Libro 1: 19) Inaspettata sorpresa
«La violenza sulle donne è di gran lunga la più vergognosa forma di violenza. Un uomo che colpisce una donna è un chiaro esempio di un essere codardo, un malato di mente che non merita di essere chiamato "uomo".», disse offesa Andrea. Ora vi spiego cos'è successo. Non tutti i piani vanno bene. Proprio per questo qualche bestemmia, di tanto in tanto, la tiro fuori anche io. Questa volta il fato volle che Andrea, data la sua estrema bravura in materia videoludica, finisse la sua raid con una quindicina di minuti d'anticipo. E, per la prima volta dopo ore e ore di gioco, aveva fame. Sappiamo che, se fosse andata in cucina e avesse aperto il frigo, la sorpresa della torta sarebbe stata rovinata. Quindi io ho iniziato a prenderla in giro su quanto fosse scarsa a Tekken. Lei, orgogliosa, non ha retto al confronto è mi ha spaccato il culo per cinque round di fila. Il primo che dice che sono nabbo prende mazzate. Ma, all'ultimo round, sono riuscito a batterla per la prima volta dopo mesi di tentativi. Ecco spiegato il motivo del perché stava facendo la moralista sul picchiare le donne...
«Suppongo che dobbiamo parlare di come saper "perdere bene" una partita... Vero?», ironizzai vedendola per la prima volta sconfitta. Lei stava usando Nina e io Paul e, proprio quando avevamo entrambi a poca vita, io sganciai il pugno formidabile di Paul, sconfiggendola. Non ci volle molto a capire che non sapeva perdere e che, da lì a poco, avrebbe staccato la console dalla spina e l'avrebbe usata per distruggermi il cranio. Per evitare ciò, bisognava distrarla con il suo compleanno. Mancava un minuto esatto e quello era il momento giusto per farle la sorpresa.
«Vieni con me e mettiti questa.», le diedi una benda per coprirsi gli occhi. Lei mi guardò perplessa.
«Da quando ti piacciono certe cose?», disse con una punta di malizia, immaginando che volessi approfittare della sua ingenuità per fare qualcosa di estremo con lei. Sempre a pensare male, voi donne. Non che mi sarebbe dispiaciuto fare "qualcosa" con Andrea. Ma, con l'uscita di "Cinquanta sfumature di grigio", tendo a evitare pensieri sulla psicologia malata che insegna quel libro-film come bende, candele, fruste o roba appuntita. Il sadomaso non fa per me.
«Non pensare a cavolate e seguimi.»
Dopo averle bendato gli occhi, siamo arrivati pian piano fino in cucina.
«Comunque non ti vantare troppo per quel che è successo. Il controller che tengo è usurato per tutte le volte che l'ho usato.», tentò invano di cercare una scusa, ma nulla poteva togliere il fatto che avevo vinto.
«Sicura che non hai giocato male?»
Mi arrivò una gomitata sulla bocca dello stomaco senza alcun preavviso. Non me l'ero meritata quella violenza incredibile, soprattutto dopo che avevo preparato una così bella sorpresa.
«Non... Sai... Perdere...», bisbigliai senza fiato per il colpo. Era precisa e potente come una tartaruga ninja. In più era un po' stizzita. Consiglio per i posteri: se sconfiggete una gamer a un videogioco che loro amano, assicuratevi che non abbia a portata di mano una spada o un'ascia. Non si sa mai...
«Ora aspetta un attimo.»
La tavola era già apparecchiata, la torta l'avevo appena fatta uscire dal frigo e le candeline erano accese. Nulla poteva rovinare quel momento. Devo dire che ero molto più preso per tutta la preparazione che per il compleanno in sé per sé. È stato divertente cucinare ed è stato difficile, ma soddisfacente, preparare tutto. Ciò non vuole dire che in futuro ci avrei messo lo stesso impegno. È solo per dimostrare che, quando mi impegno, anche io so ottenere dei buoni risultati. E quella torta doveva essere il dio dei buoni risultati.
«Sorpresa!»
Spensi la luce e tolsi la benda ad Andrea che rimase a bocca aperta nel vedere quella torta così "particolare". Dal suo corpo notai un misto di emozioni. La bocca sorrideva, le mani tremavano, gli occhi erano lucidi e saltellava sul posto come una bambina di otto anni. Eh, una volta tanto ero riuscito ad avere l'effetto sognato.
«Che te ne pare?», chiesi con le braccia incrociate, pronto per essere adulato e venerato per quella mia opera. Ma Andrea non rispose. Rimase fissa a guardare quella torta con gli occhi che le brillavano.
«Non dire che non te l'aspettavi. Oggi è il tuo compleanno.»
Ma, da quanto vedevo, non se l'aspettava per davvero. Non volevo pensare che non avesse mai festeggiato un compleanno, non esistono genitori così cattivi o così poco attenti a queste ricorrenze. Ma, dopo qualche minuto, mi ricordai qualcosa che mi disse un paio di settimane prima.
«I miei genitori sono testimoni di Geova.», mi confessò.
«Quindi lo sei anche tu?», chiesi curioso.
«No... Non credo ancora in nessuno.»
Cavolo... I genitori non gli avevano mai organizzato un compleanno non perché erano cattivi, ma perché nella loro religione non c'è l'usanza di fare gli auguri o regali a Natale o ai compleanni. Quindi lei per davvero non aveva mai festeggiato nulla in vita sua. In quel momento c'erano solo due cose da fare. O chiedere scusa non pensando che una cosa del genere potesse farle ricordare la sua infanzia, oppure...
«Tanti auguri Andrea!.», esclamai con sincerità e con gioia, guardando la luce emanata dalle candeline con tranquillità e con serenità. Ma c'era un qualcosa che non avevo calcolato. Qualcosa che credo che in molti di voi speravano fin dal mio incontro con Andrea, ma che io ero troppo stupido per poterlo pensare. Credo che l'abbiate già capito. Andrea si girò verso di me e mi baciò... Ci siete cascati? Non sono così scemo da mettere un po' di fan service in un libro. Questo non è mica Twilight! Non succedono sempre queste cose. E di sicuro non è successo. La cosa che non calcolai fu un'altra... Non il bacio, ma il campanello di casa. Niente amore, ma un intruso nel mio piccolo angolo di paradiso. Stizzito per aver rovinato quel momento così piacevole, andai ad aprire un po' incavolato per l'interruzione della sorpresa, lasciando Andrea da sola a spegnere le candeline. Quando aprii la porta, capii che la pacchia era finita e che il mio peggior incubo stava per entrare in casa mia.
«Mamma?»
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