~ Don't Forget About Me ~
• ATTENZIONE •
Vi consiglio di ascoltare la canzone di Cloves. Buona lettura ❤️
~ Emma's POV:
Un leggero venticello si alza attorno. Non è fresco, l'afa è asfissiante. Sono messa in disparte mentre a poca distanza termina il funerale di Freddy. Non posso ancora credere che sia morto. Non posso ancora credere che sia morto per salvarmi la vita. Quel proiettile era destinato a me, non a lui. Se chiudo gli occhi, rivivo ogni scena di quei momenti e riprovo lo stesso dolore. Ogni volta: è una pugnalata al cuore.
Gli incubi sono ricominciati e ormai non so più da quanto sono sveglia. Ho preso parecchie bibite per rimanere in piedi e per non ritrovarmi sudata e senza fiato ma soprattutto spaventata.
Asciugo una lacrima e continuo a fissare la gente che si incammina verso l'uscita. Sono venute parecchie persone ancora incredule per la vicenda. Freddy aveva molti amici e tra di loro c'era anche TJ l'agente che mi ha tenuto in vita. Finito il funerale si è avvicinato e mettendo una mano sulla mia spalla si è allontanato. So che cosa voleva dire questo gesto ma nonostante ciò rimango impalata e ad una certa distanza, incapace di raggiungere il punto esatto in cui Ethan se ne sta seduto a fissare il vuoto.
«Va da lui», Parker e Lexa si affiancano. Poco dopo arrivano anche Anya e tutti gli altri con sguardo basso.
Sono indecisa sul da farsi ma dai loro occhi capisco che devo fare qualcosa per lui perché sono l'unica in grado di prenderlo per il verso giusto. Inoltre sta male e non possiamo lasciarlo lì da solo. Non posso lasciarlo da solo a combattere il suo dolore.
«Ti aspettiamo a casa. I bagagli sono pronti», aggiunge Lexa spingendomi.
Faccio un profondo respiro e mi incammino verso la collina nel punto in cui Ethan se ne sta seduto.
Mi siedo accanto a lui poggiando la testa sulla sua spalla. Non si muove, passa semplicemente un braccio attorno alla mia vita sospirando. Ha pianto, ha gli occhi rossi così come il naso. È distrutto dentro, ha perso uno dei suoi amici e continua a sentirsi in colpa così come mi sento in colpa io.
«Lexa ha detto che hai ricominciato ad avere degli incubi», dice flebile.
«Non posso chiudere gli occhi...», trattengo le lacrime e mordo forte le guance.
«Nemmeno io...», sospira muovendo la testa da una parte all'altra come se volesse scrollare un pensiero negativo.
Mi stringo a lui guardando l'orizzonte che si confonde ai miei occhi appannati. È quasi il tramonto e non ho voglia di andare via. So che più tardi mi sentirò in colpa per questo ma devo fare qualcosa per lui prima di partire.
«Mi laureerò...»
«Lo so. Ci sarò!»
Lo guardo e passo una mano sul suo viso. I suoi occhi sono lucidi e il gesto sembra rasserenarlo per qualche istante così continuo. «Chi ti dice che io ti voglia li quel giorno?»
«Verrò lo stesso ora che so dove abiti», sorride anche se in modo triste.
Mi si stringe il cuore per lui. «Hai un fascicolo su di me ora? Posso vedere il tuo distintivo?»
Lo prende e me lo mostra. Sorrido. «Sexy, avrei dovuto costringerti a farmi lo spogliarello in divisa...»
Scuote la testa e stampa un bacio sulla mia fronte. Inspiro il suo profumo e chiudo per un secondo gli occhi. Quando li riapro i suoi mi stanno scrutando. Avverto un certo formicolio e distolgo lo sguardo. «Avrei tanto voluto che costruisse un bolide tutto per me. Non ho ancora la patente ma dopo la laurea la prenderò, promesso. Ti chiamerò per scegliere l'auto...»
Mi tappa la bocca con un bacio. Stavo parlando velocemente, per riempire quel vuoto e quel silenzio straziante tra di noi. In breve tutti i nodi si sciolgono e il cuore batte ad un ritmo scostante.
Mi stacco senza fiato e con le gambe che sembrano fatte di gelatina. Perché è tutto così difficile?
«Ho un paio d'ore... ti va una corsa?», mi rialzo tendendo la mano.
Ethan alza lo sguardo insicuro ma capisce al volo cosa ho in mente. Da uno sguardo nel punto in cui è stato seppellito il suo amico come se lo stesse salutando silenziosamente.
La sua morte è stata un brutto colpo. Ha lasciato cicatrici profonde ad alcuni più di altri soprattutto al ragazzo che ho di fronte.
Abbassa le spalle e si rialza intrecciando le nostre dita con forza come se dal gesto stesse cercando di trovare un appiglio per non affondare.
Mi apre la portiera e mi siedo comoda. Non devo avere paura continuo a ripetermi. Devo fare questa cosa, per lui. Allaccio la cintura e gli faccio cenno di partire.
L'auto romba e lui preme sull'acceleratore. Apro il finestrino e chiudo gli occhi godendo della sensazione eccitante che sto per provare.
Arriviamo nel posto della gara e si ferma al centro della pista. Stringe le dita sul volante e fa rombare ancora il motore.
«Questa è l'ultima volta che lo faccio insieme a te in questo posto vero?»
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e guardando fuori dal finestrino per trattenerle annuisco.
«È l'ultima volta che ci vediamo in questo posto...»
Annuisco ancora ma questa volta lo guardo. «Partirai anche tu vero?»
«Si»
Mordo il labbro e mi sistemo sul sedile. «Fammi divertire!», sorrido trattenendo a stento il dolore. «Andiamo, corri!», lo spintono con la mano sulla sua spalla. «Non ti sarai mica rammollito in questi mesi no?»
Corriamo in pista ad una velocità pazzesca. Questa è la nostra ultima corsa insieme. Quando frena, la macchina scivola posteriormente e poi si ferma. Ethan poggia la testa tra le braccia e scoppia in lacrime. Singhiozza sonoramente come un bambino. Slaccio subito la cintura e mi sistemo a cavalcioni su di lui abbracciandolo. Lo tengo tra le mie braccia più forte che posso mentre affronta il suo dolore. Sono ancora scossa per la velocità, ho l'adrenalina alle stelle ma riesco a razionalizzare la situazione e cerco di calmarlo. Asciugo le sue lacrime e bacio le sue guance. Non l'ho mai visto così distrutto, così fragile. Non so nemmeno se posso comportarmi in questo modo. So che non fraintenderà mai i miei gesti ma non posso fare a meno di avere ancora qualche dubbio perché nonostante tutto è ancora il ragazzo che mi ha fatto soffrire ma che continua a farmi battere il cuore in un modo straordinariamente piacevole.
«Andrà tutto bene», sussurro. Forse lo sto dicendo anche a me stessa perché da quando tutto questo inferno è finito non riesco proprio a consolarmi.
«Che ne sai tu? Che ne sai se andrà davvero bene?», risponde di getto.
«Lo so perché ti conosco abbastanza Ethan. So che riuscirai ad andare avanti, a superare tutto questo, a reagire. So che ragazzo meraviglioso sei e sono sicura che andrà bene perché sei forte e...»
Mi bacia stringendomi al suo corpo con una forza tale da farmi mancare subito l'aria ai polmoni. So che dovrei smettere di baciarlo e staccarmi da lui, pensare a Parker che mi starà aspettando sveglio, ma in questo momento ne ho bisogno quanto lui. Ho bisogno di lui perché è l'unico a capire come mi sento veramente. Tutto sembra avere preso una strana piega e ci ritroviamo travolti dagli eventi e ancora del tutto impreparati al futuro. Ci divideremo e ognuno prenderà strade diverse ma ci ritroveremo sempre io e lui, ovunque.
Affannato si stacca di poco dalle mie labbra ma continua a tenermi stretta. «Ti amerò sempre piccola.»
«Lo so. Ti amo e ti amerò sempre anch'io», sorrido timida cercando aria accaldata.
Torna a baciarmi stringendomi di più a sé. «Devo riaccompagnarti a casa prima che il tuo fidanzato mi citi in giudizio. Sto già facendo dei danni», abbozza un sorriso e il mio cuore sussulta mentre le api dentro il mio stomaco si risvegliano.
«Ho ancora qualche ora prima che sguinzagli i cani. Mi porti in un altro posto? Vorrei rivederlo prima di partire», sorrido sistemandomi di nuovo sul sedile. Non ho bisogno di dare indicazioni. Sappiamo entrambi dove dobbiamo andare.
Con molta più calma e con un sorrisetto sulle labbra guida verso il nostro posto tranquillo.
È proprio come lo ricordo: calma assoluta, il rumore dell'acqua che si muove, la leggera brezza, l'odore dell'erba. Scendo dall'auto e mi stiracchio prima di sedermi vicino alla riva del laghetto.
Sento lo sportello richiudersi e poi le sue braccia avvolgermi da dietro. Appoggio la schiena contro il suo petto e mi rilasso.
«Mi sei mancato... tanto. È stato difficile...», mormoro.
«Lo so, è stato difficile anche per me. Mi sento in colpa per non averti detto subito la verità. Forse le cose sarebbe state diverse se lo avessi fatto. Mi dispiace averti mentito sul mio lavoro. Il resto era tutto vero, amo la velocità, questo posto, i tatuaggi, la pizza piccante, quell'alcolico azzurro, la musica. Avrei amato anche il nostro bambino. Sono un ragazzo normale in fondo e amo una ragazza che non posso avere perché saremo lontani.»
Sfioro il suo polso e noto un nuovo tatuaggio. Due numeri e una scritta. «E questo? Ne hai fatto altri? Fammi vedere?»
Sorride. «1+1=noi», sussurra poggiando la sua guancia contro la mia. «L'ho fatto perché volevo che rimanessi sulla pelle anche se lontana. Avevo bisogno di sentire il tuo profumo, il tuo calore, il tuo sguardo addosso. Avevo bisogno di te, accanto a me. L'ho fatto perché due persone diventano un noi quando si ritrovano ed è quello che siamo e saremo sempre noi due.»
Trattengo le lacrime e nel voltarmi lo abbraccio. «Non sono arrabbiata con te perché hai nascosto il tuo lavoro nel tentativo di proteggermi. Sono arrabbiata perché tutto è cambiato. Noi siamo cambiati. Non sono certa di cosa accadrà domani ma so che ora, in questo momento, sono felice di essere qui con te. Saremo lontani ma sento che ci rivedremo.»
Ci abbracciamo a lungo poi rompo di nuovo il silenzio. «Posso farti una domanda?», senza attendere continuo. «In quei momenti, hanno detto che non hai mai toccato Tara... perchè? Avevi già fatto...», arrossisco.
Lo vedo sorridere per la prima volta in modo sincero e il mio cuore sospira. «Se sei stata la mia prima? Vuoi saperlo o vuoi incrementare il tuo ego?», pizzica la mia guancia come faceva sempre.
Stringo la sua mano. «Sono stata la tua prima eh? Meglio!», sorrido alzando il mento soddisfatta.
Ethan mi fissa per un momento e non riesco a trattenere le dita toccandogli una fossetta. «Cosa c'è?», domando insicura.
«Mi stupisci sempre! Non ho toccato Tara perchè ero sotto copertura e dovevo tenere a bada quella ragazza se volevo raggiungere Drew. Poi non era proprio il mio tipo. Non la amavo. Comunque si sei stata la mia prima e spero ti sia piaciuto perché so di essere bravo in certe cose e so che come ti facevo sentire io, non ci riuscirà mai nessuno», ghigna soddisfatto.
Eccolo tornare il mio Ethan. È ancora mio? Non credo ma è lui: bello, divertente, stronzo, dolce. Un bel mix letale per i miei sensi.
Lo abbraccio forte inspirando il suo profumo nel tentativo di tenerlo da parte per molto tempo ancora. So già che mi mancherà, mi mancherà tanto. So già che sarà difficile perché una volta averlo lasciato, le cose saranno diverse ma so anche che il mio sentimento nei suoi confronti non cambierà mai. Ora più che mai ne ho la certezza. Io e lui, il piccolo noi, ci sarà sempre, sotto pelle.
«Non voglio riportarti a casa perché se lo faccio, partirai con lui. Voglio tenerti ancora un po' con me. Sono egoista lo so, ma ne ho bisogno. Sei come una droga Emma. Una volta iniziato con una dose, è difficile non volerne ancora. Ed io sono in astinenza da mesi e so che è sbagliato. Spero un giorno che tu possa perdonarmi per averti fatto soffrire. Voglio solo vederti serena e felice. Voglio vederti ancora in quei cartelloni pubblicitari e rimanere a bocca aperta mentre sorrido e in cuor mio mi ripeto che sei mia.»
Singhiozzo sonoramente sulla sua spalla e stringo la presa nascondendo il viso. La sua mano mi solleva per il mento e la sua bocca si impossessa ancora una volta della mia trascinandomi su di lui.
«Ci sarò sempre per te ok? Chiamami per qualsiasi cosa ed io arriverò più in fretta che posso!»
Guardo distratta il palazzo e annuisco. La sua mano volta il mio viso e i suoi occhi intensi mi fanno sussultare.
«Ti amo!»
«Ti amo», parlo con un filo di voce mentre sento sempre di più la pressione montare sul petto e concentrarsi sul cuore. È questo il nostro addio? Fa fottutamente male. Dobbiamo davvero farlo?
Apro in fretta la portiera, prima che io possa pentirmene, rischiando di scoppiare in lacrime ma vengo afferrata e mi ritrovo tra le sue braccia e questo è molto più doloroso. Scuoto la testa e lo fermo.
«Mi mancherai di più se continui così e sarà ingestibile questo dolore e vuoto che provo nel petto. Adesso devi andare. Ti lascio libero.» Stampo un bacio sulle sue labbra e scappo via.
Salgo più in fretta che posso le scale fermandomi di tanto in tanto per asciugare le lacrime, trattenere i singhiozzi e calmare il respiro sempre più affannato.
L'ho fatto veramente, ho lasciato andare l'amore della mia vita.
Quando apro la porta, mi ritrovo Parker davanti. Ha lo sguardo sereno e per niente preoccupato o se lo è sta usando la sua tuta mimetica per non farlo capire. Non fa nessuna domanda. Mi attira tra le sue braccia e lascia che io pianga fino ad addormentarmi.
N/A:
~ Siamo così abituati ad essere circondati dalle persone che ci fanno stare bene che quando se ne vanno sono in grado di lasciare un vuoto incolmabile e una voragine dolorosa al centro del petto. Sta a noi decidere se ricordarle con un sorriso o con una lacrima. Sta a noi decidere se andare avanti portando dentro la loro assenza o rimanere bloccati in un passato pieno di ricordi. Ma sapete una cosa?
Lontano o vicino, il bene che queste persone ci hanno dato, rimarrà indelebile dentro il nostro cuore perché vero e forte...
E il ricordo della loro presenza nella nostra vita rimarrà sempre la parte migliore di loro perché significa che hanno saputo lasciare un'impronta indelebile nella nostra memoria...
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