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ONESHOT 64.

"Abbracci, coccole, sorrisi, risate e baci. Tutto quello che mi viene in mente quando ti penso"
-Fonte: Tumblr


Era una semplice giornata scolastica e Lizzie era seduta nel suo posto a fare il disegno che la maestra aveva affidato loro. Aveva detto di disegnare le persone più importanti per loro, scrivendo sopra che ruolo ricoprissero nelle loro vite. Era un modo per insegnare ai bimbi i gradi di parentela, anche se la piccola Elisabeth non aveva problemi in quello. Fin da quando era piccola era sempre stata circondata da zii, cuginetti ed era abituata a chiamare tutti con il loro appellativo.

La maestra ritirò gli ultimi fogli, ma si rese conto che Lizzie ancora stava disegnando tutta concentrata. Aveva l'espressione seria e le codette sulla sua testa sembravano delle piccole antennine, visto che aveva il viso abbassato. La maestra sorrise vedendo quell'immagine e si avvicinò a lei.

"Elisabeth, hai terminato?" le chiese dolcemente, mentre la bambina alzò gli occhioni azzurri su di lei. "Dimmi, quanto manca?"

"Sto colorando lo zio Ben perché se poi non lo faccio bene si arrabbia ed è triste." disse tutta fiera, usando il colore blu per completare la maglia "E poi ho finito. Ho disegnato tutti i miei zii e i miei cugini. Poi la mia mamma e il mio papà, mia sorellina Alma e i miei fratellini Daniel e Charles. Poi ho disegnato anche Cloud, il mio cagnolino." la maestra sorrise sentendo il suo tono dolce e pieno di amore, si percepiva lontano un miglio quanto affetto provasse per le persone che aveva messo su quel disegno. "Siamo una bella famiglia grande e io voglio bene a tutti, per quello li ho messi."

Lei lasciò una dolce carezza sul capo di Lizzie, mentre lei terminò il disegno e lo diede nelle mani della maestra. "Grazie piccola..."

"Prego, maestra Eve." seppure non faceva vedere favoritismi, la maestra amava follemente Lizzie. Quella bambina riusciva a essere apprezzata da tutti, la amava quando si sedeva accanto a lei e se vedeva qualche bambino litigare o piangere si alzava e provava a calmarli, e la cosa sorprendente era che riusciva sempre nel suo intento. La sua sensibilità era straordinaria, così come la sua dote da leader innata, cosa di cui suo zio Lewis si vantava infinitamente. Riusciva a portare pace e serenità a chiunque aveva a che fare con lei, e non era una cosa scontata, per questo era considerata speciale e tutti quelli che la conoscevano non potevano che avere una buona parola per descriverla.

Appena la maestra finì di vedere i disegni con ciascun bambino, la campanella della fine delle lezioni suonò, perciò riconsegnò i disegni al legittimi proprietari che li avevano creati e poi li scortò all'uscita.
Ad aspettare Lizzie c'erano sia Mason che Maria, cosa che fece illuminare all'istante la bambina dalla felicità.
Corse verso di loro barcollando e li abbracciò, visto che entrambi si erano inchinati come piaceva a lei per farsi coccolare meglio.

"Mamma, papà mi siete mancati e ho fatto un disegno e ci siete anche voi." glielo porse e Mason lo afferrò, ma solo dopo averle dato tantissimi dolci baci sulla guancia. "Poi c'è lo zio Charles, lo zio Lewis, lo zio Ben, lo zio Daniel..." Lizzie iniziò a elencare tutti e Mason si accorse immediatamente che mancava qualcuno all'appello, cosa che lo fece ridere all'istante.

Maria, invece, prese Lizzie per mano, dopo averla stretta forte a sé, e tutti e tre insieme si recarono alla macchina e si accomodarono, mentre la piccola continuava a raccontare del disegno e di come aveva passato la giornata con i suoi amichetti, il suo entusiasmo era coinvolgente.

Immediatamente Mason, inserendo la prima marcia, porse il disegno a Maria e le sussurrò il nome della persona mancante, si scambiarono uno sguardo complice e divertito, ma senza smettere di ascoltare i grandi discorsi della bimba. Era così bello sentirla parlare.

"Principessa, comunque a casa con i tuoi fratellini c'è qualcuno che ti aspetta." gli disse il suo papà, quando erano quasi arrivati. Lei sgranò gli occhi e sorrise già sicura di chi fosse. Era così felice all'idea.

"Comunque il disegno è veramente molto bello, amore di mamma." lei arrossì ed emozionata le mandò un bacio con la mano, nel frattempo che Mason diceva che il talento nel saper disegnare l'aveva preso tutto da sua mamma. Insomma, fare complimenti alle sue principesse non era mai scontato per Mason, trovava sempre l'occasione giusta per elogiarle.

Parcheggiò la macchina nel primo posto libero e poi scesero. Lui prese lo zaino di Lizzie in spalla, mentre Maria aiutò la piccola a sganciarsi dal seggiolino e poi le diede la mano.

Lizzie camminava quasi saltellando, non vedendo l'ora di entrare in casa e vedere finalmente la persona che la stava aspettando. Tiro quasi lei la sua mamma per le scale, volendo fare il più veloce possibile. Era fuori di sé dalla gioia, non poteva più aspettare. Quella era la ciliegina sulla torta per completare quella bella giornata.

Appena la porta si aprì, Lizzie lasciò la mano della mamma e corse all'interno, fermandosi davanti al divano, ma davanti non si ritrovò chi aveva pensato, infatti si girò verso i genitori per qualche secondo, con fare interrogativo e deluso. "Ah sei tu... io pensavo che ci fosse lo zio Lewis." Lando sgranò gli occhi sentendo quelle parole, ma nonostante la gelosia sorrise.

"Invece sono io. Dai un bacio allo zio Lando."

Lizzie scosse la testa e tossì appena, fingendo "Non posso, ho la tosse, scusa." Lui sgranò gli occhi scioccato, riconoscendo Maria in quel suo modo di fare, perché era esattamente così che sua cugina si comportava con lui quando erano piccoli, mentre i genitori della piccola scoppiarono a ridere divertiti.

"Ciao cugino. Siamo tornati." lo schernì Maria, scompigliandogli i capelli "Lizzie ha fatto un bel disegno a scuola, con tutta la famiglia. Dove sono gli altri bimbi?" Lei si girò verso Mason ed entrambi trattennero una risata sapendo bene il dettaglio mancante in quel disegno.

Lando si dimenticò della scena della tosse per qualche secondo "Sono in camera di Daniel a giocare con il puzzle gigante. Comunque Lizzie, fai vedere il disegno allo zio Lando?"

"No... non c'è bisogno, tanto non ci sei." sorrise con finto pentimento "Non ci stavi, dovevo disegnare la macchina dello zio Charles." a quell'affermazione, Mason scoppiò in una fragorosa risata, tanto che gli vennero le lacrime agli occhi, e subito fu seguito da sua moglie che non riusciva a trattenersi sentendolo ridere così.

"Ok... posso vederlo lo stesso?" chiese lui, senza lasciarsi scalfire dalle risate dei due che si stavano divertendo alla grande. Lizzie scosse le spalle con indifferenza e poi glielo porse. Lando esaminò il disegno per qualche secondo, quasi trasalendo, poi posò gli occhi su sua nipote, con tono un po' scioccato e forse fin troppo alto "Hai disegnato Cloud e non lo zio Lando?

"Cloud non mi urla come hai fatto tu adesso." rispose lei, con il labbro che iniziava a tremare e gli occhi che le si riempivano di lacrime. "Sei cattivo." scoppiò definitivamente a piangere e poi corse tra le braccia di Mason che come sempre era pronto a consolare la sua piccola. Né lui né Maria erano abitudinari nell'urlare, cercavano sempre di far capire gli errori ai bambini con tono fermo ma senza sceneggiate, non erano entusiasti all'idea che i loro figli crescessero a suon di urla. Perciò era ovvio che la bambina avesse reagito così.

"Deficiente." Maria apparse alle sue spalle e gli diede un colpo sulla nuca "Come osi alzare la voce alla mia bambina?"

"Ma io non l'ho trattata male, ma lo vedi come fa? Mi odia. Non mi vuole e preferisce disegnare il cane e non me."

"Sembri più bambino tu di lei." le rispose sua cugina, lanciandogli un'occhiata fulminea "È una bambina, disegna quello che vuole non c'è bisogno che ti arrabbi con lei. Ora chiedile scusa, altrimenti sì che ti odierà davvero." sussurrò a denti stretti. Lando la guardò per qualche secondo e capì che sua cugina non ammetteva repliche.

Alzò leggermente gli occhi al cielo e poi si alzò dal divano per avvicinarsi a Mason che cullava Lizzie tra le braccia per farla calmare. Era incredibile come le braccia della sua mamma e del suo papà rappresentavano un porto sicuro per lei in ogni momento, stavano facendo un ottimo lavoro, era quello che avrebbero voluto sempre, ossia che i loro figli si rivolgessero sempre a loro.

"Ehi... Lizzie... scusa, lo zio Lando non voleva urlarti. Sono stato cattivo." Elisabeth, sentendo quelle parole, si asciugò gli occhi con la manica e si girò verso di lui, fissandolo attentamente con i suoi occhioni azzurri lucidi e leggermente arrosasti. "Ti voglio bene anche se ho urlato."

"Mamma dice sempre che doveva metterti nel microonde da piccolo." disse lei, pur non sapendo di cosa stesse parlando "Forse eri monello già da piccolo. Lo zio Lewis e lo zio Charles non mi urlano mai e mi fanno salire nella loro macchina bella, quella tua arancione non mi piace." mise il broncio e poi si girò di nuovo verso suo padre, posando il viso nel suo petto, come a dire che la conversazione era conclusa là e così.

Lando ancora una volta strabuzzò gli occhi e poi si voltò verso sua cugina, assottigliando lo sguardo "È uguale e identica a te da piccola, mi trattavi sempre male."

"Perché te lo meritavi?!" chiese Maria retorica, mentre si avvicinava alla bambina che immediatamente si spostò nelle sue braccia e iniziò a baciare la sua mamma su tutto il viso "Lizzie è dolcissima con tutti tranne che con te, fatti due domande." Mason continuò a ridere, divertito dalle espressioni scioccate e infastidite di Lando, e nello stesso momento Daniel, Alma e Charles arrivarono in soggiorno per salutare la loro sorellina.
Lizzie si finì di calmare all'istante e iniziò a giocare con loro, mostrando tutta la sua dolcezza e continuando a ignorare Lando che provava in tutti i modi a farsi perdonare e a entrare nelle sue grazie, ma con scarsi risultati.

Nonostante ciò, fu una bella giornata, con Maria che si sedette accanto a Mason e lui che le iniziò a fare un massaggio al collo per farla rilassare dopo il turno stancante a lavoro, mentre le ripeteva quanto fosse stupenda, con i loro bambini che giocavano dolcemente e in pace... era tutto perfetto, anche con qualche intrusione fuori luogo e solita del solo e unico Lando Norris.

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