata io ad essere colpita da una freccia, dritta al cuore, invece?

Non un dardo scoccato per togliermi la vita, ma qualcosa che affonda molto più profondamente e si prende il tuo cuore nel modo più meschino possibile.

Mi rendo sempre più conto di quanto sia attratta da questo ragazzo. 
Sono prigioniera di un sentimento che cresce con la stessa intensità di una ferita aperta, che scava un solco profondo dentro di me, aprendo una porta a emozioni che, fino a quel momento, erano rimaste sconosciute e sigillate. Trovo una strana gioia nel riconoscere l'irresistibile potere che questo ragazzo ha sulla mia anima.

La forza irresistibile della sua presenza, l'ardente ribellione nei suoi occhi e la sua bellezza insolente, mi attirano come un richiamo magnetico.

Ma non è tutto oro quello che luccica, e devo avvicinarmi con cautela, altrimenti rischio di perderci il cuore. E lo sanno tutti che, una volta che doni il tuo cuore a qualcuno, non lo riavrai mai indietro integro.

《Ho qualcosa tra i denti?》 domanda grattandosi la testa pensieroso, ridestandomi dai miei sogni a occhi aperti.

《No. Assolutamente no.》

《Allora perché mi fissi come se avessi qualcosa fuori posto?》

《Io? Ma no. Non ti stavo fissando affatto. Inoltre, tutto di te è perfettamente al posto giusto. Te l'assicuro.》

Maledetta boccaccia!

Solleva il sopracciglio attonito e mi guarda come se fossi un cactus al Polo Nord.

《Quindi... Ehm...》 farfuglia imbarazzato 《vogliamo andare?》

Annuisco, accodandomi a lui.

Molti studenti ci fissano e parlottano tra di loro.

Riesco a cogliere solo qualche commento acido e perlopiù geloso che lui sembra non sentire o ha deciso di ignorare intenzionalmente.

"Perché quel coglione le ronza sempre intorno?"

"Ha messo gli occhi sulla ragazza sbagliata."

"Assassino del cazzo! Se le torci anche solo un capello, giuro che te ne pentirai."

"Com'è fortunata la ragazza nuova! Sta andando via con il sogno erotico di ogni ragazza di Honolulu."

"Il classico cliché del figo dannato con la santarellina ingenua. Non la invidio proprio."

Lingue biforcute, perfide e velenose di serpenti viscidi striscianti.

《Sali. Non fare la timida, ula'ula》 mi apre la portiera come se fosse il gesto più normale al mondo.
Mi accomodo sulla sua auto che profuma di lui.

《Ti porto nella migliore gelateria di Honolulu, parliamo e poi ti riporto alla tua bicicletta.》

《E come lo sai che è la migliore, se non mangi dolci?》

《Ho le mie fonti.》

《Davvero?》 chiedo con un tono polemico.

Chissà quante ragazze ha portato in gelateria prima di me!

《In effetti non lo so e spero di non prendere un abbaglio. Quello che so è che è la gelateria preferita di mia sorella. Nostra madre la portava sempre lì per festeggiare i suoi successi.》

Il suo sguardo si incupisce un po'. Non so se per nostalgia di sua madre o per qualcosa di più profondo.

Raggiungiamo la gelateria "Hawaii Ice Cream - Autentic Italian Ice Cream" in Kalakaua Avenue, nella piazza del mercato internazionale di Waikiki, in appena sette minuti e il tempo di ascoltare "Watermelon Sugar" di Harry Styles.

《Adoro Harry Styles.》

《Come tutte le ragazze del mondo》 lo vedo incupirsi.

《Le sue canzoni sono bellissime. Non trovi?》

《Già. Secondo il canone di bellezza, immagino che sia bellissimo anche lui.》

《Non male.》

《Non male, davvero?》 alza un sopracciglio poco convinto.

《Essendo inglese ha un certo fascino che non lascia indifferenti, ma c'è di meglio》avvampo.

Harry Styles? Indubbiamente bellissimo, ma non ha niente da spartire al figo davanti a me.

《C'è di meglio! Certo che hai canoni di bellezza irraggiungibili.》

 《Al contrario, so esattamente il tipo di ragazzo che mi piace e per quanto bello, non è Harry.》

 《Se lo dici tu. Comunque vogliamo entrare?》

Il mercato è colorato, pieno di gente, di negozi, di bancarelle e locali pieni di tavolini. Ci sediamo al tavolino dopo aver ordinato un affogato all'amarena composto da gelato alla vaniglia cosparso da sciroppo di amarena e zuccherini, e un'acqua frizzante per Kai. In cassa litighiamo per chi deve pagare, ma poi ha la meglio Lokelani.

《Non è un appuntamento e non mi piace che paghino per me.》

《Non fare sempre la difficile e la permalosa, ula'ula. Ti ho invitata io, pertanto desidero offrirti il gelato.》

Sbuffo sconfitta.

《Sei prepotente. L'idea del gelato era mia e tu nemmeno l'hai ordinato.》

《Mia mamma mi ha insegnato a essere educato e galante. Ma se ho urtato la tua sensibilità e il tuo lato da femminista emancipata, ti domando scusa. La prossima volta, se mai ci sarà una prossima uscita, paghi tu. Okay?》

《D'accordo》quasi ringhio irritata. Porto le mani ai fianchi e lo guardo torva.

《Hai intenzione di tenermi il broncio per tutto il tempo?》sorride divertito.
Nei suoi occhi, in questo momento, brilla una luce bellissima.

Harry scusa, ma ci sono occhi più belli dei tuoi, che incantano il mio cuore.

《Forse.》

《Sei carina anche arrabbiata, ma ti preferisco di gran lunga quando sei sorridente e non sul piede di guerra contro il sottoscritto. Ora, per favore puoi sederti e starmi ad ascoltare?》

《Ho alternative?》

《No. Non ti faccio andare via fino a quando non avrai finito il gelato e avrai ascoltato la mia idea.》

Sfila dallo zaino un portatile con il codice di Matrix e mi guarda speranzoso.
Storco il labbro sempre più irritata.

《Sei prepotente. Te l'ho detto.》

《E tu sei esasperante.》

《D'accordo. Parla.》

Mi siedo difronte a lui.
Soddisfatto, comincia a parlarmi della sua idea e del suo piano per farmi raggiungere Londra.
Le sue parole si confondono con la melodia della canzone "London Bridge is Falling Down."

https://youtu.be/qFPHtXvHRSE

"London Bridge is down" o più banalmente operazione London Bridge, è il nome in codice del piano che verrà eseguito nei giorni successivi alla morte della regina, fino alla celebrazione delle esequie.

Il dolore si accartoccia nuovamente alle mie membra come un aquilone di cartapesta.

《Ho dei risparmi da parte e desidero mantenere la mia promessa, comprandoti due biglietti aerei, andata e ritorno, per Londra. Due, perché non voglio assolutamente farti viaggiare da sola. Così hai la possibilità di portare con te chi desideri. Spero che li accetterai. Ho riflettuto molto e non vedo altre alternative, poiché scrivere le condoglianze sul sito ufficiale di Kensington Palace, immagino, non sia sufficiente.》

Il cuore si agita irrequieto.

Nessuno ha mai fatto niente di più carino, dolce e dispendioso per me.

《Dire addio sembra ci permetta di passare oltre e di accettare il trapasso. Non so se sia davvero così, dato che il dolore persiste e chi ti ha toccato il cuore rimane semplicemente intrappolato dentro di te, ma concediti la possibilità di alleviare quel vuoto dandole il meritato ultimo saluto.》

Annuisco con gli occhi lucidi di lacrime di stupore, felicità e tristezza.

《Solo se mi accompagnerai tu. Non voglio andare con nessun altro》sorrido speranzosa.

Lo vedo deglutire nervosamente, per poi sbiancare e avvampare subito dopo, come un peperoncino piccante.

《Non preferisci andare con Cassia o Keira? O magari con Evan o Amberly?》

Scuoto la testa risoluta.

《No. O andiamo insieme o non ci vado nemmeno io.》

Okay.
Detta così sembra un po' un ricatto, ma ho semplicemente bisogno di lui.

Lui, che si è rivelato il migliore sostegno morale.

《Se non accettassi, non potresti dirle addio e non me lo perdonerei mai.》

Nei suoi occhi, tuttavia, scorgo che mi sta omettendo qualcosa, ma non me ne curo perché sono davvero troppo felice.

《Quindi mi accompagni?》

《Sì. Mi sembra doveroso. Allora prenoto subito. Far combaciare le date e gli orari con la disponibilità dei voli e dei posti rimasti è un'impresa piuttosto ardua e necessita la perdita della scuola. Va bene?》

《Quali sono le alternative che abbiamo?》

《In effetti, ce ne sono poche. La migliore è con la British Airways in collaborazione con Alaska Airlines. La partenza è alle sette del mattino del sedici settembre da Honolulu, con arrivo alle tredici del sabato diciassette settembre a Londra Heathrow, facendo scalo a Seattle in Premium Economy. Il viaggio di ritorno è previsto per domenica alle dieci e un quarto da Heathrow, con arrivo alle diciannove e un quarto, sempre di domenica, a Honolulu, con il solito scalo a Seattle sempre in Premium Economy. Sarà un viaggio estremamente faticoso, ma al rientro dobbiamo ringraziare il fuso orario per non farci perdere un altro giorno di scuola. Ci sono solo più due posti. Che faccio? Prenoto?》

《Ottimo》 rispondo a fatica perché la consapevolezza di noi due a Londra mi inghiotte in un baratro di desideri che confonde i miei sensi.

Una vera e propria sfacchinata, certo, ma questo non dimostra quanto, in fondo, Kai tenga a me?

Sono elettrizzata.

《Ti costerà un patrimonio!》

Scrolla le spalle.

《Però, mi prometti anche di fare il compito per il professor Johnson? Più passa il tempo e più io ho da fare col surf e il processo.》

Annuisco ridendo.

《Fantastico. Grazie.》

《No. Grazie lo dico io a te.》

Non riuscendo a trattenere la gioia e l'entusiasmo del momento, mi precipito tra le sue braccia. Lui rimane più rigido di uno stoccafisso mummificato. Sorpreso, arrossisce di imbarazzo e il vedere le sue guance rosse mi fa sentire importante.

Mi separo da quell'abbraccio, evidentemente non gradito, e gli porgo le mie scuse.

《A volte reagisco come una sciocca ragazzina. Mi dispiace.》  

Nei suoi occhi leggo lo sgomento di una tempesta e calma della luce del tramonto.

Dio, quanto è bello questo ragazzo.

《Non ricevevo un abbraccio da qualcuna, da chissà quanto tempo, quindi ti concedo questo contatto dettato dalla felicità del momento, completamente gratuito. Ma non approfittartene troppo.》

Mi innervosisco all'istante. Mi ha davvero paragonata a una sciacquetta qualsiasi?

《Fammi capire Lokelani, ti fai pagare per un abbraccio?》

Annuisce seriamente e sono sul punto di schiaffeggiarlo davanti a tutti.

《Solo dalle ragazze rosse che proprio non sopporto, ula'ula. Le altre possono fare di me ciò che vogliono.》

Scoppia a ridere divertito facendo l'occhiolino.

《E tu, ula'ula, mi stavi letteralmente consumando e avvelenando con il tuo atteggiamento zuccheroso e compiacente.》

MA CHE SIMPATICO!

Si beffa di me e, a quanto pare, ci sono caduta in pieno. Lo ammetto.

《Seriamente, sono contento di averti aiutata a realizzare il tuo sogno e vederti così felice, nonostante il motivo del nostro viaggio, mi conforta. Tuttavia, non penso che i tuoi genitori gradiranno sapere che viaggi con me. Ti devo forse ricordare che sono un famelico lupo cattivo e tu una dolce pecorella indifesa?》

《I miei non devono per forza saperlo.》

《Non è saggio, mentire ai tuoi genitori.》

《Di loro mi occupo io.》

《Dove soggiorniamo piuttosto? È tutto pieno e purtroppo non posso permettermi le stanze più costose.》

《Ci penso io al nostro pernottamento. Non ti preoccupare.》

A Londra, i miei nonni hanno un appartamento vuoto, destinato alla famiglia e ai parenti che arrivano da lontano per far loro visita. Sono sicura che ce lo lasceranno volentieri e senza fare troppe domande.

《Perfetto. Non voglio sembrare maleducato, ma devo riaccompagnarti per raggiungere la squadra e il Coach agli allenamenti.》

《Mi avevi già detto che avevi gli allenamenti, quindi non preoccuparti e vai pure.》

《Allora torniamo a scuola.》

Dopo che mi lascia alla mia bicicletta, chiamo immediatamente mia nonna e la informo del mio viaggio per rendere omaggio alla regina Elisabetta, raccontandole del gesto gentile che Kai ha fatto per me.

Mia nonna ovviamente è felice ma solleva la questione dei miei genitori, quindi mi tolgo il dente malato e raggiungo mamma e papà al museo per parlare con loro.

《La scuola ha organizzato un viaggio in Inghilterra per pochi eletti, dedicato a rendere omaggio alla regina. Essendo mezza inglese, mi hanno invitata a partecipare, e ho l'intenzione di andare. Per voi va bene? Dal momento che è nel weekend, perderò solo un giorno di scuola: il venerdì. La partenza è fissata per il sedici alle sette di mattina, e il ritorno è previsto di domenica sera.》

《Sicuramente sarete accompagnati dai professori, quindi per me va bene, pesciolina. Però, stai sempre col gruppo e non ti allontanare.》

《Grazie papà.》

《Quando è morta lady Diana, avevo diciassette anni e ricordo ogni momento del lutto e il calore della folla che si disperava al suo ricordo. Io ero una di loro. La ammiravo e l'amavo come ogni inglese, quindi capisco il tuo desiderio di rendere omaggio alla regina. Se potessi, verrei anche io.》

《Le renderò omaggio per entrambe.》

《Non posso chiedere di meglio. Ricorda di portare i contanti e la carta di credito.》

Annuisco felice.

Non ho raccontato una bugia, ma una mezza verità.

Dopo aver salutato i miei genitori, che erano usciti presto e dopo le solite raccomandazioni del caso, alle sei sono scesa in cortile dove mi stava già aspettando Kai.
Con la solita gentilezza che lo caratterizza quando non ha la luna storta, ha caricato il mio trolley nel bagagliaio, e abbiamo raggiunto l'aeroporto in appena un quarto d'ora.
Dopo aver parcheggiato e passato i controlli di sicurezza, abbiamo raggiunto la sala d'aspetto del Gate di imbarco al Terminal 2, in cui abbiamo sostato fino al momento dell'imbarco sul Boeing 737. I nostri posti, sul volo ALASKA AIRLINES BA7524, in partenza alle sette da Honolulu per lo scalo a Seattle, prevedono un viaggio lungo cinque ore e cinquanta minuti con arrivo alle quindici e cinquanta, dove sosteremo per tre ore e cinquanta minuti prima del volo di coincidenza per Londra Heathrow.
Il primo viaggio prevede posti in economy e centrali sull'ala.
Dopo aver sistemato i due bagagli a mano nella cappelliera, Kai si accomoda accanto a me nel posto lato corridoio.
Entrambi guardiamo il decollo dal mio oblò.
Sentire il suo respiro così vicino a me, mentre si sporge per indicarmi alcuni luoghi di Honolulu che riconosce tra la luce dell'alba, mi fa deragliare il cuore.

La colazione viene servita poco dopo dalle assistenti di volo. Io mi abbuffo di merendine sorseggiando un caffè caldo, mentre Kai, che ha esigenze alimentari particolari e ha richiesto un menu proteico durante la prenotazione, ottiene un panino ai semi di girasole con del prosciutto e delle uova sbattute. 

《I signori desiderano ancora del caffè?》

La hostess, una bellissima donna bionda con occhi madreperla, sorride in modo lusinghiero fissando Kai.

Senza pensarci due volte, avvolgo la sua mano nella mia, con fare geloso e rispondo affermativamente.

Kai si volta guardandomi in un modo che non so nemmeno definire, mentre l'assistente di volo ci lascia due tazze fumanti di bevanda nera per proseguire il suo lavoro.

《Va tutto bene?》domanda guardando l'incastro perfetto delle nostre dita.

《Ho il terrore delle turbolenze》soffio via la prima scusa ovvia che mi passa per la mente.

《Non c'era alcuna turbolenza, ula'ula. Cosa ti turba davvero?》mi guarda pensieroso e preoccupato, carezzando la mia mano intrecciata alla sua.

Che ti possa piacere qualcuna che non sia io.

Che tu possa piacere a qualcuna che non sono io.

《Sono solo tesa. Eccitata, ma tesa. Non so se sono pronta a dirle addio.》

《La morte è l'unica cosa che non si può controllare. Pronta o non pronta, devi dirle addio. Questo è il senso dell'intero viaggio. Non quello per Londra, ma dell'intera vita.》

L'assistente di volo passa a prendere l'immondizia disturbando il nostro discorso profondo. Quando Kai nota che ci sta fissando, come si fissa una coppietta di innamorati felici, si scosta allentando la sua presa dalla mia mano, come se si fosse appena ustionato.

Il volo prosegue senza altri intoppi e io rimango sempre più rapita da questo ragazzo e dalla sua bellezza d'animo. Parliamo del più e del meno e quando il discorso si fa troppo personale, Kai mi propone di guardare un film. La scelta ricade su "Le ali della libertà", un film impegnativo e profondo, tratto da un romanzo di Stephen King e interpretato in maniera egregia da Morgan Freeman e Tim Robbins. Andy Dufresne è un giovane banchiere di successo la cui vita cambia drasticamente quando viene condannato all'ergastolo per l'omicidio di sua moglie e del suo amante, anche se lui si dichiara innocente. In prigione, Andy incontra e fa amicizia con Red, un carcerato davvero fuori dal comune.

《Questa è senza ombra di dubbio la mia citazione preferita. "È proprio vero, alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi, ti si riempie il cuore di gioia." In fin dei conti, ula'ula, non siamo niente senza la libertà.》

La sua dichiarazione sembra emergere dal profondo, come un'amara verità.

Il suo sguardo si perde per un istante, come se cercasse di oltrepassare i limiti della realtà stessa e dei suoi intricati blocchi mentali che cercano di allontanarmi senza spiegazioni. Poi, con un sospiro, si concentra di nuovo sul film.

Durante la visione, il nostro contatto fisico sembra diventare una spontanea necessità. Le sue dita si intrecciano alle mie, sul mio ginocchio, come se cercasse un punto fisso su cui concentrarsi, e la connessione tra noi diventa palpabile e potente come il mio cuore pulsante.

Questa volta, sono io a guardare con imbarazzo le nostre mani unite.

Sorridendo in modo sbilenco, mi sussurra: 《Non sei l'unica ad avere il terrore delle turbolenze, ula'ula.》

Verso la fine del film, quando Andy Dufresne si libera delle sue catene e trova la libertà, Kai mi guarda intensamente. I suoi occhi hanno un riflesso di malinconia, ma anche di speranza.

《La libertà può sembrare una meta lontana, ma spesso è una questione di prospettiva. Non dobbiamo essere prigionieri delle nostre convinzioni o delle aspettative degli altri. Siamo artefici del nostro destino.》

La sua voce, profonda e avvolgente, si mescola con la colonna sonora del film, creando un'atmosfera intensa. Guardandoci negli occhi, sento che quelle parole non sono solo per il personaggio del film, ma sono una dichiarazione più ampia, che io interpreto come un monito per entrambi.

Il nostro viaggio procede senza intoppi. Dopo l'atterraggio a Seattle per lo scalo, preleviamo i nostri bagagli a mano dagli scompartimenti sopra i sedili e ci uniamo al flusso degli altri passeggeri che stanno lasciando l'aereo. Abbiamo abbondante tempo a disposizione prima di prendere la coincidenza per il nostro successivo volo a Londra.

Trasciniamo i nostri trolley mentre passeggiamo verso il terminal 5 diretti al Gate S16.

L'aeroporto di Seattle-Tacoma, avvolto da un'atmosfera di moderna maestosità, accoglie i viaggiatori con la sua architettura audace e funzionale. Le sue linee architettoniche, come frecce dinamiche, puntano verso l'alto, evocando la sensazione di un viaggio in costante ascesa.

Le ampie strutture terminali si ergono con eleganza, presentando una fusione di trasparenza e solidità. Enormi vetrate catturano la luce del Pacifico nord-occidentale, baciando l'interno con una luminosità eterea. La struttura dell'aeroporto sembra un balletto di curve e spigoli che uniscono la praticità moderna con un tocco di avventura nell'aria.

Dentro, il terminal si svela come un labirinto di possibilità. Negozi chic e ristoranti etnici offrono un'esperienza di shopping e degustazione che si trasforma in un viaggio attraverso gusti e stili. Gli arredi moderni e le opere d'arte locali arricchiscono gli spazi, creando una sinfonia visiva che accompagna i passeggeri nel loro percorso.

Le piste, scie di asfalto che si perdono all'orizzonte, raccontano storie di viaggi senza fine. I parcheggi degli aerei si dispongono come pedine di un gigantesco gioco strategico, dove ogni posizione è studiata per massimizzare l'efficienza e la sicurezza.

L'architettura di Sea-Tac è una promessa: un invito a esplorare il mondo, a sollevarsi nelle nuvole e a vivere l'avventura. È una sinfonia di linee e forme, un palcoscenico dove ogni volo è una rappresentazione unica, con il terminal come platea e i viaggiatori come protagonisti di questa epica storia di arrivi e partenze.

Profumi di cibi, di caffè e di costose fragranze ed essenze della profumeria Sephora si mescolano nell'aria, creando un effluvio unico.

《Vuoi mangiare qualcosa?》chiede gentilmente.

《Non facciamo che mangiare e bere. Questo weekend mi farà diventare obesa》rispondo scherzosamente.

《Bastava un semplice no, ula'ula. Per quanto valga la mia parola, saresti comunque splendida》dice con un sorriso che mi fa arrossire.

SPLENDIDA? IO? HA DAVVERO DETTO CHE SAREI COMUNQUE SPLENDIDA?

La mia mente esplode di urlante entusiasmo.

Se mi trovasse splendida anche in sovrappeso, significa che mi trova stupenda anche adesso. 

Non riesco a sostenere i suoi complimenti. Il cuore ruggisce come i motori di un Boeing, tanto potente che temo possa sentirlo risuonare nella cassa toracica mentre mi sconquassa il petto.

Decido di scappare, inventandomi la scusa di dover usare il bagno, perché sostenere i suoi occhi quando mi parla con questa dolce leggerezza è impossibile.

In modo compulsivo continuo a sciacquarmi il viso, diventato rosso e accaldato. Tuttavia, non riesco a trovare pace.

Quando, dopo un'interminabile periodo di tempo, torno, Kai mi raggiunge porgendomi uno Seattle-style hot dog, famoso per la salsiccia grigliata condita con cream cheese e cipolle caramellate.

《Non mi avevi esplicitamente detto di non avere fame, quindi ti ho preso questo》 spiega con la tranquillità di chi non ammette obiezioni e la dolcezza che solo in questo viaggio ha sfoderato. 《Ha un profumo delizioso.》

《Grazie. Tu non mangi?》 chiedo.

《Trovare qualcosa che possa mangiare è sempre un'impresa, tuttavia, mi sono fatto dare dei würstel senza pane e condimenti strani, quindi "Ai pono, ula'ula" che banalmente significa "Bon appétit".》

《Un giorno mi spiegherai perché il tuo regime alimentare è così rigido?》 chiedo, incuriosita e speranzosa.

《Un giorno. Forse. Chissà, ula'ula》 risponde misterioso.

Quando la sera inizia a scendere sulle piste e le luci esterne illuminano l'intero aeroporto come lucciole scintillanti, una sensazione di magia avvolge l'atmosfera. Le ombre lunghe dei passeggeri si proiettano sul pavimento, creando una danza elegante che si intreccia con la luce calda dei lampioni.

Viene annunciato il nostro volo con un tono sereno attraverso gli altoparlanti, risuonando nell'aria come una carica di eccitazione.

《L'imbarco del volo British Airways BA0048, in partenza alle diciannove e quaranta da Seattle e diretto a Londra Heathrow, è aperto al Gate S16.》

《Stanno chiamando il nostro volo, ula'ula.》

Le voci si fondono in un brusio leggero mentre ci avviciniamo al Gate S16, il punto di partenza per la nostra avventura transatlantica.

Ci accodiamo agli altri passeggeri in attesa di mostrare il biglietto e il passaporto al controllore di terra e di percorrere il pontile d'imbarco passeggeri in vetro, salendo poi sul Boeing 777-200 ai posti 22A e 22B.

La passerella in vetro ci conduce al Boeing 777-200, un imponente gigante dell'aria con ali che sembrano abbracciare il cielo. Saliamo a bordo e veniamo accolti dall'equipaggio di cabina: due ragazze bionde e due ragazzi mori, situati accanto al portellone anteriore, particolarmente sorridenti e affascinanti, ci indicano l'altezza del corridoio in cui si trovano i nostri posti, situati a sinistra dell'aereo. Grazie alle indicazioni del personale di bordo, troviamo immediatamente e senza problemi i nostri posti: il 22A e il 22B. Lo spazio per le gambe è sufficiente, e il doppio finestrino ci offre una vista privilegiata sull'orizzonte che si tinge di sfumature dorate e sulla notte che avanza.

Una volta sistemati, la cabina si riempie di un leggero ronzio di conversazioni e l'equipaggio di bordo si prepara per il decollo. Le luci della cabina si attenuano, creando un'atmosfera accogliente e rilassante. In quel momento, guardo Kai accanto a me, con lo sguardo perso verso l'orizzonte, e rifletto sulle emozioni che mi fa affiorare e sulle avventure che abbiamo condiviso finora.

Il richiamo dei motori prende vita, e l'aereo inizia a muoversi lungo la pista mentre il personale di bordo ci spiega le norme di sicurezza. La forza dell'accelerazione prelude al decollo, e presto ci solleviamo da terra, lasciando Seattle dietro di noi. Le luci della città si allontanano, sostituite dalla vastità scintillante dell'oceano notturno.

La nostra avventura verso Londra Heathrow è iniziata, e mentre ci addentriamo nella notte stellata, immagino il cielo come il palcoscenico di una nuova parte della nostra storia.

Quando si spengono le spie della cintura di sicurezza, ci raggiungono uno steward e una hostess con il carrello delle bevande e degli snack. Ci domandano cosa gradiremmo bere mentre ci lasciano dei pacchettini di arachidi e ci informano che la cena verrà servita dopo circa un'ora di volo.

Nel frattempo, guardo il mondo dal mio oblò, soffermandomi sul cielo blu puntellato di stelle, sognando a occhi aperti. Ma quando mi volto, mi perdo nel firmamento dei suoi occhi. Una macchia di colori scuri che scintilla di pagliuzze dorate e di lava vulcanica.

Il suo sguardo è assente. Lontano. Come se ogni cosa che ci circonda fosse trasparente.

La sua mano aperta sul palmo, distesa sulla coscia, sembra fremere di ansia. Le punte delle dita sembrano danzare in un codice morse sconosciuto. La mascella è serrata e tesa.

Vorrei avere un penny ogni volta che è pensieroso, così potrei leggere nella sua mente.

Con delicatezza e in modo pacato e insicuro, sfioro la sua mano per riportarlo da me.

《Tutto bene?》 sussurro appena.

Come se si fosse ridestato da un incubo, sobbalza. Poi i suoi occhi trovano i miei e ci scavano l'infinito dentro.

《Tutto bene, ula'ula. Ero solo sovrappensiero.》

《Io oserei dire che sei turbato.》

《Un po', Sherlock. Ma non preoccuparti. Ora metto a tacere i pensieri.》

《Non devi mettere a tacere i pensieri, ma affrontarli. Posso essere una buona ascoltatrice, se vorrai condividerli con qualcuno.》

《Pensavo ad Arata. Tutto qui. Londra doveva essere una delle tappe europee del nostro viaggio di diploma.》

Mi stringo di più al suo sguardo, cercando di comprendere la complessità delle emozioni che attraversano il suo volto e il suo cuore. La nostalgia e la tristezza si mescolano in quel momento, come nuvole temporalesche che oscurano l'orizzonte.

《Arata è stato importante per te, vero?》 chiedo con dolcezza.

Kai annuisce lentamente, rivelando un'ombra di malinconia nei suoi occhi.

《Sì, è stato il mio unico amico per tanto tempo. Era come un fratello. Il viaggio avrebbe dovuto essere il coronamento della nostra amicizia e delle avventure condivise. Ma la vita ha i suoi piani distorti e non va mai come hai pianificato. Andare a Londra senza di lui mi fa male, e rimarrà per sempre un luogo carico di ricordi non realizzati.》

Mi avvicino un po' di più, cercando di offrire conforto con il solo contatto fisico. La sua mano accoglie la mia con una presa leggera ma rassicurante.

《Capisco. È difficile accettare una perdita e un imprevisto nefasto, ma forse, in qualche modo, il destino ha in serbo qualcosa di diverso e altrettanto significativo per te.》

Kai solleva lo sguardo e mi sorride debolmente. 《Hai ragione, ula'ula.》

Peccato che non gli credo. I suoi occhi sono vuoti e senza speranza, di chi ha rinunciato al suo futuro, ai suoi sogni e alla vita.

《La vostra cena.》

Una hostess con un marcato accento Brummie, i capelli color grano raccolti in uno chignon e gli occhi che sembrano riflettere i toni di un campo di lavanda, interrompe il nostro discorso. Indossa l'uniforme blu della compagnia aerea, composta da una gonna a tubino sotto il ginocchio, collant scuri, una camicia bianca e una giacca a tre bottoni. Attorno al collo, un foulard a strisce nei colori della bandiera britannica, e un paio di decolleté vertiginose, al di là dei miei standard e della mia capacità di mantenere l'equilibrio in volo.

《Ho due opzioni di menu: uno con riso e pollo al curry, insalata mista al balsamico accompagnata da pane e burro, e l'altro con pollo grigliato servito con contorno di broccoli, fagiolini e cavolini di Bruxelles. Entrambi i menu includono una macedonia di melone, anguria, kiwi, mirtilli e lamponi, oltre a un dessert con pudding alla vaniglia e cioccolato. Tutti i nostri pasti sono preparati da Tom Kerridge, uno dei più celebri chef britannici stellati, che ha ideato una deliziosa gamma di piatti da gustare a bordo della nostra compagnia aerea. Buon appetito.》

Io scelgo il menu con il riso, mentre Kai opta per quello con il pollo grigliato e il contorno di verdure senza carboidrati.

《Squisito!》commento con la bocca piena.

Kai mi guarda, sorridendo in modo buffo.

《Hai... della salsa al curry... proprio qui》sfiora l'angolo della bocca con il suo indice, con una delicatezza che mi paralizza il petto e le sinapsi.

《Ti ringrazio》sussurro imbarazzata, fissandolo come una stupida ragazzina impaurita dalle sensazioni che sento esplodere nel petto.

《Figurati, ula'ula. Ora mangia o si raffredderà.》

《Il tuo pasto è buono?》domando curiosa.

《Non male. I cavolini di Bruxelles però non sono di mio gradimento. Proprio non mi piacciono.》

Come se fosse la cosa più naturale al mondo e senza riflettere sulle mie azioni, la mia forchetta si fionda sulla pallina verde nel suo piattino. Intingo la verdura nella mia salsa al curry e la porto alla bocca gustandola.

《Serviti pure ula'ula》mi dice ridendo di gusto.

Avvampo di vergogna. 

《Mi dispiace! Sono veramente una stupida maleducata.》

《Perché? Io non li ho toccati e se ti piacciono è un peccato sprecarli.》

Mi rilasso quando mi invita a prendere anche gli altri. 

Ne intingo uno nella mia salsa.

《Avanti, assaggia》lo incito ad aprire la bocca portando la MIA forchetta col cibo accanto al suo viso. 
《Così sono decisamente più buoni》dico ovvia.

《Non dovrei mangiare la salsa》osserva.

《Non ti ucciderà un cavolino con un po' di curry》gli faccio gli occhi dolci.

Sospira inquieto. 

《Probabilmente no.》

Mentre mastica, lo guardo speranzosa.

《Allora?》

《Avevi ragione. Sono decisamente migliori con un po' di intingolo.》

《Lokelani, io ho sempre ragione!》

《Lo terrò a mente.》

Giunti al dessert, Kai mi cede il suo budino mentre decide se mangiare la sua macedonia.

La sua alimentazione sembra essere molto limitata. Forse è questo il motivo della sua eccessiva magrezza, anche se è contornata da muscoli ben definiti e scolpiti che lo rendono avvolto in una perfezione fisica che non lascia indifferente.

《Prima che spengano le luci e ci mandino a nanna, mi concedi del tempo per il compito del professor Johnson?》

《Certo. Te l'ho promesso.》

《Allora iniziamo. Chi è il tuo compagno/a? Indaga su di lui/lei per conoscerlo/la meglio e poi scrivi una tesina romanzata seguendo questa traccia per prendere spunto. Di che colore sarebbe il suo carattere? Che animale, città, luogo, oggetto, precipitazione atmosferica, ecc. meglio lo/la rappresenta? Che nomignolo gli dareste? Date sfogo all'immaginazione. Io credo ancora che questo esercizio sia un'idiozia.》

《Io trovo che sia stimolante, invece》replico.

Così cominciamo a parlare di noi, a farci domande e a conoscerci meglio. Lokelani, tuttavia, sembra sempre dribblare le mie domande e rimane sul vago, lasciando poco spazio alla verità e alla mia immaginazione. Entrambi prendiamo appunti e poi, alle ventidue e trenta, quando la cabina diventa più buia, decidiamo di riporre i taccuini e guardare un film. 

Scegliamo il primo film della lista, "Decisione critica," con Steven Seagal, prendiamo le coperte fornite dal personale di bordo e iniziamo la visione; tuttavia, mi addormento poco dopo.

Al mattino, quando la luce del sole filtra dall'oblò e sento il primo chiacchiericcio, apro gli occhi e mi accorgo di essere addormentata con la testa appoggiata al petto di Kai. Il suo petto si muove in modo cadenzato da una respirazione profonda e rilassata. Il suo profumo mi avvolge come un treno che deraglia, e inizio a pregare di non avergli sbavato addosso durante il sonno. Cercando di non svegliarlo, sollevo la testa per riportarla eretta al sedile e mi tormento le mani con agitazione cercando di controllare la mia respirazione.

Si può essere bellissimi anche mentre si dorme?
Perché Lokelani è davvero irresistibile!

Mi sento stranamente attratta da lui.
Dai suoi lineamenti perfetti da angelo vendicatore, baciati dai raggi solari che filtrano appena e scivolano sulla sua epidermide come carezze divine.
Dalle spalle larghe adesso leggermente incurvate, dalle gambe lunghe rilassate e divaricate in modo scomposto. Nonostante lo spazio extra per le gambe, Mr. Allegria è troppo alto per il limitato spazio aereo.
Dai capelli ribelli e un po' spettinati, che gli ricadono indomabili sulla fronte, come onde di inchiostro.

Il cielo sembra schiarirsi e stemperare la notte nei colori delicati e vibranti, tipici dell'alba. L'orizzonte blu cede il palcoscenico al cielo appena nato che si tinge di sfumature calde e avvolgenti, come il rosa, l'arancione e il viola, creando uno spettacolo straordinario. Le nuvole, esattamente come Kai, sono illuminate dai raggi dorati. Come specchi, riflettono la luce, creando contrasti affascinanti nel cielo, che diventa una tavolozza di colori unica e ineffabile.

Eppure, la sua bellezza pungente e sensuale attira tutta la mia attenzione.

Le guance tradiscono quell'ostro che mi è venuto a mancare, colorandosi di un porpora vivo e accaldandosi a dismisura.

Il monitor sulla parete che separa la nostra zona dalla prima classe, posto davanti al mio sedile, indica la mappa del volo e la nostra posizione attuale. Il volo è in perfetto orario. Sono le sei e trenta.

Ancora sei ore e mezza di volo.

Tra poco si sveglieranno tutti e verrà servita la colazione, quindi è meglio approfittare della calma per usare il bagno e per allontanarmi da questa visione celestiale, prima di riaffondare nel suo petto.

I suoi occhi cominciano a muoversi rapidamente, come se fosse sul punto di svegliarsi.

《Buongiorno ula'ula. Dormito bene?》chiede Kai, guardandomi con un'aria strana che trasuda una consapevolezza marcata.
Nonostante sembri piuttosto assonnato, con la tempia che porta ancora i segni del cuscino e gli occhi stropicciati, come chi non ha goduto di un sonno profondo, è talmente affascinante da farti fermare il cuore con un semplice battito di ciglia.

La sua domanda mi spiazza e arrossisco imbarazzata.

Magari si è accorto che l'ho usato come un cuscino.

《Certo. Tu?》

《Sono un po' indolenzito, ma almeno ho dormito. Vado a sgranchirmi le gambe e faccio un salto in bagno. Non so cosa darei per una doccia, ma mi accontento di una rinfrescata.》

Annuisco sedendomi in modo frettoloso e dimenticando che avrei voluto fare esattamente la stessa cosa.

Lo vedo aprire la cappelliera, sfilare un beauty case e prendere una camicia pulita e perfettamente stirata, prima di sparire nel corridoio.

Probabilmente puzzo di sudore anche io e ho l'alito da topo morto. In paranoia, sfilo dal mio bagaglio lo spazzolino, il deodorante, il profumo e un cambio pulito e mi dirigo verso i bagni anteriori per evitare di incontrare Mr. Allegria.

Quando torno al mio posto, dignitosamente pulita e acconciata, con indosso un leggero vestitino estivo, trovo Kai in piedi nel corridoio. È appoggiato con nonchalance al bracciolo del suo sedile, indossando la classica camicia bianca a maniche lunghe accoppiata a un pantalone nero, equilibrato tra sportività ed eleganza. I suoi capelli brillano di freschezza grazie all'acqua e al gel.

Mi guarda con la bocca leggermente aperta, come se fosse sorpreso o compiaciuto dalla mia presenza.

O dalla mia bellezza.

I suoi occhi, come al solito, vanno oltre le apparenze, oltre il mio outfit, oltre il mio corpo, alla ricerca di qualcosa che tanto temo e che non comprendo, ma al punto da farmi sprofondare in acque profonde di opale nero e musgravite, dove non vi è possibilità di risalita.

La sensazione di un'ingombrante voragine, che si forma all'altezza del petto, mi invade istintivamente.

《Sei... sei...》

Deglutisco impaurita.

Ridicola?

Brutta?

Trasandata?

《Abbagliante e il tuo profumo è ipnotico. Ha un'armonia floreale equilibrata di bergamotto speziato, vaniglia bourbon e cashmeran, con una nota di gelsomino, se non erro. Sai proprio di Hawaii, ula'ula, e mi sembra di non aver mai lasciato casa.》

《Non è merito mio, ma del mio nuovo profumo: Alien di Thierry Mugler》quasi strillo imbarazzata e sorpresa dal suo olfatto sopraffino.
《Tu invece, profumi di oceano e brezza marina.》

Sorride in modo buffo, eppure, il suo è un sorriso bellissimo.

《Lo dici a tutti i surfisti, ula'ula?》

Intenta a memorizzare ogni infinitesimale dettaglio del suo sorriso e della sua espressione, come se Zeus in persona mi avesse appena scagliato contro una pioggia di saette potenti, nemmeno rispondo.

Un sorriso.

Il suo sorriso.

Disarmante, come un raggio di sole improvviso che squarcia le nuvole più scure.

Una freccia invisibile che, senza un'apparente ragione, si conficca nel mio cuore, creando un sentimento contrastante di gioia e vulnerabilità.

Raro e pregiato come la painite, il minerale più raro del mondo. Scoperto in Myanmar nel mille novecentocinquanta dallo studioso britannico Arthur Pain, per decenni ne sono esistiti solo due cristalli. Oggi, gli esemplari noti di questa gemma sono meno di venticinque tanto che il suo valore al carato si aggira sui cinquantamila euro.

Il sorriso di Lokelani ha scavalcato ogni barriera, trasformando la mia realtà in qualcosa di diverso, di più intenso, più luminoso e colorato. Perfino più bello considerando quel turbine di emozioni inaspettate che mi ha scatenato.

Un sorriso, il suo, che trasuda sincerità, con gli occhi che brillano di una luce propria, senza filtri o maschere. 

Un sorriso che, contro la mia volontà, risveglia sensazioni sopite e fa danzare le farfalle nel mio stomaco.

Regalami ancora un tuo sorriso.

Magari centinaia di sorrisi.

Gesticola davanti ai miei occhi, cercando di attirare la mia attenzione.

《Sei andata in standby come un automa, ula'ula?》

Continuo a rimanere imbambolata, travolta dalle sensazioni più belle che abbia mai sperimentato.

《Torna da me.》

Il suo è solo un sussurro, eppure...

Mi ancora alla realtà e mi fa tornare ai suoi occhi. 

Perché quando smarrisco la via, loro sono la mia bussola.

Il suo sussurro è un richiamo, un filo sottile che mi tira verso di lui. 

Con passi incerti, mi avvicino, lasciandomi avvolgere dalla sua presenza che è diventata il mio rifugio. 

I suoi occhi, intensi e penetranti, sembrano leggermi l'anima e, allo stesso tempo, offrirmi conforto.

La voce della realtà sfuma mentre il suo sussurro persiste, creando intorno a noi una bolla in cui siamo soli, isolati dal resto del mondo. La mia mente, precedentemente dispersa, trova un centro in quegli occhi che mi fissano con malia.

Nel silenzio delicato che si è creato tra noi, in questa manciata di interminabili secondi che scorrono a rallentatore, capisco che i suoi occhi sono molto più di una bussola. Sono la mappa del mio viaggio emotivo, il percorso che attraverso ogni volta che lo guardo. 

E mentre mi avvicino, per riprendere il mio posto accanto al finestrino, sento che quel filo sottile diventa un legame più forte, intrecciato con emozioni che crescono e si sviluppano come fiori nel mio giardino segreto e che mi portano a esplorare territori inesplorati dentro di me. 

Non ho paura di perdermi, perché so che lui sarà sempre lì, con i suoi occhi celesti in una strada lastricata di lacrime e stelle, pronti a indicarmi la strada.

In quel percorso fatto di emozioni, dove le lacrime segnano momenti di fragilità e le stelle illuminano le gioie, trovo la certezza di un compagno di viaggio che rende ogni passo un'esperienza condivisa e ogni emozione un capitolo scritto insieme.

Dopo ore di cielo immerso nel blu oceanico, il paesaggio sottostante si risveglia lentamente sotto la luce tenera e dorata, trasformandosi in un accecante e brulicante mare di verde prateria. Il sole dorato bacia la terra, e nuvole dalla consistenza di panna montata danzano sopra laghi, fiumi e ogni superficie riflettente, come i pannelli solari posizionati sui tetti delle case. Le città emergono pian piano, come delicati bucaneve sbocciati nella campagna inglese.

La sensazione famigliare della vacanza estiva nella campagna inglese, come quando ero bambina, sembra darmi il benvenuto con il suo profumo fresco, di erba appena tagliata e rugiada. Si diffonde in me, come un ricordo fin troppo nitido, fatto di profumi e sensazioni rassicuranti. 

Dall'oblò dell'aereo, Londra si svela come un'opera d'arte in costante movimento. I fiumi serpeggiano tra i tetti di edifici dall'architettura variegata, mentre il Tamigi si intreccia con strade trafficate e parchi verdi. I monumenti iconici emergono come punti di riferimento in questa tavolozza urbana: il Big Ben regale, il profilo inconfondibile della Torre di Londra, e il grattacielo futuristico di The Shard che si protende verso il cielo. Le strade si snodano come corsi d'acqua, e i quartieri si susseguono come capitoli di una storia millenaria, rivelando la vibrante energia di una città che abbraccia passato e presente con un'eleganza unica.

Mi sento emozionata e febbricitante, esattamente come una bambina davanti all'ingresso del parco divertimenti. L'anticipazione vibra nell'aria, le farfalle nello stomaco danzano in un ritmo frenetico, mischiandosi a quelle che mi provoca il suo sguardo, e il cuore batte all'unisono con l'entusiasmo che si propaga come un'onda travolgente. 

L'atterraggio avviene in anticipo, grazie alla maestria del pilota nel recuperare tempo prezioso durante il volo. Mentre la ruota dell'aereo tocca la pista, posso sentire la leggera vibrazione dell'arrivo imminente. 

《Benvenuti a Londra. Il tempo oggi è assolato e la temperatura si aggira sui diciannove gradi. Vi auguriamo un piacevole soggiorno e vi ringraziamo per aver scelto di viaggiare con British Airways.》

La voce gentile dell'annuncio accoglie i passeggeri con un sorriso invisibile, mentre le parole, come note armoniose, creano l'atmosfera di un'accoglienza calorosa nella vibrante capitale inglese. La promessa di una giornata assolata e gradevole amplifica l'emozione e l'intensità del viaggio, regalando un benvenuto che si estende oltre il semplice annuncio, trasformando l'aeroporto in un portale di avventure nella suggestiva Londra.

È una sorta di ritorno a casa, il mio. Anche se per un breve periodo e in circostanze tristi.

Ad attenderci all'uscita del Terminal, c'è l'autista dei nonni, impeccabile nel suo completo scuro, con il cappello a completarne la divisa. Sventola impaziente un cartello col mio nome:
"Lady Nerea Leighton."

《Milady, è un piacere rivederla.》

Dai tempi in cui l'ho visto l'ultima volta, i suoi capelli sono diventati più brizzolati e ora sfoggia un velo di barba curata. Mi guarda con occhi dolci e celesti, contornati da rughe espressive, sorridendo felice. Decido di abbracciarlo, lasciandolo un po' interdetto. Gli inglesi sono molto fissati con il loro stile comportamentale rigoroso, serio, formale e professionale.

La cultura britannica tende a essere più riservata e meno incline a espressioni fisiche effusive come gli abbracci o dimostrazioni molto marcate di felicità in contesti formali o pubblici. Gli inglesi generalmente mantengono una certa distanza personale e preferiscono gesti più contenuti nelle interazioni sociali.

《Il Duca e la Duchessa di Northumberland si scusano per la loro assenza in questo momento. Vi attendono questa sera per la cena presso la residenza. Nel frattempo, sarò a vostra disposizione come guida fino al corteo funebre. Nonostante i contatti di Vostro nonno, non è stato possibile ottenere un ingresso diretto privilegiato per le esequie della nostra compianta regina, pertanto dovrete rimanere in coda come chiunque altro cittadino. Tuttavia, il Duca, ha ottenuto un lasciapassare che vi permetterà di entrare a metà coda, accanto al Tower Bridge.》

Attraversare quelle strade familiari è come riconnettersi con i ricordi intrecciati nei vicoli e nelle piazze. Sebbene il motivo di questo viaggio sia malinconico, la familiarità di ogni angolo trasmette un senso di appartenenza e consolazione. È come se quei luoghi avessero memorizzato risate e abbracci, pronti ora ad accogliere anche le lacrime. Nonostante la tristezza, avverto un calore nell'abbracciare ciò che conosco, anche solo per un breve periodo. In quel ritorno a casa temporaneo, trovo un rifugio familiare che attenua la durezza delle circostanze.

Non riesco a decifrare i pensieri di Kai. Da quando siamo saliti in auto, si è limitato a farfugliare qualcosa sul rango dei miei nonni e poi ha optato per un fastidioso silenzio selettivo. Mister Watson, al contrario, non fa che parlare. Solitamente rimane in silenzio e concentrato; tuttavia, quando mi accompagnava a scuola, ero solita interrogarlo con domande, tanto che è diventata un'abitudine tutta nostra, fare conversazione come due persone normali. Ma solo quando non c'erano i nonni!

《Ieri si è stabilito il record di ore in coda per rendere omaggio a The Queen. Ben trenta ore.》

Non potrebbe essere altrimenti. Londra e il mondo intero vogliono dire addio alla più longeva e amata sovrana inglese, forse di tutta Europa. Le serrande dei negozi sono tutte abbassate in segno di rispetto. La città è in lutto. Fiori e folle assiepano Buckingham Palace e la zona di Westminster Hall in attesa dell'ultimo addio alla loro sovrana. In migliaia sono in coda da giorni. Si stima che un milione di sudditi renderanno omaggio alla bara. La bara sarà in esposizione per 24 ore al giorno, dalle 5 di mercoledì pomeriggio alle 6.30 del mattino di lunedì 19 settembre, data in cui si terranno i funerali. La bara è esposta a Westminster Hall.

《Fin da subito le persone hanno iniziato ad attendere sulla riva sud del fiume Tamigi, da Southwark Park, oltre il Tower Bridge, la galleria d'arte moderna Tate Modern e il quartiere di Waterloo, fino al Lambeth Bridge. Il flusso di persone percorre il lato nord del fiume, attraversa i giardini di Victoria Towers, il parco accanto al palazzo di Westminster, prima di raggiungere la sala dove i visitatori scorrono velocemente oltre la bara: il passaggio, dopo ore di coda, purtroppo, dura pochi secondi.》

《Sarà sufficiente.》

《Purtroppo, non posso sostare, e a tornare dalla residenza impiegherei troppo tempo. Non sapendo a che ora venirvi a prendere, vi ho affittato una Mini Cooper. La troverete parcheggiata al Q-Park Westminster. Queste sono le chiavi e questo è il permesso che vi chiederà Scotland Yard, visto che la zona è blindata e l'accesso al parcheggio è riservato a capi di stato, VIP e nobili inglesi.》

《Io... non ho ancora preso la patente》arrossisco imbarazzata.

《Oh! In tal caso...》

《Guiderò io.》
Finalmente la voce di Kai torna a risuonare melodica.

Scesi dalla limousine, abbiamo presentato il documento che ci ha lasciato il signor Watson alla sicurezza, che ci ha fatto passare attraverso delle transenne e ci ha detto di accodarci a una coppia di signori australiani. La coda inglese è famosa per la sua osservanza delle regole e della pazienza, infatti, nonostante il nostro arrivo "favorito", nessuno si è lamentato.

Sono le 14.30 e siamo ufficialmente in coda.

Nel corso della giornata, si è verificato un radicale calo delle temperature.

Riconosco la mia Londra, la città dove il grigio del cielo danza con l'eleganza dei palazzi antichi, e dove le trame e le vie narrano storie millenarie. I riflessi argentati sul Tamigi si intrecciano con la nebbia leggera, come pennellate di un quadro vivente, mentre il Big Ben, in lontananza, cammina nel tempo con la solennità di un antico guardiano.

Il cielo lacrima a lutto, così come il mio cuore. Piange e si affligge l'intera nazione.

Per evitare di portare troppo peso, abbiamo lasciato le valigie all'autista dei nonni, convinti che la giornata, dalle temperature primaverili, sarebbe perdurata. Tuttavia, Londra, fedele alla sua fama di clima flemmatico e imprevedibile, ci ha colti impreparati.

Kai posa delicatamente la sua felpa sulle mie spalle, nonostante sia visibilmente tremante. Lo vedo stanco e piuttosto pallido, ma soprattutto assorto nei suoi pensieri. Da quando ha ricevuto una chiamata che lo ha rattristato, si è chiuso nel suo silenzio. Tuttavia, ha preferito non condividere il suo tormento con me, e io ho rispettato il suo spazio evitando di chiedere. Ma sto letteralmente impazzendo! Vederlo così abbattuto aumenta il mio disagio e la mia angoscia. La tristezza si fa sentire come una corrente d'aria fastidiosa che proviene da est, penetrando nelle ossa. Mr. Allegria è tornato con il suo broncio, la sua inquietudine e la sua distanza avvolta in spirali. Nonostante il suo umore altalenante, simile a quello della città che ci ospita, mette sempre le mie esigenze al primo posto, anticipando ogni decisione anche rispetto a se stesso e alla sua stabilità emotiva.

Sono ore interminabili che stiamo in fila. Un passo dopo l'altro, con la stanchezza che si fa sentire, il dolore ai piedi, la fame che morde, la sete simile a quella in un deserto e la sera che avanza con la sua oscura notte. Sono passate quattro ore e mezza da quando siamo entrati in questa processione e finalmente intravediamo Westminster Hall, ma sembra ancora così lontana.

Nonostante tutto, procediamo.

《Nonostante la temperatura non ottimale, devi rimanere idratata ula'ula》mi dice in un sussurro.

《Ho finito l'acqua.》

《Allora prendi la mia.》Estrae la bottiglietta dal suo zaino Vans e me la porge.

《E tu come farai?》

《Ne ho ancora mezza nello zaino.》

Grata gli sorrido felice.

Il Palazzo di Westminster (noto anche come Houses of Parliament) è l'edificio che ospita la Camera dei Lord e la Camera dei Comuni. Si trova sulla riva sinistra del Tamigi, vicino agli altri edifici governativi di Whitehall. La parte più antica del palazzo ancora esistente risale al 1097. In origine, il palazzo era una residenza reale, ma nessun monarca vi ha più vissuto dal sedicesimo secolo. La maggior parte della struttura attuale risale al diciannovesimo secolo, quando il palazzo fu ricostruito dopo essere stato interamente distrutto, ad eccezione della Westminster Hall, da un incendio. Il palazzo è un esempio di stile neogotico. Una delle caratteristiche più famose è la torre dell'orologio che ospita il celebre Big Ben. Avvicinandoci all'ingresso della sala, rimango affascinata dalla sua bellezza. L'intero tetto della Westminster Hall fu sostituito con una struttura a travi a coppia d'archi e un soffitto non supportato da pilastri.

《Sei pronta?》
La sua mano cerca la mia, per darmi coraggio.

Annuisco.

Ma non appena scorgo la bara nella camera ardente, con lo stendardo reale e la corona posati sulla cassa accanto a un cuscino di fiori bianchi, le gambe mi cedono e il cuore si spezza.

Non sono affatto pronta.

Kai cerca di sostenermi, e io scoppio a piangere proprio quando raggiungiamo la regina.

Le esplosioni di emozioni in pubblico non sono ben accettate dalla monarchia e dalla cultura inglese in generale. 

Le altre culture possono interpretare il modo pacato con cui la famiglia reale affronta il dolore come insensibilità; tuttavia, personalmente, credo che sia molto più difficile trattenere le emozioni anziché lasciarsi andare in un pianto sguaiato e liberatorio, come sto facendo io, anche se questo può mettere gli altri in imbarazzo.

Ma io sono anche mezza americana.

《Addio mia adorata Regina.》

Come un sussurro nel vento trasportato dagli angeli, pronuncio le mie ultime parole alla donna che ho sempre ammirato, un esempio di integerrima lealtà alla corona, ai suoi principi, alla famiglia e al suo giuramento, prima di lasciare il posto alle persone dietro di noi.

Usciamo dalla sala, mano nella mano, le dita intrecciate come due fidanzatini, cercando di darci forza reciprocamente.

Una volta fuori dalla fila, Kai mi abbraccia da dietro e affonda il viso nella mia schiena.
Il suo respiro è una dolce rassicurazione.

《Concediti tutto il tempo per piangere e disperarti, ula'ula. Non trattenerti. Lascia fluire il dolore. Accoglilo e fallo sfogare.》

Così mi volto, trovando conforto in un posto sicuro che amo: tra le sue braccia.


《Sono qui》sussurra.

E so che è vero. Non è con me solo fisicamente, ma il suo sostegno si è legato profondamente alla mia anima. So che soffre anche lui. Forse non per gli stessi motivi, tuttavia, il dolore chiama il dolore. Semplicemente, si riconosce. Lo percepisco e so che è preoccupato per me. 

Si sporge con un fazzoletto e asciuga le mie lacrime con una delicatezza che mi fa tremare il cuore. Cercando di recuperare un po' di dignità e un'espressione normale, mi ritrovo ad annegare in quel colore unico che sono i suoi splendidi occhi. Rimangono incatenati ai miei e non si scostano finché non riesco a fare un debole sorriso.

Essendo già tardi, decidiamo di raggiungere il parcheggio sotterraneo e dirigerci verso la residenza dei nonni per fare una doccia, cenare e poi riposarci, considerando che siamo in viaggio da venerdì mattina.

La giornata è stata massacrante e piena di emozioni forti.

Ma soprattutto piena di LUI.

Kai non è particolarmente felice all'idea di soggiornare a casa dei miei nonni, ma non avendo alternative, si è rassegnato.

Ovviamente, i miei nonni non hanno visto di buon occhio la mia idea di farci dormire nel loro appartamento a Londra da soli, quindi hanno optato per ospitarci nella loro enorme e ben sorvegliata casa.

Raggiungiamo il parcheggio dopo esserci dispersi dalla folla che si allontanava dalla camera ardente. Scendendo al livello -3, come ci aveva detto il signor Watson, troviamo la Mini Cooper rossa parcheggiata al posto D1.

Dopo aver schiacciato il telecomando per aprire le portiere, con disinvoltura, Kai siede, presumibilmente dal lato del guidatore, dimenticando completamente di essere nel Regno Unito e io non riesco a trattenermi dal ridere.

《Ma dove cazzo é il volante?》domanda irritato, appena si rende conto di essere seduto al posto sbagliato.

《Siamo a Londra, ricordi?》

Particolarmente divertita, lo prendo in giro, mentre, scavalcando con non poca difficoltà vista la dimensione dell'auto e la sua stazza con lunghe gambe, si siede sul lato destro dell'auto.
Mi siedo accanto a lui, che sembra già piuttosto contrariato e furibondo.

Mette in moto schiacciando il tasto di accensione, ma i problemi, a quanto pare, non sono finiti.

Dopo averla accesa, cerca disperatamente la leva del cambio automatico sul volante per partire, senza trovarla.

Mi guarda sorpreso, rivolgendo lo sguardo al cambio manuale che gli sto indicando beffarda, esattamente posto al centro del veicolo e che ci divide.

《Cos'è sta roba? È una congiura forse? Voi inglesi avete davvero un pessimo senso dell'umorismo.》

Quasi mi strozzo dal ridere.

《Si chiama cambio manuale, Lokelani.》

Nel tentativo di inserire la marcia, il cambio gratta e l'auto strattona spegnendosi.

Continuo a ridere come non mai.

《Molto divertente, Leighton. Davvero molto divertente.》

《Non vorrai dirmi che voi americani, non sapete guidare col cambio manuale?》

《Cazzo》impreca. 《Mi sembra evidente. Ho fatto la patente internazionale per niente e di questo passo moriremo qui dentro. Sono stanco, ho fame e adesso sono piuttosto irritato.》

Sbatte nervoso e frustrato, le mani contro il volante di pelle nero.

Lo bacio sulla guancia cercando di tranquillizzarlo.

Avvampa come un tizzone ardente e mi guarda sorpreso.

《Questo per cos'è?》farfuglia incredulo, sfiorandosi la pelle.

Bella domanda!
Non lo so nemmeno io, perché le mie labbra si sono appoggiate alla sua guancia. È stato un gesto istintivo e irrazionale.

《Un premio di incoraggiamento.》

《Un premio per la mia incapacità? Ironico, ula'ula!》

《È perché mi hai seguito fin qua. Nessuno l'avrebbe fatto. Ti assicuro che anche Cassia e Keira hanno detto che la mia reazione alla morte della regina era eccessiva. Eppure, senza nemmeno giudicarmi o chiedermi spiegazioni, tu sei qui.》

Ora sembra piuttosto irritato. Il suo viso esplode in un colore di rabbia e il suo pugno si stringe con veemenza diventando bianco.

《Hai detto alle tue amiche che ti ho accompagnata? Ora ci sommergeranno di pettegolezzi e io... non... Dannazione!》

Appoggio la mia mano sul suo pugno e sento che le terminazioni si rilassano e i muscoli non guizzano più pronti a esplodere.

 《Respira, Kai, e stai tranquillo. Non ho detto a nessuno di questo viaggio con te. Se arrivasse alle orecchie dei miei genitori, si scatenerebbe la terza guerra mondiale, quindi stai sereno. Ora andiamo. Sto morendo di fame. Puoi farcela. Io credo in te.》

Finalmente ci allontaniamo dalla affollata e caotica Londra, le cui strade sono ormai illuminate dai lampioni crepuscolari e brillano di luci dorate come stelle. Il vento accarezza le bandiere appese in ogni angolo, per rispetto alla monarca estinta.

Kai segue le indicazioni del navigatore, finché, giunti alla residenza dei miei nonni, domanda se ha sbagliato strada.

La casa è di opulenta sfarzosità, quasi come un castello con le sue fontane, il suo laghetto e la sua riserva di caccia.

Non appena parcheggiamo davanti alla gradinata, il maggiordomo mi apre la portiera per aiutarmi a scendere.

All'ingresso, ci attende la domestica per prendere i cappotti, che però non abbiamo e si limita a fare un inchino con la testa, in segno di rispetto.

La nonna appare sorridente, in un bel completo in tartan scozzese, mentre il nonno, col suo tipico cipiglio austero, indossa un impeccabile completo sartoriale Oxford, che si distingue per il particolare filato intrecciato a cestino che dona un effetto in rilievo simile a una quadrettatura, la cui giacca ha i revers sottili e tre bottoni e il gilet abbinato. Il suo elegante e inconfondibile stile british sembra intimidire Kai, che tentenna porgendogli la mano e balbettando il suo nome.

Il nonno lo fissa come una volpe a cui ha intenzione di sparare durante la battuta domenicale.

《Accomodatevi. Che bello averti qui Nenè e che bel giovanotto hai portato!》

La nonna si presenta a Kai dandogli "un bacino" un po' freddo sulla guancia e stringendolo in un abbraccio poco affettuoso. Non è cattiveria la sua, semplicemente non sa bene come comportarsi con un americano.
Il nonno gli stringe la mano in modo vigoroso e lo fissa con sospetto, come se dovesse incenerirlo.

《Signora Duchessa e Signor Duca, grazie per la vostra ospitalità.》

《Prima di ringraziare, io e te, giovanotto, dobbiamo fare due chiacchiere. Seguimi nel mio studio.》

Il nonno invita Kai a seguirlo e io comincio a tremare.

Sa essere possessivo persino più di mio padre!

《Lasciamo parlare i gentiluomini, cara. Vieni. Devi raccontarmi tutto di Honolulu e devi dirmi come sta la mia Isabella.》

《Kai starà bene?》

《Ovvio sciocchina.》

La nonna si accomoda sul divanetto di velluto rosso, e io mi siedo davanti a lei sulla poltroncina, nel salotto con i lampadari in cristallo e il dipinto con gli angeli sul soffitto.

La casa dei nonni ha qualcosa a cui posso attribuire la parola famiglia, a cui sono legata e che amo, visto che è piena di ricordi felici; tuttavia, è davvero troppo lussuosa e sfarzosa per i miei gusti semplici e moderni. I quadri dei nostri antenati sembrano spiarci e giudicarmi.
Mi hanno sempre inquietato quei visi sparsi per le sale.

Non appena comincio a raccontare delle Hawaii, delle nuove amicizie, delle ragazze con cui ho legato e sto stringendo un bel rapporto e infine dei miei genitori, mi sento subito meglio e riesco perfino a dimenticare il terzo grado che mio nonno starà sicuramente facendo al povero Mr. Allegria.

La nonna mi sorride accarezzando la mia mano e mi domanda una cosa così personale, da cogliermi impreparata.

《Sei felice Nenè?》

《Cosa?》

《La domanda è piuttosto semplice.》

《Credo di sì.》

《Credi? La felicità, mia adorata nipote, si misura in battiti. Ricordi?》

Annuisco anche se non ho mai compreso cosa intendesse.

《Questo ragazzo che ti ha accompagnata, ha il potere di farti esplodere il cuore nel petto? Si insinua in tutti i tuoi pensieri?  Lo consideri speciale?》

《Cosa?》avvampo urlando. 

 《Piccola, so quando una persona è sentimentalmente interessata a un'altra. Hai la stessa luce negli occhi che aveva tua mamma quando mi ha parlato di Alan. Lì, ho capito che avevo perso per sempre la mia bambina.》

《Sei completamente fuori strada, nonna.》

《Lo vedo come ti guarda con fare protettivo e con quella scintilla vitale che sembra bruciare tutta l'aria attorno a lui e vedo come tu guardi lui, anche se non vuoi ammetterlo nemmeno a te stessa.》

《No. No. No. Assolutamente no. Siamo SOLO amici. Forse nemmeno quello.》

Nemici-amici.

《Un amico, non ti guarda come ti guarda lui. Fidati. Chiamalo come vuoi, ma per me, questo è semplicemente amore, Nenè. Nella sua forma più limpida e pura. Suvvia... Ragiona. Chi dilapiderebbe i suoi risparmi attraversando mezzo mondo solo per darti l'opportunità di dare l'ultimo saluto alla regina, se non provasse qualcosa di puro e profondo per te? E non parlo di tornaconto personale, perché non mi sembra proprio il tipo da macchinare un piano del genere solo per... insomma...》

《Portarmi a letto? Oddio! Io non ci avevo minimamente pensato!》

《Se non ci hai pensato è perché non ti ha mai dato modo di dubitare di lui.》

Il nonno ci raggiunge da solo.

《Che ne hai fatto di Kai?》domando allarmata.

《Si è congedato nella sua stanza. Mi sembrava un po' provato e ha espresso la necessità di farsi una doccia. Se vuoi prepararti anche tu per la cena, sarebbe fantastico. Alle ventuno e trenta verrà servita》

《Certo. Una doccia sarebbe un sogno che si avvera dopo più di trentasei ore di viaggio.》

La domestica, Ms. Marble, mi accompagna nella mia stanza, puntualizzando sul fatto che Kai è stato sistemato nella West Hall, praticamente dalla parte opposta della mia vecchia camera.

La camera è caratterizzata da pareti e soffitti in oro intarsiato, un letto a baldacchino con angeli e un tappeto persiano enorme con disegni rossi. Da quando ne ho memoria, questa è da sempre il mio nido. Dai finestroni, ho una bellissima vista sul laghetto, che in questo momento sembra uno specchio che intrappola i raggi lunari.

Mi svesto e mi butto sotto la doccia, crogiolandomi nel calore dell'acqua e del profumo aromatizzato alla pesca del docciaschiuma.

Mi pettino e mi rivesto, indossando l'abito chiffon di seta bianca che mi ha lasciato la nonna e le scarpe col tacco, appena in tempo per l'orario di cena.

《Miss, la attendono.》

Quando scendo dalla scalinata, vedo Kai appoggiato alla balaustra in fondo alla scala, chiacchierare in modo più spensierato, con entrambi i nonni. Indossa un pantalone nero e una camicia bianca.

Dio è bello da farmi inciampare e rotolare giù.

Quando mi nota, rimane come incantato. Smette di parlare e deglutisce come se avesse visto la ragazza più bella dell'intero pianeta.

Mia nonna sorride facendomi un occhiolino e mio nonno ci osserva come se dovesse approvare una ipotetica nostra relazione futura.

Ci accomodiamo a tavola e il personale comincia a servire la cena e a riempire i nostri bicchieri di vino rosso, che noi minorenni però non tocchiamo, e acqua.

Come antipasto viene servita la shepherd's pie, uno sformato casalingo a base di carne d'agnello e verdure, ricoperte da uno strato di purè di patate. Una ricetta di origini povere, chiamata anche cottage pie, che nel tempo è diventata un comfort food raffinato, da consumare in famiglia.

Kai sembra in difficoltà con la portata.

Nonostante avessi accennato a mia nonna riguardo al suo regime alimentare, sembra che se ne sia dimenticata o che abbia intenzionalmente evitato il problema.

Nemmeno io capisco il motivo di tante restrizioni, tuttavia, da perfetti padroni di casa, dovremmo cercare di accontentare i nostri ospiti e non metterli in imbarazzo o nella posizione di non poter assolutamente scegliere. Desolata, lo guardo comprensiva.

《Non sei obbligato a mangiarla.》

《Non è di tuo gradimento?》domanda meravigliata la nonna.

《Certo che no》avvampa in imbarazzo portando una forchettata di ripieno di carne alla bocca.

《Kai segue un regime alimentare molto ristretto e non può mangiare troppi carboidrati. Come vi avevo già detto è un atleta affermato e molto ligio alle regole alimentari》mi appresto a ricordare a mia nonna.

《Me ne sono completamente dimenticata. Sono desolata.》La nonna sbianca imbarazzata e dispiaciuta.

《Suvvia, tesoro, non è una tragedia se per una sera il nostro ospite mangia qualche specialità inglese. Dico bene, Kai?

Il modo in cui si sofferma sul suo nome, mi irrita particolarmente.

《Ovvio. Non si preoccupi. La cena è deliziosa, signora. Complimenti.》

Lokelani, non ha mai e dico mai abbandonato la sua dieta e adesso sta mangiando alimenti che per lui non sono "sani", solo per compiacere i miei nonni?

Questa cosa mi irrita parecchio e ripenso a quando gli ho portato il Milchshake e lo ha gettato nell'immondizia.

Ora servono il filetto alla Wellington, il filetto in crosta più famoso al mondo e una delle mie portate preferite con contorno di verdure miste glassate. La carne è avvolta da strati di senape, funghi tritati e prosciutto, il tutto racchiuso in un involucro di pasta brisée. Una ricetta lunga ed elaborata, che si fa risalire all'800, come piatto preferito dell'omonimo duca: la versione più celebre è quella dello chef inglese Gordon Ramsay.

Kai mangia in rigoroso silenzio con il viso piuttosto crucciato e immagino voglia fuggire il più lontano possibile.

Vorrei avere un milione di dollari per leggere nei suoi pensieri.

Infine viene servito il famosissimo pudding inglese.

《Spero non si offenda Duchessa, ma sono davvero sazio e non riesco proprio a mangiare il dessert. La sua cena era eccellente.》

《Nessun problema, Kai. Sono felice che tu abbia gradito la cena.》

Per fortuna, riesce a evitare il dolce, che in assoluto è l'alimento meno indicato per la sua rigida dieta. Tuttavia, non sono sicura che abbia mangiato a sufficienza. Le prime porzioni sono sempre piccole ed elaborate, poste al centro del piatto da portata enorme, circondato da decori da cinque stelle Michelin come aceto balsamico, fiori e altri elaborati culinari, tipici da cena con ospiti. In famiglia si tende a mangiare più abbondante o a fare il bis o il tris della portata, senza il servizio eccellente richiesto per il primo piatto. Tuttavia, lui ha mangiato solo la portata principale.

Il nonno, dopo cena, è solito sedersi in libreria e gustarsi uno scotch invecchiato, leggendo un libro. 

La nonna ama ricamare accanto al caminetto.

Noi siamo davvero troppo stanchi per rimanere in loro compagnia.

Saliamo le scale insieme per poi dividerci al piano superiore, nei corridoi labirinto, di questa antica dimora.

《Notte ula'ula.》

Gli occhi sono due minuscole fessure. 

《Notte Kai.》

Mi sorride debolmente e prosegue la sua traversata per raggiungere la stanza da letto.
A volte mi pare di vederlo traballante e instabile e temo possa sentirsi male.

Quando sparisce dietro l'angolo, decido di cambiarmi, lavare i denti e finalmente lasciarmi cadere sfinita sul mio letto.

La nonna si sbaglia.

Io e Kai non nutriamo alcun sentimento reciproco.

Vorrei prendere tempo per riflettere più a fondo sulle mie emozioni, analizzarle e fare il punto della situazione alla fine della giornata, ma il sonno mi vince presto, avvolgendomi nel suo abbraccio caldo e rilassante.

Adesso, l'unica cosa che posso fare è tornare a casa e cercare di mettere da parte queste sensazioni contorte che sono emerse con il dolore.

Quando la notte scende,
i segreti si svelano
sotto il manto stellato
e i riflessi del Tamigi.
Nell'oscurità,
mi chiedo se
i cuori abbiano
davvero bisogno
di celare
la propria verità,
o se, come le acque del fiume,
debbano riflettersi
nelle bugie
per mantenere
l'illusione di
una superficie
tranquilla.

~Nerea Leighton~

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro