38
Pov. Joshua
Sentii il rintocco dei nostri cuori battere all'unisono quanto la pioggia sul tetto.
Non avrei fatto l'amore. Non qui e non così. Carlotta si meritava il meglio, o forse sì meritava qualcuno meglio di me. Ma la volevo io, ad ogni costo.
Mi stavo rendendo conto sempre di più che era il pezzo fondamentale che riempiva le mie giornate. Il modo di mordersi il labbro in imbarazzo, il modo di spostarsi i capelli o accertarsi che la sua molletta fosse applicata bene su quei capelli setosi. La sua risata d'ilarità. Non potevo farne a meno, neanche il modo in cui mi provocava, e mi guardava con occhi vivi di desiderio luccicante ed irrefrenabile, accertandosi che ogni cosa che facesse o dicesse era giusta.
La baciai in modo passionale, sperando di trasmetterle tutte le mie emozioni in quel preciso istante. Emozioni che a parole non sapevo dire ma al massimo scrivere su un pezzo di carta per dettarle le mie rime in bianco e nero.
Mi staccai debolmente dal suo bacio, dal suo sapore per assaggiare quello migliore.
Le abbassai entrambe le spalline del vestito, scoprendo i suoi seni perfetti ed i suoi capezzoli turgidi e rosei da prendere a morsi fino a mozzarti il respiro.
Glielo abbassai fino a sfilarglielo dolcemente, buttandolo al mio lato.
Mi alzai appena con il busto per ammirarla. Aveva solo delle mutandine nere di pizzo, e la sua pelle diafana era illuminata da uno spiraglio di luce che emanava la finestra, rendendo la sua pelle ancora più candida.
La vidi tremare quando scesi più in basso, allargandole le gambe per posizionarmi. I suoi seni visti da qui erano ancora più perfetti. Due rotondità precise e deliziose. Alzò appena il mento, con le labbra arrossate dai miei baci come la sua pelle delicata, senza imperfezioni, ed il suo celeste splendente.
Esalai un respiro, tornando sul suo viso.
"Sei bellissima. Lasciati andare. Niente imbarazzo" le confermai soave, vedendo i tratti del suo viso da prima incerti rilassarsi ed annuire.
Le baciai le labbra a stampo, scendendo sul suo collo, per costellare quel corpo di baci umidi e dolci.
Quando mordicchiai il capezzolo, leccandolo urgentemente subito dopo, le strappai un gemito. Aveva un sapore celestiale la sua pelle, che splendeva per via del vestito bagnato che aveva addosso.
Scesi verso il suo ventre, mordendole delicatamente il fianco, mentre si gustava tutto ciò che le davo ed io tutto ciò che mi offriva.
Mi posizionai con il viso in mezzo alle sue gambe e mi guardava affascinata con il suo solito brillio che la distingueva da tutte le altre.
Le presi i lembi delle mutandine, vedendola annuire preoccupata.
"Non voglio fare ciò che pensi. Voglio assaggiarti" le dissi rassicurandola e puntando i miei occhi nei suoi.
Feci scivolare le mutandine, scoprendo la sua intimità. Era qualcosa di fottutamente bello, vederla lì nuda ed arresa a me. Era fottutamente bella lei. La mia spocchiosa.
Se mi avessero detto che un giorno sarei finito così con Carlotta probabilmente gli avrei riso in faccia. Quando David parlava con occhi sognanti di lei. Ed ora invece capivo, quello che vedevano gli altri ma era oscurato alla mia vista. Ora capivo molte cose.
Le baciai l'interno coscia come se fosse la cosa più buona che avessi mai assaggiato. La sua pelle morbida e calda in quel punto, liscia. Scivolai verso l'inguine ed il sentirla fremere mi rendeva compiaciuto ed estremamente felice. Ero assuefatto di Carlotta.
Percorsi lo sguardo per incontrare il suo, la bocca schiusa e l'espressione tra eccitamento e curiosità. Le baciai le labbra, assaporando il gusto della sua intimità con la lingua. Ansimi dolci uscivano da quelle labbra portandomi a leccarla con più precisione, aveva un sapore che mi mandava in cortocircuito il cervello.
La vidii inarcare la schiena, aggrappandosi dove le fosse possibile con le mani, mentre la presi da sotto le ginocchia per tenerla ancorata a me.
Il suo sguardo guizzò su ciò che le stavo facendo, mantenendo il mio contatto visivo.
"Joshua" chiamò il mio nome, quasi una supplica melliflua, mordendosi il labbro con forza per ansimare di nuovo.
"Zitta" l'ammonii dolcemente, continuando il mio assalto sulla sua intimità calda e bagnata. Le gambe le tremavano, e sentii in quel momento che non mi sarei mai scordato della sua espressione, che non sarei potuto entrare in un corpo che non fosse il suo, in occhi che non fossero i suoi.
La leccai ancora dolcemente e poi sempre più avido, si contorceva sotto di me, finché non afferrò i miei capelli tirandomi di più contro di lei per farmela sentire meglio. Il dolore che mi stava procurando al cuoio capelluto era divenuto un piacere. Sentivo il membro duro strofinarsi contro il materasso desiderando di portarla all'apice, prendendomi le gocce del suo liquido dolce ed amaro, esattamente come il suo carattere.
"Ci sono Josh..." non riuscii a finire poiché la mia lingua si mosse furente dentro di lei, stuzzicandole il clitoride, facendola tremare e riversarsi sopra la mia lingua che leccò tutto il suo sapore, fino in fondo.
Sentii rilasciarmi i capelli, e le gambe cedere un pochino, con ancora le labbra rosse schiuse ed il respiro in affanno.
Mi tirai su andandole davanti al viso, per vedere i suoi occhi ancora più brillanti. Il suo volto accaldato e sereno grazie all'orgasmo che le avevo procurato io.
"Sei una ragazza curiosa carlottina" mi feci beffa di lei, prendendola da dietro la schiena, tirandola a sedere su di me.
"Volevo solo vedere..." abbassò lo sguardo, sorridendo debolmente.
"Come ti procuravo piacere?" Le domandai, alitandole sul viso, mentre strusciò il naso contro il mio, annuendo per riaprire quel celeste che m'inondava.
Scese da me, vedendola fare il giro del materasso. Mi girai, vedendola prendermi i lembi della maglietta sotto il mio sguardo divertito, per sfilarmela.
Alzò una mano, allacciandosi ai miei occhi, partendo dalle spalle, e tracciando tutte le linee del mio corpo con i polpastrelli. Il suo contatto era rovente dentro di me, anche se aveva le mani fredde, sentivo solo fuoco.
Finché non portò il palmo sul mio cuore, chiudendo gli occhi. Prese la mia mano portandomela verso il suo.
"Li senti?" Mi domandò con gli occhi ancora chiusi, per concentrarsi meglio su quel ritmo.
Era sempre così affascinata da tutto, così assolta. Tutto intorno la incuriosiva.
"Sento solo il tuo, perché il mio ti appartiene" le rivelai profondo. Non sapevo se era una frase detta a caso, ma sentivo che era dettata dal cuore. Una frase che non avrei probabilmente dovuto dire, poiché era la prima volta che parlavo così ad una ragazza.
Aprii di scatto il suo celeste, in un giorno di sole.
"Forse non dovev..." mi grattai la nuca ed ora ero io in imbarazzo, una specie d'imbecille. Rincitrullito. Ero diventato un mollaccione.
Premette l'indice sulle mie labbra.
"Anche il mio...cuore" confidò dolcemente, portandomi a fare un sorriso genuino.
E non mi serviva più sapere la fine del messaggio. Era una piccola parole con un immenso significato che avremmo scritto insieme.
Si distese sopra di me, guardandomi maliziosa.
"Voglio fare una cosa, ma non so se..." si mordeva le parole come il labbro carnoso inferiore, che le era divenuto più rosso di quanto già non fosse.
Innalzai un sopracciglio in modo sfacciato, sorridendole, e rassicurandola.
"Mi hai chiesto di insegnarti, te lo ricordo." Le ricordai le parole di quando fece il patto con me.
Annuì con veemenza, afferrandomi i pantaloni per calarmeli ed insieme anche i boxer, scoprendo il mio membro eretto.
Si scansò un attimo, guardandolo con lussuria, passandosi la lingua sul labbro.
"Ti piace?" Mi feci beffa, sapendo che la stavo mettendo in soggezione, e difatti alzò appena lo sguardo su di me divenendo porpora sulle gote.
"Zitto" mi riprese bonariamente, scendendo con la mano a massaggiarmi i testicoli, quella mano fredda ma al contempo calda, piccola e dal tocco magico. Mi fece sfuggire un gemito gutturale, prendendo più forte la presa ed acquistando la sicurezza nel vedermi arreso a lei, nel guardarmi ubriaco di quelle sensazioni.
Mi baciò il torace, scendendo verso la linea dei miei addominali, finché non leccò dolcemente la cappella scendendo giù, facendomi morire piano. Stavo andando in fiamme, elettricità statica addosso a noi.
"Vado bene?" Si fermò per captare e notare se il mio sguardo approvava. Cazzo se stava andando bene. La voglia di spingermi dentro la sua fessura stretta cresceva, ma mi bastava ciò che voleva farmi, ero alla sua mercé. Stanotte avrebbe fatto di me uno zerbino se avesse voluto.
"Tu che dici?" La stuzzicai mordendomi il labbro preso dall'eccitamento che mi stava procurando questa spocchiosa.
Non parlò. Ruotò la lingua sulla mia cappella bagnata da un po' del mio liquido, assorbendo le gocce per spingerlo infondo alla sua bocca, leccando e pompando. Le presi i capelli in una morsa, per non farglieli cadere davanti al viso, mentre gemevo come non mai.
Cercavo di reprimerli ma la sua lingua era qualcosa di sensazionale e vedere le sue labbra attorno al mio cazzo mi faceva scoppiare qualcosa che partiva dall'anima ed arrivava dritta al cuore che picchiava forte, un frastuono nel petto.
Nessuna melodia che suonavo su quelle corde, poteva compensare questa melodia. Nessuna nota sarebbe stata così perfetta.
Le presi la mano, vedendola scivolare lo sguardo su i miei occhi, per riportarla sulla mia mano e la sua, facendogliela avvolgere stretta infondo al mio membro.
L'aiutai tenendogliela salda sotto la mia, facendogliela scorrere per la lunghezza, mentre la sua bocca mi torturava ancora piacevolmente.
"Cazzo Carlotta, devo ven..." alzò una mano, stendendo il braccio per tapparmi la bocca e guardarmi come per dirmi -lo voglio.
Non resisterti più, il suo corpo, il suo sapore, la sua bocca, ero colmo, al limite. Strinse di più la bocca facendomi uscire un gemito roco che raschiava le pareti della gola, donandole il mio orgasmo, vedendo il suo sguardo tramutarsi e deglutire fortemente, fino a rilasciarlo in modo delicato, passandosi la lingua sulle labbra.
"Cazzo" mi passai una mano tra i capelli, ancora febbricitante.
Si sedette sulle ginocchia piegate, ridendo.
"È stato strano, tipo...non lo so. Colla di pesce?!" Fece una smorfia con le labbra corrucciate, e più che una domanda sembrava un'affermazione, anche se cercava il modo di descriverlo. Finché non scoppiammo a ridere in simbiosi.
Possibile che potesse essere così tranquilla anche dopo la sua prima esperienza?!
"Ma ammetto che mi è piaciuto" affermò cristallina, facendo spallucce, come a lodarsi da sola.
Mi alzai, prendendola per i fianchi ributtandola addosso a me.
"Ti stai vantando della tua bravura, Carlottina?" Le domandai beffardo, lasciandole un bacio sulla punta del naso all'insù perfetto, vedendola schiudere leggermente gli occhi.
"Può darsi. Non va bene?" Ribatté seducente, accarezzandomi i capelli con le dita, giocandoci.
"Vuoi sentirtelo dire ho capito. Sei stata cazzo..." non riuscii a trovare una parola sensata per descriverla, perciò guizzò lo sguardo altezzosa verso di me, baciandomi con trasporto, ribaltandola sotto di me, per bearmi delle curve del suo corpo ancora, accarezzandole i fianchi ed la linea perfetta dei seni, i glutei sodi e lisci, mentre i suoi capelli erano sparsi sul materasso come un ventaglio, adorando sempre di più la sua visione che diveniva la mia ispirazione, per ogni testo, per ogni gesto.
Presi il telo nero, stendendolo sopra di noi, mentre l'attirai con la schiena verso il mio petto, e la mia mano attorno alla sua vita.
Si girò appena con il volto, rivolgendomi un sorriso carezzevole.
"Notte Joshua" proclamò melensa, mentre la pioggia si stava attenuando, anche se picchiettava ancora con rimbalzi acuti sul tetto.
La strinsi ancora di più, baciandole la spalla.
"Notte Carlottina mia" ricambiai limpido, mentre si accoccolò ancora di più, lasciandoci avvolgere dal buio e dai nostri corpi che si riscaldavano insieme.
Vi riporto il testo della canzone che ho pubblicato. È di qualche anno fa, ma il testo mi sembrava azzeccatissimo. Vi Amo ❤
All'inizio
Non avrei mai pensato che potessi essere tu
Quanto stavamo a far niente
Sorridendo per le fotografie
Ma ci siamo avvicinati
Al punto che ti imboccavo dal mio cucchiaio
E continuavi a venire da me
E parlavamo per tutto il pomeriggio
Stanotte ci ubriacheremo e basta
Disturberemo la quiete
Mi avvolgerai con le tue mani
E poi ti morderai il labbro e sussurrerai
"Andremo fino in fondo"
Stanotte, fammi andare in paradiso
Voleranno scintille come il 4 di luglio
solamente, portami in paradiso
Vedo nei tuoi occhi quello sguardo sexy
E so, che non possiamo più essere amici
Se proseguiamo su questa strada
Saremo amanti di sicuro
Perciò stanotte baciami come se ne andasse della tua vita
E portami in paradiso
Questa storia potrebbe essere perfetta
Ma non lo sapremo a meno di provarci
So che sei nervosa
Perciò mettiti comoda e lascia che prenda il controllo
Stanotte ci ubriacheremo e basta
Disturberemo la quiete
Mi avvolgerai con le tue mani
E poi ti morderai il labbro e sussurrerai
"Andremo fino in fondo"
Stanotte, fammi andare in paradiso
Voleranno scintille come il 4 di luglio
solamente, portami in paradiso
Vedo nei tuoi occhi quello sguardo sexy
E so, che non possiamo più essere amici
Se proseguiamo su questa strada
Saremo amanti di sicuro
Perciò stanotte baciami come se ne andasse della tua vita
E portami in paradiso
Baciami come se ne andasse della tua vita
E portami in paradiso
Stanotte ci ubriacheremo e basta
Disturberemo la quiete
Lascia che il tuo amore si schianti su di me
E poi morditi il labbro
Sussurra e di' "Andremo fino in fondo"
Stanotte, fammi andare in paradiso
Voleranno scintille come il 4 di luglio
solamente, portami in paradiso
Vedo nei tuoi occhi quello sguardo sexy
E so, che non possiamo più essere amici
Se proseguiamo su questa strada
Saremo amanti di sicuro
Perciò stanotte baciami come se ne andasse della tua vita
E portami in paradiso
Portami in paradiso
E portami in paradiso
Baciami come se ne andasse della tua vita
E portami in paradiso
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