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Pov. Carlotta

Tremavo, e non era per il freddo anzi tutt'altro, la temperatura si era alzata ai massimi livelli dentro e fuori di me. Scalpitavo in trepida attesa, in bilico tra paura e lussuria, camminavo tentando di restare nel mezzo, e non sprofondare.
Mi stava rassicurando, mi leggeva negli occhi, e non potevo fare altro. Ormai sapevo ciò che volevo, ed in quel momento io volevo bearmi di Joshua, di sentire il suo calore espandersi nel mio, formando una fusione un esperimento di chimica per accertarci che quando crediamo di aver sbagliato le formule e le dosi in realtà abbiamo scoperto qualcosa di grandioso ed unico, che forse non era giusto visto da un punto di vista razionale ma sicuramente era una scoperta sensazionale. Ed io volevo scoprire i lati del mio corpo e conoscere ogni sfaccettatura del mio carattere che si trasformava come una metamorfosi quando ero accanto a lui.

Prese pieno possesso delle mie labbra e delle mie facoltà mentali. Le sue labbra carnose sopra le mie erano un connubio perfetto tra dolcezza e passione sfrenata. Mi succhiò dolcemente il labbro inferiore portandomi ad ansimare piano, così come lui quando la sua lingua incontrò la mia gustandosi in modo lento, come se si stessero per conoscere solo in quel frangente.

"Dimmi che sei sicura, perché non credo che dopo mi fermerò. Ti desidero Carlotta e non so se domani ce ne pentiremo ma so che se non ti ho vado nei matti" sussurrò contro il mio orecchio dove prima lasciò un lieve bacio, con una voce intensa ed avvolgente. Partii una pulsazione forte in mezzo alle mie gambe.

Girai appena il volto verso il suo. Quegli occhi erano la vista più bella che potessi vedere.
"Ti ho detestato per tanto tempo Joshua. Na ti ricordi quando all'età di tredici anni ci sdraiammo sul tetto di casa tua per aspettare la fatidica stella cadente?! Non ti ho mai detto il mio desiderio, perché sapevo che non era uguale al tuo. Eri sempre stato corteggiato da molte ragazze, ed io ero solo la tua amica insopportabile, così ho imparato a starti accanto come amica. Mi sono infatuata di Michael, credevo che potesse esserci finalmente qualcosa e che la leggenda sulle stelle cadenti fosse un'idiozia. Vuoi sapere il mio desiderio?" Riuscii a fatica e senza tentennare a cacciare fuori melliflua e carezzevole quelle parole. Sentivo la testa leggera ed il cuore pesante, poiché mi bombardava con il suo battito furioso, mentre lui mi fissava basito e con una luce speciale, un iceberg che si scontrava contro di me.

Rimase in silenzio deglutendo fortemente, facendomi sfuggire un gemito delicato, quando il suo membro mi sfiorò.
Stava aspettando, lo notavo dai suoi occhi e la sua bocca schiusa, sul quale si passò la lingua come se avesse avuto scarsa salivazione.
"Vorrei che Joshua mi guardasse come guarda Olivia. Era la tua prima cotta" ammisi mordendomi il labbro. Forse adesso mi avrebbe respinta, ma doveva saperlo, che nonostante avessi provato i miei sentimenti erano rimasti nascosti ma non erano stati cancellati. Per questo lui era il mio primo tutto.

Chiuse gli occhi inspirando, mentre mi sentii una perfetta idiota. Lo spintonai togliendomi da sotto di lui, balzando giù dal letto in fretta, sentendo le doghe scricchiolare.

Tirai su con il naso, un singhiozzo che voleva nascere, finché non sentii la sua mano sul mio braccio, una presa salda. Mi strattonò, spingendo per farmi sbattere contro il muro al lato delle scale, alzando appena gli occhi sul suo viso contratto e poi sempre più rilassato. Il pomo d'Adamo si alzò ed abbassò ad un ritmo frenetico, in quel ritmo stavano iniziando a suonare anche i nostri cuori.
"Che cazzo vuoi? Ti ho detto tutto ciò..." mi bloccò le parole che avevo in gola, premendo il palmo sulle mie labbra, portandomi a sgranare gli occhi.

"Vuoi sapere il mio?" Mi domandò risoluto, e rimasi spiazzata, incerta. Ero convinta che avesse espresso il desiderio di diventare un cantante. Quindi acconsentii con la testa.

"Vorrei essere quello giusto per Carlotta. Per quanto ti ho odiata e stuzzicata lo facevo per avere attenzioni. Il patto l'ho accettato non per avere delle ripetizioni da te, ma per stare a contatto con te. E dio quando ci siamo baciati la prima volta mi sembrava d'impazzire. Ho costruito quel finto giardino perché per me sei sempre stata al centro dei miei pensieri esattamente come quella fontana." Parlò senza freni, tra sprazzi d'ilarità e intensità disarmante. Rilasciò piano la mia bocca, permettendomi di respirare, ma in quel momento il suo bacio sarebbe stato il respiro più bello.

Ci guardammo una manciata negli occhi, nessun battito di ciglia ma solo di cuori, finché non mi sorrise mordendosi il labbro in quel modo estremamente provocante, pressando il suo torace caldo contro i miei capezzoli turgidi, baciandomi con trasporto, liberi da ogni peso, con la coscienza che non eravamo uno sbaglio, non lo eravamo mai stato. Testardi per capirlo.

Mi abbassò piano il vestito, lasciandolo scivolare a terra, con una gentilezza che mi fece smaniare, mentre gli sfilai la maglia da sopra la testa. Allacciando le mie mani alle sue spalle larghe, per finire dietro la sua nuca, attaccandomi di nuovo al muro. Ansimammo in sincronia, mentre la sua mano scivolò dietro la mia schiena, sganciandomi il ferretto del reggiseno, solleticandomi la pelle in quel punto, sfilandomelo piano da davanti.
"Sei una visione" sussurrò rauco ed in pieno eccitamento mentre gl'intimai uno "shh" sorridente in modo complice e spontaneo per tornare a baciarlo.

Intrecciò le dita alle sua, accompagnandomi in camera, fermandoci ai piedi del letto.
Con le mani percorsi il suo corpo caldo e tonico, togliendogli i pantaloni, che finì lui di scalciarli con il piede.
Il pavimento era freddo al contatto con la mia pianta del piede, ma non sentivo freddo non ora.

Mi fece distendere piano sul letto, facendomi muovere sul piumone indietro, mentre si posizionò sopra di me.
Iniziò il suo tragitto lento e piacevole. Guizzò con la lingua da un capezzolo all'altro bagnandomeli, per stuzzicarli con le mani quando scese più giù.
Mi sfilò piano le mutandine, accarezzandomi con i polpastrelli la pelle dell'inguine, lasciandomi un bacio umido, ed un fremito mi pervase ancora.

Portai le mani dietro i suoi glutei tonici, sentendolo gemere sul mio seno, mandandoci scariche elettriche. Gli sfilai i boxer, ed ora eravamo di nuovo nudi, a contemplarci, a realizzare che non era un sogno poiché in gioco c'erano le nostre emozioni scalpitanti.

Sapeva che prendevo la pillola poiché mia madre e Maggie parlavano del mio ciclo davanti a Joshua, dei miei ritardi e della ginecologa. Facendomi imbarazzare e scavare una fossa come le talpe per infilarmi sotto terra.

Lo attirai a me dalle spalle. Le gambe tremavano ed avevo il batticuore. Si posizionò meglio su di me, prendendo il mio viso tra le sue mani e tirarmi indietro i capelli, per ammirarmi.
Sfiorò la mia fessura che pulsava, aspettavo impaziente, con il cuore in gola ed un sussulto dolce uscii, come un suo gemito gutturale.
Mi spinsi un po' di più verso di lui, mentre la cappella spingeva verso di me.
Deglutii nervosa, ed i miei occhi guizzavano a giro per la paura di sentire il dolore.

Joshua se ne accorse, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice.
"Guardami Carlotta. Ci sono io con te. Non sentirai male" mi rassicurò, baciandomi in modo passionale, mentre portai le gambe attorno al suo bacino. Le mie mani finirono dietro le sue scapole mentre una sua mano mi provocava brividi andando su e giù con carezze dolci dai fianchi ai glutei, strizzandolo in modo passionale.

Restavo con il suo azzurro addosso a me, ed il mio su di lui.
Ci continuammo a baciare con un fuoco rovente che stava per bruciare, finché non entrò piano, sempre più delicato facendomi sobbalzare ed avere le palpitazioni. Batteva forte, tanto da fuoriuscire dal petto. Emise un gemito rauco, mentre io ansimai quando fu tutto dentro di me. Una bomba atomica. Un groviglio in mezzo allo stomaco.
Spinsi le unghia sulle sue scapole per il dolore avvertito, serrando le palpebre. Provai a scivolare di più sotto di lui, ed iniziò lentamente a muoversi.
"Carlotta, guardami" mi riprese basso e misterioso, su quel volto perfetto.

"Ti voglio sentire" ansimai prendendo il ritmo, mentre accelerò appena, ed i gemiti erano l'unica cosa che avvertivamo insieme a scalpitanti battiti, ed emozioni a cui mi aggrappavo.

Spinse più veloce, beandomi della sua pelle al contatto con la mia. Il suo torace stuzzicava i miei capezzoli, ed il mio cervello era scollegato, su una galassia tutta nostra.
"Dio Carlotta, sei fottutamente stretta" digrignò i denti per sopprimere un gemito pesante che comunque uscii, e lo volevo sentire gemere, adoravo i suoi rumori.

Iniziai a muovermi sotto di lui, spingendo insieme. Sentivo il suo corpo caldo ed il piumone fresco e morbido sotto di me. Il letto cigolava appena ma era un rumore che arrivava sordo al nostro udito.
Mi ribaltò sopra di lui, posizionandomi e facendo scivolare il membro dentro la mia intimità completamente bagnata, spalancando le labbra di puro piacere, mentre le sue mani mi attirarono per i fianchi, scivolando su i miei glutei aprendoli appena, per farmelo sentire meglio. Mi mossi buttando la testa all'indietro, ed i capelli mi solleticarono la schiena mentre i miei palmi stavano scottando sul suo torace perfetto.

Ansimavamo insieme, in una bolla di piacere, indistruttibile. Le sue mani salirono sul mio seno, prendendomi i capezzoli intorpiditi tra il pollice e l'indice facendomi mordere il labbro inferiore con forza, ed il suo membro toccava tutte le mie pareti, roteando ed uscendo appena per rientrare con più foga. Mi sentivo completamente bagnata, in preda a spasmi irrefrenabili.
"Joshua. Ti prego" lo supplicai con voce bassa ed eccitata.

Emise un verso di apprezzamento, increspando le labbra lateralmente con la sua fossetta da farmi bagnare ancora di più.
"Ti prego cosa? Cosa vuoi?" Domandò beffardo, ricordandomi niente imbarazzo.

"Leccami i...capezzoli" mormorai scombussolata, sentendo le sue mani su i miei fianchi attirarmi verso di lui.
Poggiai i palmi sul muro muovendomi più veloce mentre la sua bocca affamata succhiava i miei capezzoli in un gioco di lingua estremamente eccitante.
Non ragionavo più, ero fuori di me.

"Voglio che vieni sopra di me" lo informai, tirandomi su a sedere su di lui, facendomi poggiare i palmi alle sue scapole per reggermi spingendo avanti ed indietro, e s'impadronì delle mie labbra aride, per poi stendermi venendo sopra di me.

"Cazzo Carlotta. Non durerò di più" la sua voce bassa e rauca mi faceva letteralmente uscire pazza. Ed i brividi che stavo sentendo erano qualcosa di magnifico di magico.

"Voglio che ti riversi sul mio mento, voglio sentire il tuo liquido caldo scivolarmi addosso" azzardai cose che probabilmente non erano da me. Non avevo mai avuto nessuna esperienza e con Joshua sembravo un'altra persona, solo con lui. Ma erano istinti che tutti abbiamo, e non volevo contenermi ed avere filtri con lui.

Emise un grugnito, inspirando per espirare.
"Cazzo" imprecò alla mia affermazione, dandomi le ultime spinte che mi fecero salire un orgasmo intenso, uno sfarfallio immenso, liberandomi con le labbra secche, finché non uscii dal mio corpo lentamente, guardandolo prendersi il membro tra le mani, e vederlo con gli occhi puntati nei miei mentre il suo liquido invadeva il mio corpo febbricitante.

Aspettammo che i battiti ritornassero normali, passandomi dei fazzoletti per pulirmi ed attirarmi di nuovo contro di lui, ridendo di cuore.
"È stato bellissimo. Qualcosa di magico" rivelai sul suo petto, disegnando cerchi sul suo corpo perfetto.

"Magico è la parola azzeccata" confermò limpido, prendendomi il mento, alzandolo per baciarmi con passione.

"Come chiamerai il tuo Mr Bibo?" Domandò derisorio, scoppiando in una fragorosa risata.

Ci pensai su guardando la camera dalle pareti beige tinteggiate, e le tende che si muovevano in drappeggi sinuosi, vedendo calare piano il buio.
"Mr Wilson" elargii soddisfatta del nome, mentre si girò sgranando gli occhi e subito un sorriso con il sopracciglio innalzato.

"Un nome perfetto Carlottina" si beffeggiò tirandomi un buffetto sul naso che arricciai a quel contatto.

"Lo so, Joshua odioso" lo ripresi, allacciando le braccia intorno al suo collo lasciandomi coccolare, sperando che quella bolla non scoppiasse mai.

We tell us Now try. opportunities do Not come back. You are a plane, overflights in my darkened skies. it shines tonight if we dance all night.

Ci dicono ora di provare, le opportunità non tornano. Sei un aereo, sorvoli nei miei cieli oscurati. Brilla stasera se si balla tutta la notte.

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