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Libro 1: 24) Gioco bollente

«Sicuro di volerlo fare?», chiese Andrea imbarazzata e con il volto paonazzo.

«Solo se sei pronta tu. Sennò possiamo rimandare a quando sarai più... A tuo agio con questo.»

Anche io ero un po' rosso e mi fumavano le orecchie per la vergogna.

«E se poi tua madre ci sente?», domandò preoccupata, controllando dal buco della serratura il corridoio. Tutto taceva e Satana dormiva. Erano le due di notte passate, dopotutto...

«Faremo poco rumore. Se vuoi possiamo farlo quando ritorna a Taranto.»

Satana sarebbe tornata a casa da mio padre dopo il test di Scienze infermieristiche, quindi tra due giorni. Ma non avevo la minima voglia di aspettare tanto. Era da una vita che aspettavo e quella era la sera giusta.

«No, sono pronta... Mettilo!»

Con estrema calma e con la tensione a mille... Infilai il disco di Catherine nell'Xbox 360 di Andrea. Era un platform abbastanza "spinto" per i gusti della giovane dai capelli tinti ed era sempre stata restia a giocarci da sola. Io volevo giocare a quel capolavoro da quasi due anni, ma ci furono due fattori che mi impedirono l'inizio del gameplay: la censura e Satana. Dovete sapere che questo gioco ha rischiato di non arrivare nel nostro Paese dato che istigava pensieri peccaminosi o faceva vedere scene di ragazze in intimo... Fossero almeno nude. Basta vedere un programma qualsiasi della Mediaset per vedere un paio di tette. Di certo non mi sarei comprato un gioco da sessanta euro per qualche immagine provocante. Poi ricordiamo che il 90% delle funzioni di internet è associata al sesso. Quindi sarebbe stata una vera e propria barzelletta la censura di questo gioco. Inoltre c'era il fattore Satana. Vi è mai capitato, quando vedete un film o giocate a giochi come "God of War", che vostra madre entri in camera nell'unica scena di sesso o di spogliarello di tutto il film-gioco? A me succedeva di continuo con Ranma o con School Rumble... Mia madre entrava sempre durante le scene più piccanti e mi guardava perplessa pensando a che razza di maniaco sarei diventato nel vedere quella "roba". Diciamo che un po' maniaco lo sono... Ma non possiamo mica dare la colpa a tutto quello che trasmettono in TV!

«Ricordati che tutto quello che succede nel videogiochi o nei film è pura finzione...», dissi deridendo Andrea perché lei prendeva sul serio molti dei film che vedeva. Mi aveva anche confessato che, per un certo periodo, aveva creduto nell'esistenza di una donna archeologa che andava in giro per il mondo a scovare manufatti e che rinchiudeva nel frigo il proprio maggiordomo... Ovviamente Tomb Raider ha avuto un forte impatto sulla vita di tutte le giovani videogiocatrici, ma non avrei mai pensato fino a certi livelli.

«Spiritoso... Dai che sta iniziando.»

Qualche volta, quando giocavamo a qualche picchiaduro o puzzle-game, ci piaceva scommettere su chi vinceva. Di solito il premio consisteva in barrette di Kinder Delice o Kinder Pinguì, a seconda della voglia del momento. Dato che fino all'altro giorno io non avevo mai vinto, Andrea aveva sempre ottenuto questi premi ambiti. Ma, con la mia ultima vittoria, acquistai molta fiducia e sentii che avevo una chance di vincere anche io! Soprattutto in un gioco in cui entrambi partivamo da zero.

«Inizi tu?», chiesi alla finta rossa porgendole il controller della console. Quasi come se volessi darle un vantaggio, dato che non era più la regina incontrastata del mondo videoludico.

«Non credere che basti una singola vittoria per renderti un pro gamer... Mio caro Brian D.»

Chi non vede "Video Game High School" non potrà capire la battuta di Andrea, purtroppo. Per coloro che l'hanno visto, possono capire quanto lei era ancora con il dente avvelenato. I primi cinque livelli passarono veloci. Nessuno dei due morì nemmeno una volta e la storia stava diventando sempre più macabra e misteriosa. Forse macabra era esagerato come termine... Ma, dopotutto, quel gioco veniva classificato anche classificato come "horror". Tutto cambiò al sesto livello, quando Andrea morì per la prima volta in tutto il gioco. Il protagonista cadde rovinosamente dalla torre e tutto finì con un "Game Over" che sbiancò il suo volto. Già era molto pallida di suo, ora sembrava quasi un fantasma.

«Buon Natale a me!», esclamai divertito mentre sul suo viso nasceva un sorriso isterico per la morte del personaggio. Se avessi finito quel livello senza neanche una morte, avrei vinto un'altra volta contro la mia bella coinquilina.

«Già pregusto quel Kinder Delice che mi offrirai...»

O, per meglio dire, che io andrò a comprare al supermercato con i suoi soldi, dato che lei non usciva di casa dal paleolitico.

«Tocca... A... Te...», disse balbettando e tremando per il timore di perdere. Non era proprio abituata a essere sconfitta. Mi faceva quasi pena e mi faceva venire voglia di farla vincere apposta. Quasi, però... Avevo scordato come fosse il sapore della vittoria, date le numerose sconfitte, e la partita di Tekken aveva fatto riaffiorare in me il desiderio di distruggere il mio avversario e di deriderlo a vita. Beh... io, mio fratello e mio cugino ci comportavamo sempre così con la PS2.

«Grazie.»

Presi il controller e cominciai il livello con sicurezza e fermezza, ignorando l'aria negativa di Andrea alle mie spalle. Pregava in tutti i modi che io perdessi, così da ottenere almeno un pareggio, ma ero troppo concentrato per captare la sua negatività. Quel Kinder Delice era troppo importante per me.

«Mi ignori?», chiese seccata quando notò la mia concentrazione sul gioco.

«Ovvio... Non penserai che possa farmi sfuggire un'occasione così ghiotta. Ho troppa fame di vittoria per farti vincere.»

Non l'avessi mai detto... Da quel momento in poi Andrea cambiò strategia. Passando dalla sfiga mentale e l'aura negativa, allo stile da... Gatto...

«Ma che stai facendo?», domandai non levando gli occhi dallo schermo, mentre sentivo la rossa farmi grattini sulla schiena. Quasi come se fosse un micio in cerca di attenzione che fa le fusa.

«Niente... Continua a giocare...», bisbigliò nel mio orecchio, quasi soffiandoci dentro e ridendo a quel gesto. Cercava di provocarmi e di distrarmi nel peggior modo possibile per un maschio. Devo dire che stavo vacillando... Soprattutto quando si era "posata" con le braccia e il seno sulla mia testa. Il suo grande, morbido e confortev... No! Concentrazione, cazzo! Un paio di tette non potrà levarmi la mia meritata vittoria!

«Arrenditi e afferrale!», urlò il piccolo Wolf. Si era svegliato nel momento e nel posto sbagliato. Ma non dovevo demordere... O mordere i suoi... Cavolo no, dannato cervello! Comincia a pensare al gioco e non al calore che... Sei di coccio, allora, concentrati!

«Non saranno trucchi come questi a farmi ceder...»

Non riuscii a terminare la frase che un paio di mutande femminili volarono dalle mie spalle per atterrare sul controller. Quella, signori e signore, fu la mossa del del ko. Quella pazza della mia coinquilina si era levata la biancheria, rimettendosi il pigiama dopo nemmeno due secondi dalla sua mossa finale, solo per farmi perdere. E, cosa ancora più grave, erano ancora calde. Ciò fu troppo per il mio piccolo cervello... Che si spense e fece morire il mio personaggio a pochi metri dalla vittoria.

«Pare che sia un pareggio... Che dici di cambiare gioco?», esclamò Andrea mentre io andavo a fuoco per il suo folle gesto. Chiamate i pompieri, per favore... 

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