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Capitolo 16

ATTENZIONE
Capitolo non adatto ai deboli di cuore!

Una mano mi scuote con delicatezza dal sonno tranquillo. Mugolo nascondendo il viso. Non ho nessuna intenzione di svegliarmi del tutto perchè sento tutto il corpo indolenzito. È una sensazione piacevole e non del tutto nuova. Solo poche volte è successo di sentirmi così.
«Piccola, la tua amica continua a chiamare.»
Una voce sensuale e roca contro il mio orecchio mi fa aprire gli occhi. Fisso Ethan stordita mentre mi passa il telefono che continua a vibrare. E' davvero accanto a me?
Passo una mano sul viso e stordita rispondo alla mia amica che sbotta subito preoccupata. «Era ora! Dove sei finita?»
Lancio subito uno sguardo al ragazzo sorridente sdraiato di fianco con la mano sulla mia schiena. Chissà se ha dormito bene accanto a me. «Dormivo», brontolo lasciando sfuggire uno sbadiglio. Mi sento ancora sottosopra.
«Non voglio i dettagli. Chiamo solo per sapere quando torni, qui abbiamo bisogno di te.»
Nascondo il viso sul cuscino. So che hanno tutti bisogno del mio aiuto ma loro sanno di cosa ho bisogno io?
Borbotto: «se tutto va bene, tra due giorni torno».
Ethan ferma la mano sulla mia schiena poi continua la sua carezza. C'è stato, c'è stato un lampo nei suoi occhi, l'ho visto.
«Parker sta dando di matto. L'ho dissuaso dal venirti a prendere.»
Rabbrividisco e mi rialzo trascinando la coperta fin sopra il mento. Sono nuda e ho dormito accanto al mio ex dopo avere... oddio, arrossisco. «Mi dispiace, dovresti riposarti e invece...», sbuffo, «gli chiamerò e tenterò di farlo calmare. Ti voglio bene.» Lancio il telefono e nascondo il viso sotto il cuscino. Stringo i pugni e trattengo le lacrime. Adesso cosa faccio?
Ethan si intrufola sotto il cuscino. «Ottimo nascondiglio, se tu fossi più piccola magari».
Mi fa sorridere. Tocco il suo viso e chiudo gli occhi. Sento ancora addosso le sue mani, le sue braccia calde, il suo profumo deciso. Cosa diavolo mi sta facendo? Perché proprio ora?
«Parker inizia a dare i primi segni di cedimento. Non so cosa fare. Da un lato vorrei che si fidasse di me, che accettasse questo mio atteggiamento, che non dubitasse dei...», sospiro. «Vorrei che capisse che penso a lui nonostante la distanza. Anche se commetto continuamente degli errori in questo periodo».
Ethan riflette un momento. La sua mano si insinua sotto la coperta, afferra la mia vita attirandomi su di sé. Vengo colta da un potente brivido e ho subito la pelle d'oca. Lo so che prova fastidio quando nomino un altro ragazzo ma Parker fa parte della mia vita e io e lui, abbiamo sbagliato, di grosso la scorsa notte.
«Potresti mandargli un regalo. C'è qualcosa che lo appassiona a parte te?»
Arrossisco. «Amava giocare a football ma non credo sia una buona idea», faccio una smorfia. Ricordo quando ha aperto il suo cuore raccontandomi della sua vita passata. La tristezza e l'amarezza nel suo sguardo.
«Perché?»
«Perché non potrà più giocare come prima e non voglio che lui ricordi cosa non può avere.»
Ethan riflette ancora un momento. «So cosa devi fare, gli piacerà, non preoccuparti.»
Lo guardo dubbiosa ma il suo sorriso scioglie ogni incertezza. Poggio la fronte sul suo petto. «Come fai?» stampo un bacio sul suo cuore e salgo lentamente lungo il collo poi sul mento, sulla sua guancia.
«Perché ti amo», risponde immediato stringendomi. Il mondo sembra fermarsi. I nostri visi a pochi centimetri, le nostre labbra schiuse e in attesa, i nostri cuori in subbuglio, i nostri respiri affannati. La sua mano sale lungo la schiena mentre l'altra si sistema sulla mia nuca. I miei palmi sul suo petto nudo e caldo. Sotto pelle sento i battiti del suo cuore. Come si può essere così innamorati di qualcuno?
Mi sento come una persona che si ubriaca per la prima volta. Sono ricaduta ancora in un vecchio vizio e quel vizio ha un solo nome: Ethan Evans.
Le sue mani scendono sui miei glutei spingendo il mio corpo contro il suo. Mordo il labbro per trattenere un mugolio piacevole seguito dai brividi. Il sorriso sulle sue labbra si amplia e gli si formano due fossette sulle guance. Non capisco più niente.
«Cosa stiamo facendo?»
Sfiora le mie labbra. «Non lo so, so solo che sei bellissima appena sveglia e voglio darti il mio buongiorno.» Guarda le mie labbra prima di morderle e succhiarle e premere sulla schiena schiacciandomi contro la sua eccitazione. Il tono rauco della sua voce, i suoi occhi pieni di lussuria e passione, le sue labbra morbide, la sua pelle calda riescono a mandare in pappa il mio cervello. Ansimo stirando la schiena. «Mi stai provocando?»
«Shhh», tappa la mia bocca con un bacio possessivo. Allarga le mie cosce e mi passa una bustina divertito. «Adesso, ti sto provocando piccola», sorride in modo provocatorio. Gemo mentre sotto il suo sguardo rovente apro la bustina. Con delicatezza la sistemo e noto che sta trattenendo il respiro. Mi sfugge un sorriso soddisfatto ma prima che io possa dire o fare qualcosa con uno scatto Ethan mi sotterra, tiene stretti i miei polsi sulla testa, spalanca le cosce e affonda dentro me.
Eccitata chiudo gli occhi e provo a liberare le mani. «Non sono in arresto... Ahhh...», provo a dire tra i gemiti.
«Potrei usare le manette, così non ti muovi», bacia il mio petto e si concentra sul seno. Spero non abbia in mente una cosa del genere. Inarco la schiena e muovo i fianchi per accoglierlo. Ansimiamo mentre ci incastriamo perfettamente l'uno all'altra, pelle contro pelle.
«Liberami una mano, voglio toccarti», gemo mordendo il labbro.
Provoca per farmi impazzire maggiormente. «Se ti libero, prometti di non graffiarmi gattina?», ridacchia.
Apro e richiudo la bocca mugolando. «Ti prego», la mia voce esce stridula e il respiro si fa sempre più affannato. A breve perderò il controllo del mio corpo. Ancora una volta, stiamo ricadendo in uno strano vortice fatto di passione, amore e bisogno di appartenersi. Ancora una volta, tutto il mondo, sta passando in secondo piano e non c'è posto per i sensi di colpa. Non in questo momento.
Strillo di piacere contorcendomi sotto il suo sguardo rovente e carico di sensualità. A questo punto scatta il mio istinto selvaggio. Stringo le cosce sulla sua vita e riesco a capovolgere la situazione. Mi ritrovo su di lui con le mani libere. Stringo subito il suo viso tra le mani con un sorriso soddisfatto mentre le sue si posano sul mio fondoschiena e guidano i miei movimenti. Mi bacia con passione e ansima quando lo guardo e gemo gettando la testa indietro e la gola scoperta pronta per essere baciata dalle sue morbide labbra.
«Continua», mugola in quel suo strano modo di chiedere e facendomi impazzire.
Sento le gambe tremare e se ne accorge. Afferra i miei fianchi e spinge forte fermandosi mentre vengo travolta dal piacere e gemo sopraffatta dell'impeto violento dell'orgasmo. «Ethan...»
Spinge e affonda ancora e ancora travolgendomi una seconda volta prima di bloccarsi, irrigidirsi. Ci fermiamo scossi e sudati. Passo la mano tra i suoi capelli e provo a recuperare il fiato che mi ha tolto ancora una volta con la sua passione travolgente. Era questo che aveva in mente?
Provo a spostarmi perché ho ancora tanta voglia di lui. Non ne ho abbastanza e spero non se ne accorga perchè se continuiamo così so già che non appena saremo lontani, io starò uno schifo. Come se avesse capito e intuito i miei pensieri però, mi trattiene. Scivola sul materasso con me sopra. Rilassato e con un sorriso da ebete toglie la protezione gettandola nel cestino. «Sento che hai ancora bisogno di sentirmi...» sussurra contro il mio orecchio.
Sento nuovamente caldo e le mie guance si imporporano tradendomi. Stringo la presa sulle sue spalle mordendo il suo collo.
«Toccami...», sussurra sulla mia bocca. «Toccami Emma», afferra la mia mano e la poggia sul suo petto. Affannata provo a non perdere ancora il controllo mentre lui continua a provocarmi. Devo fare qualcosa. Devo reagire. Non può avere tutto questo potere su di me no?
«Scopami», lo provoco pesantemente portando le sue mani sul mio seno.
Stringe la presa incapace di trattenersi e gemo forte prima di ritrovarmi intrappolata. «Lo vuoi davvero?», sfiora con le dita le mie gambe prima di sistemarsi su di me e infilandosi una protezione entra con irruenza.
Il mio stesso gioco mi si è ritorto contro. Stringo le dita sulle sue spalle e annuisco. «Si, lo voglio.»
«Ripetilo. Vuoi che ti scopi?» ghigna divertito. Che cosa ha in mente?
Non ho intenzione di perdere questa sfida. Mi stringo a lui. «Ahhh, si lo voglio...»
Arrossisco quando scende con le labbra provo a trattenerlo. «No, ti prego...»
Scuote la testa divertito e la sua lingua tocca il centro del calore. Stringo le mani sulla sua testa. Non ho mai vissuto niente di simile. Sono sopraffatta dal piacere. Ho paura che una volta provato non potrò provare lo stesso in altri modi. Sono sempre più stordita e coinvolta. «Ethan...», mugolo al limite perdendo il contatto con la realtà. Rimango intontita e quando si rialza mi stringo a lui mentre le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie e i suoi occhi osservano attenti e ipnotizzati il mio abbandono totale alla libidine. Sento i suoi spasimi e il calore che mi infiamma ancora partendo da sotto. Mi bacia con passione. Sento il sapore del mio amore per lui.
«Ti amo piccola»
«Ti amo», rispondo biascicando. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalle sue carezze. Tutto questo è sbagliato, lo so.

Sdraiata sul letto ancora scossa dalla passione travolgente inizio a pensare e a perdermi. Questi due ragazzi, sono apparsi nella mia vita come degli uragani differenti, in grado di sconvolgermi. In momenti diversi hanno riempito la mia vita e mi è piaciuto e mi piace ancora sentire la loro protezione, le loro attenzioni, il loro bisogno di essere qualcuno per me. Purtroppo inizio anche a sentirmi sopraffatta, impaurita e colta dalla disperazione perché sono consapevole del fatto che mi sto comportando in maniera scorretta nei loro confronti. Sono una pessima ragazza. Sono una stronza egoista impaurita incapace di prendere una decisione. Come posso ingannare due ragazzi del genere? Come posso trattenerli ancora e alla fine deluderne uno? Mi sento male, male per loro.
«Perché piangi?»
Spalanco gli occhi e passo una mano sulla guancia incredula. Non mi sono accorta di stare piangendo e ora Ethan mi guarda come se davanti a sé avesse la più fragile delle primule. Spaesata saetto con lo sguardo tentando di trovare una risposta plausibile ma sto così male che non ne ho le forze. Se apro bocca proprio ora, crollo.
«Ehi, piccola parla con me. Cosa succede?»
Scuoto il capo e tirando su il lenzuolo lo avvolgo attorno al mio corpo scosso dai brividi e dai singhiozzi, mi alzo e mi dirigo in bagno. Con una smorfia mi guardo nello specchio per pochi secondi. Lascio cadere a terra il lenzuolo e mi infilo dentro la doccia. Aziono il getto dell'acqua e strofino con forza la pelle tra i singhiozzi.
Sento la tenda scostarsi e due braccia mi avvolgono bloccando la mia forza distruttiva. Mi divincolo strillando e poi batto i pugni contro il suo petto. «Perché? Perché è così difficile? Perché a me?», non riesco a fermarmi. «Sono una stronza e non so più che cosa fare!»
Un Ethan tranquillo mi attira a sé e mi fermo immediatamente. La mia angoscia scivola sotto il getto dell'acqua e d'impeto attiro le sue labbra alle mie. Trattiene il respiro prima di ricambiare il bacio con possesso. «Ti ho già perso una volta, non voglio perderti ancora!»
«Non mi perderai piccola. Sei mia ricordi? Non mi importa se starai con un altro e lontana. O meglio: mi importa ma, accetterò la tua decisione perché ti amo. Ok?», scosta il mio viso tra le sue mani fissandomi con i suoi occhi azzurri intensi e penetranti. «Ti starò con il fiato sul collo.»
Le gocce cadono sulle nostre teste. Annuisco con un mezzo sorriso e lo abbraccio ancora con impeto avvinghiandomi a lui. Cosa ho fatto per meritarlo? Come è possibile che sia ancora al mio fianco?
«Ti proteggo io piccola. Ci sono io.»
Ancora un po' scossa e giù di morale, esco dalla doccia, mi asciugo accanto ad Ethan e rimaniamo in silenzio. Ci guardiamo soltanto e riserviamo nei nostri sguardi ogni grammo del nostro sentimento reciproco che stiamo cercando di curare e di tenere al sicuro.
Con un asciugamano morbido si avvicina, mi fa sedere sul mobile del lavandino e tampona i miei capelli. Ha lo sguardo attento e il suo sorriso riscalda il mio cuore ferito. Fermo la sua mano e i suoi occhi saettano sui miei attenti. Avvicina il viso al mio e mi dà un bacio dolce, premuroso, attento.
Sono incoerente lo so. Un attimo prima mi sento uno schifo perchè è come se stessi giocando con due ragazzi mentre quello dopo sto già baciando uno dei due. Ma non posso farci niente. Amo due persone e non riesco a decidermi o meglio: ho una paura matta di perderli dopo avere preso una decisione. Sono scappata per chiarire i pensieri ed eliminare il dolore e invece mi ritrovo con una valanga di pensieri e sentimenti che continuano a lacerarmi dentro peggio dei coltelli affilati.
«Hai fame?»
Domando subito: «Prepariamo la colazione?»
Ci ritroviamo in cucina a preparare pancake al cioccolato e banana e frullati alla frutta. In breve si crea un caos di padelle, bicchieri, frutta tagliata sul ripiano della cucina. Mentre mi occupo dei piatti, Ethan pulisce il bancone. Ci sediamo a tavola e gustiamo la nostra colazione.
«Hai del...»
«Dove?», passo la lingua sul labbro.
Ethan scoppia a ridere. Prende il tovagliolo e pulisce la mia guancia indugiando un momento di troppo. «Dubito che la tua lingua lunga possa arrivarci.»
Gli rispondo con una linguaccia e continuo a mangiare tranquilla e un po' più rilassata.
Dopo avere rimesso in ordine la cucina e la sua camera, ci rivestiamo e usciamo di casa.

Fuori fa ancora caldo ed è una bellissima giornata di sole. Mi domando come sia il tempo a Vancouver. Ethan unisce le nostre dita e mi porta in un negozio di articoli sportivi. Mi sorride quando lo guardo stordita. Non ho il tempo di fare domande perché una commessa notandomi si avvicina e domanda subito se sono quella delle pubblicità. Confermo e in breve si forma una piccola folla di curiosi. Parte qualche foto mentre noto Ethan divertito e intenzionato a prendermi in giro. Spiega alla commessa che devo fare un regalo e dopo avere saputo il cognome del fortunato si mette subito al lavoro.
Ethan mostra la macchina fotografica con un sorriso dolce. «Indossa questa maglia e iniziamo lo spettacolo.»
Infilo la maglia con il numero 17 e il cognome Johansson dietro e iniziamo gli scatti nel piccolo negozio. Per fortuna ho lavorato con delle modelle e so come gestire la situazione nonostante l'imbarazzo iniziale. La commessa è molto efficiente e in breve ci trova uno spazio dove potere passare inosservati. Sorrido stringendo per i bordi la maglia ed Ethan scatta ancora qualche altra foto.
Quando finiamo scegliamo gli articoli per il regalo da inserire nella scatola, stampiamo le foto e poi continuiamo il nostro giro per il negozio. Trovo una piccola statuina di Elvis e un porta foto. Sorrido e mentre Ethan osserva qualcosa, acquisto in fretta gli oggetti e mi avvicino a lui come se niente fosse. Non lo sa ma ho preso anche per lui qualcosa.
Ci fermiamo a prendere un panino e troviamo posto in un parco tranquillo su di un muretto. Lo prendo in giro quando si imbratta gli angoli con la salsa. Passo il dito ridacchiando e lo porto in bocca. Mi guarda in modo dolce e prima che io possa reagire mi stampa un bacio sulle labbra. «Non ho saputo resistere», si stringe nelle spalle.
Passo il dito pieno di salsa sulle sue labbra e con un sorrisetto scappo dal suo controllo. Spalanca gli occhi divertito e si avvicina pericolosamente. Alzo le mani indifesa. «Non ho saputo resistere.» Ridacchio come una bambina. Prima che mi abbracci e provi ad imbrattarmi la faccia.
Il telefono squilla. «Ehi»
Risentire la sua voce mi fa stare male soprattutto ora che l'ho tradito. Poggio il panino dentro il sacchetto e mando giù a fatica il boccone. «Ehi», rispondo a disagio. Per colmare il vuoto domando in fretta: «Come stai?»
Lo sento sospirare. «Ho reagito male e so...»
«Possiamo parlare di questo quando sarò tornata?», lo interrompo subito con voce tremante.
Ethan pulisce le mani e mi guarda comprensivo ma anche un po' geloso. Parker ha interrotto il nostro piccolo momento sereno insieme. Mi domando se sarà sempre così, se si metteranno i bastoni tra le ruote a vicenda. Se si attaccheranno per prevalere. Spero di no.
«Quando torni
«Ancora un giorno e sarò lì. Non posso mancare all'appuntamento con Jason, lo sai...», scoppio a piangere.
Ethan passa subito il palmo sulla mia schiena per rassicurarmi. Asciugo subito le lacrime e gli sorrido in modo forzato. Non voglio rovinare i nostri momenti. Non voglio nemmeno che continui a vedermi così fragile e insicura.
«Mi prometti che starai meglio quando tornerai? Faremo pace
Passo una mano tra i capelli. «Ci proverò, ci sto già provando.»
«Ti amo principessa»
«Ti amo», sussurro in lacrime prima di staccare.
Ethan mi abbraccia immediatamente. Non fa nessun commento, non deride il rivale, non parla male, non reagisce in modo spropositato. Tiene tutto dentro come una bomba ad orologeria. Incassa ogni colpo. Ho paura che possa esplodere questa sua furia se tenuta troppo a lungo dentro. Conosco i suoi effetti e ne porto ancora dentro i segni. Stringo le braccia attorno al suo collo. «Vi amo così tanto... Io, io non lo credevo possibile.» Singhiozzo.
«Lo so, lo so piccola. Ora basta. Calmati, fai un grosso respiro e godiamoci queste ore insieme. Voglio ancora divertirmi con te e avere qualche altro ricordo di questo viaggio improvviso. Andiamo.»
Non faccio domande mentre mi trascina nel luogo in cui tutto ha avuto inizio. Il casinò. Ci divertiamo come matti a giocare e a stuzzicarci. Ci scontriamo a carte e vinciamo. Scattiamo delle foto. Prendiamo da bere e torniamo al suo appartamento brilli. Tolgo le scarpe lanciandole in un angolo e lego i capelli.
Ethan stringe la mia mano e accende lo stereo facendo partire una delle canzoni che abbiamo ascoltato insieme in auto nel nostro primo viaggio. Iniziamo a ballare e a stringerci l'uno all'altra. Poggia la fronte sulla mia. «Sarai forte?»
Stringo le braccia sul suo collo e annuisco poco convinta. Cosa potrei dire che già non sappia? «Starai attento?»
Sorride. «Attento è il mio secondo nome.» Gli si formano due fossette sulle guance e rimango senza fiato. «Tornerò per qualche giorno e forse mi trasferirò tra qualche mese da mio padre e vedrai, sarà tutto diverso. Magari usciremo in tre. Proverò a non soffocarlo nel sonno o a non metterlo ko per averti tutta per me.» Un lampo divertito passa nei suoi occhi e so che sta dicendo quello che pensa.
Passo la mano tra i suoi capelli e stringo la presa mentre attira le mie labbra alle sue. Mi solleva dopo avermi fatto fare una giravolta e baciandomi ci spostiamo nella sua camera. Fa scivolare il mio corpo sul letto e si sistema su di me. Prende il mio viso tra le mani e con sguardo sexy, dolce, passionale, domanda silenziosamente se lo voglio anch'io. Questo sarà il nostro saluto?
«Ricordi che abbiamo fatto l'amore la prima volta in una suite?»
Sorrido mentre alzo le braccia lasciando che sfili la mia maglietta. Ricordo quel momento. Mi ero svegliata agitata e poi di punto in bianco è scoppiata la passione. «Si, è stato coinvolgente.»
«Rifaresti tutto?», sbottona i miei pantaloncini e toglie i suoi quando procedo per liberarlo con il suo respiro affannato sulla mia pelle sensibile. Bacia, morde, succhia. Gemo. «Si, lo stiamo facendo di nuovo?»
Annuisce e sgancia il reggiseno prima di sfilare le mie mutandine e sistemarsi tra la mie cosce. Fremo dalla voglia di baciarlo, di sentirlo mio ancora una volta. Fremo dalla voglia di vederlo accaldato, sudato, scatenato, carico di voglia. Fremo dalla voglia di sentirmi sua.
Abbasso i suoi boxer e lui geme quando mi struscio contro di lui. Stringe i denti e chiude gli occhi. «Cosa vuoi piccola?»
«Fa l'amore con me come se fosse la prima e l'ultima volta. Come se non ci fosse un domani. Prendimi... amami...» Attendo ad occhi chiusi.
Sento le sue labbra sulla gola mentre risalgono verso il mento. Le sue dita premono dentro. Ricambio e continuiamo così ad eccitarci, provocarci a vicenda fino al limite. Mi stuzzica ed io stringo la presa in risposta. Ansimiamo e ci fermiamo nello stesso istante, i nostri corpi scossi e pronti a stringersi e a perdersi.
«Non sai quanto ti voglio piccola. Non sai quanto voglio farti mia come la prima volta. Ti amo.»
Stringo la presa e mordo la guancia per trattenermi quando spalanca le mie cosce e strofina la sua eccitazione dura contro. Mi agito e fremo stringendo la presa sul suo collo. «Prendimi», sussurro accaldata.
Non se lo fa ripetere. Affonda più e più volte con impeto facendomi urlare di piacere. Bacia, morde la mia pelle e lascia il suo segno dentro e fuori. Spingo i fianchi e lascio che mi ami ancora e ancora come la prima volta. Preme a fondo prima di uscire infilare una protezione e riempirmi ancora con più impeto. Mi siedo su di lui e ci muoviamo tra gemiti e affanno.
Chiudo gli occhi e apro la bocca mentre la sua lingua gusta la mia pelle portandomi fino all'estasi. Sono quasi al limite quando si stacca.
Strillo: «No», affannata provo a stringermi a lui.
Sorride e mi stuzzica. Mugolo tirando la testa indietro. Muovo i fianchi e sibila accaldato: «Rifallo...»
Rifaccio il movimento e geme stringendo i miei glutei premendoli verso sé. Strillo contro la sua spalla sentendolo a fondo.
«Si piccola, qui sono arrivato solo io, e ricorda che sei solo mia», preme a fondo lasciando indubbiamente il suo segno in fondo all'anima.
Mi piace quando dice che sono sua. È così intima come frase. Lo trascino sul letto su di me e lascio che si muova con foga in una sequenza pazzesca. Stringo la presa sulle sue spalle lasciando i segni delle unghie e quando preme dentro con forza muovo i fianchi e vengo travolta dal fuoco.
«Ahh», geme sulle mie labbra venendo.
Le mie gambe tremano ancora e si distendono scosse dal piacere. Iniziamo a baciarci senza staccarci l'uno dall'altra. Abbiamo bisogno di questo momento nostro. Abbiamo bisogno di stringerci e non lasciarci.
Accarezza il mio viso. Ha le guance rosse e un sorriso dolce sul viso. Tocco una delle sue fossette e sorrido a mia volta sfinita e riempita.
Toglie la protezione e mi accoccolo subito tra le sue braccia: il posto più bello e sicuro del mondo.

«A cosa pensi?», domando passando il palmo sul suo petto e seguendo i tratti dell'inchiostro sulla sua pelle liscia.
Stampa un bacio sulla mia testa e sorride. «Stavo progettando la nostra casa», sussurra con voce roca.
Ogni fibra del mio corpo vibra e si tende. «Come la immagini?»
«Un posto tranquillo, immerso nella natura. Un bosco, un lago, odore di aria pulita e legna. Una casa in pietra e legno. Un grande camino, molte stanze...», carezza la mia schiena ad occhi chiusi.
«Ci sarà anche una splendida Jiacuzzi?», rido.
Annuisce. «Tutto quello che vuoi. Andremo li per le vacanze di natale o in estate. Porteremo il cane e i bambini.»
«Come si chiamano?», alzo il viso e incrocio il suo sguardo.
Ci pensa un momento. «Il cane Aron o Argo, un nome possente per un cane lupo.»
Sorrido come una stupida. «E i bambini?»
Inspira a fondo poi mi guarda un momento. «Come li vorresti chiamare?»
«Per la bambina mi piacerebbe Rachel o Ashely. Per il bambino invece Nate o Nial o Athelstan», ridacchio e lui inizia a farmi il solletico perchè ricorda il monaco nella serie di Vikings con quel nome.
«Rachel e Nate, mi piacciono oppure Joel o Samuel». Ride. «Proveremo a farne uno all'anno così avremo la casa piena di bambini e useremo tutti i nomi che ci piacciono.»
Chiudo gli occhi. «Credo che due bastano e avanzano.»
Scioglie i miei capelli e sfiora le mie guance. «Hai dei capelli lunghi meravigliosi perchè li leghi sempre?»
Arrossisco. «Odio averli sul viso», sorrido quando inarca un sopracciglio e guardandosi attorno afferra una forcina che ho lasciato sul suo comodino e sistema il mio ciuffo di lato. Soddisfatto mi guarda poi ridacchia quando la forcina messa male cede.
«Come parrucchiere, sei una frana. Dovrai imparare. Sarai tu a fare i capelli a tua figlia.» Soffio sul ciuffo divertita.
Mi sotterra mentre ridiamo. Lo abbraccio e inspiro il suo profumo. «Già mi manchi», mormoro sulla sua spalla.
«Andrà tutto bene piccola.» Stampa un bacio sulla mia guancia poi sul collo e scende verso le clavicole e la spalla prima di risalire e impossessarsi delle mie labbra.

N/A:
~ Buona sera principesse! ❤️
Come state?
Ieri mi sono preoccupata. C'è stato uno strano vuoto in chat quando mi aspettavo i fuochi d'artificio da parte delle EMVANS. Ho pensato di tutto:
1 Vi aspettate il peggio da me quindi temete in una gioia effimera (ahahah risata maligna)
2 Non avete trovato le parole
3 Avete avuto bisogno di un defibrillatore
Ditemi quale delle 3 perché mi sono davvero preoccupata per voi!!!
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate per gli errori. GRAZIE come sempre per il sostegno ❤️ Vi ADORO!!! Buona serata :* ~

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