6
Pov. Joshua
Mi stavo divertendo con Madison. Era bella...molto aggiungerei, e sembrava anche intelligente e simpatica quando si escludeva da Guenda e Chantal, che al contrario era una stronza di prima categoria.
Intrecciò le sue dita con le mia, intimandomi con un cenno della testa di entrare. Sapevo a memoria la casa di Callum. Era spaziosa e fantastica.
Prendemmo qualcosa da bere per dirigerci in pista. In un attimo alzò le braccia, cingendomi il collo, sfiorando i nostri petti per pressarli un secondo dopo. Si muoveva bene e la sua bocca così vicino alla mia era una tentazione. Le guardai i capelli, e quei leggeri boccoli non troppo mossi che le ricadevano fino al seno prosperoso, cazzo era da mozzare il fiato.
"Sei un ballerino provetto Joshua" mi confidò innalzando un sopracciglio chiaro, seriamente divertita.
"Non solo" le lasciai intendere con un sorriso sfacciato che avevo molte doti. Fece un verso di apprezzamento, sfiorandomi il naso con la punta del suo. Guizzai lo sguardo dai suoi occhi alla mia destra, come se avvertissi qualcosa di strano, infatti era così.
Sgranai e sbattei le ciglia più volte. Forse era un cazzo di sogno. Carlotta che ballava? Impossibile, i manichini avevano più agilità. Eppure l'evidenza era davanti ai miei occhi sorpresi e stupiti. Non solo perché si muoveva in modo più che sensuale, ma perché David le stava ancorato a baciarle il collo come una piovra. Poteva darmi fastidio?! Assolutamente no!
Ma una strana sensazione vagava dentro di me, si una sorta di noia ecco. Forse era solo perché conoscevo Carlotta da tutta la vita, la vedevo solo come secchiona e rompi scatole, ma sotto c'era ben altro, e avrei voluto sapere quanto.
"Sei distratto Joshua. Ho fatto qualcosa di male?" Mi riportò al presente la voce di Madison vicino al mio viso. Potevo sentire il suo alito di chewing-gum alla fragola che aveva masticato poco tempo prima, arrivarmi dritto all'olfatto. La sua bocca contornata da un rossetto Magenta, che quasi sfiorava la mia da quanto avevamo dimezzato le poche distanze che ci dividevano. Sentivo ancora il suo petto prosperoso sempre più schiacciato verso il mio. E io che cazzo facevo?! Pensavo a Carlotta che ballava con David.
Mi concentrai solo su quella bellissima ragazza, che desideravo da due anni, poggiando la mano sulla sua guancia. Non era una che si faceva pregare, e non ci mise molto ad avvicinarsi di più, fino a farmi sfiorare il suo labbro superiore con il mio inferiore, quasi succhiandolo. Aveva un sapore buonissimo. Feci scivolare lentamente la lingua dentro la sua bocca che l'accolse volentieri, sorridendo sulle mie labbra. Scesi con le mani su i suoi fianchi, stringendola avidamente a me, ed i suoi ansimi involontari me lo lasciavano intendere maggiormente.
Finì la musica come il nostro gioco di assaporarci. Mi staccai piano sorridendole, mentre tutti i ragazzi si radunavano in cerchio. Il classico gioco della bottiglia. Una rottura, ma tanto valeva giocare. Ci sedemmo insieme a tutti, e con mia sorpresa mi cadde l'occhio di nuovo su di lei. Carlotta!
Iniziava ad infastidirmi questa cosa di ritrovarmela ovunque. Era già un supplizio sopportarla tutto l'anno. Fortuna che parlava e rideva sguaiata con David. Non mi sembrava strano, ma la sua risata era diversa. Solitamente era dolce e di pancia, una risata vera. Mentre ora sembrava rauca perfino petulante.
Non ci feci più caso, ridestandomi per tornare al gioco. Erano già passati dieci minuti e per adesso nessuno aveva puntato contro di me e contro Carlotta. Madison era stata obbligata a gattonare e cantare una qualsiasi canzone. David a mostrare i boxer con i fumetti, e via discorrendo.
Finché non toccò proprio a Carlotta di girare la bottiglia di birra vuota. La vedevo titubante allungandosi al centro per girarla e pregavo per lei che non finisse dalla parte sbagliata. La strinse con la mano, dando una spinta per rotearla. Guardavo la bottiglia ed il suo viso rosso, facendo questo gesto meccanicamente. Stava rallentando sempre di più, sorpassandomi, per finire contro Michael.
Cazzo! Imprecai mentalmente.
Alzai il viso su Carlotta trovando un brillio strano nei suoi occhi. Eccitamento e stupore. Uno sguardo che non le avevo mai visto prima. Si passò la lingua sul labbro inferiore delicatamente un po' in imbarazzo, tentando di parlare, ma al posto suo prese parola Chantal.
Oddio! Ora si che era in un bel guaio. Non prometteva nulla di buono il divertimento è il
Ghigno malefico su quel volto amato da molti ragazzi che la fissavano magnetici, come se fosse una calamita.
"Voglio scegliere io l'obbligo di Carlotta" elargì con aria di superiorità ed altezzosa come era sempre stata. Innalzo un sopracciglio come una sorta di sfida.
Ci pensò un po' su mentre Carlotta Annuì non sapendo bene cosa fare. Si portò i palmi aperti sulle ginocchia che tremavano, aspettando ciò che gli spettava.
"Devi baciare...con la lingua s'intende, Michael ovviamente" affermò soddisfatta, incurvando l'angolo delle labbra all'insù, sapendo di averla messa in difficoltà, poiché sul viso aveva stampato in faccia il terrore. Deglutii affaticato, guardandola alzarsi per posizionarsi difronte a Michael che non si scompose e non fu sorpreso per nulla dalla richiesta appena avuta. Era abituato e sapeva di piacere a molte ragazze. scese lentamente a sedere su i ginocchi, guardando Michael avvicinarsi di più a lei.
David sbuffò pesantemente, passandosi una mano tra i capelli perfettamente gelatinosi e dritti, volgendo lo sguardo dall'altra parte per non assistere alla scena che sarebbe avvenuta da lì a pochissimo.
"Ecco...io" mormorò fievole Carlotta, trepidante ed agitata. Vedevo un mare mosso stagliarsi contro di lei in quegli occhi azzurri, talmente chiari da leggervi perfettamente l'interno.
"Dunque? Non possiamo stare tutta la sera per un bacio...infondo non è niente di che. O forse non ha mai baciato Otta?" Si beffeggiò con più sarcasmo ancora Chantal, chiaramente divertita.
Sospirai, volendola portare via da quella sceneggiata, ma non volevo neanche che si facesse calpestare così da una come lei.
Ingoiò il magone affaticata, inarcando il busto verso Michael, schiudendo le labbra. Erano sempre più vicini allo sfiorarsi...finché Carlotta non cambiò espressione, diventando improvvisamente paonazza. Si portò una mano sulle labbra mentre Michael la fissava stranito, come me.
Mi stavo preoccupando, sembrava un cencio pallido. E se avevo pregato per lei non era stato abbastanza.
La guardai trasalire, emettendo un conato, cercando di alzarsi in fretta, ma non fu così rapida. Poiché rigettò tutto addosso ai jeans di Michael che emise un urlo strozzato, strusciando all'indietro con gli occhi sgranati e il senso di ripudio ad incorniciargli il volto.
I ragazzi da prima in cerchiò si scansarono tutti, mentre Chantal rideva gettando la testa all'indietro. Una risata da gallina quale era.
Mi alzai, sentendo la mano di Madison avvolgere il mio polso.
"Dove vai?" Mi chiese preoccupata, cercando di trattenermi, e probabilmente potevo essere uno stronzo di prima categoria ma Carlotta anche se non volevo ammetterlo era come una sorella per me, e la dovevo proteggere.
Scansai la sua mano delicatamente, fissandola negli occhi.
"Devo andare. Ci vediamo lunedì a scuola" la liquidai, vedendola la sua arrendevolezza sul viso. Scosse i capelli biondi all'indietro, incamminandosi dagli altri.
In un attimo mi fiondai da Carlotta, che tentava di ripulirsi e pulire con dei fazzoletti che teneva in borsa il disastro a terra, anche se buona parte era finita su i jeans di Michael. Scivolai lo sguardo su i suoi occhi bassi, vedendoli riempirsi di lacrime ed una lenta le scivolò sulla guancia, finendo sul suo ginocchio scoperto, come una piccola goccia.
L'odore mi fece storcere il naso, ma non me ne curai. La presi per il braccio, alzandola di peso da terra.
Si girò fulminea verso la mia figura, rendendosi conto che ero io. Aveva il volto rigato dalle lacrime e il poco rimmel colato sotto agli occhi, facendola somigliare ad un panda. Mi sembrò così piccola ed indifesa, che l'abbracciai, spinto da una forza di gravità maggiore. Si lasciò avvolgere, emettendo un singhiozzo.
"Ti porto a casa d'accordo?" Le sussurrai, scostandola per tirarle indietro i capelli. Le presi le guance tra le mani, mentre scosse la testa, e tirò su col naso un'altra singhiozzo ovattato.
"Non posso tornare a casa. Se mia madre mi vede così è la volta buona che finisco in punizione. Posso..." non finì la frase che riprese a singhiozzare. Intrecciai le sue dita alle mia annuendo. Sapevo dove volesse finire con la frase e per stasera l'avrei accontentata.
La trascinai fuori dalla festa, mentre alcuno sparlavano e ridevano ancora sull'accaduto, sentendo un motto di rabbia salirmi e voler prendere a cazzotti tutti quegli idioti.
"Monta" affermai, porgendole il casco, guardandola infilarselo senza riuscire ad agganciarlo. Aveva ancora le guance rosse ma il testo era pallido e freddo. Domattina mi avrebbe raccontato tutto. Cosa cazzo avesse bevuto e avrei parlato con David che a quanto pare non L'aveva fermata, anzi forse la incitò a bere. Coglione!
"Lascia, faccio io" le spostai la mano con delicatezza, avvicinandomi al suo viso. Alzai gli occhi verso i suoi che mi fissavano, e se credevo di conoscerla e che fosse un libro aperto per me, ora mi rendevo conto che era un mistero. Era dolce ma scontrosa. Era una donna ma anche una bambina. Era una Carlotta che non conoscevo o almeno non la riconoscevo ai miei occhi che la scrutavano intensamente.
Chiusi le palpebre, riprendendomi da certi pensieri. Era solo perché era ubriaca e mi faceva tenerezza.
Lasciai il gancio del suo casco, prendendo il mio infilandolo. Salimmo sulla moto, intimandole di reggersi a me, e come prima sentii le sua braccia avvolgermi del tutto, ed una lieve scossa strana. Finché non si rilassò e si adagiò contro la mia schiena.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro