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ONESHOT 66.

"Se tu vivessi fino a cent'anni, vorrei vivere fino a cento meno uno così non dovrei mai vivere senza di te."
-A. A. Milne

Parte 2

Il palazzo era davvero bellissimo, ma lo era ancora di più durante la notte, illuminato in quel modo e adornato per l'occasione. Pareva che i reali prendessero davvero seriamente la gara di Monaco, tanto da trasformare completamente l'intera dimora per l'occasione. I lampioni erano tanti e sparsi nell'erba verde, ma anche dai rami delle piante scendevano delle bellissime luci che ricordavano delle piccole lucciole.

Il posto era già colmo di gente, sia all'interno che all'esterno del palazzo. La musica risuonava elegante nell'aria, in ogni angolo erano stati banditi dei banchetti, e le persone passavano il loro tempo chi a mangiare chi a chiacchierare. Era una bella festa ed era per tutti un onore essere invitati là. Il re selezionava solo le persone più meritevoli e, ogni anno, ognuno sperava di riuscire ad avere quell'invito tanto raro quanto prestigioso.

Dall'altro canto, Marie era riuscita a essere invitata senza nemmeno sforzarsi. Sì che sarebbe stata comunque presente grazie a Charles che era un ospite d'onore, ma dopo che il principe aveva messo gli occhi su di lei, sarebbe stata invitata a prescindere. Mason non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire, non faceva altro che pensare a lei da quando l'aveva vista al GP, e continuava a guardarsi intorno anche alla festa, in attesa del suo arrivo.

Il principe chiacchierava gentilmente con i presenti, scambiando nozioni di calcio e sport in generale. Solitamente trovava estremamente interessante sentire le opinioni altrui, ma quel giorno non riusciva a restare concentrato a lungo. Ripercorreva ogni secondo della breve conversazione che aveva avuto con quella donna con gli occhi azzurri più belli che avesse mai visto, e sperava di poterla conoscere meglio quella sera.

Maria, invece, continuava a spostarsi un ciuffo di capelli in modo nervoso, non sapendo come comportarsi. Le sembrava sempre più assurdo che il principe le avesse parlato, le avesse chiesto se sarebbe stata presente, che l'avesse notata... man mano che lei e Charles muovevano un passo verso il palazzo, la sua ansia aumentava a dismisura.

"Sto bene? Non pensi che abbia sbagliato vestito? Magari sono troppo elegante? O forse troppo informale?" il pilota rise teneramente dei dubbi che aveva l'amica, cosa che le fece alzare gli occhi al cielo "Perché ridi? Cosa ho detto di male?"

Lui le strinse la mano, mentre salivano gli scalini del palazzo, e scosse la testa come a voler allontanare le sue paure e farla tranquillizzare. "Non sto ridendo di te, solo mi fa sorridere la situazione. Mi piace vederti così presa da qualcuno, è da troppo tempo che non succede." ed era vero, Marie ne era consapevole, ma sentirlo dire in modo così diretto la fece arrossire. Non voleva ammettere a se stessa che era davvero molto agitata alla sola idea di rivedere il principe.

Cosa gli avrebbe detto una volta rivisti? Avrebbe dovuto chiamarlo per nome come le aveva detto lui? E se non si fosse nemmeno ricordato di lei? Quella ipotesi le fece stringere il cuore e la fece vergognare leggermente... non immaginava cosa volesse dire ciò, sarebbe stato come ammettere che aveva tratto strane conclusioni e che si era fatta i peggior film mentali. Ma non poteva essere così, aveva sentito una scossa strana accanto a Mason, ed era certa che l'avesse sentita anche lui.

Appena misero piede nell'ultimo scalino, davanti a loro si estese l'enorme giardino. Maria sorrise vedendo le decorazioni fatte con le calle e si chiese come fosse possibile che fosse tutto adornato con il suo fiore preferito. Il destino stava proprio giocando con lei.

Immediatamente, come richiamato dalla sua presenza, Mason si voltò. Fu questione di qualche secondo prima che i suoi occhi si posarono su Maria. Strabuzzò lo sguardo e faticò a deglutire mentre la guardava. Indossava un elegante e lungo abito azzurro con dei brillanti attaccanti su tutto il corpetto, e fasciava in maniera perfetta il suo corpo. Il viso non era tanto truccato, giusto il tanto per mettere ancora più in risalto quegli occhi che il principe non riusciva a togliersi dalla mente, mentre i capelli era leggermente ondulati e le arrivavano più su delle spalle. Era davvero bellissima e Mason si perse a pensare che non aveva mai visto una donna che sembrasse più principessa di lei, nemmeno chi aveva quell'appellativo come titolo nobiliare. Assolutamente, lei era di un altro pianeta.

Il principe avvertì subito suo padre dell'arrivo di Charles, in modo tale che si muovessero verso di loro. Il suo unico interesse era tornare davanti a lei e riavere la sua attenzione. Il re annuì e all'istante si spostarono verso i nuovi arrivati. Proprio come durante quella la mattina, il re salutò entrambi e poi prese Charles da una parte, dicendogli che non vedeva l'ora di presentargli ogni persona presente alla festa. Il pilota sorrise verso la sua migliore amica, come per scusarsi di doverla lasciare sola, anche se un po' era felice che avesse un momento de sola con il principe, poi si allontanò.

Maria sentiva il cuore batterle forte nel petto, ma non poteva sapere che anche quello del principe davanti a lei non accennava a calmarsi. Erano entrambi tanto agitati di essere l'uno davanti all'altra. Entrambi avevano paura. Paura di sbagliare. Paura di tante cose. Nonostante la vita diversa che conducevano, in quel momento erano solo due semplici ragazzi che provavano delle forte emozioni.

"Sono felice che tu sia qua." il primo a parlare fu Mason, poi le prese la mano e le baciò dolcemente il dorso facendo un inchino.

"Grazie, princi- Mason." si corresse subito quando vide l'occhiata di disaccordo che le lanciò lui. E si accorse che quelli erano solo dettagli che la portavano a pensare che non poteva essersi immaginata tutto... il principe davvero le stava riservando delle attenzioni speciali.

"Posso chiederti se mi concedi un ballo? Ho aspettato tutta la giornata che arrivasse questo momento, e ora sei qua." la voce quasi gli tremava per l'ansia che lei rifiutasse, ma Marie annuì all'istante, porgendogli la mano. Nonostante avesse maledettamente paura, decise di affidarsi a lui, che la traportò in una parte riservata del giardino, sotto delle luci bellissime.

Lei sorrise per quello spettacolo e, appena Mason posò le mani sui suoi fianchi attirandola a sé per ballare, quasi il cuore le uscì dal petto. Non riusciva davvero a credere una cosa del genere. Non riusciva a credere che un ragazzo le facesse provare tutte quelle emozioni. Si sentiva come su una nuvola. La sua pelle scossa dai brividi la fece sentire ancora più strana.

"Sei molto bella, se posso permettermi. Fai vergognare ogni reale presente a questa festa." Mason le sussurrò quelle parole all'orecchio e lei alzò immediatamente lo sguardo per vedere se fosse serio o meno. I loro nasi, a quella distanza, quasi si toccavano, e poteva sentire il suo respiro sul viso. Quella vicinanza le fece persino scordare il perché avesse alzato il capo per guardarlo, riusciva solo a pensare a quanto fosse bello e a quanto sembrasse anche un bravo ragazzo. La sua dolcezza la disarmava.

"Grazie, Mason..." era di poche parole, ma non perché non le faceva piacere parlare con lui, solo perché non sapeva quali argomenti si potessero affrontare o meno con un principe. Per fortuna, lui capì immediatamente le sue paure e iniziò una conversazione dal nulla.

Continuarono a ballare per diverso tempo, chiacchierando di svariate cose senza rendersi conto. Mangiarono qualcosa. Caminarono per il castello. Parlando della cosa più sciocca per poi finire alla cosa più seria, ed era tutto super naturale. Non c'era imbarazzo e non c'erano silenzi, era tutto perfetto.

Presto svanì anche la paura di dire qualcosa di sbagliato e fu come se si conoscessero de sempre. Erano entrati in sintonia come non mai.

La serata passò veloce, quasi in un battito di ciglia. Non si resero nemmeno conto della gente che piano piano andava via. Avevano lo sguardo concentrato l'uno sull'altra. Mason aveva anche azzardato a lasciarle una carezza sul volto quando avevano parlato di un argomento che aveva fatto incupire Marie, ed entrambi si sentivano al settimo cielo per quel contatto. Era magico. Tanto magico.

"Questa serata è stata la più bella a cui sia mai stato." ed era sincero, nonostante partecipasse a tantissime feste, in qualità di principe, fin da bambino, non era mai stato bene come quella sera. Assolutamente. La compagnia di quella fanciulla l'aveva fatto sentire bene come non mai, lo faceva sentire carico di energia e non riusciva a smettere di sorridere.

"Sono stata molto bene anche io..." Non avrebbe voluto pronunciare un saluto, ma da lì a breve avrebbe dovuto. Il re stava finendo di salutare gli ultimi ospiti, e aveva lasciato libero Charles di andare a recuperare la sua migliore amica. "ora devo andare." Maria si alzò dalla panca bianca sull'erba, sistemandosi il vestito con le mani, e fissò il principe in attesa di una risposta. Non sapeva nemmeno lei cosa avrebbe voluto sentirsi dire, ma sapeva che avrebbe voluto che quello fosse un 'arrivederci' e non un 'addio'.

"Ci rivedremo, vero?" Mason non aveva mai fatto una domanda così ricca di speranza a nessuno prima di allora. "Sarei capace di venire in capo al mondo per rivederti, se non hai la possibilità di stare qua."

"Devo tornare a Londra... ho un lavoro." Mason aveva scoperto che la sua principessa si era appena laureata in medicina e stava iniziando un tirocinio. Gli era piaciuto tanto ascoltarla parlare di quanto amasse il suo mestiere. In realtà gli era piaciuto ascoltare tutto ciò che diceva. Era bello ascoltarla. Il principe l'avrebbe fatto per ore.

"Lo so, ma io ti verrò a trovare. Non potrò mai scordarti, Maria." le accarezzò il volto ancora una volta e poi le posò un delicato bacio sulle labbra. Fu quasi un soffio, ma le anime di entrambi tremarono all'istante. "Questo piccolo bacio vale come promessa."

Lei arrossì, non riuscendo a smettere di sorridere, e poi annuì. "Va bene, Mason... allora ti aspetterò, portando con me sempre questo piccolo dono." si sfiorò le labbra con le dita, facendo riferimento al bacio, e proprio in quel momento Charles li raggiunse, facendo così interrompere il discorso.

E così Maria e il principe furono costretti a salutarsi. Si strinsero le mani ed entrambi cercarono di stamparsi in mente più ricordi possibili l'uno dell'altra.
Mentre la ragazza si allontanò, Mason continuò a fissarla, perdendosi nella sua bellezza e sospirando di tristezza appena sparì dalla sua visuale.

Lei, invece, si sentiva felice come non lo era mai stata, anche se cercava di non farsi illusioni. Non sapeva se davvero Mason sarebbe andato fino a Londra per vederla, o se quelle erano state solo le parole dolci dettate dal momento, ma era comunque certa che quella serata e quelle sensazioni non le avrebbe mai scordate.

In fondo, entrambi erano consapevoli di aver toccato con mano quello che tutti definiscono 'colpo di fulmine'. Erano consapevoli di aver avuto l'onore di sentire emozioni che non tutti avevano il privilegio di provare nella propria vita. Erano consapevoli che, nonostante non lo ammettessero per paura di stare male, un filo li univa ancora prima che si incontrassero, e quel filo non si sarebbe mai potuto spezzare. Era qualcosa di troppo grande e inspiegabile.

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