Capitolo 6
• ATTENZIONE •
In questo capitolo sono presenti scene esplicite! (Se non volete non leggete!)
Mi reco lentamente verso l'ufficio. Sono giorni che per fortuna riesco ad evitare tutti. Lexa è rimasta al mio fianco per assicurarsi che io mangiassi e dormissi. Lei non lo sa ma, il più delle volte faccio finta di dormire perchè quando chiudo gli occhi gli incubi tornano. Le poche notti in cui ho dormito mi sono svegliata di soprassalto e così ho deciso di fingere. Fingo di stare meglio, fingo di essere ritornata serena, fingo di essere me stessa.
Saluto Tea, raccolgo la lista dei clienti e mi richiudo a chiave in ufficio. Ormai va avanti così la mia vita. Un continuo sviare sguardi, prendere strade diverse, trovare distrazioni ed evitare luoghi chiusi e pieni di persone. Ho pure rifiutato di partecipare a delle riunioni per non vederlo. Non è stato molto presente ma in quelle occasioni, ho usato delle scuse banalissime che hanno avuto successo.
Tea mi dice che non ha una bella cera e che è di umore nero. Per non sentirlo urlare con i dipendenti infilo spesso le cuffie ed evito ogni tipo di contatto con l'esterno.
Scrivo una pratica sul computer e rispondo al telefono parlando con i vari clienti che richiedono appuntamento in settimana per risolvere le loro questioni legali. L'agenda è davvero piena. Avrò una settimana interessante da lunedì.
Apro la porta lentamente e Tea mi fa cenno di avere via libera. Le ho spiegato cosa succede ultimamente nella mia vita e lei mi ha aiutato a fuggire dal "grande capo". Non ha fatto domande personali ma è stata molto comprensiva e di aiuto, soprattutto solidale. Mi ha anche assicurato che nessuna ragazza si è permessa di entrare nel suo ufficio, nemmeno quelle oche delle scrivanie vicine, intimidite dalla sua rabbia mostrata in questi giorni.
Nascondo le occhiaie con le lenti e mi dirigo verso il ristorante. Prendo posto al mio solito tavolo e ordino un piatto leggero.
Vedo entrare Jason e la sua famiglia. Il piccolo sorride in fretta correndo a salutarmi. «Hai mantenuto la promessa!», strilla felice.
Ricambio l'abbraccio scompigliandogli i capelli mentre il padre si avvicina porgendomi la mano per salutarmi. «La mia compagna mi ha spiegato che vorrebbe tenere d'occhio Jason mentre pranziamo. Quanto vuole?»
«Nessun pagamento!»
L'uomo mi guarda un momento smarrito poi rivolge una breve attenzione verso il figlio speranzoso e annuisce. «Ok, faccia pure!» si allontana lasciandomi con il bambino. Che genitore superficiale.
Mi risiedo e guardo Jason con un sorriso. «Ho già ordinato. Ti fidi del mio buon gusto?»
«Solo se non c'è il peperoncino. Una volta stavo esplodendo, tanto era forte.»
Sorrido dopo giorni di tristezza e mi ritrovo a riflettere che spesso bastano davvero le piccole cose per essere sereni. Pranzo e chiacchiero con il bambino, il momento dei saluti, è quello più difficile perchè Jason si allontana con le spalle abbassate e il viso triste ed io torno al lavoro. Mi occupo delle mie solite mansioni e supero la giornata al meglio.
«Tutto bene?», domanda Tea mentre siamo in ascensore.
«Si. Tu?»
«Alla grande! George mi porta ad una mostra. Spero sia divertente, con quello che ho speso per il vestito...»
Sembra nervosa. «Sarai bellissima e ti divertirai. Solo, non bere lo spumante e non mangiare gli stuzzichini, ti appesantiscono tremendamente durante la serata.»
Ci salutiamo e mi incammino verso casa mentre parlo con Lexa al telefono. Da una settimana Parker le chiama per sapere come sto. Da una settimana, non rispondo alle sue chiamate. Non sono ancora pronta ad affrontarlo. Lei mi prega di riprendermi e di prendermi anche il mio tempo per capire cosa voglio veramente. Riesce sempre a sostenermi. Il problema è che non so cosa pensare o cosa fare. Non so se sono pronta.
Adesso capisco come si è sentito Parker nel vedermi con Ethan ma quella ragazza è stata davvero cattiva nei miei confronti e lui, sembrava disorientato. Sono davvero confusa.
«Emma ci sei?»
«Si, stavo solo...», la voce mi muore in gola quando sulla soglia trovo proprio lui, appoggiato allo stipite, le mani dentro le tasche. Il mio cuore sussulta.
«Emma?», strilla Lexa allarmata.
«Ci sentiamo dopo, ho visite...», stacco.
Indossa una maglietta grigia e jeans neri. Ha i capelli spettinati e le occhiaie. Mi fa strano vederlo così, non mi abituerò mai a vederlo indossare qualcosa di sportivo rispetto al solito completo perfetto da ufficio. Ha un aspetto trascurato e lo sguardo teso. Da quanto tempo non dorme?
Apro la porta e non lo degno di uno sguardo. Provo a chiuderla ma la blocca con un piede e poi entra fissandomi. Lancio le chiavi sul mobiletto e appoggio la nuca contro il muro. Sono davvero stanca, non so cosa abbia in mente ma non voglio proprio litigare in questo momento. Lo ferirei con le parole perchè ho accumulato troppe cose in troppo poco tempo.
«Possiamo parlare?»
Sentire la sua voce in un momento del genere è come ricevere una frustata sul cuore. Indico il soggiorno e mi incammino. Preparo del tè e dei biscotti e poi mi siedo a disagio e in attesa che inizi il diverbio tra di noi.
«Come stai?», deglutisce a fatica.
«Non credo abbia importanza», sorseggio il tè per distrarmi.
«Invece ne ha. È una settimana che mi eviti, sono preoccupato per te Emma!»
«Non dovresti esserlo, hai già altro a cui pensare.» Sfiora la mia guancia con le dita ma mi scosto e turbato ritrae subito la mano. Non so perché l'ho fatto ma in questo momento non voglio essere toccata. Non voglio lasciare che i sentimenti che provo per lui mi distraggano da quello che ho provato in ospedale.
«Cosa ti ha fatto scappare?»
«Tu... Lei, voi!», alzo il tono della voce che esce abbastanza stridulo da fare male alla mia gola facendolo sobbalzare.
«Emma io non aveva idea che...»
«Che tua madre avrebbe architettato tutto per farmi apparire come una stupida in cerca di denaro? E' stata davvero cattiva, credevo stesse davvero male. Non ho bisogno dei tuoi soldi! Non mi interessano perché ho i miei! È stato un colpo basso il suo... Sono troppo buona con chi non merita niente nei miei confronti!» Mi alzo e vado a sciacquare le tazze per distrarmi mentre trattengo le lacrime.
«Mi dispiace... Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Quando ho sentito il rumore della porta che si chiudeva e ho guardato mio padre, sono subito andato nel panico e ho litigato con mia madre davanti a tutti perché non avrebbe dovuto. È stato davvero troppo. È stato mortificante. Ho chiamato Ethan, non sapevo più che cosa fare. Lui ti conosce meglio di me e sa come tranquillizzarti mentre io non riesco nemmeno a chiederti scusa. Hai lasciato il telefono a casa e lo sentivo squillare mentre me ne stavo appoggiato alla porta e pensavo al modo di farmi perdonare.»
Scuoto la testa. «Non posso...»
«Cosa?», spalanca gli occhi come se fosse appena stato colpito al petto.
«Ho bisogno di tempo. Lei è stata abbastanza chiara. Le hai chiesto di sposarti in quel modo e sorridevi mentre me lo sbatteva in faccia. Mi ha fatto davvero male. Ho bisogno di sbollire la rabbia.»
Si appoggia contro il bancone e incrocia le braccia. «E adesso?»
Sbuffo. «Non mi va di scherzare Parker! Sono stanca. Se non ti dispiace torna a casa.»
«Con te sono a casa Emma. Quando lo capirai?», alza il tono della voce frustrato.
«Quando tu capirai che mi hai fatto stare male!», giro sui tacchi ma afferra la mia vita attirandomi a sé. Le mie mani si posano sul suo petto e il respiro si spezza per un nano secondo a causa dell'intensità del suo sguardo.
«Io amo te, voglio te, sono qui per te. Lei mi ha venduto e quando l'ho fatto presente, mio padre è rimasto turbato e mia sorella se ne è andata indignata. A quanto pare le piaci molto. Mia madre lo sapeva. Sapeva che Annabelle aveva agito in quel modo, è stata proprio lei a indurla a parlare. Lo ha detto davanti a tutti. Capisci? Mia madre ha agito alle mie spalle, contro di me! Come dovevo sentirmi io?» la sua fronte si posa sulla mia. Il suo corpo trema leggermente. «Non posso fidarmi di nessuno. Ho solo te nella mia vita Emma, ho solo te...» Mi bacia e io non mi ritraggo. Sono sconvolta dal suo tono di voce e dalla sua risposta. Le mie mani salgono sulla sua nuca e stringono i suoi capelli. Il mio corpo si stringe al suo, agisce in automatico.
«Io ti amo Emma, dimmi cosa devo fare per fartelo capire. Lei, non significa più niente per me. Con il passare del tempo, ho capito che non provavo amore nei suoi confronti, era solo un bene fraterno nei confronti di una ragazza sciocca e opportunista. Quella dichiarazione, era stata montata a tavolino dai miei e dai suoi genitori. Non era mia l'idea, non volevo un futuro programmato ma a quei tempi, ero stupido. Ti prego, devi credermi.»
Scuoto la testa in lacrime. Più parla, più mi confonde, più sento dolore. «Il modo in cui l'hai guardata...», trattengo il fiato, «mi ha fatto sentire una stupida. Io non sto con te per quello che possiedi ma per quello che sei...», sfioro la sua guancia.
«Lo so», risponde con un filo di voce.
«Ho bisogno di tempo, di riflettere...», balbetto allontanandomi da lui.
Vedo le sue spalle tremare e si inginocchia stringendomi per la vita. «Ti prego Emma, non lasciarmi. Non lo sopporterei. Ho sbagliato tutto con te e mi dispiace. Sto diventando come gli altri e non voglio, non voglio essere tutti. Voglio essere per te l'unico. Lo so che hai bisogno di calmarti, di evitare tutto quanto per ritrovare un tuo equilibrio ma, non allontanarmi... non farlo!» Singhiozza.
Spalanco gli occhi incredula. Parker sta piangendo. Il Parker che conosco, non si piegherebbe mai di fronte ad una cosa del genere. Scivolo lentamente anch'io in ginocchio, frastornata.
«Mi impegnerò ad essere migliore... promesso. Ma non lasciarmi!» Strilla agitato. Prende il mio viso tra le mani e inizia a stampare piccoli baci sulle mie labbra.
Lo faccio rialzare e fermo il suo bacio stringendomi a lui. Con la guancia contro il suo petto ascolto i battiti elevati e chiudo gli occhi. Scosto l'orlo della maglietta e stampo un bacio sul suo cuore. «Non voglio lasciarti. Voglio solo capire come essere abbastanza per te», mormoro sulla sua spalla.
Gli viene la pelle d'oca e prende nuovamente il mio viso tra le mani per guardarmi negli occhi. «Tu sei già abbastanza per me. Sei tutto, tutto!»
«Non voglio deluderti!»
«Nemmeno io. L'ho già fatto troppe volte. Non mi avvicinerò mai più a mia madre e non permetterò che loro interferiscano ancora con la mia vita. Una parola e ce ne andiamo via senza lasciare tracce se è quello che vuoi, se è quello che ci farà ritornare noi.»
Asciugo con i polpastrelli le sue lacrime. «Non voglio scappare ancora...»
«Allora cosa vuoi? Cosa può farti stare meglio?»
«Continuare a vivere...», sussurro con sguardo assente. Ripenso alle parole della nonna nel sogno. Rabbrividisco e strofino le mani sulle braccia mentre indietreggio. Parker spalanca gli occhi e fa un passo verso me per bloccarmi. «Emma che succede?»
Tolgo le sue mani di dosso. «Non posso...»
«Non puoi cosa?»
«Non posso chiederti di restare con me. Non posso chiederti di abbandonare la tua famiglia per me... Se dovessimo lasciarci o se dovessimo accorgerci che le cose non vanno bene, rimarresti solo e io, io non voglio che tu lo sia.»
«Perché stai pensando una cosa del genere?», alza il tono della voce e scrolla le lacrime rosso in viso.
«Perché non posso prometterti niente...», rispondo subito con un filo di voce e mi volto verso la finestra.
Le sue braccia cingono immediatamente la mia vita, il suo mento sulla mia spalla. «Non voglio nessuna promessa Emma. Non devi decidere tu per me. Decido da solo con chi stare e chi amare... accetterò tutto. Ho già chiuso da un pezzo con la mia famiglia, principalmente con mia madre. Sono venuto qui da solo per vivere una vita lontana dal passato e da loro che continuavano a condizionarmi e ad opprimermi. Rifarei tutto da capo. Ti prego Emma, non pensare più a questo.»
Chiudo gli occhi e a pugni stretti muovo la testa da una parte all'altra trattenendo le lacrime.
«Guardami!», gira e si ritrova davanti. Le sue dita si artigliano sul mio viso. Alzo lo sguardo verso il suo. «Ti amo e non me ne frega niente di tutto il resto. Voglio vivere con te questo momento, questi giorni, senza pensieri. Voglio ricostruire quel noi che si è sfaldato con quel fottuto viaggio! Rivoglio te al mio fianco perché noi due, insieme, siamo una squadra e le squadre, si supportano a vicenda.» Si inginocchia. «Vuoi essere ancora la mia squadra?», porta le mie mani sul suo viso e le tiene ferme sotto le sue. Mi guarda intensamente e per un momento, mi perdo nei suoi occhi chiari. Tremo, non so che diavolo dire.
«Dì qualcosa, ti prego...», sussurra.
Calde lacrime rigano il mio viso. Batto le palpebre e lo aiuto a rialzarsi. Stringo le dita sulla sua maglietta mentre il suo viso si avvicina.
«Parlami», sfiora le mie labbra.
Non riesco ad aprire bocca. Mi sento colpita nel profondo. Continuo a guardarlo negli occhi con la bocca schiusa e il respiro affannato. Le sue labbra toccano le mie e in breve, scioglie le mura ghiacciate innalzate attorno al mio cuore. Mi spinge contro il bancone poi mi solleva per i glutei e stringendomi a sé continua a baciarmi.
Il mio telefono inizia a squillare. Mi riscuoto e staccandomi da lui, rispondo.
«Tutto bene?»
Schiarisco la voce. «Si. Tu?»
«Sono con David. Avete fatto pace? Spero di sì. Prima mi sono preoccupata...»
Guardo Parker che se ne sta stretto tra le mie gambe in attesa che io stacchi e arrossisco. «Si, una cosa del genere. Devo staccare. Ti voglio bene!»
«Anch'io te ne voglio!», strilla ridacchiando mentre David le bisbiglia qualcosa.
Poso il telefono sul bancone e rimango sospesa, indecisa di fronte allo sguardo dolce di Parker che sembra essersi tranquillizzato. Mordo il labbro ma scatta afferrandomi per il viso e mi bacia con impeto. Piego la testa mentre scende lungo la gola poi verso le clavicole. Ansimiamo stringendoci l'uno contro l'altra. Scendo dal bancone scivolando lungo il suo corpo. Questo lo fa gemere e mentre continuiamo a baciarci, indietreggio verso la mia stanza.
Sfilo la sua maglietta e sbottono i pantaloni mentre i suoi denti trattengono le mie labbra. Solleva i miei glutei e mi fa stendere sul letto. Inizia a spogliarmi fremendo. Con una gamba allarga le mie posizionandosi nel mezzo e inizia a baciare ogni centimetro libero di pelle. Gemo ma la sua bocca si impossessa subito della mia mentre le sue mani stringono la mia pelle.
Passo su di lui per provocarlo mentre continuiamo a baciarci come due adolescenti sotto effetto di sostanze stupefacenti. Geme sulle mie labbra e questo mi provoca forti brividi. Le sue dita salgono sulla schiena sganciando il reggiseno che lancia a terra con urgenza. Le sue mani si spostano sul mio sedere stringendo i miei glutei e facendomi strusciare contro la sua eccitazione.
Ci fermiamo un secondo senza fiato e con le bocche a pochi millimetri. Le sue pupille si dilatano. Accarezzo il suo viso prima di essere schiacciata contro il materasso. Ansima pesantemente, il suo petto scosso, i battiti accelerati. «Sicura?», domanda affannato e trattiene ogni suo istinto.
In risposta abbasso i suoi boxer e lui cerca sul comodino una bustina. I suoi denti lacerano la confezione e mentre la sua bocca trova la mia, le sue mani afferrano le mia cosce. Con un gesto secco, mi riempie. Strillo colta alla sprovvista e stringo subito le dita sulle sue spalle forti e muscolose.
Si muove dentro di me, facendomi sentire subito carica di piacere. I nostri sospiri si uniscono, le mie unghie solcano la sua carne lasciando delle piccole lune. I suoi denti tirano le mie labbra e la sua bocca si impossessa della mia mentre spinge con più forza un paio di volte.
«Emma...», si trattiene permettendomi di raggiungere il limite. Stringo una mano sulle coperte intontita e lui subito dopo ricade su di me. Il viso nascosto tra il collo e la clavicola. I nostri corpi scossi dall'affanno, imperlati lievemente di sudore.
Alza il viso e la mia mano passa tra i suoi capelli. Sorride estasiato e ancora eccitato. Avvicino la sua bocca alla mia tenendolo per la nuca. I suoi fianchi si muovono ancora e il mio corpo si tende, pronto a ricevere ancora piacere. Ansimo mentre sento il suo corpo avere la stessa reazione.
Stringo le dita sulla coperta mentre bacia il mio petto. Passo su di lui cogliendolo di sorpresa e geme sotto i miei movimenti. Stringe le mani sui miei fianchi e ad occhi chiusi, gode. Mi piace vederlo così esposto mentre prima ho avuto paura, paura di deluderlo. Si stacca improvvisamente facendomi ansimare e mugolare insoddisfatta. La sua bocca piegata in un sorriso sulla mia spalla, morde e succhia. La sua mano scende per tormentarmi. Inizio a perdere il controllo mentre le sue dita toccano punti sensibili con una certa irruenza.
«Oddio...», seguo il suo ritmo con la mano stretta tra i suoi capelli. Le mie gambe iniziano a tremare. Sto perdendo il controllo. Mi farà sentire sempre così?
«Cazzo...», ringhia sulla mia pelle. Raggiungo ogni limite estasiata, eccitata e soddisfatta. Mugolo senza riuscire a trattenermi e ricado sul letto mettendomi a pancia in giù incapace di muovermi. Anche lui ancora scosso dall'orgasmo si sdraia affannato dietro di me. Accarezza la mia schiena e sorride baciando la mia spalla. «Ti amo».
Sorrido come una stupida. Non riesco proprio a contenere le emozioni che sento quando sto accanto a lui. Tocco il suo viso prima di avvicinarlo al mio. «Ti amo» rispondo tranquilla.
Mi volto lentamente supina e si sistema con la testa sulla mia pancia dopo avere depositato un bacio sopra l'ombelico. «È stato... pazzesco. Non ho mai provato niente di simile prima.» Sussurra accarezzando la mia pancia provocandomi un lieve solletico. Ridacchio. «Mi è piaciuto. È bello fare pace con te!»
Alza il viso e ridacchio per l'espressione soddisfatta e rilassata che ha stampata in faccia. I capelli scompigliati post sesso sono molto sexy perché lui lo è davvero. Non resisto e passo la mano stringendo la chioma morbida biondo scuro attirandolo verso il mio viso. Si sistema subito sul mio corpo e iniziamo a baciarci lentamente poi il bacio cambia.
Mi esce un gemito. Si ferma e sorride. Che stronzo!
«Se non ci stacchiamo ricomincio», mi provoca.
Scendo allora con la mano lungo il suo addome e le sue pupille si dilatano. «Il tuo amico è insoddisfatto?», stringo la presa con un sorriso facendolo mugolare.
«Con te non ne ha mai abbastanza. Ti voglio ancora...», posa la sua mano sulla mia.
«Mi vuoi ancora?», seguo il suo ritmo.
Chiude gli occhi e inspira di scatto. «Fermati...», trema. «Emma...», ringhia affannato. Stringe i miei polsi sulla testa strusciandosi sensualmente contro il mio corpo. Mugolo ridacchiando mentre lotto per fuggire dalla sua morsa. Libero una mano e afferro la sua nuca. La sua fronte sulla mia, i suoi occhi sui miei, i nostri respiri si uniscono mentre indossa un'altra protezione e inizia a muoversi con una lentezza distruttiva dentro di me. Lo accolgo contorcendomi dalla voglia, dal piacere e dal dolore. La mia mente è sconnessa. Sono come ubriaca.
«Vieni piccola...»
Basta la sua voce a farmi tremare e raggiungere un punto lontano e piacevole. Passa una mano sulla fronte imperlata di sudore e rosso in viso mi guarda ammaliato mentre recupero il controllo. Lo provoco ancora avvicinando le dita alle sue labbra per toccarne i contorni e chiude gli occhi inspirando e quando l'indice raggiunge la sua bocca lo afferra con i denti e poi inizia a succhiarlo mandandomi in estasi. Ridacchio ancora e lui con me.
Mi aiuta a sistemarmi sotto le coperte e poi mi stringe tra le sue forti braccia.
Inspiro il suo profumo e accoccolandosi chiudo gli occhi appagata prima di addormentarmi.
N/A:
~ A fine giornata, tiriamo un po' tutti le somme anche se stanchi. A fine giornata, quando appoggiamo la guancia contro il cuscino, ripercorriamo con la mente il corso delle ore vissute stabilendo i pro e i contro, valutando le scelte e gli errori. Siamo sempre noi a scegliere. Scegliamo di andare avanti anche dopo avere passato una brutta giornata o dopo avere vissuto un brutto momento. Siamo fragili ma pieni di forza interiore pronta per essere utilizzata. Siamo fragili ma pieni di forza e pronti per affrontare un nuovo giorno...
Buona sera! Eccoci con un doppio aggiornamento. Spero vi sia piaciuto questo capitolo. (Questo per tutte le #EMKER ❤️ non dichiarate. Non so se avete capito cosa ha chiesto lui ad Emma). Scusate come sempre per gli errori. Correggerò non appena avrò finito di scrivere anche questo libro. Fatemi sapere se vi sono piaciute le nuove COPERTINE. (Scusate se non sono perfette).
Passando a discorsi seri:
Emma e Parker staranno davvero bene o succederà ancora qualcosa che metterà a rischio il loro rapporto? Cosa succederà alla laurea di Emma? Cosa farà Ethan per sorprenderla?
Grazie ❤️❤️❤️ buona serata :* ~
#EMKER ❤️
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