Capitolo 81
«Dove state andando voi due?» domanda Anya con uno strano sorrisetto stampato in faccia.
Ethan mi stava trascinando a casa dove finalmente gli avrei detto quello che mi sta succedendo. Invece notando lo sguardo della mia amica, capisco che c'è dell'altro.
«Siamo un po' stanchi e stavo portando via mia moglie!» Ethan ghigna abbracciandomi da dietro.
«Dobbiamo festeggiare da David. Ha organizzato per noi una serata quindi voi due non potete scappare!»
Ethan sbuffa io rido. «Ok! Andiamo allora» stringo la mano della mia amica seguendola.
Forse sto cercando di rinviare il momento. Non sono ancora pronta. Non posso rovinare il nostro giorno speciale. Dobbiamo viverlo fino in fondo per come deve essere vissuto. Dovrò solo trovare un modo per spiegare il perché non ho ancora bevuto un goccio di alcol. Forse Lexa mi aiuterà facendomi preparare dei cocktail analcolici.
Arrivati al locale Anya mi trascina in bagno. Mi porge un vestitino bianco attillato. Oggi ha proprio pensato a tutto. La abbraccio. «Grazie!» sussurro stringendola tra le mie braccia. «Grazie per tutto!»
«Sono davvero felice! Ho una cognata meravigliosa. Sappi che ho sempre fatto il tifo per te», ci guardiamo e ridiamo.
Mi cambio. Il vestitino è abbastanza attillato e in più si intravedono le calze autoreggenti. Anya sorride indicando anche il suo vestitino. Mi sento un po' a disagio e avrò di sicuro gli occhi puntati addosso non appena usciremo da questo bagno.
Lexa entra per cambiarsi e in breve il bagno sembra più uno spogliatoio per ragazze.
«Come ti senti?» domanda mordendosi il labbro e lanciando sguardi alle altre per assicurarsi che non ci sta ascoltando nessuno.
«Sto meglio ma sono ansiosa...» ammetto.
Sorride. «Andrà tutto bene! Sono felice anch'io...»
Non riesco a chiederle il perché visto che mi trascinano fuori dal bagno. Usciamo tutte insieme dirigendoci al tavolo.
Ethan mi fa sedere sulle sue gambe. «Come stai?»
Mi irrigidisco. Perché questa domanda?
Mi riscuoto. Non è il momento di essere paranoica. «Sono felice», mi rilasso tra le sue braccia. «Tu?»
Bacia le mie labbra. «Sono al settimo cielo!» abbassa lo sguardo sulla scollatura e poi sulle mie cosce. «Sto anche immaginando qualcosa di estremamente sconcio per queste...» ride sfiorando le calze.
Mordo leggermente sotto il suo orecchio. Trattiene il fiato. «Giochi sporco!» mette il finto broncio e io rido. Si imbambola prima di stamparmi un bacio.
«Allora, iniziamo con un brindisi. A questa nuova anzi vecchia coppia!» Mark ride alzando il bicchiere. Tutti lo seguono a ruota.
Prendo il mio bicchiere portandolo per finta alle labbra. Lo riposo intatto. Lexa mi fissa attenta. Neanche lei ha toccato un goccio d'alcol. Perché?
Mi alzo di scatto. Tutti si allarmano. Sorrido in imbarazzo. «Scusate ma ho bisogno della mia amica un momento», afferro il suo braccio trascinandola fuori dal locale.
Inizio a camminare da una parte all'altra anche se ho i piedi in fiamme. «Hai per caso dimenticato qualcosa?» le domando con un mezzo sorriso e incrociando le braccia.
Lexa arrossisce. «Cosa? No!» mente. Ridacchia e porta una ciocca dietro l'orecchio. «Te lo avrei detto ma...»
La abbraccio. Non abbiamo bisogno di parole noi due. Per un momento non ho più paura. Non ho più paura di affrontare tutto questo da sola. La mia amica ci sarà per me e io per lei. Vivremo questo momento insieme.
Prima di tornare al tavolo ordiniamo due cocktail analcolici. Quando raggiungiamo gli altri, ci guardando in cerca di risposte.
«Avevo dimenticato di aggiornare Emma su una cosa di lavoro», ammette Lexa strizzandomi l'occhio.
Non so se ci credono o meno ma non lo fanno notare. Solo Anya continua a guardarmi in tralice.
Dalle casse parte la musica movimentata e in pista si crea subito il caos di gente. Ci alziamo tutti per ballare. Mi stringo a mio marito e rido. Rido quando mi sussurra qualcosa di sconcio. Rido perché sono davvero felice. Lo so che la felicità è effimera e illusoria ma voglio godermi al massimo questo bellissimo attimo. Voglio viverlo insieme a lui. Perché insieme a lui tutto diventa leggero e speciale.
Le sue mani si posano sotto i miei glutei. Trattengo il fiato ritrovandomi stretta al suo corpo. Il suo fiato caldo sul mio.
Le mie labbra formicolano quando le sue si avvicinano. Chiudo gli occhi lasciando attraversare dal brivido e dall'amore ma anche da quel senso di piacevole appartenenza. «Io ti amo», sussurro contro le sue labbra baciandolo con più trasporto fino ad avere male alle labbra.
Ethan si ferma mentre attorno la gente si dimena. Ma a noi non importa. Come sempre il tempo assume il significato del niente. Tiro leggermente il suo labbro tenendolo tra i denti. «Sei come un sogno che si avvera Emma. Adesso posso portarti a casa?» mormora.
Sono scossa dai brividi. Sono elettrizzata. Basta un suo gesto, una sua parola a mandarmi il cervello in tilt. «Non abbiamo la nostra casetta in mezzo al verde però la mia può ospitarti», rido mentre mi stuzzica passando le labbra sotto l'orecchio. «Ospitarmi? Sul serio? Io pensavo di viverci diciamo come marito e moglie...» massaggia la mia nuca con i polpastrelli prima di avvicinare il mio viso al suo.
«È spaziosa e si, possiamo viverci come marito e moglie», rido quando mi solleva.
Prendo il suo viso. Bacio le sue labbra perdendomi ancora nell'intensità del nostro amore.
«Non posso più aspettare...» mugola. Stringe la mia mano pronto a portarmi fuori. Ancora una volta i nostri amici ci bloccano.
I miei occhi vengono tappati poi vengo sollevata.
«Che sta succedendo ora?» mi allarmo.
Qualcuno mi sistema le cuffie e dentro le mie orecchie si diffonde una playlist che riconosco. Mi ritrovo a sorridere e ad emozionarmi rivivendo con la mente quei ricordi. Ne abbiamo passate tante insieme in così poco tempo. Passo la mano sul ventre. E se ci fosse anche lui? Mordo le guance trattenendo le lacrime. Sono davvero impaurita. Non so come reagirà Ethan. Spero rimanga al mio fianco.
Capisco di essere in auto con Anya dall'odore dell'alberello nauseante alla vaniglia ma non so dove mi sta portando. Mi agito impercettibilmente. Dov'è Ethan?
Non so quanto tempo sia passato. Avverto solo che ci siamo fermate. Vengo sollevata nuovamente. Quando vengo liberata dalle cuffie e dalla benda batto le palpebre e rimango stupita.
«Sul serio?» strillo ad Anya entusiasta. Non sta più nella pelle trascinandomi verso la folla di persone in trepidante attesa. Non posso crederci.
Ci ritroviamo in una vecchia pista proprio come a New York. Tante auto sono disposte in fila l'una accanto all'altra. Sono spettacolari. Dalle casse di diffonde la musica ad alto volume. Incredula seguo la mia amica affiancandoci alle ragazze. Lexa si lascia abbracciare da David che ora la guarda con occhi diversi. Le sussurra qualcosa e lei ride spingendolo prima che la sua mano si posi sul ventre.
Anya mi indica Eric con in mano un megafono. Parla allegramente facendoci i suoi migliori auguri. Gli mando un bacio volante e lui mi strizza l'occhio.
Non posso crederci. Non posso credere che siamo al punto di partenza. Questo è un sogno. Sto per rivivere tutto. Sto per riprovare quel brivido, quell'emozione, quella sensazione di pericolo e vita.
Una ragazza si posiziona al centro con una bandiera a scacchi. Le auto avviano i loro motori in sincrono perfetto creando un rombo impressionante. Tutte le luci si accendono in sequenza creando una coreografia di luci pazzesca. Al centro della pista c'è disegnato un cuore e la scritta:
"Un nuovo inizio per noi! Ti amo"
Anya mi da una gomitata eccitata mentre io trattengo a stento le lacrime. Mark e Ethan sono in auto pronti per la partenza, pronti per offrirci uno spettacolo indimenticabile.
Eric si sposta tra la folla e avvicinandosi mette un braccio attorno alle mie spalle. «Siete pronti?» le auto rombano e la gente urla in risposta alzando le mani al cielo e le bottiglie. «Siete caldi?» continua Eric.
Altri rombi altre urla. «Allora fateci divertire! Pronti, partenza, via!»
La ragazza abbassa la bandiera e le auto sfrecciano davanti. La folla si sposta a guardare. Anch'io corro a vedere con un sorriso stampato in faccia e una forte emozione dentro mentre non smetto di fissare l'auto nera che sfreccia in netto vantaggio sulle altre. Drifta, gira pericolosamente.
Ethan mostra la sua bravura, il suo entusiasmo. Mostra la sua voglia di vincere, quel senso di competizione unico che non lo abbandonerà mai.
Sono in parte orgogliosa mentre assisto con il fiato sospeso.
Ethan taglia il traguardo sgommando e creando il segno dell'infinito sull'asfalto proprio sotto alla scritta. La folla è in delirio. Di punto in bianco le sirene. Tutti scappano. Rido. Non posso crederci. C'è stata davvero una soffiata?
Tolgo i tacchi per non cadere o farmi travolgere. Cerco con gli occhi le mie amiche già in salvo e sorridenti. Anya mi saluta pure con un bacio volante. E pensare che l'incontro con Ethan è stato proprio per colpa sua. Le voglio bene però perché mi ha fatto conoscere mio marito.
L'auto nera si ferma e la portiera si spalanca. «Ti serve un passaggio?»
Sorrido mentre le sirene si sentono vicine. Mi fiondo dentro l'auto agitata ed emozionata.
«Metti la cintura piccola!» Ethan mi sorride.
Mi sporgo baciando la sua guancia prima di sistemarmi sul sedile inserendo la cintura. Dalle casse di diffonde "Unstoppable" di Sia. Non ho più paura della velocità, delle auto o di rivivere quel brutto incidente. Tutto passa. Tutto viene sostituito dai ricordi positivi. Sta a noi avere la forza di andare avanti. Io l'ho fatto grazie all'uomo che ho accanto in questa strana avventura.
«Amico seminalo!» tuona dallo schermo Seth ridendo. «Ciao Emma!»
«Ciao Seth! Cammille dorme?»
«No! Sono sveglia e in attesa! Fategli il culo!» ride.
Ethan cambia marcia. Mi è mancato questo suo modo. Questa sua sicurezza.
«Divertitevi!» Seth e Camille ridacchiano prima di staccare.
I lampeggianti ci rincorrono mentre driftiamo per le stradine di Vancouver. Il mio stomaco ad un certo punto si contrae. Sento salire una strana nausea. Proprio come la prima volta penso sorridendo cercando di trattenermi e toccando il mio braccialetto.
«A cosa pensi?» bacia la mia mano prima di cambiare nuovamente marcia aumentando la velocità.
«Che è come la prima volta solo un po' più divertente», arrossisco tenendo a freno la nausea.
Scuote la testa pizzicandomi una guancia. Lo guardo male e scoppia a ridere. Una risata che mi riscalda il cuore e mi fa innamorare maggiormente di lui. Lui che è il mio tutto. Lui che è la mia famiglia e la mia casa adesso.
Le sirene si allontanano. Mi rilasso mentre Ethan guida tranquillo fino a quando non ci fermiamo davanti un fastfood. Ordiniamo patatine e bibita. Mentre non è in auto però sento proprio il bisogno di uscire e vomitare.
Liberata mi sento meglio. La vista delle buste però mi provoca un altro conato.
Ethan passa una mano sulla mia schiena nuda. «Passato?» domanda credendo che sia stato per il suo modo di guidare.
Respiro lentamente mettendo in bocca una mentina. «Guidi male!» dico spingendolo con la spalla.
Sorride. «Io guido male? La prima volta non ti sei lamentata perché ti ho salvato quel meraviglioso sedere che ti ritrovi. Anzi, se ricordo bene poi volevi tornare a casa in taxi.»
Lo abbraccio. «E tu non me lo ha permesso.» Appoggio la guancia contro il suo petto inspirando il suo profumo.
«Come avrei potuto? Eri impaurita e anche curiosa...» mi prende in giro.
Oscilliamo sotto un cielo pieno di stelle. «Oggi ho provato sensazioni uniche che non dimenticherò mai! Sono felice. Felice di averti accanto. Grazie amore! Ti amo!»
Solleva il mio viso. «Grazie a te perché hai reso tutto questo possibile. Ti amo piccola!»
Ci baciamo. Schiudo le labbra e la sua lingua tocca la mia in una danza sensuale. Gli getto le braccia al collo mentre mi solleva per i glutei spingendomi contro l'auto. Ansima e io con lui accaldata e senza fiato.
«Non posso crederci», dice. «Sei mia moglie!» torna a baciarmi. Mi sistema sul paraurti aprendo le mie cosce per sistemarsi in mezzo. Il vestitino mostra le autoreggenti e le sue mani stringono la pelle mentre i suoi denti tirano le mie labbra. Mugolo e lui si eccita.
«Vorrei tanto prenderti qua ma dobbiamo mangiare e poi tornare a casa così potrò averti tutta per me!»
Il suo tono di voce mi fa rabbrividire. Sorrido scendendo dal paraurti. Potrebbe anche avere una brutta sorpresa arrivati a casa. Forse devo lasciare passare questo giorno e dirglielo domani. Ma come faccio? Non posso. Non posso mentire. Non la prima notte di nozze.
Ci fermiamo a mangiare nel mio posto preferito proprio sopra la città. Le luci sono tante, il cielo è di un blu scuro tempestato di stelle luminose. La calma in questo punto è meravigliosamente rilassante.
Divoro la mia confezione di patatine sotto lo sguardo attento e sorridente di Ethan che forse non mi ha mai visto mangiare così. Sono nervosa e forse... lascio in sospeso il pensiero. Devo dirglielo.
«Senti...» diciamo all'unisono.
Rido. «Prima tu»
~ Ethan's POV:
Gratto la tempia in imbarazzo. Dentro ho il caos di emozioni. «Oggi è stato davvero un giorno indimenticabile. Ti amo davvero tanto Emma e sono felice di avere superato così tanti ostacoli insieme a te perché questo mi fa capire che una cosa nella vita in fondo non l'ho sbagliata. Conoscerti è stata la mia fortuna e la mia gioia più grande. Ti amo!» mi sporgo per baciarla. Le sto aprendo il mio cuore. Emma ricambia stringendosi a me.
«Non posso descrivere quello che sto provando. Oggi è stato un gran colpo vederti all'altare, sposarti e...» si blocca diventando bianca come un lenzuolo.
«Emma che c'è? Ti senti male?»
Inspira ed espira lentamente. «No, fammi finire», inizia tenendosi alla mia maglietta. «Mi sono sentita davvero amata ed è stato uno dei giorni più belli della mia vita. L'unico che mi ha fatto ritrovare quel respiro perso da tempo. Mi hai ridato aria ai polmoni e mi sento anch'io fortunata di avere te e...» deglutisce a fatica. «Ok, mi porti a casa?» domanda con un sorriso strano.
Preoccupato metto in moto e per tutta la durata del viaggio verso casa continuo a lanciarle degli sguardi per capire cosa le sta succedendo e il perché di questo suo cambiamento di umore. Tocco anche la sua fronte. Sembra calda ma è estate non può avere la febbre. Premo sull'acceleratore per arrivare prima.
Dopo circa dieci minuti finalmente posteggio l'auto. Emma esce quasi barcollando ma non lo dà a vedere. Io noto tutto però. La sollevo e nasconde il viso contro il mio petto. «Lo sai che ti amo vero?»
Mi irrigidisco. Non ha bevuto quindi non è neanche ubriaca. Sto davvero per mettermi ad urlare. Non so proprio come prenderla in questo momento. Inspiro tentando di calmarmi. Ok, posso farcela. Sorrido per rassicurarla. «Lo sai che sei tutto per me ora?»
Ricambia il sorriso e il mio cuore ha un sussulto mentre le mie spalle e i miei muscoli irrigiditi si rilassano. Apro la porta entrando in casa con lei in braccio.
«Lo sai che ora vivrai con una pazza che ha strani sbalzi d'umore e ti farà impazzire?»
Rido sistemandola sul letto. Deve essere stanca. In parte lo sono anch'io. Bacio la sua fronte poi il suo collo. Mugola sorridendo e mi abbraccia.
«Devo dirti una cosa e so che ti agiterai...» inizia.
Pessima frase da dire. Trattengo il respiro aspettandomi il peggio. Che cosa ha fatto?
«Non posso lasciarti sola qualche ora che combini qualche pasticcio?» rido per sdrammatizzare.
Arrossisce. «In realtà...» guarda ovunque poi si alza agitata. Stringe le dita e morde il labbro. «In realtà forse abbiamo combinato insieme un pasticcio...»
Aggrotto la fronte aprendo le braccia. Si sistema a cavalcioni su di me e le tolgo il vestitino liberandola. Sembra quasi sollevata. Alla vista di lei in intimo con le calze autoreggenti vado in tilt. È sexy anche se non se ne accorge. È bella da mozzare il fiato ed è tutta mia.
Sfila la mia maglietta e poi sbottona i miei pantaloni con una lentezza letale mentre le bacio il collo e lei si allunga leggermente mugolando. Lo so, la sto distraendo ma avremo una vita per parlare e risolvere piccoli pasticci. Adesso voglio fare l'amore con lei e farla sentire amata e protetta ma soprattutto a casa per come mi sento io anche solo standole accanto.
«Lo so cosa stai facendo», ansima stringendo il suo corpo contro il mio.
«Allora smettila di pensare e fai l'amore con me», sussurro contro il suo orecchio in modo sensuale.
Sorride. «Ma dopo rovinerò il momento», geme quando mordo il suo orecchio e stringo le sue natiche premendo il suo corpo contro il mio.
«Non rovinerai un bel niente! Adesso rilassati piccola», passo la lingua lungo il suo collo.
Non riesco a fermarmi. La voglia che ho di lei è troppa. Sono troppo accaldato e preso dal momento.
Sgancio il gancetto delle calze sfilandole e al passaggio delle mie mani sulle sue cosce rabbrividisce ed emette un suono flebile che mi fa eccitare da morire. Tolgo anche il suo reggiseno gettandolo indietro. La sotterro iniziando a baciare il suo corpo prima di lasciare qualche morso sulla sua pelle delicata. Dei segni d'amore lasciati come per dire "sei solo mia".
Si stringe eccitata e affannata. Le nostre labbra si sfiorano trovandosi, reclamando il loro possesso.
«Dio quanto ti amo Emma!» sussurro.
«Ripetilo!» stringe il mio viso mordendo le mie labbra.
«Ti amo!»
Sfilo con urgenza l'intimo e recupero una precauzione. La toglie dalle mani. «Possiamo farne a meno», sussurra.
Non capisco più niente quando mi bacia stringendo le mani sulle mie spalle. Gemo prima di entrare dentro di lei. Tengo una mano sul letto mentre spingo lentamente e lei geme e si perde affannata. I suoni che escono dalla sua bocca sono scosse violente per il mio corpo. Si lascia trascinare dalla passione. Le sue dita graffiano la mia schiena. Quando le sue gambe si irrigidiscono mi fermo per non esplodere. La sento trattenere il fiato quando mi spingo dentro con più forza prima di rilassarsi per il piacere ricevuto sotto il mio corpo scosso dall'affanno e sudato.
Inizio a baciarla e lei ride passando su di me. Mi fissa intensamente. «Grazie», sussurra.
«Per cosa?» infilo i boxer.
«Per tutto!»
Indossa la mia maglietta distratta. Capisco che sta pensando a qualcosa. Lo so che non riesce a trattenersi quando qualcosa la preoccupa. «Ok, adesso dimmi che cosa ti succede», bacio il suo naso poi nascondo il viso tra la sua clavicola e il collo. Ho ancora voglia di lei. È peggio di una droga e averla davanti con le sue bellissime forme è una distrazione.
Ha la pelle d'oca mentre il suo respiro torna regolare. I suoi battiti invece continuano ad essere veloci e irregolari.
«Ho detto che forse abbiamo fatto un pasticcio. In realtà non lo so ancora ma oggi ho provato a dirtelo in più di un'occasione ma era praticamente impossibile», passa le dita sul mio viso. Si ferma sulle labbra disegnandone i contorni.
Le sollevo il mento per farmi guardare. «Che cosa succede?»
Arrossisce sfiorando i miei tatuaggi. «Succede che forse sto lievitando qualcosa...»
Non capisco e rido ma notando il suo sguardo smetto. A volte sa essere buffa. «Spiegami...» mi rilasso sotto il suo tocco delicato. Mi piace quando le sue dita toccano i miei tatuaggi. Mi piace quando mi tocca con le sue mani sempre fredde.
«Ethan, ecco, forse non saremo soli qui dentro...»
Rido ancora. Ma che cosa sta dicendo? «Hai preso un cane o un gatto o due criceti a mia insaputa?»
Morde il labbro per non ridere e scuote la testa prima di nascondere il viso sul mio petto. «No, forse saremo in tre da oggi...»
Il mio cuore si ferma per un momento. Rido. Rido forte. «Emma abbiamo appena fatto l'amore e sono stato più che attento...» la mia risata si spegne notando che è seria. Mi alzo di scatto e lei con me. Spalanco gli occhi incredulo. Guardo la sua pancia poi i suoi occhi spaventati. Indietreggio un momento. Non mi sta facendo uno scherzo vero? Non mi sta prendendo in giro?
Scoppia a piangere poi prende dalla borsa non so quante confezioni di test di gravidanza gettandole sul letto. Sono tutte intere. «Volevo aspettare te per farne uno ma non arrivavi e ora non so che cosa fare...» singhiozza. «Se vuoi lasciarmi o divorziare lo capisco...»
È impazzita? Pensa davvero che io ne sia capace? Mi avvicino subito a lei per abbracciarla. Le asciugo le lacrime. «Hai aspettato me per farne uno?» domando incredulo. Questo è amore: condividere con la persona che si ama ogni cosa. Gioie e dolori. Tutto.
Mi guarda in modo dolce prima di annuire. «Ti voglio con me... mi dispiace! Non volevo rovinare questo giorno così! Sono una frana!» tira su con il naso mentre io sorrido. Bacio subito la sua bocca. «Ci sono io piccola! Non vado da nessuna parte! Non hai rovinato un bel niente!»
«Non sei arrabbiato con me? Non sei spaventato o deluso?»
Scuoto la testa. «Sono nel posto giusto con mia moglie e forse con... con il mio piccolino», mi inginocchio baciandole la pancia. «Adesso fai un grosso respiro e proviamo uno di quei test ok?»
Annuisce agitata. Mi avvicino confuso al letto. Prendo la prima scatola e trascino Emma in bagno mentre la bacio.
Non riesco ad esprimere la strana emozione che sto provando dentro. Sarò padre? Sul serio? Emma è incinta? Dentro la sua pancia c'è il mio piccolino?
Sto razionalizzando solo ora tutto questo e sto per sentirmi male. Sudo freddo e ho il cuore a mille. «Ok, cosa devo fare?» prendo il test con mani tremanti girandolo per capire come funziona.
Emma ride nel vedermi nel pallone. «Questo lo prendo io! Tu aspettami fuori dal bagno e non lasciarmi sola ok?»
«Non aspettavi me per farlo?»
«Si ma non riesco a fare pipì se tu mi guardi», arrossisce.
Alzo gli occhi al cielo. «Ok, non sbircio, promesso!» mi appoggio alla parete fuori dal bagno e attendo due secondi infiniti. Sto per sentirmi male, tanto sono agitato. «Allora?» sbircio ed Emma strilla lanciandomi un rotolo di carta igienica. «Lo avevi promesso!»
Rido tenendo le mani alzate. «Ma io non so come funziona tutto questo!» ammetto.
Emma sospira. «Ok, prendimi altri due test. Uno su tre avrà ragione no?»
Prendo altri due test portandoglieli e agitato rimango fuori dal bagno muovendo la gamba e contando i battiti in netto aumento.
Dopo attimi che a me sembrano eterni Emma finalmente mi chiama. Ha disposto i test sul ripiano del lavandino.
La abbraccio. «Allora?» domando agitato.
«Due minuti e lo sapremo...» trema. «Mi dispiace!»
«Per cosa? Sono l'uomo più felice sulla terra se aspetti mio figlio! Emma io ti amo!»
Tira su con il naso agitata. Sembra così piccola. «Non scapperai?»
Rido per la sua insicurezza. Ancora non ha capito che io non vado più da nessuna parte e che voglio questo bambino se ci sarà. «Sono già con chi voglio essere! Io lo voglio questo bambino e se non sei incinta ci proveremo...» anche subito penso.
«E se avrò le voglie? Se litigheremo perché avrò gli sbalzi d'umore?»
«Ti vizierò e cercherò di non farti arrabbiare, promesso».
Sono agitato per pensare razionalmente. Non so nemmeno cosa sto dicendo e se sto facendo la cosa giusta per calmarla. Stringo le sue mani agitato. Trattengo il fiato mentre controlla quei bastoncini colorati. «Allora?»
Mostra i test. Due sono positivi uno negativo. In uno c'è scritto dieci settimane.
Il mio cuore batte all'impazzata e i miei occhi si riempiono di lacrime di gioia mentre Emma si stringe tra le mie braccia. «Sarai papà!»
N/A:
~ Ti rendi conto di quanto sia bella la vita quando due occhi sorridono solo per te, un cuore batte forsennato solo per te, perché riesci a rendere felice quel qualcuno, perché quel qualcuno con te si sente a casa, in un posto sicuro è pieno d'amore. In questi momenti capisci davvero chi sei e cosa vuoi. Ti rendi conto che nel mondo forse, c'è un posto anche per te. Quel posto si trova tra le forti braccia di qualcuno che ti ama e ti vuole nella sua vita...
~ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto emozionare. Perdonate per gli errori. Grazie di tutto!!!
~ Cosa succederà? Come andranno ora le cose?
Come sempre potete lasciare un commento e un voto. Sapete che parlare con voi mi fa piacere. Buona serata :* ~
#EMVANS ❤️
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