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~ Boulevard Of Broken Dreams ~

Attenzione

https://youtu.be/Soa3gO7tL-c

Ho inserito il link della canzone di oggi. Spero vi piaccia!!!


• Ethan's POV:

Quando un giorno diventerò padre, avrò tanto da raccontare ai miei figli. Ad esempio: dirò loro che l'amore è un qualcosa di estremamente pericoloso e fragile, qualcosa che nasce dal nulla e diventa tutto, qualcosa di doloroso, ma che vale la pena di vivere appieno per una persona ai nostri occhi speciale.
Dirò loro che non conteranno le ore passate a versare lacrime, a ribollire dalla rabbia a causa della gelosia, a passar ore e notti insonni, perché tutto questo potrebbe essere ripagato.
Dirò loro che una vera storia d'amore è piena di alti e bassi, più bassi che alti, utili per rafforzare un legame nato quasi sicuramente per puro caso o per colpa del destino in un momento sbagliato.
Dirò loro che la prima vera cotta farà male, così male da avere bisogno di distrazioni e vie d'uscita.
Quando sarò padre, racconterò ai miei figli di come mi sono innamorato di una ragazza piombata nella mia vita in una notte clandestina. Racconterò loro le difficoltà, i litigi, le paure, le promesse infrante. Racconterò loro di quanto fragile un cuore possa essere. Parlerò dei periodi bui e dei periodi pieni di luce. Racconterò di come ho sempre vissuto in mezzo al buio e poi una luce mi ha lentamente guidato verso la salvezza strappandomi dalla perdizione.
Dirò loro come io mi sia sempre sentito incompleto è lontano dal mondo prima di ritrovare il mio centro di gravità grazie ad una ragazza speciale e perfetta ai miei occhi.
Consiglierò loro di essere sempre se stessi, di sapersi distinguere dalla massa di stronzi che popolano questo pianeta, di non arrendersi mai davanti ai problemi, di essere sempre sinceri e sicuri.
Cercherò di proteggerli e crescerli forti e senza paura. Proverò ad essere il padre perfetto, tenterò di dare loro il buon esempio. Cercherò di dimostrare loro che insieme ad una persona fottutamente speciale, si cresce meglio e si vive felici. Racconterò loro del periodo buio che sto vivendo ma li incoraggerò ad andare avanti qualora si ritrovino di fronte ad una situazione come la mia perché ne vale la pena.

«Ethan?»
Batto le palpebre. Sto fissando lo schermo mentre il continuo suono del battito della bambina rimbomba per la stanza con una certa forza.
Tara mi guarda in cagnesco. Devo essermi perso perché non so proprio cosa mi abbia appena chiesto. Da quando è tornata, non fa altro che chiedere e farmi spostare da una parte all'altra della città per i suoi acquisti folli e insensati. Non so neanche il perché lei stia continuando con questa farsa. Non appena la bambina nascerà, il test del DNA ci darà solo la conferma che lei non è mia. Non lo è mai stata. Solo allora sarò libero.
«Vuole vedere ancora la bambina o...», inizia l'infermiera con gentilezza.
«No, no. Va bene così!» rispondo turbato uscendo in fretta dalla stanza.
Le pareti, sembrano improvvisamente restringersi. Spalanco la porta ed esco indirizzandomi verso il parcheggio. Non è questa la situazione che avrei voluto vivere. A passo malfermo, raggiunto l'auto poggiando i palmi tra il tettuccio e la portiera. Inspiro ed espiro un paio di volte. Non sono mai stato così fragile, così insicuro, così perso in vita mia. Passo una mano tra i capelli e mordo le guance nel tentativo di placare l'incendio divampato su per il corpo. Una strana rabbia, mi costringe ad entrare in auto e a serrare la presa sul volante mentre Tara sbatte lo sportello nervosa sistemandosi comoda sul sedile.
Poche settimane ancora e tutto questo inferno avrà fine. Riuscirò a parlare con la mia Emma e tutto andrà come deve andare. Ormai sono convinto: devo dirle tutta quanta la verità su di me. Lei ha diritto di sapere e se poi non vorrà più avere a che fare con me, me ne farò una ragione ma non me ne starò con le mani in mano, non dopo averla vista con quel coglione da copertina. Lei è solo mia.
«Oggi sei silenzioso», borbotta Tara.
«Non ho niente da dire», replico asciutto.
Inarca un sopracciglio ed estraendo il telefono dalla borsetta, inizia una sequenza di messaggi.
Basta il segnale della suoneria a mandarmi in bestia. Premo sull'acceleratore ignorando le sue reazioni e la porto dritta a casa. Non scendo nemmeno. Non appena esce dall'auto, faccio retromarcia e sgommando corro verso il mio posto preferito.
Non sono più venuto da quando se ne è andata ma è come lo ricordo. Il lago pieno di rane e ciottoli, tanta erba soffice attorno, il piccolo asfalto acciottolato, un boschetto a distanza, un posto solitario e silenzioso, soprattutto lontano dalla frenetica e rumorosa città che non dorme mai.
Siedo sul paraurti e mi perdo nella calma rimanendo per un tempo indefinito ad occhi chiusi.

"I'm unstoppable
I'm a Porsche with no brakes
I'm invincible
Yeah, I win every single game..."

«Mark dimmi!»
«No fratellone, sono io! Non trovo il mio cellulare in mezzo a tutto questo casino di scatole per il trasloco e ho davvero bisogno del tuo aiuto».
Sorrido. «Per ritrovare il cellulare?»
Anya sbuffa poi ridacchia. «No, devi portarmi a scegliere gli inviti e i fiori per la cerimonia. Ti prego...», piagnucola come quando da piccola voleva ottenere qualcosa con i suoi occhi verdi. Ricordo ancora quando convinse il nonno a farsi comprare quel gatto peloso dallo sguardo inquietante. Furono tre mesi terribili. Continuava a tenerlo in braccio come un peluche. Alla fine quel gatto chissà come, decise di suicidarsi o lo uccise lei con le sue coccole. Ricordo ancora il suo pianto isterico di fronte al corpo di quel brutto gattaccio trovato stecchito per terra sotto le scale in legno. Da quel giorno in casa non entrarono più animali domestici. Mamma fu categorica. Per questo Tommy oggi ama molto le piante.
«Va bene. Cinque minuti e arrivo»
Strilla entusiasta. «Sai che ti voglio bene?»
«Si sì», stacco gettando il telefono sul sedile e corro verso il suo appartamento.
Dopo che Emma è andata via, Anya ha deciso di abbandonare l'appartamento di nostra proprietà per trovarne uno più piccolo e tutto per se. Non ha più voluto nessuna coinquilina e ha abbandonato in parte anche l'università e il suo sogno di diventare un'artista. Non so quali siano i suoi progetti ora come ora ma da quando la sua migliore amica, le ha parlato e ha accettato anche se con delle clausole, Anya sembra più serena. Meno incupita e pronta a sposare davvero l'uomo della sua vita.
Trovo il pianerottolo sommerso dagli scatoloni e avanzo in casa con una certa attenzione. Conoscendo mia sorella che è caotica, potrei sicuramente farmi male. Anya spunta dietro uno di questi con un sorriso e mi abbraccia. Non ci vediamo da una settimana.
Mark saluta dall'altra stanza intento a passare del nastro adesivo su di uno scatolone con la scritta "bicchieri, FRAGILE", mentre mia sorella riesce in qualche modo a recuperare la borsetta a stampare un bacio a Mark e a trascinarmi fuori con una certa fretta.
Saliamo in auto e dopo avermi indicato il negozio in cui intende andare, partiamo per questa strana avventura.

Non avevo mai pensato che ci volessero così tante cose per un matrimonio. Osservo i tanti modelli di carta presenti sul bancone e mi perdo in un flashback. Anya mi da una gomitata per avere la mia attenzione. Tiene in mano due pezzi di carta apparentemente uguali. Alza prima quello con le scritte d'oro e subito dopo quello con la cornice argentata. Nego con la testa. Non credo di essere portato per questo genere di cose.
«Emma avrebbe saputo consigliarmi», sospira grattando la tempia. Si accorge della mia espressione e si scusa immediatamente. «Mi dispiace».
Sospiro. «Che ne dici di questo?» alzo un invito a forma di cuori sovrapposti con le rifiniture color oro e le fedi disegnate sotto la scritta. Credo sia profumato. Qualcosa come pesca.
Anya fissa per un po' il campione. Alza lo sguardo e sorride raggiante. «Non sei poi così inutile», mi abbraccia e inizia a confabulare con il commesso sulla scrittura, sulla data e sui tempi di spedizione. Pensa subito ad Emma. Deve essere la prima ad avere l'invito.
Credo che mia sorella, abbia iniziato una strana guerra contro Lucy. Lo vedo dai suoi occhi che sta tramando qualcosa. È come se le due stessero gareggiando per sorprendere la loro amica. Sono entrate in una sorta di silenziosa competizione. La cosa mi fa sorridere perché in parte, conosco mia sorella e so già che troverà un modo per rendere partecipe Emma per tutta la giornata. Il pensiero di rivederla anche se non da sola, manda strani brividi su per il corpo. Chissà cosa starà facendo...
«Ok fratellone! Mi dici che cosa ti succede?»
Guardo stordito Anya. Inarco un sopracciglio poi fisso le rose che tiene tra le mani. Sono bianche e al centro rosse. Lei ha scelto proprio quei due colori per il suo matrimonio e per fortuna, non ha voluto un abito nero. Ad Emma non piacciono le rose. Immagino la sua espressione quando vedrà i bouquet. Preferisce nettamente i girasoli, i papaveri e le margherite di campo.
«Sei pensieroso. Andiamo a prendere un caffè, finiamo dopo con questi», mi prende a braccetto portandomi in una caffetterie vicina.
Il locale è piccolo, pieno di tavoli quasi ammassati tra di loro. Le cameriere devono destreggiarsi per non bruciarsi e non bruciare i clienti con le brocche calde. Attorno, le pareti sono di un verde e di un rosa tenue in alternanza. L'enorme bancone pieno di dolciumi, attira subito l'attenzione. Emma qui dentro ci avrebbe vissuto e passato delle ore. Ok Ethan, calma!
L'aria è gradevolissima. C'è un misto di odori di biscotti appena sfornati, caffè, frullati alla fragola e cioccolata.
Sediamo subito ad uno dei tavoli liberi in fondo accanto alla vetrata. Anya siede davanti e stringe subito le mie mani. Ci siamo sempre sostenuti. Abbiamo uno strano rapporto di amore e odio noi due ma siamo legati non solo da un vincolo famigliare ma anche dall'affetto e dalla stima reciproca. So di potermi fidare di lei. Certo, non quando si tratta della ragazza che mi sta facendo impazzire; in quel caso lei sarà sempre dalla sua parte anziché dalla mia. Ricordo ancora quando mi intimava a troncare tutto o a prendere una decisione e dire solo la verità. Sono andato nel panico perché non avevo mai pensato che l'amore potesse essere così forte. Non avrei mai pensato di dovere soffrire così tanto per una ragazza, di perdere completamente la rotta per due occhi azzurri profondi, per quel carattere dolce e chiuso. Sono stato un pessimo fratello e amico nell'ultimo periodo ma spero di recuperare.
«Allora... mi dici cosa c'è che non va?»
Carezzo con i polpastrelli le sue mani e sospiro. «Sono stanco e continuo a tormentarmi perché voglio fare la cosa giusta ma non so proprio da dove partire», ecco, l'ho detto.
Anya sorride, non ha bisogno di sapere altro, infatti dopo avere ordinato un dolce e tanto caffè riporta la sua attenzione su di me. «Sei proprio incenerito!», ridacchia poi torna a farsi seria e aggiustandosi sulla sedia riprende il suo discorso. «Devi solo provare a parlarle quando la vedi senza difese e da sola. Sono sicura che lei ti ascolterà. In fondo ti ama ancora», ringrazia la cameriera e sistema i piatti davanti. Sono davvero efficienti in questo posto, mi piace.
«Ti ha detto questo lei o...»
Assaggia la torta emettendo un verso di apprezzamento. «I suoi occhi mi hanno detto tutto quando le ho parlato e quando l'ho vista davanti a te, senza fiato. Come quando hai un sogno e poi ritrovi tutto davanti e non riesci a crederci. Lei ti ama ancora fratellone. Sta solo cercando di fare la dura», sorseggia il caffè facendomi cenno di non rimanere a bocca aperta.
Assaggio la torta. È squisita. Questo posto inizierà ad essere uno tra i miei preferiti dopo il locale. Non potevamo andare di certo li, non ora che Lucy si sta affannando per le nozze e per fare bella figura su Emma.
«Credi anche tu che io abbia ancora una possibilità?»
Anya non ci riflette su neanche un momento e con determinazione risponde con un secco: «Si».
«Cosa te lo fa pensare?»
Anya ordina un'altra fetta di torta. «Il fatto che voi due vi apparteniate. Non ho mai visto due persone guardarsi come fate voi due. Non contano i litigi o la pace... Non contanti le parole... avete un modo tutto vostro di guardarvi e amarvi. Sai che tifo per te!»
Dopo avere pagato, torniamo al negozio di fiori. Anya inizia le contrattazioni per avere tutto perfettamente allestito per il giorno del suo matrimonio.
Mi scappa un sorriso se ripenso a Las Vegas. Che idiota sono stato!
«A cosa stai pensando?», mia sorella sorride inarcando un sopracciglio mentre usciamo dal negozio per entrare da "Happy Party" dove si trova la qualsiasi per le feste.
«A Las Vegas», sorrido mentre salutiamo il commesso, un uomo sulla quarantina con un sorriso cordiale e la parlantina spigliata mentre ci indica il reparto cerimonie.
Anya inizia a fissare i campioni con cura. Sembra un segugio. «Hai proprio perso la testa in quel posto eh?», solleva dei bicchieri con il piede colorato e con una smorfia rimette a posto. La seguo curiosando. È assurdo davvero quante cose possano servire per una festa. Penso subito all'addio al celibato del mio amico. Devo trovare qualcosa da fare per farlo divertire. A quanto pare Max sta organizzando quella a Tony e ci sarà anche quel tipo da copertina, Parker. Mi godrò proprio la serata. Sarà anche un modo per metterlo alla prova e capire le sue intenzioni.
«Bingo!», Anya trova quello che cerca e passa subito alla cassa.
All'uscita, decidiamo di andare al centro commerciale e poi di vederci con gli amici al Devil's Club per una bevuta. Finalmente Seth e Camille sono tornati dal loro viaggio. Sarà un modo per divertirsi e ritrovare parte della mia vita anche se un pezzo importante, non sarà presente. Chissà se lei e Camille sono rimaste in buoni rapporti. Quelle due, erano tremende insieme.
Giriamo tra i vari negozi. Trovo nuovi indumenti da indossare visto che sono dimagrito nell'ultimo periodo e poi consiglio Anya su alcune cose che intende comprare per l'appartamento in cui vivrà con Mark.
È strano. Quei due si sono conosciuti in una giornata fredda e non si sono più separati da allora. Hanno litigato di brutto ma il loro legame, sembra fatto di cemento armato. Basta osservarli per capire che il loro è vero amore e io ne sono contento. Sono contento di vedere mia sorella più serena e rilassata ma soprattutto divertita ed eccitata per la nuova esperienza che sta vivendo.
«Ti sei imbambolato?» si affianca e osserva la vetrina piena di anelli. «Il tuo è il più bello», ridacchia quando la spingo affettuosamente. «È vero! Il tuo è fatto con il cuore ed è originale», sorride ancora trascinandomi con tutte quelle buste verso l'uscita. Scuoto la testa, cosa non si fa per una sorella?

Lasciata Anya al suo appartamento dopo esserci dati appuntamento per la bevuta, torno a casa. Papà sorride mentre è intento ad aggiustare un arnese. Sul tavolo di fronte, viti e bulloni di ogni genere. «Bentornato!»
Aggrotto la fronte ma non faccio domande. A volte sa essere criptico e le sue frasi hanno un sacco di significati nascosti da interpretare.
Salgo le scale a chiocciola ritrovandomi nel mio appartamento. Tara avrà acceso una delle sue candele profumate. Arriccio il naso e disgustato mi richiudo in bagno per una doccia. Alzo il viso per accogliere la cascata calda e ripenso alle ultime ore passate. Sono state divertenti ma anche piene di flashback. Dovrò tenere tutto a bada ancora per molto. Non posso permettermi troppe distrazioni, non ora che tutto potrebbe risolversi. Non ora che i piani vanno come devono andare.
Esco dal bagno con un asciugamano avvolto in vita e cerco qualcosa da mettere.
«Dove vai?», Tara sbuca dalla stanza della bambina con un sorrisetto sulle labbra.
«Rimpatriata tra amici», rispondo mentre recupero una maglietta pulita, boxer e jeans neri.
«Perché sei di ottimo umore?», incrocia le braccia sul pancione.
Come fa a non avere cura della sua bambina? Non è affatto attenta. Dubito che quei lividi sui polsi siano causati dai bracciali troppi stretti.
Non le rispondo. Non posso di certo dire che tra qualche settimana quando nascerà la bambina, un dottore effettuerà il test per stabilire chi sia l'effettivo padre della sua creatura e lei si ritroverà in grossi guai. Ormai il tempo è agli sgoccioli.
«Non aspettarmi sveglio», le sorrido e dopo essermi rivestito nel bagno, scendo di corsa al piano di sotto, saluto mio padre velocemente e salito in auto, ritrovo la mia libertà.

Il locale, come sempre è pieno di gente. Una calotta di fumo, aleggia nell'aria della zona fumatori. Non mi da fastidio anche perché un tempo fumavo ma ora che mi sono ripulito, non credo sia il luogo adatto ad un ex fumatore. È facile ricadere in vecchi vizi. Anya ha intenzione di fare davvero festa questa sera per cui ho bisogno non solo di mettere qualcosa tra i denti prima di gettarmi in una maratona di alcol ma anche di divertirmi e parlare con i miei amici su questioni importanti.
Mark mi saluta con il pugno mentre Anya sorride in attesa dell'arrivo di Camille e Seth.
I due arrivano con il loro carico di allegria. Seth mi abbraccia guardandomi complice mentre Camille prima mi guarda male poi mi si getta addosso con il suo affetto smisurato. «Sei uno stronzo e sai il perché ma non vedo l'ora di rivederla», sorride prendendo posto vicino al suo ragazzo.
Credo manchi a tutti Emma. Ma questa sera, cercherò di non pensare a lei. Sarà difficile ma ho bisogno di staccare la spina e divertirmi per davvero.

Due ore dopo sono stravaccato sul divano ubriaco e rilassato. Mi sento per la prima volta dopo mesi, davvero bene. Non mi diverto così da un sacco di tempo.
«Ci voleva proprio!», ridacchia Camille mezza strafatta.
Ridacchio a mia volta tirando la testa indietro. «Si, ci voleva proprio!»
Seth, Mark e Anya, ballano in pista in mezzo alla calca. È difficile distinguerli con la vista appannata dall'alcol.
«Ti manca vero?»
Lancio uno sguardo a Camille la quale se ne sta stesa sul divano ad occhi chiusi. È più tranquilla di quanto io mi aspettassi. «Si», rispondo.
«Ci sentiamo quando possiamo e non mi è sembrata poi così cambiata come lascia credere», ridacchia senza un motivo. «Ha una nuova amica fighissima! Ho visto quei cartelloni. Se ti preoccupi di lui, non farlo. Emma sarà sempre e solo tua!» si alza traballante e beve un sorso di liquido ambrato dal bicchiere.
Non rispondo. Non voglio ripensare a lei. Per una volta voglio pensare a me stesso.
Quando gli altri ci raggiungono, inizio a parlare con Mark e Seth di ciò che ho scoperto. I due anche se ubriachi mi ascoltano poi si fermano facendo cenno di guardare alle mie spalle.
Tara si avvicina come una furia. Inizia ad urlarmi contro parole impronunziabili.
Scoppio in una sonora risata e attorno cala uno strano silenzio. Anya e Camille fanno da una parte all'altra con gli occhi. Mark trattiene a stento le risate mentre Seth disegna qualcosa su di un tovagliolo di carta.
Mi alzo barcollante e mi avvicino a Tara. Faccia a faccia lei indietreggia allarmata.
«Non avresti dovuto bere così tanto! Che esempio darai a tua figlia?»
«E che cosa avrei dovuto fare eh? Portarti ancora in quei fottuti negozi e continuar a stare in casa mentre tu vai a divertirti con la tua nuova "amica"? Lasciarti spendere un patrimonio per delle stupide cose che non userai? A che gioco credi di stare giocando? Lo sanno tutti che la tua è solo una farsa! Lo sanno tutti che non sono io il padre ma tu continui a rompere le palle con questa storia! Sta finendo Tara. Il tempo è agli sgoccioli... Tic Toc, tic toc...», biascico contro il suo orecchio. Ghigno mentre lei se ne sta paralizzata e poi me ne vado dal locale.
Lascio l'auto nel parcheggio e nel buio della notte, con le mani dentro le tasche strette a pugni, il cuore che batte a mille, la vista appannata dall'alcol e il passo malfermo, inizio a camminare.

N/A:
~ Buongiorno!!! Come va? Scusate se ieri non sono riuscita ad aggiornare ma ho scritto questa parte con una certa attenzione per non sbagliare o peggio far partire lo "spoiler".
Come vedete, la vita prosegue anche a New York. Volevo rendervi partecipi anche nei preparativi per le tanto attese nozze del secolo. (Ahaha). Sto scrivendo di getto le parti di Ethan e ammetto che mi sto davvero divertendo a trasmettere il suo punto di vista. È difficile immedesimarsi a volte ma spero di riuscirci per mostrarvi il mondo attraverso i suoi occhi. A volte dietro una sbronza, si cela un motivo preciso. Le parole escono di getto ma sono sincere così come i pensieri.
~ La canzone di oggi è dei Green Day. Se volete passate a leggere il testo e vi consiglio di ascoltarla mentre leggete questo capitolo o anche alla fine. (Ho aggiunto il link sopra).
~ Anya e Lucy stanno davvero "gareggiando"? Ethan riuscirà a trattenersi per queste ultime settimane o commetterà ancora un passo falso? Riuscirà a parlare con Emma? Cosa avrà visto nei suoi flashback?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Come sempre vi ringrazio per la vostra partecipazione in chat. Senza di voi, tutto questo non potrebbe essere possibile. Vi auguro una buona giornata!!! ~
Ps: vi presento Camille (ditemi se vi piace):

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