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Libro 2: 28) Conclusione dolce-amara

La volete sapere una cosa? Stavo attraversando un periodo d'oro della mia vita. Mai successo prima d'ora che avessi così tanto culo in tutto ciò che facevo. Avevo una stupenda ragazza che aveva le mie stesse passioni, sebbene nell'ultimo periodo non ci siamo calcolati molto. Avevo una buona amica che passava le giornate a studiare insieme a me e che mi sosteneva durante le infinite ore di lezione, sebbene lei avrebbe dovuto migliorare la sua relazione amorosa anziché passare il tempo in biblioteca, in mia compagnia e con la testa sui libri. Mia madre non minacciava la serenità del cielo di Roma con la sua presenza e rimaneva fissa a Taranto senza farmi strane "sorprese". Voi pensate ancora che i fumi oscuri che stanno nella mia città natale siano dovuti all'Ilva? Sciocchi... Non avete mai capito la verità. Era l'aura malvagia di Belzebù che inquinava il cielo e l'aria tarantina. Scherzi a parte, l'inquinamento è una cosa seria. Quindi, se vedete per strada un dirigente dell'Ilva, prima stringeteli la mano e congratulatevi con lui per poter dare da mangiare a decine di migliaia di famiglie pugliesi e non, poi potete picchiarlo per tutto l'inquinamento atmosferico e per tutti i bambini morti di tumore.

« Mi sembra giusto... No? »

Ma, tralasciando questo fatto, torniamo alla mia vita, dato che è il fulcro centrale di questo libro.

« Non ero io il fulcro centrale del libro? »

Chiese il piccolo Wolf speranzoso.

« Tu sei un contorno umoristico/pervertito. Uno come te non potrebbe mai essere il fulcro di un libro. »

Risposi dall'alto del mio piedistallo. Cercavo di farmi importante dinanzi a qualcosa creato dal mio subconscio. Sono messo abbastanza male... Ma torniamo alla vera storia. Più precisamente al superamento dello scritto di Infermieristica I. Vi ricordate che ci doveva essere un orale dopo la prova scritta? Ebbene è stata annullata perché mancava una dei professori cardini dell'orale, quella più famosa nello "steccare" gli alunni, e c'hanno fatto passare solo con lo scritto.

« Il mio culo sta per diventare leggenda. »

Non perdo tempo a narrarvi di quanto abbiamo gioito per questo fatto o di quanto abbiano pianto i fuoricorso di sei anni dopo il superamento dell'esame e passo subito al mio ritorno a casa da vincitore. Sapete cosa vuol dire questa euforia e questa sicurezza nei propri confronti?

« Blackjack e squillo di lusso! »

Rispose il piccolo Wolf, sapendo molto bene cosa ci aspettava a casa.

« Una squillo di lusso ce l'abbiamo già, ma non sarà lei a premiarci! »

O almeno era quello che speravamo... Non perché dubitavamo della presenza di coccole nell'affetto di Andrea. Ma pregavamo che la rossa non avrebbe avuto da lavorare quella sera e speravo anche che sia Linda che Mary non ci sarebbero state a casa, così da poter fare "festa grande".

« Parli del diavolo... »

Esclamai quando tornai a casa. La prima cosa che vidi fu proprio la mia coinquilina sull'uscio della porta, pronta per uscire e, con molta probabilità, pronta ad andare a ballare.

« Mary! Come siamo eleganti oggi. »

Le dissi vedendola con quel suo completino blu e con i capelli tutti acconciati. Era davvero una bellezza per gli occhi con il ciuffo dei capelli che le copriva l'occhio sinistro e non riuscivo proprio a distogliere lo sguardo dal quel bel visino.

« Grazie mille. Vado ad una serata con Silvia, Mirtilla e Fabiola. Ti andrebbe di venire con noi? »

Mi chiese senza pensarci due volte. La tentazione era forte in quel momento. Dovevo scegliere tra una serata in discoteca con delle ragazze che avevo conosciuto solo poche settimane prima, ma incredibilmente simpatiche e molto carine, o passare la notte a fare "fuoco e fiamme" nelle lenzuola del mio letto con la mia ragazza.

« Ahahahahahah! Povera sciocca! Pensa davvero che rinunceremo al sesso per andare a fare qualcosa che non ci piace nemmeno fare, ovvero andare a ballare. »

Nonostante l'affermazione del piccolo Wolf, ci misi un po' di tempo per declinare l'offerta di Mary. Non so il perché, ma la risposta non mi è venuta automatica e veloce. Mi si era bloccata in gola e non riuscivo a sputarla fuori.

« Non oggi Mary, magari un altro giorno. Pensavo di passare una tranquilla serata con Andrea oggi. »

Alla fine la risposa sincera e giusta uscì da sola, anche se non pensavo che avrei dovuto faticare tanto per dire quelle semplici parole. Ma c'ero riuscito! Alla fine...

« Allora ci si vede in questi giorni. »

Mi rispose aprendomi la porta e salutandomi per andare a raggiungere le sue amiche. Un po' mi dispiaceva per averle detto che non sarei venuto. Ma era qualcosa che andava oltre i miei poteri da umile umano. Io sono un fidanzato serio e non riuscirei mai a pensare a nient'altro al di fuori della mia ragazza.

« Soprattutto oggi che avremmo avuto un premio molto speciale da lei! »

Dovete scusare il piccolo Wolf, purtroppo non riusciva a pensare a nient'altro ed aveva perso ogni controllo. Entrando in casa, vidi la mia bella ragazza seduta sul divano di casa, mentre si vedeva la prima puntata di Daredevil su Netflix.

« Non mi hai aspettato? »

Le domandai io sornione ed in maniera molto scherzosa.

« Veloce che è iniziato da soli cinque minuti. Vai a cambiarti e vieni sotto la coperta insieme a me. »

La rossa era avvolta da una coperta di lana marrone che le permetteva di stare al calduccio e protetta. Anche io l'avrei raggiunto presto il traguardo sotto quella coperta e, con il mio arrivo, il telefilm sarebbe passato in secondo piano.

« Vado a posare la borsa in camera ed arrivo. »

Ma, proprio mentre lanciavo la borsa a modo di palla da basket nel mio letto, vidi qualcosa di disgustoso, ma anche fantastico, nel nostro bagno: Linda intenta a vomitare ed in preda alla nausea. Non ve la prendete per quella frase, ma vi ricordo che lei era incinta, quindi i conati di vomito erano causati dal bambino. Perciò era sia una cosa disgustosa che bellissima nello stesso momento.

« Ti senti bene, futura mamma? »

Le domandai con la mia solita espressione da deficiente. Non vedevo l'ora di avere un piccolo pargolo in quella casa. Nonostante l'apparenza, adoro i bambini ed adoro giocarci ed educarli per prepararli alla vita in questo inferno chiamato mondo. E poi avrei avuto l'occasione di esser chiamato "zio Leo". Mamma mia quanto stavo godendo per quella piccola vita che stava per entrare nella nostra umile dimora.

« No. E tutto ciò durerà ancora per poco. La prossima settimana ho l'appuntamento per mettere la parola fine a tutto ciò. »

Rispose lasciando il bagno e correndo in camera sua per stendersi e per riposarsi.

« Cosa? »

In quel momento, il tempo si fermò da solo. Tutto si congelò e la mia testa incominciò ad essere troppo pesante per essere retta dal mio esile collo.

« Ha intenzione di fare ciò che penso io? »

Domandò il povero piccolo Wolf, impaurito e tremante.

« Ha intenzione di abortire? »

Mi chiesi a me stesso, confuso ed un po' deluso. Sinceramente parlando, non riuscivo ad immaginare che Linda si sarebbe comportata in quel modo. O almeno non c'avevo manco pensato. Non mi ero mai soffermato a pensare a quel tema specifico chiamato "aborto".

« Ma è la cosa giusta da fare? Cioè... So che è una ragazza single e che, con il lavoro che fa, sarebbe un errore tenere quel bambino. Ma è pur sempre una vita che spegne... Capisco se nasce con geni difettati o deformazioni o con sindromi varie, ma se il bambino nasce sano, perché arrivare all'aborto? »

Oh mio Dio... Ora mi tocca fare un mega-pensiero di ciò che penso su di questo argomento? Cavolo... Non avrei mai voluto parlare di tutto ciò, soprattutto perché la parola "zio" mi si era frantumata nelle testa come uno specchio rotto.

« Aborto: si o no? »

Un bambino sarebbe cresciuto bene senza una figura paterna e con una madre escort? Un bambino sarebbe stato felice di vivere in una casa del genere? Un bambino sarebbe stato contento di stare con una madre che non lo avrebbe voluto? Un bambino sarebbe stato bene in un orfanotrofio, sapendo che la madre l'avrebbe abbandonato? Un bambino sarebbe stato felice in una famiglia adottata? Un bambino sarebbe stato contento di avere come padri adottivi due maschi o due femmine? Un bambino meriterebbe di essere abortito prima di dargli così tante sofferenze?

« No. Per l'ultima domanda la mia risposta è sicuramente no! »

Per quali possano essere le ragioni di Linda, se il bambino non aveva problemi al livello di salute fin dal feto, non c'era nessuna ragione al mondo per farlo morire senza nemmeno avergli dato una chance di vedere come fosse la vita. Nonostante la parola orfanotrofio mi faccia accapponare la pelle, Linda avrebbe potuto dare quel piccolo in adozione. Ogni vita merita una chance, anche se non la si vuole. Non vuoi il bambino? Permetti a qualcuno che non può avere figli di prendersene cura e di amarlo al posto tuo. Lei, noi e nessuno al mondo ha il diritto di togliere la vita ad un altro essere vivente. Sembrano parole dette da vegani, ma è quello che penso per davvero.

« Cavolo che mal di testa... »

Con un dolore lancinante e con la schiena a pezzi, dopo aver subito il peso di quella notizia, mi accoccolai sotto le coperte con la mia ragazza. Per fortuna il suo calore riusciva a darmi un pizzico di forza e tutti quei pensieri volavano via al di fuori della finestra.

« Stai comodo? »

Mi domandò con un abbraccio.

« Ora si. »

E non mi sentivo solo comodo o riscaldato. Mi sentivo bene. Nonostante non se ne accorgesse, Andrea mi ha sempre aiutato in tutte le cose che facevo e mi ha sempre dato supporto anche se nell'ultimo periodo siamo stati un po' impegnati. La cosa importante era, però, il stare insieme. Sempre e comunque. Io davo forza a lei e lei la dava a me. Non è la cosa più importante per una coppia? Avevo una ragazza buona, gentile, ingenua, nerd e simpatica. Potevo chiedere di più? Non credo proprio. Mi sentivo quasi come quando JD si rimette con Elliot nella terza stagione. Soddisfatto, rilassato e vittorioso contro il mondo ed il karma. Tutto mi stava andando per il meglio e non avrei potuto chiedere di più dalla mia vita. Nulla poteva andarmi storto in quel momento.

« Credo che sarebbe meglio se ci lasciassimo. »

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