*flashback*

"mamma, papà?
sono a casa" chiudo la porta alle mie spalle, lascio lo zaino vicino all'entrata avvicinandomi alla cucina.

"oh ehm, Mad, posso spiegarti" mio padre, davanti ai miei occhi, con una donna, che non è mia madre.
Si riveste subito e fa scendere la donna dal ripiano della cucina spingendo la camicia verso di lei, rimango pietrificata, senza aprire bocca mentre il resto del mondo sembra essere scomparso.

"mad, ti prego non dire nulla alla mamma"
mio padre si avvicina alla mia figura, io inizio ad arretrare andando a sbattere contro il muro.

"tesoro del papà, ti prego ascoltami" continua ad avvicinarsi, le sue parole rimbombano nella mia testa.

"vattene" sussurro.
"vattene ho detto, vattene lontano da me" sussurro ancora.

"no piccola mia, non capisci, io non volevo"
continua a dire mentre si piega sulle sue gambe avvicinandosi ulteriormente al mio viso.

"lo hai fatto, hai tradito tua moglie, perdendo anche tua figlia"
gli urlo in faccia.

"nono, tu non dirai niente hai capito?"
urla lui a sua volta.

"pensi davvero che non dirò niente alla mamma?"
inizio a ridere istericamente mentre alterno lo sguardo dalla donna a mio padre, ancora in ginocchio davanti a me.

"non lo farai, non potete niente senza di me"
si alza e va incontro alla donna sussurrandole qualcosa all'orecchio.

la donna mi guarda, la guardo a mia volta, con uno sguardo duro, uno sguardo pieno di rabbia, di rancore forse.

"ciao ciao, zia Elisabeth" le dico, con voce ironica.

"mi dispiace, non volevo andasse così" dice forse più a se stessa che a me, superando la porta della cucina, avviandosi all'uscita.

il rumore della porta chiusa rimbomba in tutta la casa, facendo sussultare mio padre, rimasto fermo dopo l'uscita di scena di mia zia.

è davvero mio padre l'uomo davanti a me?
quello che mi ha cresciuta, quello che mi accompagnava a scuola, quello che baciava mia madre prima di partire per lavoro, quello che si arrabbiava se non mangiavamo tutti insieme.
è davvero l'uomo per cui ho avuto sempre la mia grande stima?
o era solo l'idea che mi ero fatta di lui?

"beh, non dici niente?"
dice ridendo, mentre si avvicina al frigo estraendo una birra dal suo interno.

"non meriti nulla, nemmeno le mie offese"
dico con tono aspro, avvicinandomi al suo viso, per poi sputargli in faccia.

mi giro, con un sorriso vittorioso in faccia, e con la sola speranza di arrivare in camera mia, aspettare mia madre e raccontarle tutto.

ma quello che succede dopo, annulla ogni mia speranza.
ogni mia libertà.
ogni mio desiderio.
ogni mia spensieratezza."