Oneshot 15.
"Trovare completezza in un'altra persona, è senz'altro più romantico, epico, straordinario che trovarla in se stessi."
-Urlo la voglia di amare.
"Mase" Maria si lasciò cadere sul divano, mettendosi accanto al suo fidanzato che spostò immediatamente la sua attenzione dalla televisione a lei "posso farti una domanda?"
Lui annuì all'istante con aria curiosa, avrebbe ascoltato le sue domande per ore, amava così tanto sentirla parlare. "Ovvio, ti ascolto."
Lei si sistemò sul divano e iniziò a giocherellare con la cerniera della giacca che aveva addosso. "Quando ti sei seduto accanto a me sull'aereo, ottenendo magicamente il posto accanto al mio, come avevi fatto?"
Mason scoppiò a ridere all'istante sentendo quelle parole e lei si incantò a guardarlo per qualche secondo. "Ti ricordo che mi avevi detto che non l'avresti mai scoperto visto che non ti saresti mai innamorata di me." Lui la prese leggermente in giro, citando le sue vecchie parole, ma in realtà sapere che era riuscito ad avere un ruolo così importante nella sua vita gli faceva davvero bene al cuore.
"Ma siccome ora ti amo da morire, me lo puoi dire." Lei lo disse con una semplicità così disarmante che Mason le posò una mano sulla gamba e la accarezzò dolcemente, aveva assolutamente bisogno di un contatto fisico. "Forza, Mase, ti ascolto."
Lui scosse la testa sorridendo per la sua testardaggine, poi iniziò a raccontarle quell'aneddoto che aveva permesso loro di iniziare a fare le prime chiacchiere. Durante quel volo lei avrebbe voluto non succedesse, ma al solo ricordare, si sentiva pervadere da tantissime emozioni positive. Quello era uno dei ricordi più dolci che aveva dell'inizio con Mason. Non avrebbe mai scordato quel volo e l'imbarazzo velato di lui nel cercare di entrare nelle sue grazie in ogni modo possibile e immaginabile.
"Ricordo che all'aeroporto ho chiesto a ognuno di quelli che aspettavano il nostro volo, in che posto si sarebbero dovuti sedere. Il posto accanto a te lo aveva un bambino di 11 anni e il padre quello accanto a noi. Appena mi sono avvicinato a lui, mi ha subito riconosciuto, ho pensato che fosse una fortuna per me, mi sono sbagliato." ridacchiò leggermente e poi continuò a parlare "Gli ho proposto una foto e un autografo in cambio del posto e in più avrei acquistato il biglietto accanto al suo nuovo posto, così che suo padre si sarebbe seduto accanto a lui, ma ha rifiutato. Ha iniziato a dettarmi lui le condizioni. Alla fine ho comprato il biglietto per suo padre, l'ho dovuto invitare allo stadio, regalargli una maglia mia e una di Kanté e fare comunque il selfie con lui che sorrideva felice e soddisfatto di avermi estorto tutto ciò. Ed ecco come sono riuscito a sedermi accanto a te quella volta."
Maria sgranò gli occhi sentendo quel racconto e, per quanto trovasse dolce che Mason avesse fatto tutto quel casino solo per conoscerla meglio, scoppiò a ridere, cosa che fece sì immediatamente che lui alzasse gli occhi al cielo, ma in realtà stava ridacchiando con lei.
"Ti sei fatto fregare in questo modo da un bambino di 11 anni, Mase. Ma sul serio?"
Lui sbuffò trattenendo una risata e fingendosi offeso. "Io ti confesso come ho combattuto per te e tu mi prendi in giro." Scosse la testa, come se fosse deluso, ma sorrise immediatamente vedendo l'espressione divertita della sua fidanzata. Era incredibile, non riusciva a tenerle il broncio nemmeno per finta. Cosa era in grado di fargli? Una magia probabilmente.
"Ma Mase... ti amo anche se ti sei fatto imbrogliare così... da un bimbo..." lei rincarò la dose, mentre lui imitò la sua voce, ripetendo le sue stesse parole.
"Forse non hai capito che sarei arrivato a regalargli la mia macchina pur di sedermi accanto a te. Gliela avrei portata a casa e appena compiuti diciotto anni l'avrebbe potuta usare senza vincoli." Le posò una mano sui capelli e agganciò i suoi occhi chiari con i suoi "E so che sai che sono serio, avrei fatto qualunque cosa per sedermi lì quel giorno. La notte non avevo smesso di pensarti nemmeno un secondo e avevo assolutamente bisogno di conoscerti meglio. Ti volevo già come punto fisso della mia vita. È bastato che mi guardassi e sei diventata il mio tutto."
Gli occhi le si inumidirono sentendo quelle parole. Anche se era consapevole di quanto fosse importante per Mason, sentirglielo dire era sempre qualcosa che la emozionava come una ragazzina. "Hai fatto bene, sono felice che tu ti sia seduto là e abbiamo così avuto la possibilità di parlare. Sei tutta la mia vita, Mase."
Lui le afferrò il viso e poi le stampò un bacio sulla fronte, poi uno sul naso e infine uno sulle labbra. Sfiorò delicatamente la sua pelle ed entrambi furono pervasi dai brividi. "E tu sei la mia. Sei il mio tutto. Mi fai impazzire ancora come il primo giorno."
Si persero per qualche attimo a guardarsi, mentre Mason sfiorò la pelle delle sue guance con il dorso della mano, dopodiché l'attirò tra le sue braccia e la strinse forte a sé.
Lei si accoccolò immediatamente su di lui, mentre Mason le accarezzava la schiena con le mani, in modo sistematico e rilassante.
Sarebbero rimasti così per tutta la vita, soddisfatti per quello che avevano e consapevoli che, l'uno per l'altra, avrebbero fatto qualunque cosa.
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