Capitolo 2❤️
Lavoro in questo Pub da quando ho diciassette anni, circa due o tre giorni a settimana, il sabato sono alla cassa, mentre le altre volte in sala, ho sempre cercato oltre lo studio di mantenere una mia indipendenza. Lo staff in realtà posso dire che è il mio gruppo, quelli con cui esco, sono un paio di anni ormai che siamo sempre gli stessi e sempre più uniti, anche se ovviamente mentre lavoriamo ce ne diciamo di tutti i colori, ma fuori da quella porta tutto torna come prima. Qualche mese prima che partissi sono arrivate persone nuove, ci siamo ingranditi e il personale è aumentato. Non mi ha lasciato del tutto indifferente un arrivo in particolare, ma man mano vi racconto ogni cosa.
Siamo arrivati fuori il locale e mi sembra tutto così strano, mi ero quasi abituata a vedere facce nuove e posti di cui nemmeno sapevo l'esistenza, mentre qui è tutto così familiare.
Scesi dalla macchina, andiamo verso il locale, vedo un sacco di gente già da fuori, con lo sguardo cerco visi familiari, e anche se da lontano riesco a trovarli. Aperta la porta vedo alcuni sguardi posarsi su di noi, subito Sofia viene a salutarmi, lei lavora qui da prima di me, ed è lei che mi insegnò tutto, ci siamo sentite molto spesso ma vederla ha decisamente un altro effetto.
"Con tutto questo casino mi ero dimenticata che arrivavi amica, sei bellissima e anche super abbronzata" Mi dice sorridendo.
"Amica sei dimagrita un sacco, da qui si vede di più che da uno schermo, stai benissimo!" Le dico.
"Vieni qui e saluti solo la tua amichetta?" Dice Carlo allargando le braccia, in cui mi fiondo.
"Come potrei non salutarti!" Dico sorridendo.
"Anche io ne voglio uno." Dice Dario.
"Quanto mi sono mancati i tuoi capelli." Dico facendo ridere tutti e abbracciandolo, anche se mi sono beccata già uno "stronza" dopo nemmeno due minuti. Ah se non si era capito, non ne ha di capelli Dario!
Mi guardo intorno dopo che i ragazzi mi indicarono il tavolo in cui dovevo accomodarmi, ma poi ho sentito due braccia stringermi da dietro e un respiro sul collo che conosco bene.
"Finalmente" mi sussurra Davide all'orecchio.
Mi giro e mi nascondo tra le sue grandi braccia, il suo profumo l'ho immaginato spesso, in quelle giornate un po' cupe in cui la nostalgia si rende sovrana, ma qui stretta a lui non ha prezzo nulla. Si, lui è Davide, quel arrivo che un po' mi ha stravolta, abbiamo stretto amicizia sin da subito, anche se in realtà già ci conoscevamo, o almeno io l'ho sempre notato, ma ne suoi occhi ho sempre visto qualcosa in più, abbiamo sempre avuto un rapporto stretto di amicizia, ma nulla di più, nonostante sia qui tra le sue braccia e non le lascerei.
Alzo lo sguardo e sorrido.
"Ciao" sussurro con un sorriso.
"Ciao anche a te" mi dice ridendo.
Lo guardo e vorrei dirgli e chiedergli tante cose, ma in realtà preferisco godermi questo silenzio.
"Vado a sedermi ci vediamo dopo" gli dico allontanandomi, lui mi sorride. Davide ha i capelli e gli occhi castano scuro, è più alto di me e ha un sorriso bellissimo!
Se dovessi spiegare come mi sento, forse non troverei le parole. Quando sono partita le cose qui erano leggermente diverse, Davide al suo arrivo era fidanzato da quasi due anni, abbiamo stretto subito amicizia, forse da parte mia c'è sempre stato un interesse maggiore, poco prima che io partissi, lui e la sua ragazza si sono lasciati, non ne conosco bene i motivi, perché in quel periodo ero super incasinata, però ci siamo avvicinati molto, e ci siamo sentiti ogni giorno quando ero in Spagna.
"Hai visto? È andato tutto bene, ti sei fatta solo mille problemi inutili come sempre!" Mi rimprovera Ale.
"Ma lo sai come sono fatta, e poi non è facile gestire le cose così lontana, da tutto e tutti."
"Ragazzi siete pronti?" Ci chiede Carlo interrompendo il discorso.
"Certo caro, siamo venuti con le idee chiare" gli rispondo.
Dopo aver ordinato, mi fanno mille domande, come se non gli avessi raccontato tutto per ogni secondo della mia giornata. Gli ho fatto vedere alcune foto, persone che ho conosciuto, i posti in cui sono stata. Mentre continuavamo a chiacchierare abbiamo iniziato anche a cenare, ho incrociato spesso lo sguardo di Davide, ci siamo scambiati anche qualche sorriso.
"Smettila." Mi dice Stefano.
"Di fare cosa?" Dico sorpresa.
"Te lo stai mangiando con gli occhi." Mi risponde ridendo.
"Ma va, stupido!" Dico ridendo anche io.
Mi hanno raccontato anche loro come hanno passato questi due mesi, sia Stefano che Ale sono più grandi di me ed entrambi a settembre si laureano, e hanno iniziato ad organizzare tutto.
È un po' strano essere qui, chiacchierare con loro, mangiare un panino che ha il sapore di casa, vedere volti conosciuti e potermi sentire libera di essere me stessa, non che lì non lo fossi ma si sà lontano da casa non lo sei mai a pieno, almeno all'inizio.
Usciamo a prendere un po' d'aria e ci sediamo sulle sedie fuori il locale, sono le undici e ci sono ancora alcuni tavoli, abbiamo pensato di aspettare i ragazzi per andarci a prendere qualcosa tutti insieme.
Mentre Ste ed Ale continuano a chiacchierare, decido di andare a salutare i proprietari in cucina, li avevo già intravisti, ma nel casino non mi andava di disturbare. Resto qualche minuto con loro in cucina a chiacchierare, ma poi ritorno al tavolo, anche se loro sono ancora fuori.
"Signorina le posso portare qualcosa?" Dice Davide avvicinandosi.
"No la ringrazio" sorrido
"Con questa abbronzatura volevi farmi sfigurare eh? Stai benissimo." Dice facendomi arrossire, odio arrossire!
"Non vorrei mai" rispondo con tono scherzoso.
"Domani mattina andiamo a fare colazione insieme" mi dice più come affermazione che come domanda.
"Certo" rispondo sorridendo.
"Abbiamo anche noi una notizia per te" dice Ale, senza accorgersi che stavamo parlando.
"Davvero?" Chiedo un po' sorpresa.
"Mentre tu non c'eri qui ovviamente le cose andavano avanti, e siccome già siamo verso fine luglio, abbiamo prenotato le vacanze" mi risponde Ste.
"E perché non mi avete detto niente?"
"Perché era una sorpresa sciocca!" Mi risponde lei.
"Il locale chiude due settime a fine agosto, inizio settembre, quindi siccome abbiamo trovato un'offerta, abbiamo prenotato due bungalow in un villaggio a Malta" mi dice Ste soddisfatto.
"Mi prendi in giro?" dico sempre più sorpresa.
"Assolutamente no" dice Ale.
"Ma per i soldi e tutto? Perché non mi avete avvisato? Avete anticipato voi?"
"Già hai fatto tremila domande! È un nostro regalo, tu ce ne hai sempre fatti tanti, e questo volevamo fartelo noi!"
Li abbraccio forte senza dire nulla, non me lo aspettavo davvero.
"Siete stupendi!" Dico tenendoli stretti a me.
"Comunque siccome me lo stai per chiedere, ci siamo noi, Sofia con il fidanzato, Dario, Carlo e Davide."
"Perfetto!"
Ero sorpresa dal fatto che erano riusciti a mantenere il segreto, di solito falliscono sempre.
Li guardo con un sorriso a tremila denti, perché capisco per loro quanto sia stato impegnativo poter organizzare tutto e potermi fare un regalo del genere. È vero che io a loro ne faccio di continuo, ma io sono anni che oltre a studiare lavoro, e riesco a gestirmi bene. Mentre loro nonostante lavorino, non è una cosa fissa, fanno doposcuola e altri lavoretti, e quindi apprezzo il regalo diecimila volte di più!
Essere qui, sentirli parlare, guardarmi intorno, tutte queste persone, le luci, le strade familiari, mi era mancato moltissimo.
Mi è venuta in mente una sera di qualche settimana fa, non mancava molto al mio ritorno, quella mattina mi ero svegliata nervosa, e quando la giornata inizia storta, solitamente non può che finire allo stesso modo, la sera avevo deciso di restare in stanza, ero sola in casa, mi sono messa sul terrazzo a guardare le stelle, sembravano le stesse che vedevo da casa mia, ma non ero lì, avevo tanta voglia di prendere un aereo e tornare, ma poi ho deciso di fare come sempre, ho chiuso gli occhi, fatto un bel respiro e quando li ho riaperti le stelle mi sembravano splendere di una luce diversa, mi mancava casa, ma in quel momento mi sembrava di essere sul mio balcone con mio padre a ridere di sciocchezze, mi è comparso un sorriso sul viso, la lontananza mi ha fatto capire tante cose, ho dato importanza a particolari che prima ignoravo.
"Mettiamoci fuori così finiscono di sistemare" mi dice Ale.
Persa nei miei pensieri sobbalzo, le sorrido ed esco con loro dal locale, nonostante siano stati tre mesi entusiasmanti, sono felice di essere qui, li guardo mentre parlano e sorrido come una bimba.
Li ascolto mentre mi ripetono cose che mi hanno già raccontato mentre ero in Spagna, ma questa volta con più enfasi e dettagli, mi raccontano che stanno organizzando la pizza con la danza e che mi hanno aspettato per farla, mi dicono tremila cose al secondo e ogni tanto mi perdo. Quando sono partita ero molto più fragile, penso che questa esperienza mi abbia aiutato a capire alcuni miei limiti ed alcune mie difficoltà, mi ha aiutato ad affrontare alcune situazioni che avevo lasciato in sospeso con me stessa, che pensavo di aver superato ma che non era così.
"Cosa ti fa pensare così tanto?" Mi dice Stefano capendo che mi ero distratta.
"Mi ha aiutato tanto allontanarmi un po', non è stato per nulla facile, a tratti orrendo ed a tratti stupendo, alti e bassi estenuanti, ma mi ha fatto andare a fondo su questioni che pensavo risolte, su cose che in realtà non mi facevano stare bene, mi ha fatto capire quanta importanza dovessi dare ad ogni piccolezza e quanta poca dovessi darne ad altre. All'inizio quando sei sola e solo tu conosci te stessa ti ritrovi ad ascoltarti, a scavare dentro, a guardarti allo specchio con uno sguardo diverso, a mettere in dubbio ogni cosa, a pesare ogni sorriso e a dar sfogo a quelle lacrime represse. "
Mi accorgo solo quando finisco di parlare, con una lacrima che scorre sul mio viso, che ci hanno raggiunto anche gli altri, non so cosa hanno sentito, ma infondo non mi interessa, avevo solo bisogno di dirlo ad alta voce.
" Sei sempre la più dolce " mi risponde Ale facendomi la vocina da bimba ed abbracciandomi.
Gli altri si scambiano solo un sorriso tra loro.
"Allora vi fate offrire o no qualcosa?" Dico smorzando la tensione.
"Non aspettavamo altro" mi risponde Dario.
Mi alzo e Davide mi lascia un leggero bacio sulla fronte, stringendomi le spalle con il suo braccio. Evito di alzare lo sguardo verso di lui, ma avvolgo la sua vita con le mie braccia.
Questa complicità che abbiamo sempre avuto è sempre stata un po' enigmatica, prima che partissi quando lui era ancora fidanzato, ci divertivamo tanto a stuzzicarci, ma passavamo anche tanti momenti a parlare, a raccontarci, magari facendo le ore piccole senza nemmeno accorgercene. Poi il periodo in cui mi stavo preparando per partire ero un po' in crisi, ci tenevo tanto a lui, e ovviamente il fatto che lui fosse fidanzato non mi lasciava indifferente, per un periodo mi sono allontanata un po', ma lui non si è mai realmente allontanato, finché una sera si è presentato sotto casa mia, abbiamo parlato tanto, gli ho detto le mie paure, le mie sensazioni, le mie perplessità, la mia voglia di abbracciarlo e che la cosa mi metteva in difficoltà. Lui mi ha detto che aveva bisogno di me, che gli mancavo, che non smetteva mai di pensarmi. Ci siamo tenuti stretti tra le braccia per tanto tempo, ci siamo sfiorati in un silenzio assordante. Dopo qualche sera sono venuta a sapere che si era lasciato, io la settimana dopo dovevo partire, non volevo legarmi a lui per poi allontanarmi, ma allo stesso tempo non volevo rinunciare a lui, ne avevo bisogno. La sera prima che io partissi dopo essere stata con tutti, mi ha accompagnato a casa, siamo stati in macchina abbracciati a chiacchierare, non nascondo di aver versato qualche lacrima tra le sue braccia, ma ci siamo promessi che ci saremmo stati l'uno per l'altra, e non è passato giorno in cui io non abbia desiderato di restare tra le sue braccia, anche dopo una litigata o dopo dei fastidiosi silenzi, di essere qui ora, stretta a lui.
Ciaoooo a tuttii! Questo capito è abbastanza lungo, spero vi sia piaciuto, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Cercherò di aggiornare ogni giorno e di essere costante, ringrazio tutti coloro che si stanno interessando alla mia storia, davvero. ❤️
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